"Chi ha ucciso un bue è come se avesse ammazzato un uomo."
Molte sono le interpretazioni del messaggio della Bibbia,
come molta è la confusione che esso ha generato, genera e genererà.
Chi mangia carne, sostiene che anche Cristo ne facesse uso. Chi è
vegetariano, sostiene invece che non solo Cristo non mangiasse carne, ma
che Dio stesso ne proibisce l'uso, in tutti i casi. Da quale parte si trova
la verità? E' ovvio - e su questo punto sono sicuro che tutti la
pensino in egual maniera - che sia solo una la verità che
la Bibbia intende comunicare ai suoi lettori. E' inammissibile e incoerente
che possano coesistere due verità: una escluderebbe automaticamente
l'altra.
Analizziamo alcuni passi della Sacra Bibbia, partendo
dal Vecchio Testamento. Il Vecchio Testamento è il punto di partenza
migliore per intraprendere uno studio su cristianesimo e vegetarianesimo.
Il Vecchio Testamento parla soprattutto degli ebrei che ricevono le legge
di Dio e che in seguito vengono puniti da Dio per averla infranta.
Senza dubbio, il passo più importante per chi
sostiene la tesi vegetariana è questo:
Poi Dio disse: "Ecco, Io vi dò ogni erba che produce seme e che
è su tutta la terra, e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme;
saranno il vostro cibo. A Tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli
del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito
di vita, Io dò in cibo ogni erba verde." E Dio vide quanto aveva fatto,
ed ecco, era cosa molto buona. (Genesi, 1. 29,31)
Sembra piuttosto chiaro il messaggio di Dio, il quale
"dona" agli uomini e agli animali (posti sullo stesso piano, badate bene)
ogni
erba che produce seme ed ogni erba verde, così come ogni albero
in cui c'è frutto che produce seme. Non sembra affatto nelle
sue intenzioni permettere agli uomini di fagocitare immotivatamente la
carne degli animali.
Se Dio aveva considerato "molto buone" le sue prescrizioni
originali riguardo al cibo, perché avrebbe aggiunto in seguito tante
istruzioni sul mangiare carne? Alcuni sostengono, infatti, che nella Genesi
9. 3, la Bibbia permette agli uomini di mangiare carne: "Ogni cosa
vivente che si muove sarà cibo per te". Ma molti dimenticano
- o vogliono dimenticare, per convenienza - che era in occasione del diluvio
universale, quando a Noè veniva offerto un espediente per superare
un momento particolarmente difficile, poiché tutta la vegetazione
era stata distrutta. Dio, quindi, diede senza dubbio a Noè il permesso
- non il comandamento - di mangiare carne. Infatti, nel verso immediatamente
seguente - Genesi 9. 4 - dopo aver dato il permesso di mangiare tutto ciò
che si muove, Dio ci ricorda ancora una volta che idealmente non dovremmo
mangiare carne, o almeno non il suo sangue (che poi è la stessa
cosa): "Ma non dovreste mangiare la carne, con la sua vita, cioè
il sangue". Inoltre, il verso successivo afferma con chiarezza
che chi uccide gli animali sarà a sua volta ucciso da quelle stesse
creature: "E io reclamerò la tua vita per mano di ogni creatura
da te uccisa..."
In realtà. alcuni studiosi osservano che quando
a Noè viene concesso di mangiare qualsiasi cosa si muova, l'esatto
termine greco impiegato dal Septuagint è herpeton, che
letteralmente significa "rettile". Quindi, in una situazione in cui non
era possibile trovare altro cibo, Dio diede a Noè il permesso di
mangiare crostacei e molluschi, come vongole, abalone, aragoste e lumache.
Questa puntualizzazione sembra più coerente con la Genesi 9. 4,
che proibisce a Noè di mangiare animali con il sangue (gli era stato
dato il permesso solo per animali a sangue freddo), e comunque solo come
concessione temporanea.
I Cinque Libri di Mosè portano un altro esempio
di quando Dio, come concessione temporanea, permise agli Israeliti di mangiare
carne, ma anche allora si trattava di circostanze disastrose. Dopo essere
fuggiti dall'Egitto, gli Israeliti vagarono quarant'anni nel deserto. Dio
provvide loro il cibo nella forma della manna ("il sostegno della vita"),
una miracolosa sostanza vegetale che contiene tutti gli elementi necessari
a sostenere la vita. Gli israeliti però si stancarono della manna,
racconta la Bibbia, così Dio fece in modo di dare ai figli di Israele
della carne sotto forma di quaglie. Perché quaglie? C'era forse
qualche insegnamento nascosto che Dio voleva comunicare? Numeri 11. 18,34
contiene la risposta. Nel verso 20 Dio dice loro di "mangiare la
carne finché vi uscirà dalle narici e ne sarete nauseati...".
Il verso 33 riferisce "prima ancora che avessero la carne tra i denti,
una grave pestilenza li colpì". Quindi è vero che
cambiarono cibo come desideravano, ma è altrettanto vero che Dio
era scontento della loro scelta, poiché Dio - com'è logico
- poneva e pone uomini e animali sullo stesso identico piano, essendo entrambe
"sue" creature, ed avendo entrambe il medesimo diritto di vivere serenamente
l'intero arco di vita terreno.