Home/....

Dieci anni di Voce alla Città

Fuochi d’artificio e pesanti accuse
agli esasperati personalismi dei partiti.

Di Stefano Fabbroni 
(con integrazioni di Franco Casadidio)

 Tolentino- Il convegno “Il Governo Civico”, organizzato dal movimento Voce alla città, sabato 13 dicembre 2003 a TOLENTINO (prov. MC), per celebrare il suo primo decennale, ha regalato momenti di profonda riflessione.

 

Gli ospiti invitati: il prof. Francesco LA SAPONARA ex deputato eletto nel 1994 nelle file dei Progressisti e docente ordinario di Scienze economiche e sociali all’Università di NapoliFederico II”; il prof. Giammario Maulo, sindaco di Macerata nel 1993 ed oggi consigliere comunale; il dott. Roberto OTTAVIANI eletto nel 1995 sindaco di Recanati, poi assessore regionale all’Ambiente ed ai LL.PP. delle Marche; non si son tirati indietro ed hanno affrontato la discussione più che mai a viso aperto. Dopo la proiezione del video di sette minuti, sulla storia del movimento civico tolentinate, la discussione ha preso subito una piega quanto mai polemica. L’ex Sindaco di Macerata, Maulo ha acceso una miccia molto corta, che ha portato subito la discussione verso un confronto serrato fra movimenti e partiti storici.

L’ex sindaco di Macerata, ricordando la sua esperienza amministrativa, partendo dallo statuto originario di “Città dell’Uomo”, uno dei primi movimenti civici della nostra regione, ha ricordato i valori fondanti dei movimenti: partecipazione, trasparenza, amministrazione imparziale e democratica. E’ poi disceso lungo la perigliosa china dei ricordi, riportando alla memoria di aver ricevuto fortissime pressioni da parte di maggiorenti dei partiti che componevano la sua maggioranza (PDS, Città dell’Uomo, Partito Comunista e Rete). Ha rilevato come la mentalità dei partiti, di occupazione sistematica delle poltrone e logiche clientelari, fosse ancora oggi presente. Ha denunciato come il centrosinistra, nella preparazione della campagna elettorale per le prossime provinciali, seguisse il metodo “…dell’autocandidatura con il solo fine di perpetuare carriere politiche di certi personaggi, escludendo la base da qualsiasi forma di partecipazione”. Ha poi lanciato la proposta di formare una lista civica in provincia, per opporsi a questo metodo antidemocratico e purtroppo molto deleterio per tutta la comunità.  

Maulo ha trovato nella platea orecchie sensibili. Oltre all’attuale Sindaco di Tolentino, Luciano Ruffini (Margherita), che ha cercato di perorare la causa di una DC pulita, dichiarando di essere al “…servizio della città” oltre che “…totalmente all’oscuro di logiche di spartizione”, riconoscendo però che le varie correnti di partito fossero comunque “…portatrici d’interessi”. A queste dichiarazioni ha fatto eco il consigliere provinciale (ex PRC) recanatese Stelvio Gironella, ricordando come, in provincia, i primi anni di mandato del Presidente Pigliapoco fossero stati “…un’esperienza esaltante, in cui i partiti contribuivano per la loro parte, senza invasioni di campo”, ma lamentando come nelle Amministrazioni locali persistessero, molto spesso, rapporti molto stretti, anche troppo, fra amministratori e studi professionali; come, nel secondo mandato provinciale, ci fossero stati comportamenti molto dubbi e, addirittura, infiltrazioni massoniche. Concludendo che condivideva le preoccupazioni dell’ex sindaco Maulo, sulle pratiche antidemocratiche del centrosinistra, ha chiesto di non tapparsi gli occhi e di non essere ingenui nei confronti di un’involuzione, che trascina verso il ritorno di una politica votata agli affari e ai personalismi. Accuse gravi e precise, che hanno chiamato in causa il Presidente del Consiglio comunale di Tolentino, Giuseppe Belli, costretto a difendere il proprio partito: i DS. Il Presidente ha ricordato come egli stesso, in prima persona, abbia sempre cercato un continuo dialogo con i movimenti, sfociato poi nell’alleanza del 2002 con Voce alla Città. Ha difeso l’operato del partito a Tolentino e in Provincia, ricordando di essere il tesoriere del partito e di aver avuto solo oneri e non onori, dalla sua lunga attività politica. Ci ha pensato poi Lanfranco Minnozzi, membro anch’egli del direttivo locale dei DS, a delegittimare le parole del Presidente Belli, specificando che “Belli attualmente non ha incarichi politici all’interno del Partito”, ricordando a noi, seduti in platea, che la frattura del primo partito cittadino,appunto i DS, non può spegnersi con un congresso straordinario.

