Bellosguardo

 

Posizione

Piccolo centro, a 70 Km. da Salerno, di circa 2000 abitanti, sorge su un colle a sud-ovest dei monti Alburni, a 500 m sul livello del mare. E’ raggiungibile mediante l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, uscita Battipaglia, proseguendo sulla S.S. 18 e sulla S.S. 166 per poi immettersi sulla Provinciale 44.


Origini

Secondo lo storico Di Stefano e secondo la tradizione, Bellosguardo deve il suo nome ai panorami che si ammirano da qualsiasi punto del territorio, al clima mite e all’aria salubre che vi si respira. Per la sua posizione centrale fu certamente abitato fin dai tempi più remoti, poiché si trovava sulla strada che da Capaccio-Paestum portava in Lucania e che metteva in comunicazione le due civiltà Greco-Paestano-Romana e Lucana. L’attuale SS.166 degli Alburni ripercorre a tratti quell’itinerario. A testimonianza di tale periodo fu rinvenuta, verso la fine degli anni ’40, un’interessante Necropoli Lucana del IV secolo a. C., proprio nel centro abitato, durante i lavori di scavo per la costruzione della scuola elementare. Il piazzale antistante l’edificio fu, per questo motivo, intitolato "Necropoli Lucana". Quivi furono rinvenute anfore, pesi da telaio, vasi, monete italiote e pezzi di vaso di impasto di ceramica orientale ed ambra, il che fa supporre che la zona fosse abitata fin dall’VIII secolo a. C.
Se si perdono nei secoli successivi documenti e tracce, si ritrovano però notizie storiche certe nel Medioevo, quando Bellosguardo era la seconda "Rocca" della città di Fasanella. Sul suo colle Pandolfo di Fasanella aveva fatto costruire un "casamento" (luogo di soggiorno baronale), nella prima metà del XIII secolo. La scelta del posto, secondo gli storici, trova ragione nel fatto che il colle di Bellosguardo era sito in un luogo eminente e assai ameno. Nei secoli successivi e fino all’abolizione del sistema feudale, Bellosguardo passò a diversi signori; tra gli altri i Sanseverino, i Caracciolo e, per ultimi i Mariconda. Nel 1412 e nel 1420 il villaggio è segnalato negli Inventari e nel XIV secolo il Paese era già una "Università" autonoma, rimasta tale fino alla sua elevazione a Comune.
Nel periodo Risorgimentale, alcuni cittadini di Bellosguardo parteciparono attivamente ai moti, tra essi : Rosario Macchiaroli e Matteo Farri. In tempi più recenti altri partirono alla chiamata della Patria; in tanti non tornarono. Alcuni sono ricordati nelle intitolazioni delle Scuole e delle vie; tutti però, sono vivi nei ricordi della gente.

Leggende
La leggenda attribuisce la scelta del nome ad un eroe del luogo. Si racconta che, nel 338 a.C. scoppiò, per futili motivi, una guerra tra Lucani e Tarantini. Questi chiesero aiuto a Sparta. Si ebbe un primo scontro terminato con la vittoria lucana, ma pochi anni dopo le ostilità tra i due popoli si riaccesero. Ancora una volta la città ionica chiese aiuto e così sbarcò a Taranto il re dell’Epiro con un forte esercito.
Il comando lucano fu affidato ad un giovane nativo del territorio fra gli odierni Roscigno e Bellosguardo. Era un giovane che, per la sua bellezza e la sua forza, fu chiamato Berlisguardo. Le forze lucane del salernitano si concentrarono a Paestum per poi prendere la via del sud. Una notte però, il capitano lucano, dopo aver assalito l’accampamento greco, perse la vita, finito con la spada dal capitano nemico. Ciò provocò un forte senso di rabbia in Berlisguardo che si lanciò contro il comandante greco, ma i soldati lo costrinsero a ritirarsi. I Greci, per riordinare le forze, rientrarono a Pandosia. Berlisguardo scorse il re macedone sulla sponda dell’Acheronte e lo finì con uno spiedo nella schiena. Dopo uno scontro con due soldati perse prima le braccia e poi la vita. Il suo cadavere fu preso, lavato, profumato e quindi seppellito nel luogo natio. Fu considerato un vero eroe, poiché aveva messo fine alla guerra. La sua salma fu deposta in piazza e dopo un compianto funebre, fu posta sul rogo. Bruciò per un giorno, poi fu sotterrata in una profonda buca. Dopo alcuni secoli su quella collina fu fondato un casale, che, a ricordo del giovane lucano, fu chiamato Berlisguardo, reso poi in Bellosguardo.

Centro storico
Di notevole interesse è il centro storico, in cui si distingue per la sua bellezza e autenticità la Chiesa di S. Michele, nella quale si trovano tre affreschi del famoso artista salernitano, Pasquale Avallone. Una nota merita anche la Chiesa cinquecentesca di S. Maria delle Grazie, annessa ad un convento dei Padri Minori di S. Francesco (1512), che annoverò tra i confratelli il romagnolo Lorenzo Ganganelli, divenuto poi Papa col nome di Clemente XIV. Sui due lati del portale si notano due leoni in pietra, scolpiti con una certa grazia. All’interno c’è un pregevole affresco, raffigurante la deposizione di Cristo, attribuito alla scuola di Giotto e una statua lignea della Madonna delle Grazie, scolpita a Napoli nel primo settecento.

Sagra
La festa in onore di S. Michele Arcangelo, patrono di Bellosguardo, si celebra il 29 settembre. In questo periodo, da diversi anni, si festeggia la sagra dell’uva. Molte persone, tra cui anche turisti che vengono da lontano, in questa occasione unica vi si recano per gustare la genuinità dell’uva e dei vini preparati artigianalmente, con essenze aromatiche di vari gusti.