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IL FONDATORE

 



Nasce a Serramanna il 17 febbraio del 1861, da un commerciante di bestiame, Luigi Murgia e da Podda Antonia;
compie i suoi studi a Cagliari, allievo e poi assistente del fisico Antonio Pacinotti inventore della dinamo (1865).





 

Uscito dall'Università con la laurea in Chimica Farmaceutica e Perito fisico-chimico, si sposa con Anna Correlli, figlia di un Notaio a Villacidro,
e apre una farmacia a Muravera.



 

 

 

Poiché pare che a Muravera i guadagni non fossero soddisfacenti, Gennaro si trasferisce a Villacidro.
Lì acquista dal Comune una delle due farmacie e apre un laboratorio di analisi chimico-minerarie che gli vengono commissionate dagli impianti minerari della zona.



 

Intorno al 1886 coglie, con la sua vasta capacità di informazione, la gran richiesta di distillati alcolici di vino che si andava concretizzando a causa della distruzione ad opera della fillossera, insetto importato in Europa continentale dal continente americano, a partire da quelli francesi; la Sardegna invece, grazie al suo isolamento territoriale, viene momentaneamente risparmiata dal flagello e
il dott. Murgia impianta nel grande fabbricato vicino alla Fluminera, in una zona ricca di falde idriche, una distilleria continua a vapore e
costruisce dei grossi vasconi interrati per lo stoccaggio delle partite di vino che va acquistando in giro per tutta la Sardegna, ancora ricca di vigneti.

 



 

In un altro magazzino, sulla sponda opposta del torrente, in una zona a Nord particolarmente fresca,
il distillato viene posto ad invecchiare in enormi botti di rovere, per produrre un brandy che compete con i migliori cognac francesi in tutte le più importanti Fiere d'Europa riportando sempre grandi onori:



 
Asti, Maggio 1898,
"Esposizione Generale Italiana" 
Diploma di Benemerenza e Menzione Onorevole per Acquavite e Alcool.



 
Parigi,
"Exposition Universelle de 1900" 
Mention Honorable.



 
Palermo,
"Accademia Fisico-Chimica Italiana", 30 Agosto 1910,
Medaglia di prima classe per i distillati.



 
Torino 1911,
"Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro",
Diploma di Medaglia d'oro.



 
Fiume 1925,
"Esposizione Industriale - Commerciale - Agricola",
Croce al merito e Medaglia d'oro per le sue specialità in prodotti distillati.



 

Inizia così un quindicennio di lavoro costruttivo che porta la Distilleria Murgia ad imporre il nome dei suoi prodotti, non solo dell'acquavite prodotta inizialmente, ma di tutti quei liquori che vengono creati con le profonde conoscenze di erboristeria del titolare:
Villacidro Giallo e Bianco, Amaro sardo, Mandarino, Aperidro, Alkermes, Crema Cacao, Crema Caffé, Curaçao, Chartreuse, Cedro, Menta
e tanti altri che rispondono alle mode di quegli anni.

 



 

 

 

E' così che si giunge nel nuovo secolo con una impresa che consta di circa 300 ettari di terreni tra Villacidro e Serramanna,
una distilleria e fabbrica di liquori che esporta in tutta Italia (accertamento di reddito 1905 = £ 4.000 dedotte dalle bolle di trasporto a mezzo ferrovie),
mentre la farmacia viene ceduta al signor Mancosu e del laboratorio resta solo la parte erboristica.

 

 



 

 

La acquisizione di molti oliveti e la conoscenza approfondita delle tecniche distillatorie vengono unite con la installazione di un FRANTOIO OLEARIO prima
e in un secondo tempo con la apertura, nei primi anni del 1900, di un nuovo stabilimento in località Castangias, per la estrazione degli oli dalle sanse di oliva con il metodo al solfuro di carbonio e successiva distillazione.

A questo processo si aggiunge, nel decennio precedente la prima Guerra Mondiale, la verticalizzazione della produzione con l'impianto di una fabbrica di saponificazione dei grassi con la Soda Solvay e la creazione di una rete di vendita del SAPONE così ottenuto in tutta la Sardegna e la fornitura dello stesso al Regio Esercito.