Vorremmo concludere con una frase pronunciata da Antonino Caponnetto, in occasione della sua visita a TOLENTINO, uno dei tantissimi e interessantissimi incontri promossi dalla Voce.

Correva l’anno 1994 e l’ex Procuratore generale del pool antimafia di Palermo, di certo il più efficace di tutti i tempi, i cui componenti hanno anche pagato con la vita il loro impegno per la patria, ricordava alla platea le parole del Pontefice: “La politica è la forma più alta e nobile di carità”aggiungendo anche”…non lasciate che essa resti nelle mani di pochi individui, perlopiù privi di scrupoli etici, di senso civico e di amore verso le Istituzioni…”

Tolentino, li 15 dicembre 2003

 

intervento del prof. PAOLO PAOLONI

tratto dal convegnoIl Governo Civico"
organizzato dal movimento Voce alla città, sabato 13 dicembre 2003 a TOLENTINO (MC), per celebrare il suo primo decennale,

Ringrazio tutti i presenti per la loro partecipazione e non nego un pizzico di emozione nel dover raccontare, così, per sommi capi, un’esperienza politica nata dieci anni fa; dieci anni che, se appaiono comunque lontani, considerandoli sotto l’aspetto puramente temporale, assumono addirittura dimensioni mitiche constatando quanto veloce sia corso l’orologio della politica dal 1993 ad oggi.

Per contenere l’emozione, (cioè per non impappinarmi dicendo il superfluo e dimenticando l’essenziale) e anche per economizzare sul tempo (che è sempre tiranno), leggerò queste quattro note di memoria, scusandomene anticipatamente se annoieranno.

 La vicenda della Voce, prende vita a piccoli passi, ma assai rapidamente, nel dicembre del 1993 quando diverse persone, alcune delle quali tra loro non si conoscono affatto, si riuniscono in due, tre abitazioni private e si mettono in testa di costituire un osservatorio-movimento politico. Era quella l’epoca di Tangentopoli, un periodo di grandi rivolgimenti politici su scala sia nazionale sia locale. I vecchi poteri consolidati e facenti capo ai principali partiti politici della nazione subivano uno scossone dai procedimenti giudiziari in corso. La sfiducia nei confronti dei partiti storici ebbe in quei due-tre anni l’effetto duplice di allontanare da essi alcune persone che non se ne sentivano più rappresentate e di spingere all’azione politica altre che, fino a quel momento, avevano loro accordato fiducia più per spirito di appartenenza che per reale apprezzamento del loro operato.

Nel 1993 Tolentino non ha mai vissuto un’esperienza di una vera lista civica; quelle che precedentemente si sono presentate in campagna elettorale con quell’etichetta, non sono state  se non tentativi di aggregazioni pilotate, comunque e sempre, entro il sistema consolidato dei partiti, con un margine di autonomia di fatto nullo.

La appartenenza politica dei primi “carbonari” è variegata: alcuni pochi sono stati candidati come indipendenti del P.C.I., altri non hanno avuto mai alcuna esperienza di partito ma si sono impegnati nel mondo del volontariato o hanno operato all’interno dei comitati di quartiere. Altri ancora, allora affatto lontani dalla vita pubblica, hanno sentito proprio in quel momento l’urgenza etica di fare qualcosa, cioè di spendersi e spendere un po’ del proprio tempo a vantaggio della collettività.

Benché non se ne parli subito esplicitamente, l’idea di formare una lista civica, che partecipi alle imminenti elezioni amministrative è ben presente in tutti i partecipanti. L’esempio, del resto, era di fronte a noi: il successo politico elettorale del movimento e lista civica “Città dell’uomo” di Macerata che, nel precedente autunno, aveva eletto a sindaco della città il prof. Giammario Maulo

 L’organizzazione che allora ci si diede era davvero leggera, a fronte di un impegno sempre più gravoso: ricordo riunioni organizzative piuttosto complesse di per sé per chi non aveva se non una vaga idea del fare politica e di un organizzazione di tipo politico (ma ricordo che allora lo stesso aggettivo “politico” stonava in bocca di chi lo pronunciava e suonava male alle orecchie dei presenti), che terminavano all’una, addirittura alle due di notte e in giorni lavorativi.

