Cefalà Diana nella storia

 

 


 

    Un pò di storia.......

 

 

Cefalà Diana è uno dei più piccoli ed antichi insediamenti umani della provincia di Palermo. Disteso su un’altura prettamente collinare, ad una trentina di chilometri dal capoluogo, conta un migliaio di abitanti. L’abitato si adagia dolcemente sulle pendici orientali del massiccio di  Rocca Busambra, a 563 metri di altitudine, fra i rilievi rocciosi dell’alto bacino del fiume Milizia e ai margini del bosco della Ficuzza, in un territorio a economia cerealicola-zootecnica.

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Attorno alla piazza centrale, dominata dalla settecentesca dalla chiesa di S. Francesco di Paola, intitolata al patrono del paese, e dal moderno palazzo municipale, si allunga il reticolare tessuto urbano, con una ordinata geometria orientata lungo la prevalente direttrice nord-sud, ortogonalmente intersecata da una serie di minori percorsi viari, secondo lo schema classico dei decumani.

La storia del paese inizia nel ‘300 quando il territorio fu acquistato dalla famiglia Chiaramonte, che, in  seguito, vendette a Federico dei Federici. Tra il ‘400 e il ‘500 si alternarono diversi proprietari del feudo. L’abitato attuale fu impiantato nel 1684 quando i Duchi di Diana ottennero la “licentia populandi”; così al nome di Cefalà aggiunsero quello di Diana, come si chiama attualmente.  

 

 

LE SCULTURE DI BIAGIO GOVERNALI A CEFALA’ DIANA

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A Cefala’ Diana, lo scultore corleonese Biagio Governali  ha realizzato diverse opere di alta e significativa valenza spirituale e artistica: ”La Porta dei miracoli”, portone bronzeo della chiesa di San Francesco di Paola; ”
La Porta dei Miracoli, un unicum plastico, articolato in dodici formelle di bronzo, che rappresenta alcuni eventi biblici, evangelici e agiografici intrisi di mistero e di divino è una porta particolare, con tanti spunti religiosi: dall’ angelo che con un piede nelle acque ed uno sulla terra promette a gran voce di non far più male alla terra ed agli uomini, all’ angelo che uccide il diavolo con lo scudo raffigurante Cefalà Diana. E’ una porta con scene e tormenti, con personaggi presi  dal reale della vita di ogni giorno, con i volti dei dianesi, con le ansie di ogni giorno, con i loro travagli, con  la sofferenza, la forza d’animo di questa popolazione. Questa Porta sa di miracolo in quanto dà la certezza del disegno di Dio che si avvera, della sua volontà che diventa vita, forma che diventa realtà; nulla è possibile senza di Lui e nulla può l’uomo con la sua pazzia, se Dio non vuole.  

 

Il monumento agli emigranti”, gruppo bronzeo nella piazza Umberto I;” Il Monumento ai Caduti”, posto sul lato sinistro del portone d’ ingresso della Chiesa di S. Francesco di Paola raffigurante scene particolarmente tristi e sconvolgenti relative alle due guerre.  Il Monumento all’emigrante è stato creato  in un clima particolare: un omaggio  sentito verso tutti gli emigranti costretti, per bisogno, ad andare via dalla propria terra. L’ emigrazione siciliana è stata una “via crucis” che quasi tutte  le famiglie delle nostre zone hanno sofferto. E’ stato come un tagliare un pezzo  del corpo di ognuno di noi, una violenza non solo fisica, ma anche spirituale che ha  stroncato le famiglie e gli affetti.    

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                             ........le sue tradizioni

Le antiche tradizioni di Cefalà Diana sono quasi tutte legate a feste religiose: la "tavulata di san Giuseppe" a Marzo; la celebrazione del "Corpus Domini" a Giugno, preceduta da 8 giorni di preparazione durante i quali i quartieri in festa addobbano  i balconi con le coperte più preziose; 

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