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La solidarietà dei ragazzi del progetto dentro il Web in onore del piccolo Tommy

 

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Teniamo a precisare che tutto il contenuto di questa pagina è il frutto di un'accurata ricerca da parte dei ragazzi, sui vari motori di ricerca, sul caso di Tommy, vogliamo esprimere il nostro affetto e la nostra vicinanza ai cari che hanno perduto questo piccolo "ANGELO"

un abbraccio da noi: Stefania, Cristian, Francesca, Veronica, Giuseppe, Massimo e Franco...

TOMMY: LA MARCIA DEL SILENZIO,

IN 500 ATTRAVERSANO PARMA

art. tratto da http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_1395006.html

In cinquecento, in una atmosfera surreale, silenziosamente, hanno attraversato la citta'. Un modo per ricordare Tommy, nell'anniversario del suo battesimo, che si e' trasformato per tutta Parma in un giorno di lutto, sgomento e pianto. In tanti si sono ritrovati in piazzale Picelli, gente comune e autorita', per ricordare con un minuto di silenzio Tommaso, per poi camminare in corteo fino a piazza Garibaldi. E mentre gli adulti invocano la pena di morte per gli assassini di Tommaso, alcune bambine hanno scritto su dei palloncini colorati frasi come "Scusali Tommy, non sapevano cosa facevano". Alla manifestazione e' intervenuto anche il cappellano del carcere, padre Celso, che ha dichiarato che i carcerati hanno intenzione di fare una colletta per la famiglia Onofri, ma stanno pregando anche per i figlio di Alessi.
Secondo il prete, i detenuti hanno provato "tantissima rabbia e vergogna" nei confronti degli assassini di Tommaso. In piazzale Picelli e' intervenuta anche l'avvocato Claudia Pezzoni che ha letto una commovente lettera di tre fratellini dedicata a Tommaso, scritta prima che si sapesse della morte del piccolo.
Nel retro della lettera, i tre bimbi avevano disegnato le loro manine, scrivendo: "Fate in modo che possiamo aggiungere la manina di Tommy", ma, "la manina di Tommy - ha detto l'avvocato - e' all'obitorio. Ogni altro commento mi sembra superfluo".

 

"Tommy lo ha strangolato Alessi"

tratto dal sito: http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo303782.shtml

Raimondi: "Volevamo riscatto da 5 mln"

Fu Mario Alessi a strangolare il piccolo Tommaso Onofri poco dopo il rapimento e, prima che le cose precipitassero, i rapitori avevano già scelto la località dove nascondere il bimbo e il riscatto da chiedere: 5 milioni di euro. Sono questi gli elementi che emergono dal verbale dell'interrogatorio dell'altro uomo arrestato, Salvatore Raimondi, la cui confessione ha portato alla soluzione del caso. E' il Corriere della Sera a riportare i dettagli di quell'interrogatorio di sabato pomeriggio quando Raimondi, che fino a quel momento aveva negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, è crollato. "Effettivamente l'ho prelevato quel bambino, l'ho fatto insieme ad Alessi Mario. E' stato lui a propormelo". Secondo Raimondi l'idea del piano è tutta frutto della mente di Alessi: "Lui mi ha detto che Paolo Onofri avrebbe potuto ricavare dal suo ufficio postale 5 milioni di euro. In un primo momento mi parlò di un milione di euro, in un secondo momento mi disse che si trattava di 5 milioni e che la mia parte sarebbe stata un milione". Il gruppo aveva anche deciso il luogo del covo dove il bambino doveva essere custodito. "Avevamo fatto dei sopralluoghi prima del 2 marzo, sicuramente uno la sera prima del rapimento. Il luogo in cui lasciare Mario e il bambino lo avevamo deciso prima [...] Avevamo trovato un casale abbandonato in cui tenere il bambino". Il casolare si trovava a Selva di Cisterna, verso La Spezia. Ma quella sera poi qualcosa va storto. Raimondi dice di non sapere nulla di quello che è accaduto perché subito dopo il rapimento se ne sarebbe andato. E' lo stesso Alessi a raccontargli l'imprevista svolta degli eventi. "Mario mi ha detto di averlo strangolato. Non so quando lo abbia fatto - racconta Raimondi al magistrato - io l'ultima volta che ho visto il bambino è stato quando ho lasciato Mario e la moglie al passaggio a livello vicino a Casaltone. Che aveva ucciso il bambino - continua - Mario me l'ha detto il giorno dopo che lo avevamo preso, dopo che in disparte aveva detto a me di dire ad Antonella che il bambino era caduto mentre lo portavo via con lo scooter. Non mi ha detto perché aveva strangolato il bambino". CATANIA - Il caso del piccolo Tommy O. è stato sviscerato dai media in un modo assurdo. I giornali italiani, di fronte a questa tragedia, si sono dimostrati ancora una volta implacabili attuatori di quello che reputano "Diritto di cronaca". Non è diritto di cronaca, però, il modo in cui la vicenda è stata trattata. Anche se tutti ormai sanno tutto della famiglia del piccolo io preferisco rispettare la mia deontologia e non pubblicare nomi e cognomi. Rispettando me stesso riesco a rispettare gli altri.

