I primi cristiani e i cristiani d'oggi




"Non essere tra quelli che si inebriano di vino, né fra coloro che son ghiotti di carne!"

Proverbi 23. 20




 

Si sa poco (almeno ufficialmente) dell'alimentazione di Gesù. Si sa, tuttavia, che i primi cristiani e i cronisti della tradizione cristiana che appoggiavano il vegetarianesimo erano molti, inclusi luminari come San Girolamo, Tertulliano, San Giovanni Crisostomo, San Benedetto, Clemente, Eusebio, Plinio, Papias, Cipriano, Pantaneo e John Wesley, per nominarne solo alcuni.
Molti testi affermano che i dodici apostoli erano vegetariani, e che i primi cristiani si astenevano dal mangiare carne. Per esempio, San Giovanni Crisostomo (345-407 d.C.), uno dei più importanti esponenti letterari del cristianesimo del suoi tempi, scrisse: "Noi capi cristiani pratichiamo l'astinenza dalla carne di animali per sottomettere il corpo... mangiare carne è innaturale e impuro".
Clemente d'Alessandria (160-240 d.C.), uno dei primi accademici della Chiesa, senza dubbio esercitò grande influenza su Crisostomo, infatti poco più di cent'anni prima aveva scritto: "Ma coloro che indugiano intorno a tavole di fiamme, nutrendo la loro stessa malattia, sono governati da un demone estremamente lussurioso, che non ho vergogna di chiamare il demone della pancia, il peggiore di tutti i demoni... E' molto meglio essere felici che rendere i nostri corpi simili a tombe di animali. Di conseguenza, l'apostolo Matteo si nutriva di semi, noci e vegetali, niente carne."
Il Clementine Homilies, scritto nel II secolo dopo Cristo, è considerato uno dei più antiche testi cristiani dopo la Bibbia, basato sulle predicazioni di San Pietro. Homili XII dichiara orgogliosamente: "Il consumo innaturale di carne è contaminante quanto la pagana adorazione dei demoni, con i suoi sacrifici e i suoi festini impuri, e quando vi prende parte l'uomo diviene un compagno di tavola dei diavoli". Chi siamo noi per contraddire San Pietro?
Non solo, si dibatte tra studiosi sulle pratiche alimentari di San Paolo, nonostante l'attitudine altezzosa dei suoi scritti nei confronti dell'alimentazione. Gli atti 24:5 parlano di Paolo come di un membro della setta dei Nazareni, setta che seguiva i principi degli Esseni, compreso il vegetarianesimo. Inoltre, secondo quanto scrive Edgar Goospeed nel suo libro History of Early Christianity, è esistito un tempo un "Atto di Tommaso", a cui facevano riferimento le prime sette cristiane. Il documento afferma che anche San Tommaso si asteneva dal mangiare carne.
Allo stesso tempo, veniamo a sapere dall'eminente padre della Chiesa Eusebio (264-349 d. C.), il quale a sua volta cita Hegesippus (circa 160 d. C.), che Giacomo, considerato da molti il fratello di Cristo, rifiutava di mangiare la carne degli animali. Tuttavia, la storia riferisce che la cristianità organizzata gradualmente si allontanò dalle sue origini vegetariane, anche se i primi padri della Chiesa seguivano un regime senza carne. In tempi più recenti, anche la Chiesa cattolica aveva stabilito che i cattolici praticanti osservassero almeno alcuni giorni di digiuno e si astenessero dal mangiare carne al venerdì. Ma perfino questa restrizione (ridicola) è stata ridotta, quando nel 1966 la Conferenza Cattolica degli Stati Uniti ha deciso che è sufficiente che i cattolici si astengano dal mangiare carne il venerdì di Quaresima.
Molti dei primi gruppi cristiani sostenevano la scelta di vita vegetariana, segno evidente che gli insegnamenti di Gesù di Nazareth (vedi Quinto: non uccidere. Le parole del Cristo) fossero chiare ed inequivocabili, almeno all'epoca. Gli scritti dell'antica Chiesa indicano che ufficialmente il consumo di carne non fu permesso fino al IV secolo dopo Cristo, quando l'imperatore Costantino decise che tutti dovevano adottare la sua visione del cristianesimo. Una interpretazione della Bibbia a favore del mangiare carne divenne il credo ufficiale dell'Impero Romano, e i cristiani vegetariani dovevano seguire la regola in segreto, con il rischio di essere messi a morte per eresia.
I cristiani del Medioevo vennero rassicurati da Tommaso D'Aquino (1225-1274 d. C) sul fatto che uccidere gli animali era sancito dalla divina provvidenza. Forse le abitudini perdonali di D'Aquino hanno influenzato la sua opinione, perché, pur essendo sotto molti aspetti un asceta, i suoi biografi lo descrivono come un goloso. D'Aquino inoltre era famoso per la sua dottrina sui vari tipi di anima che un corpo può possedere (altra bizzarra e inconsistente teoria). Gli animali, insegnava, non hanno l'anima. E' da notare che, sempre secondo le farneticazioni di D'Aquino, inizialmente neanche le donne avevano un'anima! Poi, però, ricordandosi che la Chiesa si era addolcita e aveva ammesso che in realtà le donne hanno un'anima, d'Aquino a malincuore accondiscese che fossero un gradino più su degli animali, i quali certamente non l'avevano (malgrado nella Bibbia, Genesi 1. 30, Dio stesso affermi il contrario... ma evidentemente d'Aquino l'aveva dimenticato).
Comunque si vogliano interpretare gli insegnamenti successivi del cristianesimo, le sue espressioni più antiche (e molte delle sette ebraiche da cui derivavano) predicavano l'ideale vegetariano. E' tutt'altro che sorprendente dunque la loro attitudine generale nei confronti degli animali; Nazareni, Terapeuti, Ebioniti, Gnostici ed Esseni, tutti avevano scelto di vivere senza cibarsi di carne. I Montanisti, un'altra delle prime sette cristiane, si astenevano dai cibi carnei, e così anche Tertulliano, uno dei primi padri della Chiesa. Origene (185-254 d. C.), forse il pupillo più noto di Clemente e uno degli scrittori più prolifici dei primi anni della Chiesa, aveva davvero colto nel segno parlando di coloro che avrebbero appoggiato il consumo di carne: "... credo che i sacrifici animali siano stati inventati dall'uomo come pretesto per mangiare carne". (Stromata, "Sui Sacrifici", Libro VII). Anche confessioni cristiane più recenti hanno sostenuto il vegetarianesimo. Ellen G. White, uno dei fondatori della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, era un ardente vegetariano, così come John Wesley, il fondatore del Metodismo. Sylvester Graham, il ministro presbiteriano, era un sostenitore dell'ideale vegetariano. Trappisti, Benedettini e gli Ordini Cathusian della Chiesa Cattolica Romana, così come altre organizzazioni cristiane quali il Movimento Gnostico Universale e i Rosa croce, tutti promuovono la scelta vegetariana. San Francesco, nonostante le ingiustificate accuse di essere un vegetariano incoerente, era in realtà un convinto difensore degli animali, che amava e rispettava come se stesso.

Si tratta di coincidenze? O forse tutte questi gruppi, questi insieme di credenti erano in realtà pazzi? Non è forse "probabile" che seguissero semplicemente i precetti di Dio e rispettassero la natura? E non è forse vero che l'uomo decise di sua spontanea volontà di ignorare i comandamenti del suo Dio solo per mangiare un piatto di carne saporita?