Quando
ho trovato fra le “sudate carte” dell’ultimo Consiglio Comunale l’invito
a scrivere per l’Informatore Cittadino, la mia mente è stata attraversata da
due pensieri. Il primo, pieno di stupore e meraviglia assieme: - Come?
L’Informatore Cittadino esiste?
Ancora viene pubblicato? Pensavo che ormai fosse roba da biblioteca!!! Il
secondo, pieno di amarezza e di dispetto: - Ecco,
come al solito ci chiamano a fare il compitino di Natale, quando per forza
bisogna essere buoni, smussare gli spigoli, “provare a capire le ragioni degli
altri”, a “non dire sempre di no”, a “non demonizzare gli avversari” a
“non essere estremisti”… eccetera eccetera eccetera. Bisognerebbe
lavorare di fantasia per trovare nell’intero anno 2001 due o tre iniziative
dell’Amministrazione di cui si potesse dire: beh!
è venuta com’è venuta, ma almeno ci siamo sforzati di far bene! Poco
di ciò si è verificato, mentre la lista delle lamentele, d’altra parte, è
ricchissima di sciagurate o maldestre iniziative che sono sotto gli occhi di
tutti: le lottizzazioni della cosiddetta buca Massi, dell’area vicina alla
Flaminia, dell’ex porcilaia Poloni, il piano dei parcheggi a pagamento,
l’edilizia scolastica e il piano di riorganizzazione dei plessi scolastici,
solo per ricordare gli atti più clamorosi. Ma
cos’è che manca a questa Amministrazione? Certamente manca la Cultura. Non ne
occorrerebbe molta, ma neppure quella poca c’è, ed il mio rammarico è
doppio: come professore e come cittadino. Come professore perché la Scuola che
avrebbe dovuto insegnare alle persone un po’ di senso civico, di rispetto
della cosa pubblica, di correttezza nei modi di agire, di etica (ma qui stiamo
volando davvero su un altro pianeta) non ha fatto il suo dovere, e, anche nel
caso in cui ci sia stata trasmissione di sapere, essa nei risultati appare così
separata dall’Educazione nel senso più ampio e più alto del termine, che mi
sentirei quasi di fare un bel mea culpa a nome della intera categoria professionale, se ciò non
fosse diventato anch’esso di routine. Come
cittadino, perché più passano gli anni e più mi accorgo che i cittadini di
Tolentino, (ma guardando nel nostro Parlamento estenderei le responsabilità
all’intera penisola) hanno troppo a lungo delegato, lasciato fare a chi per
spirito di sacrificio, o per altri spiriti assai meno nobili, si è messo a fare
politica. La delega però, e qui sta il problema, è risultata essere in bianco,
per poco tempo a disposizione, per scarso interesse, per profonda sfiducia nelle
proprie prima che nelle altrui capacità. Il risultato è sotto gli occhi di
tutti: le sedi dei partiti sono desolatamente vuote, la politica viene fatta e
decisa sempre più con la mano sul portafogli, in una sorta di terribile quanto
automatico do ut des: ti do il mio voto, in cambio mi dai quello che ti chiedo o, peggio,
quello che mi hai promesso. Ma
noi di Voce alla Città continuiamo
imperterriti, ancora dopo otto anni, a rompere le uova nel paniere, non ci
stiamo a subire passivamente questo gioco delle parti e vogliamo cambiare questo
modo di fare politica che non ci piace affatto. La prossima primavera si vota.
Cittadini, date un’occhiata in giro, datevi una svegliata se non volete che
Tolentino prosegua in questa deriva della cultura politica che non pare ancora
aver trovato il fondo. E adesso che abbiamo detto tutto quello che sentivamo di dovervi dire, auguri sinceri da tutti noi! Il Capogruppo di Voce
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