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Le domande dei pazienti


Gentile dottore,

vorrei sapere se e come si puo' accertare l' inutilità di una terapia ortodontica a cui ci si eè sottoposti e quindi cercare di farsi restituire le quote versate .La terapia prevedeva l'eliminazione di diastemi superiormente ma questi stanno ricomparendo dopo pochi giorni dall'eliminazione dell'apparecchietto sup. ed inferiormente l'accostamento senza spazi liberi tra un molare ed un premolare onde colmare lo spazio libero lasciato tempo fa da un molare avulso .Tra l' altro mi eè stato detto da un altro ortodonzista che una cosa del genere eè da pazzi !!!!!

distinti saluti e grazie per l' aiuto (13-01-2001).

Il medico ha, per legge, "l'obbligo di mezzi ma non di risultati": ovvio, però, che nel momento in cui egli presta la sua opera, sia essa di natura intellettiva, assistenziale, diagnostica e/o terapeutica, deve agire secondo scienza e coscienza, al meglio delle possibilità. Il paziente, per contro, ha l'obbligo di seguire con diligenza le prescrizioni (e l'ortodonzia mobile è il caso più eclatante) e a corrispodere l'onorario. Che il tuo ortodontista abbia agito con imperizia o negligenza è da stabilire, qualora ve ne fosse il sospetto, in sede appropriata. Sappi, comunque, che in ortodonzia la recidiva è molto spesso dietro l'angolo ed è controllabile solo con presìdi permanenti detti "di contenzione", cioè di mantenimento dei risultati, qualora la pianificazione del trattamento sia stata comunque corretta.

L'uprighting (cioè il "raddrizzamento") di un secondo molare inclinato a seguito dell'estrazione precoce di un primo molare è una tecnica descritta nei manuali di ortognatodonzia, ma il caso di cui mi parli, e cioè la chiusura completa dello spazio tramite due tipi di movimento (radicolare e coronale), è effettivamente molto difficile da mettere in pratica, anche se teoricamente possibile.

 

Mi chiamo S. P., e vivo in provincia di Lecce.

Mia figlia Elisa, ha tre anni e mezzo, e due anni fà e' stata sottoposta all' esportazione di un fibroma gengivale, che inizialmente era stata identificata come epulide, abbiamo deciso di intervenire nonostante la tenera età, sia percheè il dentista lo riteneva opportuno per non compromettere una corretta dentizione, visto che questo fibroma continuava a crescere e cominciava a dare problemi di pulizia dei denti, rotture per urto (era situato tra i due incisivi inferiori sulla parte esterna della gengiva) e preoccupazione percheè temevavo fosse diventato sempre più grande.

Tutto sembra essere andato nel verso giusto, la biopsia non rilevò nulla di preoccupante e non abbiamo più notato nulla di anomalo, ma continuando a parlarne, abbiamo saputo che i fibromi possono recidivare. Pertanto se possibile, io vorrei sapere da Voi la vera natura dei fibromi gengivali e le loro eventuali degenerazioni, se eè possibile prevenirli, e se ad essi sono associate altre malattie o manifestazioni cliniche di altro tipo.

Grazie

Puoi stare tranquillo. I "fibromi" orali (termine un po' generico) sono lesioni assolutamente benigne. L'unico inconveniente è, appunto, che possono aumentare di volume ed essere cronicamente traumatizzati. L'asportazione chirurgica, correttamente eseguita, è la terapia risolutiva. I fibromi recidivanti di cui mi parli sono in realtà delle lesioni un po' diverse e cioé dei papillomi (o condilomi) di natura virale (papillomavirus) che se non correttamente escissi (evenienza frequente se si utilizza l'elettrobisturi) recidivano in continuazione, come le comuni verruche, per intenderci.

Egr. dottore ,

Sono il Responsabile Sinistri Brokers di una compagnia assicurativa italiana e

spesso mi trovo a dover dirimere questioni di indennizzabilità collegate a

questioni ermeneutiche in ambito medico.

La più recente eè legata all'interpretazione del termine "ORTOGNATODONZIA".

Mi chiedo se posso permettermi di rubarle un attimo al fine di avere un

chiarimento circa l'ambito di questa branca medica.

Gli apparecchi correttivi sono ortognatodontici oppure ortodontici ?

Se vorrà essere così cortese da aiutarmi La ringrazio fin d'ora e colgo

l'occasione per salutarla distintamente.

 

Massimiliano Bolli

Il concetto è abbastanza semplice. I termini "ortodonzia" e "ortognatodonzia" sono usati, nel gergo comune, anche da noi clinici, come sinonimi. Più precisamente, però, il termine "ortognatodonzia" si può scomporre in "ortodonzia", che indica un processo di allineamento esclusivamente dentale, e "ortognazìa" che presuppone un riequilibrio delle basi ossee mascellari. Quindi per ortognatodonzia si intende una combinazione tra ortodonzia e ortopedia dei mascellari.

I due aspetti sono strettamente correlati. In genere, per darti un'idea, gli apparecchi ortodontici fissi (quelli con bottoncini su ogni dente e filo) mirano a spostamenti prettamente dentali, mentre quelli mobili (interni o esterni alla bocca) dovrebbero sortire effetti ortopedici.