 

http://www.assud.it/daily/modules.php?name=News&file=article&sid=3120

Il dolore di una famiglia in casi come questo è un fatto severamente intimo per permettere a chiunque di scrivere o parlarne. Io non dirò nulla. Su Assud si è scritto solo questo commento. Non si è detto mai nulla per rispetto di una famiglia che provava dolore e che, oggi, ne prova ancor di più. Non ho partecipato alla gara tra media sullo "Sbatti il mostro in prima pagina" riguardo il presunto caso di pedo-pornografia che riguarderebbe il padre del piccolo. In Italia esiste la magistratura: i giornali, per fortuna, non sono giudici della gente. Ho fede nei magistrati, sapranno cosa fare. Meglio di me e di tanta altra gente. Avrei preferito che il campionato di calcio, domenica, si fermasse per rispetto di una vita giovanissima, innocente, candida, che è stata strappata in modo tanto violento. Non è accaduto: prima di tutto, in Italia, vengono gli interessi economici. Mi spiace veramente tanto che i rapitori del piccolo siano siciliani e che, tra loro, ci sia il suo carnefice. Sono contrario alla pena di morte perché la coscienza e il rimorso per l'orrore compiuto saranno molto più pesanti di una facile e comoda rapida morte. Desidero una condanna esemplare, forte, che sia d'esempio per tutti. Non restituirà il piccolo Tommy alla famiglia, è vero, ma forse farà in modo che fatti come questo non accadano mai più. Voglio anche ribadire, però, soprattutto per chi è pronto ad additare i siciliani - specie al Nord - che in questa bellissima isola piena di problemi vivono, con grandi difficoltà, anche cittadini onestissimi che a compromessi con certi sistemi di vita tanto diffusi non scenderanno mai. Ho deciso di non pubblicare le dichiarazioni degli esponenti politici italiani sui gravi fatti del parmense: a pochi giorni dal voto il rischio di strumentalizzare il piccolo Tommy è troppo grande come troppo immorali sono tanti, ma non tutti, politici italiani. Assud si associa al dolore della famiglia.

Gabriele B. Fallica


Oggi in Italia... Servizio speciale realizzato per conto della Presidenza

del Consiglio dei Ministri

http://www.agi.it/news.pl?doc=200604031726-1151-RT1-CRO-0-NF10&page=0&id=agionline.oggitalia

TOMMY: ALESSI CONDANNATO PER STUPRO, "ERA ANCORA PERICOLOSO"(AGI) - Palermo, 3 apr. - Era un uomo di cui avere paura. Che aveva fatto del male e che poteva ancora farne. Colpa di "una personalita' pericolosa e violenta che potrebbe tornare a delinquere". Un rischio ritenuto "concretissimo". In questo modo il gip di Agrigento, Walter Carlisi, descriveva Mario Alessi, uno dei sequestratori del piccolo Tommaso Onofri, nell'ordinanza di custodia cautelare che nell'estate del 2000 ne disponeva l'arresto per stupro. Un reato terribile, compiuto in modo efferato e per il quale Alessi era stato condannato a sei anni di reclusione, con rito abbreviato, in primo e secondo grado. E fra qualche mese tocchera' anche alla Cassazione pronunciarsi in modo definitivo. L'uomo nell'estate del 2000, con l'aiuto di un complice, G.B., aveva sequestrato e violentato una giovane del suo paese, San Biagio Platani (Agrigento). La donna si era appartata in auto con il compagno, un carabiniere di leva, nelle campagne del paese. I due balordi fermarono e aggredirono le vittime, legarono il militare a un albero con i fili elettrici dell'auto e davanti a lui violentarono la giovane piu' volte. Alessi fu condannato a sei anni in primo grado il 26 marzo del 2002 e in appello, dalla quarta sezione della corte di Palermo, l'11 febbraio del 2004. Finora ha scontato solo nove mesi di custodia cautelare, di cui cinque e mezzo in carcere e altri due e mezzo agli arresti domiciliari. Poi la misura restrittiva e' stata sostituita con l'obbligo di dimora nella provincia di Parma, successivamente esteso a tutta l'Emilia Romagna. Oggi restano - quasi come un ammonimento rimasto, pero', inascoltato - le parole pesanti che giustificarono allora il provvedimento cautelare eseguito il 3 agosto di sei anni fa, che spiegano in modo crudo che il modo in cui e' stata compiuta la violenza sessuale "denota una personalita' violenta tale da fare presumere il concretissimo pericolo di reiterazione di delitti dello stesso genere". Non e' un caso che Mario Alessi abbia tentato per mesi di contattare la ragazza anche dopo lo stupro, "al fine di avere ulteriori rapporti con lei con o contro la sua volonta'". Un uomo, insomma, pericoloso, che doveva essere fermato.

