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WEEK-END A VENEZIA

Finalmente siamo riusciti a coronare un nostro desiderio. Io e mio marito a Venezia eravamo stati un giorno, in una gita troppo breve, che adesso abbiamo ingrandito, anche se di poco. Non fidandoci a lasciare la macchina nel parcheggio (nonostante sia custodito, dotato di ogni tipo di garanzia, e anche consigliatoci), siamo giunti in treno alla stazione di Santa Lucia, da cui si può dire, è cominciata la nostra mini avventura. Uscendo dalla stazione ci si affaccia già sull’immenso Canal Grande, l’arteria della città, che assumendo la forma di un’enorme esse, la divide in due. Subito ci siamo precipitati al battello, e la traversata ha preso il via. In una normale città, avremmo optato per un pullman, o tram, o metropolitana, qui, dove tutto sembra antico, non si può fare a meno: o battello, o a piedi (ma non sempre è possibile), anche se esistono in alternativa imbarcazioni private, o le famose gondole. Quest’ultime sono romanticamente divine, però come per le imbarcazioni, hanno il difetto di essere care come l’oro, meglio lasciarle agli stranieri (metà ignari ed ignoranti riguardo al costo ed alla moneta; e metà proprio consapevoli della forza della loro valuta, tali da poterselo permettere tranquillamente).

Dovevamo recarci innanzitutto al lido, dove avremmo preso soggiorno, e lungo tutta la navigazione, lo sguardo si perdeva indistintamente, una volta a destra e l’altra a sinistra, facendo ben attenzione a non perdere questo o quel palazzo, che si affacciano radenti sull’acqua, oppure le Cà (come vengono definiti qua alcuni palazzi stessi), come quella di cui mi ricordo maggiormente: Cà d’Oro (l’unico nome che mi resta in mente!). Come mi piacerebbe possedere un motoscafo, con cui attraccare al mio palazzo, anzi, alla mia cà (che sogno !), svettante e lussureggiante qui nel canale. Ci siamo imposti un certo tipo di itinerario: primo giorno in Venezia vera e propria, secondo giorno visita del Lido, e spedizione all’Isola di Murano.

Così, dal Lido siamo tornati indietro, facendo la prima tappa in Piazza San Marco, una delizia stare in questo quadrato (non vi dico quanta gente!), con visita alla Basilica di San Marco, all’esterno ed all’interno: la torre dell’orologio con i due Mori che battono le ore; il tesoro d’arte bizantina; il museo con dipinti, tappeti, arazzi e i quattro cavalli, che si ripetono sulla terrazza, a cui si accede, che si affaccia sulla piazza, facendo godere proprio una bella vista. Fuori di qui, e dentro nel Palazzo Ducale, la casa dei Dogi, ricca di capolavori a non finire, e attraverso la Loggia, si giunge alle prigioni, luoghi scuri ed umidi, proprio quel che ci vorrebbe per delle carceri (se la memoria non mi inganna, forse Oscar Wilde in una sua opera ne descrisse qualcosa). E che dire del campanile, che sorge isolato, di fronte ai due citati palazzi, e che dall’alto dei suoi 100 metri (poco meno per l’esattezza!), rende la possibilità di effettuare un’ampia panoramica su tutta la città, dandone una visione ancor più pittoresca, tra l’altro, non a caso, si dice che questa piazza, sia quella più bella del Mondo.

Tornati coi piedi "per terra", abbiamo imboccato delle viuzze, che prendono il nome di calle (da non confondere con i rii, le viuzze acquatiche del posto), che conducono al Ponte di Rialto: una meraviglia, arte pura, super affollato, con negozietti o botteghe (che già ci avevano accompagnato lungo il tragitto). Ritornati in piazza, per noi anche vero punto d’orientamento, costeggiando il mare, abbiamo raggiunto: il Ponte di Paglia, che dà visione al Ponte dei Sospiri; Riva degli Schiavoni da cui si può vedere l’Isola di San Giorgio, i non lontani Giardini e in lontananza il Lido, e che porta al Museo Navale, contenente cimeli, reperti, armi e ricordi della Marina Veneziana (era una delle Repubbliche Marinare più forti), e di quella italiana.

Il secondo giorno si è aperto come si era conclusa la serata precedente, cioè con passeggiata sul lungomare Marconi, al Lido, con conseguente visita al Casino Municipale, e al Palazzo del Cinema, famoso per il festival che ogni anno si tiene. Indi, in battello ci siamo trasferiti a Murano, l’isola resa celebre dalle sue vetrerie. Non a caso è presente il Museo dell’Arte Vetraria, con collezione di vetri, dalle provenienze anche straniere. La nostra mini vacanza, si è conclusa in una vetreria, dove abbiamo potuto apprendere le tecniche di lavorazione del vetro, vedendolo lavorare a mano al momento, con i vari trattamenti e passaggi nei forni, dopodiché, si è passati al punto vendita, con l’indecisione della scelta: alla fine un cigno ha avuto la meglio su altri soggetti (animali, fiori...), accompagnato da un paio di murrine, ciondoli colorati assai preziosi.

Auguro a tutti di poter trascorrere dei piacevoli momenti in questo romantico luogo, capace ancora di provocare gradevoli sensazioni, grazie alla sua magnifica atmosfera.

Elena (32)

 

 

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