Ti riassumo il tutto con questo estratto da "La nuova ortognatodonzia" di E. Giannì (un famoso trattato): "L'ortognatodonzia è oggi una disciplina medica che riveste piena dignità scientifica alla luce delle più moderne acquisizioni in tema di crescita, di fisiologia neuro-muscolare, di cibernetica applicata alla stomatologia. Sul piano storico, il concetto di allineamento dei denti sulle arcate dentali è largamente superato dalle nuove concezioni di riposizionamento spaziale delle basi ossee in armonia con la componente neuro-muscolare, con gli elementi dentali, con le parti molli...Il ruolo dell'ortognatodonzia, pertanto, si estrinseca non solo nel ripristino della funzione masticatoria, ma anche nella normalizzazione dell'atto della deglutizione, nel ristabilimento della funzione respiratoria, nella correzione di una fonesi non ortologica, nel miglioramento della postura e dell'aspetto estetico il cui risvolto, non va dimenticato, si ripercuote soprattutto in campo psicologico...".

 Ho 34 anni da piu tempo ho riscontrato nella parte interna della guancia dx una placchetta di colore bianco che segue la linea di masticazione(in cui i dente superiori incontrano quelli inferiori).

Allarmata di questo fatto mi sono rivolta al mio dentista di fiducia il quale mi ha riscontrato una leucoplachia da sfregamento(dovuta al fatto che mi mordo l'interno della guancia).Non ho effettuato un'esame istologico in quanto gli stessi medici da me interpellati mi hanno sconsigliato di farlo,in quanto secondo loro la diagnosi e'già stata fatta,applico sulla stessa nella fase acuta cortifluoral notando sensibili miglioramenti

Ora sono sotto cura dal dentista che sta provvedendo ad effettuare un molaggio selettivo,lo stesso ha notato che la parte superiore dell'arcata dentale in fase di chiusura della bocca non corrisponde perfettamente con quella inferiore,pertanto si sta vagliando l'ipotesi di installare un apparecchio dentale. Di tutto cio' sono alquanto allarmata perche' ho letto che sono delle cellule precancerogene,pertanto desiderei sapere la Vs opinione in merito e se eventualmente in caso di bisogno i centri specializzati dove e' possibile rivolgersi.

Certa di un Vs sollecito risontro porgo

Distinti Saluti anna de luca (08-10-2000)

 

Premesso che eè difficile oltre che scorretto affrontare questioni così personalizzate senza un riscontro clinico, posso dirti solo che:

- una terapia cortisonica topica (cortifluoral), praticata senza prima aver appurato la natura della lesione, può risultare dannosa, poiché può mascherare, attenuandone i sintomi, un problema più serio; se la causa e' traumatica va eliminata senza temporeggiare inutilmente;

- come si presenta la lesione? E' solo bianca? E' bianca e rossa? Fa male? L'altra guancia e' indenne? C'eè una corrispondenza evidente tra la linea di masticazione e la lesione? Fumi? Stringi i denti di continuo e inconsapevolmente? Molte lesioni simili possono essere molto comuni e "tranquille"; altre più delicate e da tenere sotto controllo periodico; altre da asportare. Non sottovalutare nessuna possibilità, se permane un dubbio, ma senza eccessivi allarmismi;

- Qualsiasi sospetta lesione "traumatica" va tenuta sotto osservazione per circa 2 settimane, dopo, ovviamente, la rimozione del presunto fattore traumatizzante (p.es. con un lieve molaggio). Una mancata guarigione, dopo tale lasso di tempo, impone ulteriori indagini;

- In caso di dubbio eè sempre opportuno, e per la semplicità e per l'estrema utilità, disporre dell'esame istologico di un piccolo campione bioptico della lesione.

 

A che eta' si deve mettere l'apparecchio correttivo ai bambini?

E' vero che bisogna aspettare che abbiano cambiato tutti i denti da latte?

Grazie+

Fabio Fronta (16.06.2000)

Ciao Fabio,

la tua domanda eè un po' generica, ma cercherò di chiarire alcuni punti, semplificando al massimo. Dunque, quando si dovrebbe intervenire con l'ortodonzia? Non certo solo dopo che siano caduti tutti i denti "da latte" !! Nella fase precoce di dentizione mista (cioè quando sono presenti contemporaneamente i molaretti e i canini decidui insieme ai primi molari e agli incisivi permanenti, in genere fino a 10 anni, in media) il trattamento eè indicato per correggere il morso incrociato degli incisivi (cioeè quando gli incisivi inferiori si trovano davanti a quelli superiori) e il morso incrociato posteriore (idem, ma per i denti posteriori) con malposizione. Se poi parliamo di anomalie non solo dentarie ma anche scheletriche, è proprio in questo periodo che conviene iniziare terapie con apparecchi funzionali (quelli "mobili"), ad azione ortopedica, per sfruttare al meglio il "picco di crescita puberale" e intervenire così sulla crescita delle ossa mascellari. Il periodo, poi, che va dai 10 ai 13 anni circa, e che coincide con la permuta dei settori laterali (cioè premolari e canino definitivo al posto dei molaretti e del canino deciduo) eè particolarmente prezioso in caso di affollamento dentario (cioeè carenza di spazio per i denti che si presentano accavallati) e, in generale, per quella che noi definiamo "ortodonzia intercettiva". Perché? Perché i tre denti decidui sopra menzionati occupano in toto uno spazio maggiore dei corrispondenti permanenti, tant'è che il primo molare permanente "viene avanti" a chiudere la "breccia". In caso di debito di spazio può essere sufficiente o, quantomeno, estremamente utile impedire questa "deriva" del molare a fini terapeutici. Tuttavia, di solito, la gran parte del trattamento ortodontico vero e proprio viene iniziata dopo la completa eruzione dei denti definitivi.  


 

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