Santa Chiara  

Santa Chiara

Via delle Orfane 15 - tel. 011 4363322

orario: solitamente chiusa, è possibile visitarla rivolgendosi direttamente alle suore

Presso le mura di Torino, accanto all'antica Porta Pusterla, al termine dell'odierna via delle Orfane esisteva, agli inizi del 1200, il monastero delle Sérafe poi dette Clarisse dal nome della fondatrice dell'ordine, Santa Chiara.

Sebbene si ignori la data precisa della fondazione del convento, un atto datato 11 luglio 1244 attesta una cessione fatta alle Clarisse nello stesso anno, da ciò si può dedurre che la fondazione del monastero sia avvenuta quando Santa Chiara era ancora vivente.

Nel convento prese i voti Maria di Savoia, figlia del Duca Amedeo VIII e vedova di Filippo Maria Visconti.

Nel 1814 le Clarisse si trasferirono a Carignano e nel 1824 il monastero viene assegnato alle Visitandine, Suore della Visitazione, che lo lasceranno nel 1904 per stabilirsi in quello di Pozzo Strada.

Dal 1930 prendono possesso del convento le Piccole Serve del Cuore di Gesù con l'obbligo di restaurare l'annessa chiesa di Santa Chiara.

Nel 1935 parte del convento viene demolito per costruire il palazzo d'Igiene.

La chiesa è opera del Vittone che la realizzò tra il 1742 e il 1745. E' a pianta ottagonale con balaustre e balconcini che le conferiscono un aspetto da teatrino settecentesco sia per le ridotte ed armoniose proporzioni, sia per l'elegante decorazione a stucco. Nella chiesa si riscontrano influenze guariniane nel dinamico susseguirsi di spazi concavi e convessi e juvarriane per lo straordinario gioco della luce creato dalle grandi finestre cordiformi, aperte alla base della cupola a otto spicchi sormontata da un cupolino.

L'alter maggiore, disegnato dal Vittone, è attualmente collocato, come pure i due laterali, nella chiesa della Visitazione di corso Francia.

Gli attuali altari del 1937 e del 1942 sono copie di quelli autentici; la pala raffigurante il S. Cuore di Gesù nell'apparizione a Santa Margherita è opera di Nicola Arduino.

Dietro l'altar maggiore si trova un vasto spazio, un tempo destinato al coro delle monache.

La facciata, aperta sulla stretta via delle Orfane, è sobria e severa con duplice ordine di lesene, sottolineato da un lineare cornicione.

Particolarmente bello il portale dai battenti lignei riccamente scolpiti.

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