"Sia ringraziato Dio: da quando ho abbandonato la carne e il vino, sono stato liberato da ogni infermità del corpo."
La carne ha effetti disastrosi sul corpo umano. Effetti
che non si materializzano a breve termine, ma negli anni. Più il
corpo, col passare del tempo, viene impegnato nell'eliminazione delle scorie
tossiche di una alimentazione carnea, meno energia avrà a disposizione
per respingere gli attacchi esterni e sarà quindi più esposto
alle malattie. Analizziamo gli effetti della carne sull'organismo umano.
Bisogna sapere che quando un animale viene macellato,
le sostanze di scarto che normalmente sarebbero eliminate dal flusso sanguigno
rimangono nella carne in via di putrefazione. Chi mangia la carne introduce
nel proprio corpo rifiuti tossici che normalmente l'animale avrebbe eliminato
con l'urina. Il dottor Owen S. Parrett, nella sua pubblicazione "Perché
io non mangio carne", osserva che quando si fa bollire la carne di
manzo, i rifiuti appaiono sulla superficie nella forma di un estratto solubile,
del "tè di manzo", che all'analisi chimica risulta molto simile
all'urina. Questo perché, non bisogna dimenticarlo, la carne che
l'uomo ingerisce altro non è che un pezzo di cadavere in putrefazione,
un cadavere che, quindi, porta con sé rifiuti tossici e altre impurità
altamente pericolose.
Un'altra indicazione che il consumo di carne non è
naturale per l'uomo è data dall'incapacità del suo corpo
di assimilare le dosi eccessive di grassi animali contenute nei cibi, mentre
gli animali carnivori possono metabolizzare una quantità quasi illimitata
di colesterolo e grassi, senza effetti negativi. A tal proposito sono stati
effettuati degli esperimenti sui cani: per due anni vennero aggiunti circa
2 etti di grasso animale alla loro dieta quotidiana, senza che ci fosse
alcun cambiamento nel loro tasso di colesterolo. Gli animali vegetariani,
invece, hanno una limitata capacità di elaborare grassi saturi o
colesterolo superiore alla quantità richiesta dal loro corpo; qualora
si ecceda per molti anni nel consumo di tali elementi, i depositi grassi
(placche) si accumulano nelle pareti interne delle arterie, provocandone
l'indurimento, ossia quella malattia conosciuta col nome di arteriosclerosi.
Poiché i depositi di grasso impediscono il normale flusso del sangue
verso il cuore, ecco che aumentano le probabilità di collassi, attacchi
cardiaci e infarti.
Nei paesi industrializzati che praticano l'agricoltura
intensiva, la carne è ulteriormente caricata di additivi chimici:
DDT, arsenico (usato come stimolante della crescita), solfato di sodio
(che dà alla carne il colore rosso) e il DES, un ormone sintetico
notoriamente cancerogeno. La carne contiene molti agenti ritenuti cancerogeni
o responsabili delle metastasi del cancro: per esempio, un kg scarso di
carne alla griglia contiene la stessa quantità di benzopirene di
600 sigarette! Numerosi prodotti chimici potenzialmente dannosi, dunque,
vengono aggiunti alla carne, senza che i consumatori lo sappiano. Nel libro
"Poison in your Body", Gary e Steven Null offrono una descrizione
delle ultime tecniche adottate nelle fattorie per allevamento industriale:
"Gli animali sono tenuti in vita e ingrassati con la continua somministrazione
di tranquillanti, ormoni, antibiotici e altre 2700 droghe. Questo trattamento
inizia prima della nascita e continua a lungo, anche dopo che gli animali
sono morti. E, sebbene queste droghe continuino a essere presenti nella
loro carne quando voi la mangiate, la legge non richiede che esse vengano
denunciate sulla confezione. Una di queste sostanze è il dietilstilbestrol
(DES), un ormone della crescita che si continua ad usare in America anche
se si è scoperto che è cancerogeno. Un altro stimolante della
crescita è l'arsenico: nel 1972 il Dipartimento Americano dell'Agricoltura
riscontrò che la presenza di questo veleno superava il limite legale,
fissato nel 15% della produzione nazionale di pollame. Il nitrato e il
nitrito di sodio, conservanti chimici per rallentare il processo di putrefazione
nelle carni salate e in altri prodotti come prosciutto, pancetta, salame,
salsicce e pesce, sono anch'essi nocivi per la salute e vengono usati per
dare alla carne quel coloro rosso. Poiché gli animali sono costretti
a vivere in condizioni di scarsa igiene e in poco spazio, necessitano di
dosi massicce di antibiotici i quali, naturalmente, venendo ingeriti insieme
alla carne, creano all'interno dell'organismo umano dei batteri resistenti
agli antibiotici. Anche la macellazione violenta determina nella carne
la formazione di altri veleni naturali altrettanto forti. Questi veleni,
uniti agli stimolanti e alle sostanze nocive rimaste nel sangue dell'animale
(come l'acido urico), contaminano ulteriormente la carne destinata ai consumatori".
