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 Una città da ridere

 

Torno, dopo circa una settimana dalla discussione in Consiglio Comunale, su di una delibera la cui votazione da parte di una maggioranza sostanzialmente compatta (DS, PRI, SDI, Margherita), nonostante qualche mal di pancia e qualche farisaico distinguo, la dice lunga sulle corte vedute della stessa.

Si è detto che costruire case a tariffe agevolate nella zona a ridosso della Cartiera e nei pressi del fiume Chienti è un modo per riqualificare un’area, ma non si è detto che il tutto va inquadrato all’interno di una gigantesca speculazione edilizia in cui, a guadagnarci, sarà principalmente il privato che possiede il terreno. Si è detto che chi, come me, si è opposto a tale operazione è privo di idee e vecchio anzi, testuali parole, che è “una giacimento archeologico” (non un reperto, ma addirittura un intero “giacimento”: ce ne sarebbe da restarne lusingati, se la battuta non fosse figlia dell’ignoranza e, pertanto, involontariamente comica).

La verità esposta in Consiglio, e ben compresa dagli abitanti del quartiere Cartiera – Foro Boario, è che di certi politici, al di là delle promesse, non ci si può fidare, purtroppo, e che le ragioni economiche, durante questa legislatura, hanno sempre avuto la meglio sul buon senso, sul desiderio di una città a misura di cittadino, dotata di infrastrutture e pensata secondo un armonico piano di sviluppo edilizio.

Con questa ultima sciagurata scelta della lottizzazione nell’area adiacente la via Flaminia la giunta e la maggioranza che governa hanno completato, almeno si spera, la loro opera di urbanizzazione selvaggia e scriteriata, e le conseguenze sulla vita di chi andrà ad occupare quelle abitazioni ma anche, più in generale, sulla vita di tutti i tolentinati non tarderanno a farsi sentire. Nulla si è fatto per garantire la effettiva realizzazione delle infrastrutture necessarie per collegare decentemente tali aree col resto della cittadina. Le lottizzazioni dell’ex cava Massi e dell’ex porcilaia Poloni unite a quest’ultima della via Flaminia secondo la maggioranza di governo costituiranno un fiore all’occhiello di questa città, mentre noi di Voce alla Città riteniamo che siano stati tra gli atti politici più dannosi compiuti negli ultimi anni nella nostra cittadina. Tutto ciò viene giustificato in nome del progresso di Tolentino, tirando in ballo il democratico coinvolgimento e addirittura la sostanziale adesione degli abitanti del quartiere a tali scelte politiche. Di fronte a queste menzogne così spudoratamente propalate ci viene proprio da ridere. Un riso amaro il nostro, ma in sintonia, pensandoci bene, con il nuovo slogan della Tolentino del 2000: “la città della risata”. Ci viene proprio da ridere. Veramente. Da sganasciarsi dalle risate.

 

Tolentino, li 27.09.2001

 

Il Capogruppo di Voce alla Città
Paolo Paoloni