Sepulveda è un autore cileno, che ha subito le persecuzioni del
regime di Pinochet, e che è stato costretto ad abbandonare la sua patria, ma che non
ha mai dimenticato.
In questo libro si parla di caccia alle balene, un'attività messa al bando in
praticamente tutto il mondo, ma che ancora alcuni paesi permettono, o che pescatori
senza scrupoli praticano su larga scala.
Il romanzo è narrato in prima persona, frutto di un'esperienza reale: si parte
dai ricordi del giovane Luis, dell'amore per le balene e per il romanzo "Moby Dick",
che lo ha portato da ragazzo ad avventuarsi su una baleniera. Proprio qui capisce
il senso di questa caccia, e di come venisse fatta sempre nel rispetto dell'animale,
attenti a curare i cicli di vita, per permettere che potessero comunque crescere,
senza metterlo in pericolo di estinzione.
Anni dopo i metodi e gli scopi sono cambiati, e i pescatori non cacciano più
per bisogno, ma solo per profitto, e tentano mille modi per infrangere le leggi
internazionali. Un buon romanzo-saggio con il quale avvicinarsi a questo autore,
facendosi nel contempo una piccola cultura sulle balene.
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