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Dottoressa Flavia Villa, poetessa, è impegnata per la diffusione delle cultura e dell'arte su tutti i media ed anche molto attiva nel sociale.Conduce un programma
di critica letteraria ed è stata intervistata sulla sua produzione poetica da nume-
rose emittenti rdiofoniche e televisive. Per contatti fernvil@tin.it

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A X-Mas Tale

di Flavia Villa

"Natale al Circolo Polare".

Ero sull'aereo, a diecimila metri di quota.Il viaggio organizzato si chiamava

"Natale al Circolo Polare".Avevo 23 anni, allora.Alberto era stato il mio

primo grande amore.Era il mio professore di chimica all'università e al sa-

bato sera suonava il sassofono con un complessino di amici che si esi-

biva in un locale della città vecchia.Aveva 15 anni più di me e forse inizial-

mente mi aveva attratto quell'aria da uomo vissuto, maturo.Era molto sim-

patico ai miei genitori.Chissà perché avevo deciso di andarmene da sola

in vacanza.Ero entrata in quell'agenzia di viaggi e avevo prenotato un posto

in quel viaggio che prevedeva un'escursione da Helsinki a Rovaniemi, a due

passi dal Circolo Polare Artico, una visita all'incantato "Villaggio di Babbo

Natale", lassù, dove abitano solo le renne e i lapponi.Solo pochi giorni

dopo, sull'aereo, mi ricordai quando avevo già sentito parlare di quei luoghi.

Era stato una domenica sera, a casa di Alberto, cheavevo incontrato Massi-

mo.Massimo era alto, robusto, atletico.Portava gli occhiali e aveva un anno

meno di me.Era in Italia in vacanza.Ormai abitava ad Helsinki e lavorava

come tecnico del suono in uno studio di registrazione del centro città.

"Perché non venite a trovarmi lassù?".Ci aveva chiesto.Alberto aveva

risposto:"Ma sì, prima o poi verremo, magari per Capodanno!".All'arrivo,

Helsinki ci accoglieva con una bella nevicata.In uscita, mentre il pullmann

ci portava in albergo, guardavo le luci, i festoni natalizi sui grandi abeti

lungo la strada.Il pensiero di Massimo mi ritornò alla mente.E se avessi

provato a telefonargli?Lo feci.Mi riconobbe al volo."Cosa fai, qui a Hel-

sinki?"(Aveva un bel timbro di voce).Gli spiegai che ero venuta da sola,

con un viaggio organizzato."Ma non puoi cenare in albergo!Stasera

devo andare a una festa...Ti vengo a prendere.In che albergo sei?"Mi

era sembrato un po' irruente, diverso dalla persona posata che ricordavo.

Comunque, accettai.Mi ritrovai così a cena in un locale con una decina

di tecnici e musicisti finlandesi, a parlare in inglese di dischi e video.

D'un tratto Massimo mi chiese "Ci possiamo vedere, domani?"Ti porto

a visitare Helsinki"."Ma il mio gruppo...le visite guidate...il programma...-

dissi, esitando."Oh, lascia stare il viaggio organizzato-rispose Massimo

sorridendo.Non riuscii a dirgli di no.La mattina del giorno seguente, ave-

vamo appuntamento davanti al Teatro Svedese di Helsinki, vicino alla

strada delle boutique eleganti.Il sole non sorgeva ancora, ma la strada

era illuminata a giorno dalle luci che trasformavano ogni abete in un

albero di Natale sfavillante e magico, come in una saga nordica.Lui era

già lì.Rimasi piacevolmente stupita.In mano teneva una rosa, un'unica

rosa rosso brillante.Mi chiesi dove l'avesse potuta trovare in quel ge-

lido inverno finlandese.Mi fece un sorriso e mi strinse in un caldo ab-

braccio, come se ci conoscessimo da sempre.Quel giorno fu tutto un

susseguirsi di sorprese, per me:il porto, la Cattedrale con le sue cupole

dorate, il grande Museo Nazionale...Mi sentivo bene come se fossi ri-

tornata ai miei Natali di bambina.Ci fermammo in un negozio di dischi

dove lo conoscevano tutti e mi regalò un cd della mia band preferita.

Decisi, osservandolo senza farmi notare, che non era un ragazzino an-

che se aveva ventidue anni e che se anche i miei non avrebbero appro-

vato che frequentassi uno più giovane di me, non mi importava.Io,

già lo amavo, Massimo.Ero sicura che quella vacanza sarebbe durata

ben oltre quel Natale di neve, oltre dicembre.L'anno successivo, pro-

prio alla vigilia di Natale, io e Massimo ci sposammo.La mia favola

di neve era appena cominciata.