DOCUMENTO DI DISCUSSIONE PER IL FORUM LEGALITA'

FORUM GENERALE

HOME-PAGE CODICI

SUI SINGOLI PUNTI

La legislazione nazionale

Una prima forma di approccio al problema dell'usura, e del rischio di usura , si ha, in forma organica con la legge 108/96. L'evoluzione successiva e attualmente standardizzata si verifica con la legge 44/99.
I punti specifici di questa normativa riguardano la differenziazione:
tra interventi di prevenzione dell'usura
e interventi per soggetti già vittime dell'usura.
In comune queste due figure hanno la caratterizzazione di essere imprenditori o comunque operatori economici.
L'intervento di solidarietà, in entrambi i casi, consiste nell'offrire garanzia per consolidamento del debito in caso di rischio di usura, in un mutuo commisurato al danno usurario (e a tasso zero) in caso di vittime parti offese in un procedimento penale per usura.
L'applicazione della norma nel caso delle vittime dell'usura, dall'approvazione della legge 44/99 in poi, ha consentito di affrontare alcuni casi in modo positivo ma la gran parte non si sono potuti affrontare per ragioni varie. Le più comuni delle quali riguardano il fallimento, o la perdita della qualità imprenditoriale.
Nella sede del comitato di solidarietà del quale ho fatto parte fino al 28 di gennaio 2002, all'atto della compilazione della relazione annuale dovuta per legge, ho evidenziato questo fatto e ho cercato di proporre alcuni elementi migliorativi che consentivano di avere un atteggiamento più favorevole, ma sempre legale e rigoroso, nei confronti delle vittime. Fra le proposte presentate quella accolta e articolata in collaborazione con il Dott. Paolo Giusto della fondazione santissimi medici è la seguente: in alcuni casi è possibile, con la legislazione attuale, aumentare la dimensione del mutuo a tasso zero per vittime di usura, contabilizzando anche il mancato guadagno. Per quello che mi riguarda ho ritenuto che fosse un'incongruenza trasformare il mancato guadagno in forma mutuata e ho proposto che il mancato guadagno assumesse la forma di elargizione. Questa proposta fatta propria dal comitato si può trovare tra i suggerimenti di modifica della legge 44/99 del 2001.
Tuttavia sfuggono ancora alcuni elementi e alcune possibilità che vanno risolte in termini di legislazione di supporto, mi riferisco alla legge sul fallimento che giace in parlamento da una vita. Attualmente noi abbiamo la singolare situazione per la quale un usuraio condannato per usura può svolgere spesso attività economiche mentre un fallito, fatto fallire dall'usuraio giace in morte civile per sempre, e può, dico può essere riammesso alla vita normale solo in alcuni eccezionali casi lunghissimi e senza certezze.
Di certo sarebbe troppo lungo e dispersivo addentrarsi nei meandri del diritto fallimentare e civile tuttavia credo che sia maturo aprire un dibattito su questi temi e raccogliere proposte per poter spingere gli organi legislativi e il sistema finanziario a intervenire in modo positivo sulla questione.
I lavoratori dipendenti e i pensionati
Dal problema del rischio di usura e di usura coloro i quali non sono operatori economici, e che tuttavia costituiscono la gran parte della popolazione, sono esclusi. È lasciata all'iniziativa privata, spesso confessionale, l'intervento sulle famiglie usurate o sovraindebitate. Fermo restando il giudizio positivo sulla funzione delle Fondazioni e di quanti con il volontariato sul problema intervengono, è mia opinione che un ruolo pubblico su questo tema va pensato.
In particolare in un momento in cui vi è una riduzione del servizio sociale e dei servizi gratuiti, non ché una progressiva riduzione del potere d'acquisto di salari e pensioni. (da quando la scala mobile è stata cancellata di fatto il recupero tra inflazione programmata e inflazione reale viene contrattualizzato e quantificato ex-post, spesso di molti mesi se non di anni).
La pubblicizzazione di stili di vita contribuisce spesso al sovraindebitamento delle famiglie, ma anche, e in questo periodo in modo sempre più determinante, l'insorgere di patologie di lunga degenza per le quali la tutela sociale è sempre meno disponibile e si deve far ricorso all'assistenza privata. Basti pensare al crescente numero di soggetti extra-comunitari che sono chiamati a svolgere servizi infiermeristici di assistenza per persone anziane o malati terminali.
O al costo dei beni di conforto per soggetti in situazione di grave handicap temporaneo o permanente.
Di fatto l'evoluzione dello stato sociale tende a rendere sempre meno sociale il costo del bisogno e sempre più privato, e quindi a totale carico di chi lo richiede, il rapporto con chi questo bisogno soddisfa.
Di esempi se ne potrebbero fare innumerevoli, anzi poiché su questo tema si dichiarano spesso numeri più dovuti a generalizzazioni induttive, ci si propone di realizzare un facile sondaggio esteso a un certo numero di province che contribuisca a dare un quadro più reale della situazione.
Veniamo alle proposte: Il tema del sovraindebitamento famigliare e dell'usura verso soggetti non operatori economici potrebbe, io credo, trovare una forma di approccio di carattere regionale.
Esistono alcuni casi di leggi regionali che sono un tentativo di approccio, ciascuna di esse contiene alcuni fattori positivi ma spesso elude il problema o ne affronta aspetti marginali. Cerco di dare un quadro schematico di quelli che ritengo i punti essenziali.
Famiglie sovraindebitate
In caso di famiglie sovraindebitate un intervento pubblico può e deve verificarsi con una forma di sostegno reale e controllato. Il sovraindebitamento spesso deriva dalla scarsa capacità di amministrare le proprie risorse, pertanto i punti fondamentali sui quali una legge di intervento deve focalizzarsi sono:
la possibilità di consolidare il debito mediante un fondo di solidarietà che intervenga per un valore non superiore a due annualità di reddito
Il tutoraggio del soggetto sovraindebitato da parte dell'organismo erogante o di garanzia fino alla restituzione del credito.
Come si vede, a regime, questo tipo di intervento è a costo ridotto poiché il fondo di solidarietà è in realtà un fondo di rotazione. Il costo aggiuntivo dovuto alla struttura è un costo sociale che però trova ampio ritorno nella riduzione della conflittualità e nel miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Se poi teniamo conto che soggetti sovraindebitati come primo creditore hanno la fiscalità, vi sarebbe inoltre un ritorno finanziario reale e consistente.
Famiglie soggette ad usura

