AVEDON, Richard


1923 New York - vive a New York

Richard Avedon studia filosofia alla Columbia University di New York prima di dedicarsi alla fotografia come autodidatta. Nel 1944, incontra Alexey Brodovitch, il leggendario art director di "Harper's Bazaar", con il quale collabora per molti anni. Pubblicato nel 1959, il suo libro Observations fa molto scalpore: Brodovitch ne ha curato l'aspetto grafico e Truman Capote il testo. Il volume contiene innanzi tutto ritratti di famose personalità, ma anche alcune immagini con modelli. "Sia clemente con me" ebbe a dire Henry Kissinger, prima di essere ritratto da Avedon. Infatti, è proprio la sua mancanza di riguardi nel portare alla luce, su sfondo bianco, gli aspetti più intimi dei soggetti ad attirare su di lui l'attenzione di critica e pubblico.

avedon Loading...Grande pubblicità deriva anche dalla sua attività nel campo della moda, in cui egli esprime vivaci e realistiche concezioni visuali. Abbandona per sempre la fotografia ideata nello studio e porta le modelle sulle strade di Parigi, nei caffè e nei varietà. Dovima con elefanti, Abito da sera di Dior, Cirque d'Hiver, Parigi, agosto 1955 è la più celebre fotografia di moda di Avedon e di certo una delle più originali. Essa vive dei fascino dei contrasto ed esprime ineffabile eleganza. Segna l'inizio di una nuova era della fotografia messa in scena: l'approccio alla moda di Avedon, sempre più minimale con il passare dei tempo e vicino a quello dei suoi ritratti negli anni Settanta, diviene esemplare per un'intera generazione di fotografi.

Poco più tardi, sconvolge pubblico e critica con la serie sulla lenta morte dei padre Jacob lsrael Avedon, dove egli documenta anche il proprio rapporto con il genitore, rubandogli la mimica e le espressioni che ricorda tipiche della sua giovinezza e che caratterizzano la propria visione di lui. Si tratta però anche di una commovente testimonianza della lenta decadenza di una forte personalità e dei suo progressivo ritrarsi in se stessa.

Con il libro In the Americon West, Avedon intende infrangere il mito dei West americano, il sacro mondo dell'idillio dei cowboy, per mostrarne un'altra faccia: braccianti e minatori, disoccupati e piccoli impiegati, bianchi, neri, sudamericani. La triste immagine dell'Ovest americano che ne deriva scatena l'indignazione dei pubblico e viene recepita come distruttiva.

Seguono una serie sul Louisiana State Hospital, un servizio di fotografie a grana grossa sui malati di mente e, come amara presa di posizione contro la guerra, una sequenza sulle vittime dei napalm in Vietnam. Sono le uniche sue opere in cui appaia chiaramente la violenza che Avedon ha sempre rifiutato di rappresentare, perché convinto che le immagini di violenza producano solo nuova violenza.

avedon Loading...I suoi schermi fotografici a grande formato costituiscono vere pietre miliari della storia della fotografia. Ritrasse i membri della "Warhol Factory", i "Chicago Seven", la "Ginsberg Family", il "Mission Council" e altri.

Tra i suoi ritratti, particolare rilievo va attribuito a I generali delle figlie della Rivoluzione americana, 1963. Nato evidentemente come preparazione di un ritratto di gruppo ufficiale, affascina per la sua composizione originale e la molteplicità delle relazioni che legano le persone ritratte, che appaiono per altri versi isolate. Ugualmente insolito è il ritratto di Charles Chaplin, nel quale quest'ultimo si finge un diavolo. E' lo stesso Chaplin a volerla per esprimere il suo atteggiamento battagliero nel momento in cui è costretto a lasciare gli Stati Uniti a causa delle sue convinzioni politiche. Il ritratto di un Ezra Pound completa mente chiuso in se stesso, quasi dolorosamente concentrato, è il principale di una serie in cui, di fronte alla macchina fotografica, lo scrittore manifesta anche mimicamente tutta la gamma dei suoi sentimenti e delle sue sensazioni.

Alla caduta dei muro di Berlino, Avedon fotografa la folla in festa durante la notte di San Silvestro del 1989. I colori delle immagini della serie della "Porta di Brandeburgo" esprimono una varietà di emozioni: dalla felicità più sfrenata alla paura dei futuro. Anziché un reportage fotografico, Avedon propone una piccola selezione di costellazioni cariche di significati simbolici, che culminano nei contorni minimali di una testa calva contro il cielo notturno.

Recentemente, il fotografo ha realizzato ritratti di personaggi della nobiltà italiana, dove attinge a piene mani alle possibilità offerte dal montaggio fotografico. Che nei primi anni della sua attività Avedon si sia anche occupato del genere dei reportage è emerso dalla retrospettiva a lui dedicata nel 1994.

Avedon è considerato uno dei più grandi fotografi viventi. Soltanto a New York, egli può vantare esposizioni al Museum of Modern Art, al Metropolitan Museum e al Whitney Museum of American Art. Nel 1994, il Museum Ludwig ha organizzato un'imponente retrospettiva e una rassegna delle sue fotografie di moda. Richard Avedon è sempre riuscito a lasciare un'impronta inconfondibile in qualsiasi genere abbia visitato.



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