Home/....

Flaminia
Passa in Consiglio la variante al PRG

 

Tolentino- Il 7 Luglio scorso, il consiglio Comunale ha approvato la variante al PRG per quanto riguarda la zona di Via Flaminia. L’importanza e l’irrevocabilità della discussione e dell’eventuale approvazione è testimoniata anche dal fatto che i consiglieri hanno votato per anticipare la discussione dei punti dieci e undici dell’ordine del giorno. Via Flaminia e la delega al Sindaco per l’assemblea di ratifica del regolamento del Consorzio del Nera.

Attraverso il decreto n° 21 dell’11 giugno 2004, il Presidente uscente della Provincia di Macerata, Sauro Pigliapoco regalava alla città di Tolentino una bella patata bollente in piena calura estiva. Infatti, trascorsi 30 giorni da tale decreto, se non si approvava la convenzione, si doveva cominciare tutto da capo. E’ certo, comunque, che nonostante siano trascorsi quasi trenta giorni dalla notifica di quell’atto, molti non erano pronti alla discussione. Incontrato durante il Consiglio, Ezio Biondi dell’Udc, lamentava il fatto che un faldone di 80 pagine gli fosse stato consegnato due giorni prima del Consiglio. Un po’ pochi, considerando che si andava a discutere una materia alquanto delicata e che interessa un ponte sul fiume Chienti, una struttura di primaria importanza e la quasi totale urbanizzazione dell’area.

Nel vecchio piano regolatore, tutta l’area compresa fra la Cartiera e l’isola ecologica vicino alla Piscina Comunale è destinata a Parco Urbano.

La trasformazione dell’area in zona edificabile, sia per area ad uso pubblico, sia per la realizzazione della nuova Caserma dei Carabinieri, sia per una fetta di verde a ridosso del Fiume, ne innalza il valore. Il 60% di questo incremento netto di valore, dovrà essere destinato alla realizzazione del Ponte, per creare una nuova via di accesso e uscita dalla città. Ma quanto verrà stanziato per costruire queste infrastrutture? La convenzione non lo dice. Il consiglio ha approvato senza sapere quanto ricaverà effettivamente dalla concessione di quell’area. Tale importo sarà calcolato da un perito scelto d’accordo fra Comune e I.S.I.A.C.. Esiste comunque una vecchia stima, ancora in vecchie lire. Si parla di un incremento di valore da un miliardo e trecento milioni, per arrivare a più di sette miliardi. Detratte le spese, si ha un utile netto di tre miliardi e mezzo. Il 60% equivale a circa un milione di euro. Sarebbe bene che questi calcoli fossero resi pubblici e noti tempestivamente. Tutto ancora sulla carta. O meglio, non tutto. Come fatto osservare dai rilievi presentati da Voce alla Città, il progetto del ponte non è ancora stato redatto. Anche in questo caso non si conosce la spesa per il ponte, né si ha idea di dove dovrà essere realizzato precisamente. Nel cronoprogramma, dovrebbe essere realizzato dopo la Caserma e la sede dell’Azienda Municipalizzata, insieme al deposito degli autobus. Comunque, il cronoprogramma potrà essere rivisto dalle parti, senza passare per il consiglio e, grazie ad un emendamento approvato, il Comune non sarà lasciato solo nella predisposizione del progetto del ponte. Anche l’ISIAC srl potrà dire la sua. Nella convenzione non si fa cenno a date certe per la realizzazione del ponte; in più, come recita il punto 4 della convenzione: “Al fine di dare piena attuazione all'accordo di programma per la riqualificazione urbanistica della zona, si conviene che il mancato rispetto della tempistica, stabilita nel sono programma di cui al precedente art. 3, da parte dei soggetti pubblici (Comune e ASSM) non costituisce  impedimento per l'avvio delle fasi successive”. Intanto costruiamo quel che si può, poi si vedrà. Un zona di Parco urbano di 44.000 mq, insomma, si è trasformato in zona di espansione urbana, con edilizia pubblica e privata, parcheggi e piazze, e una fascia di verde attrezzato a ridosso del fiume, senza conoscere quanto sarà destinato e quando sarà portata a termine l’infrastruttura di interesse pubblico più volte sventolata come primo vantaggio di questa convenzione. Alla fine, la società di Milano cederà gratuitamente la proprietà delle aree di uso pubblico e destinerà la metà dell’edilizia privata all’edilizia convenzionata, vale a dire con un tetto massimo di spesa per l’acquirente fissato dal Comune.  La convenzione che il L’Amministrazione stipulerà con l’ISIAC s.r.l. di Milano, manca di alcuni punti fondamentali, ma la fretta di approvare questo provvedimento ha vinto su tutto. Dopo diverse ore di discussione la delibera è stata approvata con alcuni emendamenti (respinto il primo ed approvati gli altri tre): 11 i voti favorevoli, 3 i contrari (Remo Belli, Casadidio, Compagnucci) 4 gli astenuti (Pezzanesi, Musso, Biondi, Ruiti Spurio).



Stefano Fabbroni