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Treviso, martedì 16 gennaio 2001, S. Marcello

CONEGLIANO

L'amministrazione Dussin non ha più dubbi: «Il tracciato storico è l'unico possibile»
S. Vendemiano, casello del Nordest
«La A/28? E' come fermare un treno con le mani»

di Michela Santi

SAN VENDEMIANO. Gli ultimi quattro chilometri dell' «incompiuta» Conegliano-Sacile si configurano ancora vaghi nell'immaginario collettivo. Dal canale Codoletto allo svincolo di San Vendemiano sulla A/27, il tracciato storico della A/28 taglia la parte nord dei Palù di San Vendemiano, rasenta la zona industriale a sud e si innesta sulla A/27 scavalcando il torrente Cervada.
Sulla carta il lotto 29 resta per ora distributo, almeno formalmente, su quattro tracciati possibili, ma il sindaco di San Vendemiano, Guido Dussin, taglia corto: «Il tracciato storico è l'unico possibile è stato rivotato all'unanimità dal consiglio comunale a dicembre nel progetto preliminare redatto da Autovie Venete».
Il progetto infatti presenta altri tre tracciati alternativi, oltre a quello storico, richiesti dalla commissione impatto ambientale (che fa capo ai ministeri dell'Ambiente e dei Beni Culturali) nel febbraio 99.
Oltre al tracciato storico quindi di tre chilometri e 700 metri, figurano il tracciato basso per S.Friz di 4 chilometri e mezzo, quello che attraversa l'abitato di Zoppè all'incrocio di via Marconi con il canale Fossadella (lungo 4 chilometri e mezzo) e quello alto che si allunga (per 6 chilometri e 600 metri) a lato della ferrovia (soprattutto in territorio di San Fior) e si innesta sulla A/27 all'altezza del laghetto «Le Veneziane». «Sono tutte ipotesi impossibili - spiega Dussin - è assurdo attraversare i Palù più a sud come pure tagliare l'abitato di Zoppè. Il tracciato lungo la ferrovia non è accettato da San Fior e da Godega». Con la soluzione storica il casello di San Vendemiano dovrebbe diventare uno degli snodi più importanti del Nordest. Alla Provincia e ai comuni di San Vendemiano e Conegliano l'onere di potenziare l'innesto sulla Cadore Mare e di proseguire una bretella che dovrebbe bypassare Conegliano e immettersi sulla Pontebbana a Parè. «Nel bilancio della Provincia- spiega Dussin- ci sono già 2 miliardi e 100 milioni per la rotatoria, poi la realizzazione della bretella dipenderà anche dal comune di Conegliano». Se l'ampliamento dello svincolo farà sparire il depuratore di San Vedemiano che sarà riscostruito a Saccon, l'innesto della A/28 sulla A/27, sacrificherà alcune case a ridosso sulla Provinciale Ungaresca. «Io faccio il camionista e so che l'autostrada è necessaria come il pane - commenta Adriano De Giusti che vive in affitto in una delle case da abbattere - Ho già programmato di andarmene ma penso che potrò aspettare ancora qualche anno». «Certo qui si perde un angolo di pace -aggiunge Luciana Cei dal terrazzo al secondo piano- mi dispiace per il paesaggio». Dal casello il nastro di asfalto cala verso i Palù passando tra le case Breda e l'abitazione di Luciano Buonocchio. «Qui basta scavare una buca ed esce acqua - dice Buonocchio- spero che gli ingegneri costruiscano bene altrimenti rischiamo di trovarci in una diga. L'autostrada ci ruba i campi di fronte casa, ma come possiamo opporci? Sarebbe voler fermare un treno con le mani». La traiettoria continua obliqua tagliando via Adige e via Calmaor poco dopo villa Vettori e per due chilometri attraversa le campagne dei Palù di San Vendemiano. Nelle stradine strette bordate da canali, dove le vecchie case di contadini sono affiancate da eleganti villette o da un capannone artigianale è difficile trovare qualcuno che imprechi contro l'autostrada. Sul tracciato alternativo di Zoppè non si discute quasi più. «Impossibile pensarci - commenta Diotisalvi Bortolot- qui l'autostrada abbatterebbe le case, la frazione diventerebbe un inferno». Intanto al laghetto «Le Veneziane» a San Fior, all'altezza dell'innesto sulla A/27 del tracciato più a nord si continua a pescare ignorando il rumore delle auto. «Il traffico sulla A/27 non ci disturba - dice Rocio Suman che abita in via Visnadello al confine tra San Vendemiano e San Fior - ma se ci aggiungono un'altra autostrada la pace è finita».





Adriano De Giusti e Diotisalvi Bortolot (fotocronaca)