CARTIER-BRESSON Henri


1908 Canteloup - Francia vive a Parigi

Henri Cartier-Bresson frequenta l'Ecole Fénélon e il Liceo Condorcet di Parigi prima di studiare pittura, dal 1922 al 1923, con Cotenet e, dal 1927 al 1928, con André Lhote nella medesima città. Completa infine gli studi di pittura e filosofia all'Università di Cambridge. Nel 1931, inizia la carriera di fotografo. Dopo aver partecipato a una spedizione etnografica in Messico, prosegue l'attività come freelance. Nel 1932, il gallerista Julien Levy organizza la sua prima personale; nel 1935, acquisisce qualche conoscenza sulla tecnica cinematografica da Paul Strand. In seguito lavora come assistente operatore per Jacques Becker, André Zvoboda e Jean Renoir. Nel 1937, gira un documentario in Spagna e, nel 1940, è fatto prigioniero di guerra dai tedeschi nell'attuale Baden-Wurttemberg.

Loading...Dopo la fuga nel 1943, milita nelle file dei MNPGD, un movimento clandestino francese. Nel 1945, riprende l'attività di fotografo freelance: pubblica parecchi libri contenenti le sue opere, tra i quali Immagini non autorizzate, D'un Chine à l'autre o Flagrants délits. Nel 1970 sposa la fotografa Martine Franck.

Cartier-Bresson è una leggenda vivente: nessun altro fotografo è stato citato tanto spesso come esempio di una delle grandi possibilità di quest'arte: immortalare il momento, non un attimo qualsiasi, come nel 99% delle milioni di fotografie scattate ogni giorno, ma "le moment décisif», il momento decisivo che contiene in sé l'essenza di una situazione.

Loading...L'artista francese ha lavorato per quasi tutti i grandi quotidiani e riviste internazionali; con Robert Capa, David «Chim» Seymour e George Rodger ha fondato l'agenzia Magnum e ha soggiornato in India, Birmania, Pakistan, Cina, Indonesia, Cuba, Messico, Canada, Giappone e Unione Sovietica.

Oggi Cartier-Bresson ha abbandonato la fotografia per tornare alle sue passioni originarie: la pittura e il disegno. Chi se ne dispiace non ha forse preso sufficientemente sul serio le sue affermazioni: «In realtà la fotografia di per sé non mi interessa proprio; l'unica cosa che voglio è fissare una frazione di secondo di realtà».

Loading...Una tra le fotografie più pubblicate è Domenica sulle sponde dello Morna, un'opera in cui è sintetizzato l'idillio dei picnic domenicale: la superficie del fiume è liscia come quella di un lago e dalla barca si protendono alcune lenze, mentre due coppie siedono sull'erba volgendo la schiena all'osservatore; i piatti sono vuoti e si versa l'ultimo bicchiere di vino rosso. La scena comunica un senso di pace e contiene tutto il necessario per un picnic alla francese.

L'artista francese non ha perso occasione di ripetere che non si può imparare a fotografare: dotato di grande intelligenza e di notevole capacità di reazione, egli rivela nelle situazioni che gli interessano una sensibilità che gli consente di trovarsi al momento giusto nel posto giusto e di scattare quando la situazione raggiunge l'apice, riuscendo a strappare alla fugacità un frammento di realtà, a gabbare, per così dire, il tempo. La concezione di Cartier-Bresson si fonda sull'assunto che la fotografia è in grado di riprodurre fedelmente la realtà e che in essa si nasconde la possibilità della verità. Il suo modo di fare fotografia è possibile soltanto a partire da questo presupposto, perché il momento di cui egli parla, quello «decisivo», è tale soltanto in base alla situazione vissuta e richiede quindi un rapporto diretto con la realtà per poter essere inteso come tale. In questo senso Cartier-Bresson è stato un acuto osservatore, un uomo dall'occhio sapiente, che sa che cosa vuole e che cosa gli interessa. Una volta si è paragonato a un pescatore che ha già un pesce all'amo, per il quale la cosa più importante è avvicinarsi con molta cautela alla preda e colpire al momento giusto.



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