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Treviso, domenica 14 gennaio 2001, S. Felice

CONEGLIANO

Godega e San Fior vogliono il percorso «tradizionale», la commissione Impatto ambientale punta a nord
Quei 4 chilometri contesi
Due tracciati in lotta tra case coloniche e frutteti
Zaia (Provincia): «La linea "storica" piace anche agli espropriati»

di Michela Santi

SAN FIOR. A meno d'un chilometro dal discusso casello di Godega di Sant'Urbano, su via Palù a San Fior di Sotto, termina il lotto 28 e iniziano i quattro chilometri dell'ultimo lotto 29 fino a S. Vendemiano. E' il cosiddetto tracciato storico, caldeggiato dalle Autovie Venete, votato dai sindaci e sostenuto dal presidente della Provincia Luca Zaia, che ne fa una questione di principio: «Non sono ammessi - dice - tracciati diversi da quello storico: è già stato inserito nei piani urbanistici dei comuni».
«Anche gli espropriati da quel tracciato - prosegue Zaia - hanno maturato negli anni una coscienza civica».
Del resto né il sindaco di Godega, Andreino Peruc, né quello di San Fior, Fiorenzo Carniel, prendono in considerazione la variante a nord formulata con il benepalcito di Maria Rosa Vittadini, responsabile della commissione di valutazione dell'impatto ambientale. Il tracciato devierebbe l'autostrada verso nord, poco meno di un chilometro prima della Provinciale 41, evitando l'abitato di Levada e spostando il casello a ovest del centro di Pianzano, vicino alla linea ferroviaria per Udine; proseguendo poi lungo la ferrovia entrerebbe sull'A27 all'altezza del laghetto «Le Veneziane». Un raccordo troppo gravoso dal punto di vista urbanistico per Godega, rifiutato anche da San Fior dove passerebbe poco sopra la frazione di San Fior di Sotto, tra il cimitero e la ferrovia, falciando alcune case.
Scendendo da San Fior lungo via Palù l'attraversamento dell'autostrada - segnalato dai picchetti terminali del lotto 28 - interrompe il susseguirsi di maestose case coloniche e villette moderne, che costeggiano la strada lasciando dietro le proprietà coltivate. Qui il tracciato valica il torrente Codolo con un viadotto e prosegue alto sopra via Palù, costeggiando la casa di Cesare Zornio e incunenadosi tra le abitazioni di Lorenzo Zanette e Anna Antoniazzi. «Sono già venuti tre volte per l'esproprio - dice Cesare Zornio, mentre accudisce alcuni animali da cortile - la prima sei anni fa. Ho settantacinque anni e abito qui fin da bambino, quando la mia famiglia lavorava in affitto queste campagne. A dieci metri da qui ci sarà il muro dell'autostrada che scende alta. Del resto come si fa se le strade qui intorno sono intasate?».
«Qui la zona è tutta uguale - spiega il sindaco Carniel - ci sono vigneti, frutteti di meli, allevamenti». La barriera di cemento taglierà fossati, siepi, strade bianche, interrompendo una distesa di campagna dove i cacciatori liberano le lepri. «Perchè non la fanno sopraelevata - suggerisce Pietro Possamai, interrompendo la potatura - così in campagna continuiamo la vita di sempre, gli animali hanno libero passaggio, i canali e le fosse sorgive che noi chiamiamo "bui" restano inalterati. Da qualche parte deve pur passare quest'autostrada».





Il sindaco di San Fior Fiorenzo Carniel con in mano il progetto del tracciato «storico» Accanto i terreni che saranno attraversati