Un quadro davvero rassicurante per i cosiddetti "carnivori".
In aggiunta ai veleni chimici, spesso la carne trasporta
le malattie degli animali da macello che, stipati tutti assieme in condizioni
di scarsa igiene e ipernutriti in modo innaturale, si ammalano molto più
spesso degli altri. Nonostante le ispezioni fatte durante la selezione
della carne, questa viene spesso messa sul mercato anche quando è
meno sana di quanto gli acquirenti possano immaginare. Nel 1972 l'USDA
rilasciò un rapporto sulle carcasse degli animali esaminate dopo
che erano state asportate le parti malate. Circa 100.000 mucche
presentavano forme di cancro agli occhi e 3.596.302 avevano il fegato
malato. Del resto, spiegano gli stessi ispettori, se i controlli venissero
fatti sul serio e si mantenesse una rigorosa severità, non resterebbe
aperta una sola ditta di confezione di carne.
Forse l'argomento più importante di per sé
a favore di una dieta senza carne, almeno per quanto riguarda la salute
personale, è l'innegabile e ben documentata correlazione tra il
consumo di carne e le malattie del cuore. In America, il paese con il più
alto consumo di carne, una persona su due muore di malattie del cuore o
dei relativi disturbi cardiovascolari. Queste malattie sono praticamente
inesistenti nelle società dove il consumo di carne è basso.
Il Journal of the American Medical Association riportava nel 1961
che "la dieta vegetariana può prevenire dal novanta al novantasette
per cento delle malattie del cuore." Dato che la dieta vegetariana limita
l'assunzione di colesterolo, è logico che non si creino depositi
di grasso con i conseguenti decessi per infarto o attacco di cuore. La
patologia nota con il nome di arteriosclerosi è virtualmente sconosciuta
nel mondo dei vegetariani. Secondo l'Encyclopaedia Britannica: "Le
proteine contenute nelle noci, nei legumi, nei cereali e perfino nei prodotti
del latte sono considerate relativamente pure comparate alla carne di manzo,
che contiene il 66% di acqua impura." Queste impurità non solo
colpiscono il cuore, ma l'organismo intero.
Un'ulteriore prova che l'intestino dell'uomo non è
adatto a digerire carne viene fornita da numerosi studi che stabiliscono
una stretta relazione tra il cancro del colon e una dieta ricca di carne.
Le cause della malattia sono il contenuto di grassi, la mancanza di fibre
vegetali nella dieta e il lento transito nel colon dove le sostanze tossiche
hanno tutto il tempo di provocare i loro effetti dannosi. D'altro canto
è risaputo che la carne, mentre viene ingerita, produce steroidi
metabolici in possesso di proprietà cancerogene. La National Academy
of Sciences ha riferito nel 1983 che "...si potrebbero prevenire molte
forme di cancro comune adottando una dieta meno ricca di grassi e carne,
che fosse basata invece su verdure e cereali." Alcuni sorprendenti risultati
nella ricerca sul cancro si sono rivelati studiando le nitrosamine, cioè
le sostanze derivate dall'incontro di alcune sostanze naturali presenti
nella birra, nel vino, nel tè e nel tabacco, con additivi chimici
aggiunti alla carne per la sua conservazione. L'ente Americano Food and
Drug Admistration ha definito le nitrosamine "...uno dei più
potenti gruppi di sostanze cancerogene mai scoperto... il cui studio ha
causato grave preoccupazione negli scienziati che se ne sono occupati."
