SIGNORA
BOVARY
Ma che cosa c’è in fondo a quest’oggi
di mezza festa e di quasi male,
di coppie che passano sfilacciate
come garze stese contro il secco cielo
autunnale,
di gente che si frantuma in un fiato
senza soffrire, senza capire,
e i tuoi pensieri sono solo uno iato
tra addomentarsi e morire.
Ma che cosa c’è in fondo a questa
notte,
quando l’ora del lupo guaisce
e il nuovo giorno non arriva mai
e il buoi è un fischio lontano che non
finisce;
di minuti lunghi come il sudore
di ore che tagliano come falci
e i tuoi pensieri solo un cane in chiesa
che tutti prendono a calci.
Ma cosa c’è, cosa c’è…
atrii a piastrelle di stazioni
secondarie,
strade più strade di avventure
solitarie,
clown della notte,
valigie vuote,
piene di trucchi per tragedie
immaginarie…
telecomandi per i quotidiani inferni,
battute argute di architetti postmoderni,
amanti andate
piaceri a rate,
pallottolieri per contare estati e
inverni.
Ma che cosa c’è proprio in fondo in
fondo,
quando bene o male faremo due conti,
e i giorni goccioleranno come i rubinetti
nel buio
e diremo “…un momento…
aspetti…” per non essere mai pronti;
signora Bovary, coraggio pure,
tra gli assassini e gli avventurieri…
in fondo a quest’oggi c’è ancora la
notte,