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Fico d'India

Nome scientifico: Opuntia ficus indica

Nome dialettale: Ficurinii

Famiglia: Cactaceae

Tronco:  le pale  che si sovrappongono danno origine alla caratteristica forma di albero senza tronco e senza rami.

Foglie: nascono da gemme sparse sulla superficie delle pale.

Fiori: sono ricchi di petali di colore giallo intenso.

Frutti: sono di forma ovoidale, ricoperti di spine, polpa succosa che contiene numerosi semi legnosi; il colore varia dal rosso giallo all'arancio

Caratteristiche: il fico d'india fiorisce in primavera, i frutti maturano da agosto a settembre. Non ha esigenze particolari, si adatta a terreni poveri e sassosi grazie alle pale che in realta’ sono un otri per contenere la preziosa acqua.. E' uno di quei frutti coltivati allo stato naturale e non subisce trattamenti chimici. Una particolare tecnica per ottenere frutti saporiti consiste nell'eliminare,dopo la fioritura, buona parte dei piccoli frutti (la scuzzulatura) che si riformeranno poi in autunno con qualità eccezionali. La raccolta dei fichi d'india va fatta con guanti protettivi o con il caratteristico "coppo" (bastone alla cui estremità si trova un oggetto di metallo vuoto a forma di tronco di cono dentro il quale s'introduce il fico d'india che, con un semplice movimento rotatorio del coppo, si distacca dalla pala. il fico d'india che attecchisce facilmente, resistente al caldo ed alla siccità.

Storia e leggenda: il fico d’india e’ originario dell’altopiano del Messico. Gli Atzechi lo chiamavano "nopalli" e lo ritenevano il loro simbolo. La tradizione racconta, infatti, che quando gli Atzechi, ancora senza patria, vagavano nelle lande desolate del Messico settentrionale, erano convinti che avrebbero potuto costruire la loro capitale solo quando avessero visto un’aquila appollaiata su un cactus. La leggenda vuole che tale evento si sia verificato su un isolotto deserto di un lago e qui fondarono quella che diventò la loro splendida Tenochtitla il cui nome significa appunto: "Il luogo dove abbondano i frutti del cactus Nopalli che si erge sulla grande pietra". Ancora oggi il fico d’india appare sullo stemma della Repubblica Messicana. Sembra che il nome fico d’india sia nato grazie a Cristoforo Colombo che credeva di aver gettato le ancore nelle Indie. Il frutto arriva in Europa con gli spagnoli verso la meta’ del 1500, proprio a seguito della conquista del nuovo mondo. Inizialmente fu coltivato negli orti e nei giardini dei nobili.

E' utile all'uomo: il fico d'india ha un effetto depurativo sull'organismo umano: facilita la diuresi e l'espulsione dei calcoli renali ed evita l'affaticamento renale ed epatico in soggetti che hanno un sovraccarico del lavoro metabolico. Il decotto dei fiori secchi, a digiuno è un diuretico. ll fico d'India ha un effetto depurativo sull'organismo umano: facilita la diuresi e l'espulsione dei calcoli renali ed evita l'affaticamento renale ed epatico in soggetti che hanno un sovraccarico del lavoro metabolico.
II decotto dei fiori secchi, a digiuno, è un diuretico ma anche uno specifico contro il "dolore al fianco".
Un cucchiaio di succo di una pala "vergine" (che cioè mai ha messo frutti) darà sollievo nei casi di tosse asinina e pertosse.
Angine e tonsilliti, febbri intermittenti, suppurazioni ed accessi si curano mediante una pala spaccata in mezzo ed infornata. Ancor calda verrà applicata nelle parti dolenti, rispettivamente sul collo; sulla milza nel secondo caso; ed infine sull'ascesso suppurato (perché maturi durante la notte).

 

Le ricette della tradizione

 

Mustazzola di ficurini: si setacciano i fichi d'india e si fa cuocere il succo fino a ridurlo al 1/3 del suo volume. Per ogni kg di questo sciroppo si aggiungono 25 g di zucchero e si continua la cottura fino all'addensamento. Si uniscono mandorle tostate e aromi vari (buccia di arancia, vaniglia, cannella). L'impasto si versa su un piano di marmo e appena si raffredda si taglia a rombi.

Conserva di ficurinii: si mettono insieme in un tegame 10 parti di succo di fichidindia, 4 parti di zucchero e si fa cuocere a fuoco lento, sempre rimestando fino ad ottenere la giusta consistenza della marmellata.

 
 

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