Canzone della vita quotidiana

Inizia presto all'alba o tardi al pomeriggio, ma in questo non c'è alcuna differenza;
le ore che hai davanti son le stesse, son tante, stesso coraggio chiede l'esistenza.
La vita quotidiana ti ha visto e già succhiato come il caffè che bevi appena alzato.
E l'acqua fredda in faccia cancella già i tuoi sogni e col bisogno annega la speranza.
E mentre la dolcezza del sonno si allontana, inizia la tua vita quotidiana.
E subito ti affanni in cose in cui non credi, la testa piena di vacanze ed ozio
e non sono peggiori i mali dei rimedi, la malattia è la noia del lavoro.
Fatiche senza scopo, furiose e vane corse, angosce senza un forse, senza un dopo;
un giorno dopo l'altro il tuo deserto annuale, con le oasi in ferragosto e per Natale,
ma anno dopo anno, li conti e sono tanti quei giorni nella vita che hai davanti.
Ipocrisie leggere, rabbie da poco prezzo, risposte argute date sempre tardi,
saluti caldi d'ansia, di noia o di disprezzo, o senza che s'incrocino gli sguardi.
Le usate confidenze di malattie o di sesso, dove ciascuno ascolta sol se stesso;
finzioni naturali in cui ci adoperiamo per non sembrar di esser quel che siamo.
Consolati pensando che inizia e già è finita questa che tutti i giorni è la tua vita.
Amori disperati, amori fatti in fretta, consumati per rabbia o per dovere
che spengono in stanchezza con una sigaretta i desideri nati in tante sere.
Amori fatti in furia, ridicolo contrasto, dopo quei film di fasto e di lussuria;
rivincita notturna dove per esser vero l'uno tradisce l'altro col pensiero.
Son questi che tu vedi, che vivi e che hai d'attorno gli amori della vita di ogni giorno.
Le tue paure assidue, le gioie solitarie, i drammi che commuovon te soltanto,
le soluzioni ambigue, i compromessi vari, glorie vantate poi di tanto in tanto.
I piccoli malanni sempre più numerosi, più dolorosi col passar degli anni;
la lotta vuota e vana, patetico tentare di rimandare un poco la vecchiaia.
E poi ti trovi vecchio e ancor non hai capito che la vita quotidiana ti ha tradito.