Ci si ritrovava inizialmente nelle case, come dicevo, ma poi, quando attraverso il passa parola il numero dei partecipanti aumentò, si dovette ricorrere ad alcuni locali dell’ex monastero di santa Teresa. Alle riunioni poteva partecipare chiunque lo volesse: con quanta ingenuità ciò avvenisse ciascuno di voi lo può capire. Tra i presenti evidentemente vi dovevano essere anche iscritti ai partiti che guardavano con curiosità, con perplessità, ma poi anche con preoccupazione e forse dispetto allo svolgersi animato ma costruttivo e democratico di queste  assemblee in cui a mano a mano che si approfondivano le varie questioni, ci si dava degli incarichi, si rendeva conto del già fatto e del molto da fare e, soprattutto si votava uno statuto e un regolamento che ancora oggi sono strumenti validi e indispensabili alla vita del gruppo.

Nacque così ufficialmente, nella primavera del 1994, il movimento-osservatorio politico “Voce alla città” che ha sempre inteso fare politica attraverso metodi nuovi quali quelli della partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Una partecipazione che nella dichiarazione dei principi viene definita una “relazione diretta tra cittadino ed Amministrazione”; formula davvero precorritrice dei tempi  e che, tanto per fare un esempio, contiene in sé il germe del cosiddetto “bilancio partecipativo” di cui oggi, (a distanza di dieci anni!), anche nella nostra cittadina si comincia a parlare.

I principi espressi e approvati dall’assemblea costituente nell’aprile 1994 sono quelli della solidarietà, del rispetto reciproco e della civiltà.

Si sottolinea la necessità di una vera partecipazione: prevedendo una presenza attiva del cittadino nella gestione della cosa pubblica attraverso la pubblicità dei programmi dell’Amministrazione, la conoscenza diretta delle delibere di Giunta e di Consiglio, e ancora la pubblicità e la conoscenza dei bilanci e delle previsioni di spesa. Un accento particolare viene posto sull’uso dei mass-media, che, anche a livello locale, devono, ma nel nostro caso bisognerebbe dire “dovrebbero”, contribuire alla diffusione delle linee guida dell’amministrazione della città.

Quale corollario della partecipazione, la trasparenza si declina attraverso la facilitazione alla consultazione della documentazione ufficiale, l’individuazione di strumenti di verifica e controllo sui bilanci; dulcis in fundo, sentite un po’, l’applicazione della normativa esistente in modo da garantire assoluta imparzialità nei concorsi, nonché trasparenza degli appalti, favorendo la concorrenza tra i partecipanti.

Tra le incompatibilità il movimento sottolinea la necessità di una limitazione temporale alle cariche: Sindaco e Assessori per una sola legislatura; consiglieri per due legislature consecutive.

I membri dell’assemblea ricordano infine il valore della competenza cioè dell’insieme delle conoscenze tecniche e delle qualità individuali che deve avere la persona che agisce nell’ambito politico allo scopo di valorizzare e difendere il patrimonio pubblico.

 L’esito delle elezioni di quel maggio ’94 credo che in molti le ricordino; Voce alla città, alleatasi con  Rifondazione comunista, l’unico partito  che aderì senza riserve alle linee programmatiche e di metodo avanzate dal movimento, giunse al ballottaggio e fu superata per una manciata di voti dalla coalizione guidata dai D.S. Fu detto e scritto che si trattava di un regolamento di conti dentro la sinistra; ma questo, alla luce dei dati elettorali non fu vero né prima del ballottaggio, né durante. Altrimenti dovremmo pensare che metà della popolazione di Tolentino fosse di estrema sinistra mentre i voti alla Voce giunsero anche da elettori scontenti di diverse aree politiche e da chi non votava più da tempo e guardava con fiducia e speranza alla nascita di qualcosa di nuovo.

