Origini
Secondo lo storico Di Stefano e secondo la tradizione, Bellosguardo deve il suo nome ai
panorami che si ammirano da qualsiasi punto del territorio, al clima mite e allaria
salubre che vi si respira. Per la sua posizione centrale fu certamente abitato fin dai
tempi più remoti, poiché si trovava sulla strada che da Capaccio-Paestum portava in
Lucania e che metteva in comunicazione le due civiltà Greco-Paestano-Romana e Lucana.
Lattuale SS.166 degli Alburni ripercorre a tratti quellitinerario. A
testimonianza di tale periodo fu rinvenuta, verso la fine degli anni 40,
uninteressante Necropoli Lucana del IV secolo a. C., proprio nel centro abitato,
durante i lavori di scavo per la costruzione della scuola elementare. Il piazzale
antistante ledificio fu, per questo motivo, intitolato "Necropoli Lucana".
Quivi furono rinvenute anfore, pesi da telaio, vasi, monete italiote e pezzi di vaso di
impasto di ceramica orientale ed ambra, il che fa supporre che la zona fosse abitata fin
dallVIII secolo a. C.
Se si perdono nei secoli successivi documenti e tracce, si ritrovano però notizie
storiche certe nel Medioevo, quando Bellosguardo era la seconda "Rocca" della
città di Fasanella. Sul suo colle Pandolfo di Fasanella aveva fatto costruire un
"casamento" (luogo di soggiorno baronale), nella prima metà del XIII secolo. La
scelta del posto, secondo gli storici, trova ragione nel fatto che il colle di
Bellosguardo era sito in un luogo eminente e assai ameno. Nei secoli successivi e fino
allabolizione del sistema feudale, Bellosguardo passò a diversi signori; tra gli
altri i Sanseverino, i Caracciolo e, per ultimi i Mariconda. Nel 1412 e nel 1420 il
villaggio è segnalato negli Inventari e nel XIV secolo il Paese era già una
"Università" autonoma, rimasta tale fino alla sua elevazione a Comune.
Nel periodo Risorgimentale, alcuni cittadini di Bellosguardo parteciparono attivamente ai
moti, tra essi : Rosario Macchiaroli e Matteo Farri. In tempi più recenti altri partirono
alla chiamata della Patria; in tanti non tornarono. Alcuni sono ricordati nelle
intitolazioni delle Scuole e delle vie; tutti però, sono vivi nei ricordi della gente.
Leggende
La leggenda attribuisce la scelta del nome ad un eroe del luogo. Si
racconta che, nel 338 a.C. scoppiò, per futili motivi, una guerra tra Lucani e Tarantini.
Questi chiesero aiuto a Sparta. Si ebbe un primo scontro terminato con la vittoria lucana,
ma pochi anni dopo le ostilità tra i due popoli si riaccesero. Ancora una volta la città
ionica chiese aiuto e così sbarcò a Taranto il re dellEpiro con un forte esercito.
Il comando lucano fu affidato ad un giovane nativo del territorio fra gli odierni Roscigno
e Bellosguardo. Era un giovane che, per la sua bellezza e la sua forza, fu chiamato
Berlisguardo. Le forze lucane del salernitano si concentrarono a Paestum per poi prendere
la via del sud. Una notte però, il capitano lucano, dopo aver assalito
laccampamento greco, perse la vita, finito con la spada dal capitano nemico. Ciò
provocò un forte senso di rabbia in Berlisguardo che si lanciò contro il comandante
greco, ma i soldati lo costrinsero a ritirarsi. I Greci, per riordinare le forze,
rientrarono a Pandosia. Berlisguardo scorse il re macedone sulla sponda
dellAcheronte e lo finì con uno spiedo nella schiena. Dopo uno scontro con due
soldati perse prima le braccia e poi la vita. Il suo cadavere fu preso, lavato, profumato
e quindi seppellito nel luogo natio. Fu considerato un vero eroe, poiché aveva messo fine
alla guerra. La sua salma fu deposta in piazza e dopo un compianto funebre, fu posta sul
rogo. Bruciò per un giorno, poi fu sotterrata in una profonda buca. Dopo alcuni secoli su
quella collina fu fondato un casale, che, a ricordo del giovane lucano, fu chiamato
Berlisguardo, reso poi in Bellosguardo.
Centro
storico
Di notevole interesse
è il centro storico, in cui si distingue per la sua bellezza e autenticità la Chiesa di
S. Michele, nella quale si trovano tre affreschi del famoso artista salernitano, Pasquale
Avallone. Una nota merita anche la Chiesa cinquecentesca di S. Maria delle Grazie, annessa
ad un convento dei Padri Minori di S. Francesco (1512), che annoverò tra i confratelli il
romagnolo Lorenzo Ganganelli, divenuto poi Papa col nome di Clemente XIV. Sui due lati del
portale si notano due leoni in pietra, scolpiti con una certa grazia. Allinterno
cè un pregevole affresco, raffigurante la deposizione di Cristo, attribuito alla
scuola di Giotto e una statua lignea della Madonna delle Grazie, scolpita a Napoli nel
primo settecento. Sagra
La festa in onore di S. Michele Arcangelo, patrono di Bellosguardo, si celebra
il 29 settembre. In questo periodo, da diversi anni, si festeggia la sagra delluva.
Molte persone, tra cui anche turisti che vengono da lontano, in questa occasione unica vi
si recano per gustare la genuinità delluva e dei vini preparati artigianalmente,
con essenze aromatiche di vari gusti.
|