Spesso anche i lavoratori dipendenti ricorrono a prestiti, a volte di piccola entità, con interessi elevatissimi. Il più delle volte l'usuraio, rispondendo con immediatezza alla richiesta di finanziamento, viene percepito più come un benefattore che come uno sfruttatore. Spesso, se non sempre, un rapporto usurario si conclude con situazioni preoccupanti, talvolta drammatiche, in qualche caso tragiche.
Il principio fondamentale di intervento in caso di soggetti usurati è rendere "conveniente" la denuncia. Come si misura la convenienza?
Il primo elemento è il sostegno legale e psicologico, il secondo è il sostegno finanziario.
Se un individuo ha fatto ricorso all'usura in genere ha esaurito i canali di finanziamento legale, pertanto la sua situazione debitoria è di qualche ordine di grandezza superiore a quella di un normale sovraindebitato pertanto l'intervento finanziario deve essere commisurato. La proposta è di quantificare l'intervento di sostegno a un massimo di 4 annualità di reddito.
Per il resto valgono le considerazioni di cui al punto precedente.

 

Il reperimento e la definizione del fondo di garanzia
Un intervento che si proponga di aggredire il problema deve partire con una consistente dote finanziaria. Un esempio è quello di commisurare lo stanziamento del fondo di rotazione in ragione degli abitanti dell'ente che intende intervenire. Ad esempio si può pensare ad un fondo che sia capitalizzato per un euro per abitante per il primo anno, e di un valore fissato di incremento annuale di una frazione di euro, ad esempio 10 centesimi per abitante.
Questa forma accrescerebbe il vincolo solidaristico dei cittadini e consentirebbe anche a enti diversi dal livello regionale di costituire i propri fondi di solidarietà.
Di importanza non secondaria, anzi pregnante dal punto di vista della politica criminale, sarebbe la possibilità di alimentare il fondo con i proventi delle confische dei beni di associati a organizzazioni criminali, e anche gli istituti di credito potrebbero avere parte attiva nel fondo.

Le strutture

Sarebbe auspicabile un centro di coordinamento regionale del sistema di solidarietà che possedesse la possibilità di costituire una rete di interventi, immagino un po' la rete dei consultori familiari o qualcosa di simile.

 

Sicuramente questa è una proposta aperta e alcuni spunti di discussione, sono sempre stato convinto che occorre credere nelle proprie idee ma anche essere pronti a condividere quelle altrui se vanno nella direzione in cui si crede.
Pino De Luca