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Il ponte sul fiume Kwai (leggi: quéi) Quando
i filologi vogliono pubblicare l’edizione critica di un testo antico, il cui
manoscritto originale sia andato perduto, (dico di un testo molto antico,
tramandato attraverso i codici pergamenacei), dopo aver raccolto tutti i codici
in circolazione, per verificare quali siano quelli più e quelli meno utili,
quelli più antichi e quelli meno, li confrontano tra loro e scoprono così
affinità e differenze tra di essi fino a desumere quale è il testo più fedele
all’originale. Ma, dobbiamo chiederci, questo benedetto ponte salva l’intera operazione? Noi di Voce alla Città crediamo sinceramente di no. Non crediamo che il complesso dell’intera variante al PRG porti dei reali benefici alla collettività. Crediamo, invece, che lo scopo primario di questa operazione celato dietro tante belle parole come “riqualificazione ambientale e urbanistica”, oppure “risposta alle esigenze di viabilità” sia la solita speculazione edilizia. La sostanza è tutta qua. Ma se sul piano tecnico si risponde in tal modo alla proposta “indecente”, sul piano politico e su quello economico occorrerebbe secondo noi fare un po’ di chiarezza. 1) Sul piano politico la concessione del Ponte sul Chienti sembra da una parte una resa dei conti tra le due maggiori forze dell’attuale maggioranza. Chi è uscito vincitore dal confronto estivo prebalneare tra i DS e la Margherita? Ognuno dirà che ha vinto la partita e ragionando assumendo il punto di vista di ciascuno ciò sembra vero. Il DS portano a casa il progetto che non è stato modificato sostanzialmente in nessun punto se non attraverso l’aggiunta del già citato ponte. La Margherita che l’iter della delibera aveva contribuito a bloccare nello scorso luglio ha ottenuto l’inserimento del Ponte come richiedeva all’alleato di governo. Quindi se era questo, e solo questo, sottolineo, il solo quello che chiedeva, ha pur ottenuto una vittoria politica, ma questa mi sembra però una vittoria di Pirro, il perché lo spiegherò poi. 2)
Sul piano economico l’operazione lascia molto perplessi e preoccupati
ancora di più. In un linguaggio che potremmo definire un bell’esempio di
politichese vecchio stile, (si-dice-e-non-si-dice) a p.4 della vecchia proposta
di delibera la Ditta ISIAC di Milano proprietaria dell’intera area dove si
dovrebbe costruire, nel luglio scorso si obbligava alla realizzazione a proprie
spese delle opere di urbanizzazione primaria della zona da riqualificare quali:
parcheggi pubblici, verde attrezzato, viabilità, una piazza pubblica, (chissà
perché, mi viene in mente con terrore Piazza Togliatti), percorsi pedonali e
ciclabili e dulcis in fundo, si fa per dire, la sistemazione ad area del parco
fluviale, come a dire, non ce ne frega niente, ma bisogna pure far contenti quei
rompiscatole (è un eufemismo) degli ambientalisti. Avete capito
cittadini? No? Allora ve lo spiego io. Siccome, come al solito la coperta è
troppo corta, o sembrerebbe esserlo, e il privato, cioè la ISIAC di Milano i
soldi per il ponte non vuole tirarli fuori, perché così diminuirebbero i suoi
guadagni ( ma intendiamoci, non è che la ISIAC pagando di tasca sua andrà a
chiedere l’elemosina sotto qualche ponte, per sicurezza, già costruito,
magari quello lì vicino di S. Catervo), così si è pensato, ma che bella
pensata! Di inserire il ponte tra le opere infrastrutturali che verranno pagate
non più soltanto dal privato possessore dell’area che ci costruirà sopra
tante belle casette (si fa per dire!), bensì in una equilibrata percentuale con
i cittadini di Tolentino. E qual è il punto di equilibrio? Nessuno lo sa perché
tutto ciò è da “quantificarsi – parole della delibera – in sede di
predisposizione dei progetti preliminare e definitivo delle medesime opere”. Voce alla Città voterà contro questa proposta di delibera perché il nostro movimento è stato sempre contrario a queste operazioni speculative che nessun vantaggio arrecano alla collettività. Altrimenti avrebbe detto di sì alle edificazioni della area ex cava Massi, alla edificazione dell’area ex porcilaia Poloni. Per quanto ci sforziamo di capire le differenze non ce n’è nessuna sostanziale, ci convinca qualcuno del contrario, se ci riesce. Tolentino li 17 settembre 2001
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