Il dottor William Lijinsky condusse alcuni esperimenti introducendo nitrosamine
nell'alimentazione di alcuni animali: nel giro di sei mesi egli riscontrò
la presenza di tumori nel 100% delle cavie. "Le manifestazioni cancerose",
notò in quell'occasione, "sono presenti in ogni parte del corpo:
nel cervello, nei polmoni, nel pancreas, nello stomaco, nel fegato e negli
intestini. Gli animali sono stati completamente compromessi."
Per concludere, il corpo umano è una macchina
complessa e, come tutte le macchine, alcuni carburanti sono più
indicati per garantire un funzionamento corretto. Le statistiche e le
ricerche dimostrano senza tema di smentita che la carne è un carburante
poco adatto, che alla fine pagheremo a caro prezzo. Gli esquimesi,
ad esempio, che vivono di carne e pesce, muoiono presto; la durata della
loro vita non supera i trent'anni. D'altra parte di sono tribù vegetariane
come gli Hunza, o gruppi come gli Avventisti del Settimo Giorno, che tendono
a vivere tra gli ottanta e i cento anni. I ricercatori individuano nel
vegetarianesimo la principale causa della loro longevità. E' indubbio
quindi che una sana e naturale alimentazione contribuisce a vivere serenamente,
in salute, in armonia e a lungo. Il corpo non deve sobbarcarsi lavori improbi
per assimilare elementi non compatibili e per debellare sostanze tossiche
e velenose, e quindi può lavorare secondo natura e secondo i suoi
specifici tempi. Chi si ammala di cancro, di arteriosclerosi, di malattie
del cuore, di diabete, di calcolosi renale e di altre mille malattie è
colpevole egli stesso della sua malattia e deve accettarlo, anche se
è difficile e doloroso, poiché è stato proprio lui
a coltivare il terreno della sofferenza e del dolore fagocitando altri
esseri viventi; e, si sa, chi semina sofferenza e dolore raccoglierà
sofferenza e dolore.
Indice delle malattie
Ipertensione: i valori della pressione sistolica del sangue sono più bassi tra i vegetariani.
Arteriosclerosi e malattie del cuore: i vegetariani hanno in genere un più basso tasso di colesterolo nel siero del sangue, una più bassa concentrazione di piroproteine a bassa densità (LDL) e di trigliceridi che i non vegetariani. L'incidenza dell'arteriosclerosi e degli infarti è minore nei vegetariani che non nella popolazione in genere.
Diabete mellito, disturbi cardiovascolari: notevole diminuzione dell'incidenza con l'uso della dieta vegetariana.
Diverticolosi intestinale: l'alto contenuto di fibre vegetali della dieta vegetariana aiuta il transito intestinale della massa fecale, impedendo le anormali pressioni, il ristagno e le conseguenti dilatazioni all'interno dell'intestino.
Calcolosi renale: la dieta vegetariana è associata ad una diminuzione di calcoli renali contenenti ossalati di calcio.
Cancro: minore incidenza del cancro al seno, prostata, colon, polmone e bocca, tra i vegetariani. La dieta vegetariana sembra modificare il metabolismo degli ormoni come la prolattina, il testosterone e gli estrogeni, creando un fattore di prevenzione al cancro non trascurabile. Inoltre alcuni vegetali come cavoli, verze, cavolfiori, contengono molecole (ditiltioni) che aumentano i livelli di glutazione dell'organismo; questo composto chimico è coinvolto in tappe metaboliche importanti, utili a bloccare la formazione di radicali liberi che danno origine a sostanze potenzialmente cancerogene.
Osteoporosi: (fragilità ossea per maggiore
porosità) è molto meno frequente tra i vegetariani, perché
un eccesso di proteine inibisce l'utilizzazione del calcio disponibile.