E' di questo periodo un episodio che si racconta in famiglia: l'introduzione sul mercato europeo del SAPONE MARMORATO, la cui esclusiva produzione era appannaggio di una ditta tedesca di Monaco che ne deteneva il segreto di fabbricazione, incuriosisce Gennaro che, quasi cinquantenne, parte per Monaco, e con l'aiuto di un sacerdote con cui comunica parlando latino, si fa assumere come operaio nella fabbrica tedesca e vi si trattiene il tempo necessario per carpire il segreto;
da allora il sapone marmorato entra a far parte della produzione del Saponificio Murgia.

 



 

 

 

Siamo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale,
la fabbrica di liquori va a gonfie vele,
la fabbrica del sapone un po' meno ma va, e viene affidata al figlio Francesco.



 

Gennaro si dedica con passione alla caccia grossa nelle montagne del Linas e le sue spedizioni lasciano il ricordo del lavoro delle donne di casa che per una settimana preparano le vettovaglie che vengono trasportate sui carri fino alla Cantina di Magusu.
Erano spedizioni di parecchi giorni e servivano anche a cementare quel legame che da sempre univa la squadra di uomini che facevano funzionare il complesso meccanismo messo in piedi da "Su meri Mannu", perché in quei tempi ed anche successivamente, fino all'arrivo delle "Industrie" a Villacidro, sa Cassa Manna è stata un fatto sociale che accomunava tutti gli abitanti de sa muntangia 'e Campidanu in una ritualizzazione degna dei Popoli Cacciatori.



 

 

 

Allo scoppio della guerra contro l'Austria,
il figlio Erminio parte per il fronte e nella battaglia di Bosco Cappuccio scompare e non se ne troverà neppure il corpo.

La preoccupazione di Gennaro è di evitare il fronte all'altro figlio Francesco che già è stato richiamato come Tenente di Sussistenza, benché già padre.
La soluzione giunge dalla chimica ancora una volta: gli impianti di saponificazione sono simili e complementari a quelli per la deglicerinazione dei grassi per l'ottenimento della glicerina, elemento fondamentale per la fabbricazione della NITROGLICERINA, base di molti degli esplosivi allora conosciuti.

Gli impianti di Castangias vengono riconvertiti velocemente in industria di interesse militare e alla direzione di questi verrà chiamato il Perito Industriale Francesco Murgia, mentre come operai verranno assunti molti padri di famiglia villacidresi.
Ciò non salverà il tenente Addis, fidanzato di Luigina, che morrà in battaglia.

 

 

La Grande Guerra finisce senza altri lutti per la famiglia Murgia
ma lascia il suo segno nelle finanze di una impresa sfiancata dalla inesistente redditività della deglicerinazione dei grassi che viene immediatamente abbandonata e chiusa,
mentre la fabbricazione del sapone viene trasferita negli stessi fabbricati della distilleria e il tutto viene affidato alle cure di Francesco.

 

 

Il Commendator Gennaro Murgia entra a far parte della nascente SOCIETÀ ELETTRICA SARDA
e nel suo Consiglio di amministrazione, sia come socio che come consulente tecnico, anche in reminiscenza dei suoi studi con il grande Antonio Pacinotti contribuisce fattivamente alla stesura della prima rete di elettrificazione della Sardegna.



 

 

 

 

Dal 1923 Gennaro delega i suoi interessi imprenditoriali ai figli Francesco e Peppino per dedicarsi ai nipoti.
Trascorre gran parte del suo tempo a Cagliari in un appartamento sulla via Azuni con la moglie Annetta che lo ha sempre fiancheggiato, con la figlia Luigina, vicino all'altra figlia Lisetta e la sua famiglia.
Anche il suo impegno con la Società Elettrica Sarda perde di importanza e la sua vita si avvia ad un tranquillo declino.

I suoi ultimi anni sono funestati da una grave malattia che lo condurrà a morte in una clinica toscana nel 1935.