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L'autore è nasce a Massafra (ta) il 23 gennaio 1977, studia giurisprudenza a Lecce e si diletta nella scrittura di brevi racconti con contenuti a volte polemici, a volte divertenti, a volte molto forti. Ha collaborato alla realizzazione di alcuni giornali scolastici e universitari ma non ha grandi ambizioni come scrittore. Per contatti inviare e-mail a vitonicolamastromarino@yahoo.it

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MERIDIONALISMO SPINTO

di Vito Nicola Mastromarino

 

 

“Dammi un foglio, per favore, devo scrivere un racconto…”

“Perché allora guardi “Pensiero Meridiano” di Cassano? Devi copiarne un pezzo?”

“Ma no, tu continua a studiare, ci penso io a quello che devo fare con i fogli! Anzi, oggi si studia tutto il giorno visto che l’esame di sociologia è vicino!”

“Ecco, ora mi dici anche tu quello che io devo fare, come e quando devo studiare!”

“Ma no, era per te! Non volevi neanche che venissi a trovarti perché hai da fare!”

“Non ho detto questo, ti ho chiesto di venire dal pomeriggio così avrei studiato bene tutta la mattina, senza te fra i piedi che ora ti metti a fare anche lo scrittore!”

Vito comincia a scrivere il racconto che ora (vostro malgrado) state leggendo.

“Ti posso chiedere che stai scrivendo?”

“Te l’ho detto, un racconto, qualcosa di così, semplice, da inviare a Cambio, anzi, lo sai che non ho vinto niente al concorso Pipa di Klapka? Tanto, lo sapevo, mi piace giusto partecipare…”

“E perché hai lì davanti a te “Pensiero meridiano”?”

“Ma così, lo stavo leggendo e mi ha ispirato a scrivere, vedi, ho giusto ritrovato la spiegazione teorica ad una cosa che pensavo ieri sera; ecco, sono andato a Città Mercato a Taranto, un ipermercato enorme, struttura immensa, merce a volontà, file e file di scarpe, scaffali di pelati, scatole e scatole di tutto quello che il mercato vuole venderti, signorine che spacciavano assaggini, salumieri che gridavano “diciassette, diciotto… c’è il diciotto?” (uomini numeri) e centinaia di clienti (uomini introiti). Nulla di umano, insomma, ho provato angoscia e ho capito quella fobia tutta americana da ipermercato. Ecco, Cassano mi ha fatto capire che la modernità così imposta è il vero male del sud. Non abbiamo bisogno di tutto questo e siamo costretti ad accettarlo prostituendoci alle perversioni dell’Italia e del mondo più ricco. Perché ad esempio è meglio una “Città Mercato” dal negozio dell’angolo? Non ho visto poi quella gran convenienza, i prezzi sono quasi uguali, ed il poco che risparmi su qualche oggetto (specchietto per allodole!) lo spendi in benzina… Insomma, perché costringerci a snaturare la nostra cultura così vergognosamente?”

“Non ti seguo… Vorresti quindi tornare indietro?”

“No, ma perché andare dove non ci serve per considerare ciò che si ha inferiore e limitato?”

Ma la riflessione, forse era solo un pretesto, lei, languidamente si sciolse sulle sue labbra e se ne sentì attratta, incredibilmente attratta. Lui capì e fu bello confondersi insieme in quell’atto antico quanto l’uomo stesso, ma che mai ancora stanca, né si cerca in qualche modo di superare.