L’anno successivo, il 1995, anno di elezioni provinciali la Voce partecipò al dibattito politico con la consueta generosità. Sarebbe interessante farlo, ma non mi dilungo nel tratteggiare i momenti dello stesso; mi pare utile, invece ricordare i nomi delle associazioni che nel febbraio-marzo 1995 si ritrovarono a discutere e a formulare un programma politico accanto alla Voce: Nuova cittadinanza di Fermo, Solidarietà popolare di Falconara, L’aquilone di Potenza Picena, Solidarietà popolare di Civitanova Marche, Libera di Ancona, Centro di impegno civile di Civitanova Marche, Centro di impegno civile di Falconara, Solidarietà civile di Fabriano, Città dell’Uomo di Recanati, Città dell’Uomo di Macerata, Costituente democratica di Senigallia.

Come avrete notato sentendone i nomi, accanto a gruppi operanti nella provincia, e quindi più interessati allo sviluppo immediato di un’azione politica di raccordo tra i movimenti del maceratese, erano presenti anche gruppi di fuori provincia che, in un momento ancora felice per partecipazione e tensione morale, si incontravano allo scopo di conoscersi e di confrontarsi sui programmi politici anche in vista delle successive elezioni regionali. In questa occasione la presenza sul campo della Voce risultò di non secondaria importanza sul piano della mediazione, anche tra i movimenti e alcune forze politiche come i Verdi e i Cristiano Sociali, insieme alle quali ci si presentò in campagna elettorale. L’attività più strettamente municipale della Voce si sviluppò fin dall’inizio sul doppio versante della formazione e dell’azione politica, restando fedele alla sua natura di Movimento e  Osservatorio politico insieme.

Da una parte, quindi, nel 1996, si diede vita alla associazione culturale Polis-Lab che si dedicò all’organizzazione di conferenze, dibattiti, convegni e corsi di formazione politica. Ne ricordo solo alcuni davvero importanti e riusciti: autunno 1994, Michele del Gaudio e Antonino Caponnetto ricordano la loro esperienza di magistrati d’assalto; dicembre 1995, organizzata dalle ragazze della Voce, la conferenza dell’ambasciatrice del Sud Africa Korshed Gingwala; nella primavera del 1997 il primo corso di formazione per giovani che volessero saperne di più sulla storia politica nazionale e tolentinate degli ultimi 30 anni; nel giugno del 1998 l’incontro particolarmente significativo con Gherardo Colombo sulla memoria patria sempre così corta, come oggi appare purtroppo in modo così lampante; il 2002, anno ricco di eventi, vede a Tolentino il primo di una serie di omaggi al poeta spagnolo Miguel Hernàndez nel 60° della morte, attraverso un convegno e la pubblicazione di un’antologia delle sue poesie tradotte e commentate dal prof. Enzo Calcaterra; sempre in aprile Italo Moretti viene a parlare del Sudamerica cileno e argentino, del dramma delle dittature militari e della crisi economico-politica dei paesi sudamericani; in ottobre è la volta di Marco Travaglio attento osservatore di Mani pulite / o Tangentopoli come più vi piace...

Sull’altro versante la Voce continua l’impegno nell’azione politico-amministrativa seppure con qualche difficoltà, dovuta al fatto di doversi sedere sempre tra i banchi dell’opposizione prima con due consiglieri (1994-1998), poi, nel successivo quadriennio 1998-2002, con uno solo. Un’opposizione, per giunta, da sinistra, nei confronti di una giunta di centro-sinistra (con o senza il trattino? Bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati).

Ma veniamo all’oggi: la Voce dal giugno 2002 è nella nuova maggioranza di governo, si è assunta  le sue responsabilità nell’amministrazione di Tolentino con il consigliere Franco Casadidio e con l’assessore alla Cultura, Turismo e decentramento Anna Cimarelli.

Nel frattempo, sul versante sovracomunale, come ben testimoniano i rappresentanti qui invitati dei movimenti delle Marche, la Voce ha ripreso i contatti, purtroppo interrotti da tempo, e non per sua volontà, con vecchie e nuove realtà della vita politico-culturale della nostra regione.

Molta strada si è fatta in questi dieci anni. Non sempre e non tutto è andato come ci si auspicava, ma, benché stiamo vivendo un momento particolarmente delicato e per certi versi drammatico della nostra democrazia, con un governo nazionale che fa di tutto per mostrare la sua faccia peggiore, populista e autoritaria insieme, la presenza qui e ora del nostro movimento, anzi dei movimenti, ci conforta e ci rassicura che proprio la strada allora intrapresa, nel dicembre del 1993, era quella giusta.

Tolentino, 13 dicembre 2003