La mia città
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     CastelloA.gif (43868 byte)            La mia prima esperienza in campo video è stata la realizzazione del documentario denuncia:

"Sulle Tracce dell’antica Suessola".

          Questo lavoro è stato possibile solo dopo aver effettuato una vasta ed accurata ricerca sulle origini della antica città di Suessola. Poiché la realizzazione del saggio è risultata alquanto spinosa sia per la scarsità dei testi che per la mancanza di una valida documentazione letteraria al riguardo, mi è sembrato doveroso includere in questo progetto anche la storia del mio paese al quale ho molto dedicato.

 

                  Alle falde dell'ultimo sperone dell'allungato massiccio del monte Partenio è situato Cancello.

Un piccolo paese attualmente importante prevalentemente come stazione di smistamento ferroviario da Napoli per Caserta, per Benevento, Salerno ed Avellino, ma che si rese molto rinomato nei tempi della Romana Repubblica, fino ad acquisire nell'anno 214 a.C., prima il nome di Castra Marcelli e successivamente di Castra Claudiana Super Suessolam, per gli alloggiamenti che vi situò il celebre pretore romano Claudio Marcello. Da qui ne deriva il nome della principale piazza.

Le consultazioni letterarie al riguardo e le poche ricerche archeologiche fino ad oggi effettuate hanno permesso di stabilire che l'antichissima città di SUESSOLA, situata molto probabilmente nelle immediate vicinanze di Cancello e più precisamente nell'attuale sito denominato "PIAZZA VECCHIA", raggiunse il suo massimo splendore ai tempi della Romana Repubblica allorquando, per la sua fedeltà, ebbe l'onore della cittadinanza di Roma.

Suessola fu abitazione di pretori e consoli romani durante la guerra con Annibale ed ebbe il proprio teatro, segno di città colta e di nobile cittadinanza.

I pochi frammenti di reperti protostorici venuti fuori dai rari saggi praticati sotto il livello e nei pressi dell'abitato della antica città, non ci permettono di stabilire con precisione quali furono le prime popolazioni che si stabilirono in questa valle. Certamente la popolazione indigena apparteneva alla cosiddetta "cultura costiera delle tombe a fosse" in quanto usavano seppellire i morti in fosse scavate nella terra, come già attestato dalla presenza di considerevoli necropoli lungo tutta la costa da Cuma alla penisola sorrentina e nell'entroterra.

L'edificazione di tale illustre città è senza ombra di dubbio da attribuire agli Ausoni-Osci, una popolazione laboriosa formata da individui che si raggruppavano in villaggi di capanne e che si servivano per gli usi domestici di vasi d'argilla di fattura molto rozza. Nel ripercorrere la storia si apprende che gli Ausoni-Osci si stabilirono in queste terre circa 1700 anni prima della venuta di Cristo, ma quanto tempo prima o dopo edificarono la loro città, poi denominata Suessola, ognuno può immaginarlo a suo piacere, in quanto non vi sono memorie o documenti che lo attestino.

Dopo tanto splendore Suessola vide la propria fine nell'anno 879 d.C. allorquando il vescovo Attanagio, duca di Napoli, alleatosi con i Saraceni ed uniti a questi il suo esercito di cristiani, cominciò a devastare, depradare, bruciare ed abbattere tutte le chiese, i monasteri, le terre, le città, tra le quali Suessola che fu miserabilmente spianata e nell'anno 880 fu completamente data alle fiamme. I suessolani non trovando alcun rifugio nè altro scampo, per salvare la propria vita si rifugiarono sui monti circostanti. A seguito di tali fuggi-fuggi si videro edificati nei monti, tra Arienzo, Maddaloni e Cancello, tanti castelli, tante rocche e tante torri che ancora oggi si vedono e ne additano il tempo.

Infatti , nel percorrere la Campania non è raro imbattersi in Castelli o torri di varia mole e consistenza, sia restaurati che in perfetta efficienza, sia allo stato di rudere. Talvolta solo qualche pietra ricorda al visitatore che in quel luogo vi fu un castello, una fortezza dalla remota origine, poichè purtroppo l'opera distruttrice dell'uomo e quella sfaldatrice del tempo ben poco ci hanno lasciato di questo genere di architettura.

A tutt’oggi, sopra il colle di Cancello è possibile ammirare un rovinato ed abbandonato castello che dalla fabbricazione e dal tipo di fortificazione si considera essere stato eretto ai tempi dei Longobardi, o dei Normanni, o addirittura ricostruito sopra un altro più antico per la custodia della valle. Esso appartenne al conte di Acerra CULLEZIO, fu poi restaurato dal normanno RAMPERTO ed ampliato ancora nel 1100. Attualmente si presenta allo stato di rudere, ma ne rimangono gli avanzi delle cinque torri. L'importanza di questo maniero era dovuta alla sua posizione strategica fra la valle di Maddaloni e quella di Arienzo. Infatti anche il generale francese CHAMPIONNET nel 1799 vi volle fissare un proprio quartier generale. In seguito divenne un covo di briganti che sfruttavano come nascondigli i suoi sotterranei.

Tuttora, in una delle sue sale si scoprono i resti di una decorazione murale deteriorata dall'inciviltà umana la quale ha arrecato un danno inestimabile a quelle poche opere d'arti che sorsero assieme a tutti quei valori civili, sociali e politici che ancora oggi sono parte integrante della civiltà. Questi valori impoveriscono drammaticamente quando ognuno di noi brucia alle sue spalle le testimonianze del passato, i simboli, gli oggetti e i documenti della civiltà da cui proviene.

Purtroppo questo intero grande patrimonio di civiltà rurale subisce ancora oggi attacchi spesso irreparabili da parte dell'uomo. Sembra che non ci si voglia rendere conto che lacerando e distruggendo la millenaria trama di opere rurali si finisce per cancellare non soltanto una fonte di documentazione storica-paesistica, ma anche l'identità stessa della regione Campania.

                                                                   by Pino

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