(AGI) Mrg 031719 APR 06 .
031726 APR 06



Tommy ''ucciso un mese fa'

ADN Kronos - Lun 3 Apr

Parma, 3 apr . (Adnkronos/Ign) - Il piccolo Tommaso Onofri è morto un mese fa. Lo ha rivelato l'esame autoptico sul corpo del piccino effettuato questo pomeriggio dal direttore dell'Istituto di medicina legale dell'ospedale Guglielmo Masotti, insieme al collega Nicola Cucurati e al consulente di parte Maria Francesca Bel Fante. ''Può essere stato ucciso circa un mese fa'', ha affermato Masotti. E già dall'analisi superficiale dello stato del corpo, infatti, il medico aveva avanzato l'ipotesi che la morte potesse risalire a 30 giorni fa. A conclusione dell'autopsia durata 5 ore e 30, Masotti ha dunque confermato questa possibilità. Per quanto riguarda lo stato in cui ha trovato il cadavere, ''era messo peggio - ha detto Masotti - di quanto me lo aspettassi''. Già questa mattina, infatti, aveva anticipato: ''E' stato un mese nella terra bagnata e umida, quindi è un corpo macerato". Per capire quale è stata la causa della morte del piccolo Tommaso - ha continuato Masotti - ''prima bisogna vedere la natura delle lesioni che ha il bambino'' dal momento che, ha spiegato in termini generali, esistono lesioni mortali o post mortem. Comunque le lesioni ''non sono tante''. Serviranno, dunque, ''esami isto-chimici ed endogeni''. In particolare, sono stati prelevati dei tessuti dai polmoni. Va verificato, infatti, se il piccolo sia stato strangolato. Il fatto che il piccolo Tommy sia stato ucciso con un colpo di pala alla testa, ''allo stato non è la prima opzione''. Di certo, ha riferito il medico, ''la polizia scientifica eseguirà altri sopralluoghi sul posto dove è stato trovato Tommaso''. Infine, rispetto all'eventualità che il bimbo sia stato colpito da un attacco epilettico mentre era nelle mani dei rapitori, Masotti ha spiegato che va verificata la presenza del medicinale nel corpo del bimbo. ''Gli esami ci diranno - ha detto - se è morto in carenza del medicinale''. Sul fronte delle indagini, Mario Alessi e Salvatore Raimondi risultano indagati anche per concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Sono questi infatti i capi d'accusa formulati nei loro confronti, oltre a quello di concorso in sequestro a scopo d'estorsione già confermato il 1° aprile dai pm Lucia Musti e Pietro Errede. La conferma è arrivata oggi a Bologna durante la conferenza stampa che si è tenuta in Procura per fare il punto della situazione con gli inquirenti. Durante l'incontro con i cronisti, il coordinatore della Dda di Bologna Silverio Piro (che ha partecipato alla conferenza stampa insieme al procuratore capo di Bologna e coordinatore delle indagini Enrico Di Nicola e al pm della Procura di Parma Pietro Errede) ha definito il gruppo di rapitori ''una banda di sequestratori di livello infimo''. E ha riferito, senza fornire ulteriori dettagli, che nel corso delle 22 perquisizioni condotte dalle forze dell'ordine nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento del piccolo Tommaso Onofri è stata ritrovata una piantina che indicava il posto dove si sarebbe dovuto tenere in ostaggio il bambino e il luogo deputato per l'incasso dei soldi del riscatto. Domenico Russello, il legale che difende Alessi (già stato condannato in primo e secondo grado a 6 anni di reclusione per avere violentato nell'estate del 2000 una ragazza di San Biagio Platani, Agrigento) nel processo per stupro che approderà in Corte di Cassazione, si è detto ''scosso da questa brutta vicenda''. L'avv. Russello ha ricordato che nel 2000 il giudice per le indagini preliminari di Agrigento Walter Carlisi aveva descritto Mario Alessi come una persona ''violenta e pericolosa'' ventilando la possibilità di una ''reiterazione del reato''. Il manovale ha scontato solo nove mesi di custodia cautelare, di cui cinque e mezzo in carcere e altri due e mezzo agli arresti domiciliari. Quindi, scaduti i termini e tenuto conto del trasferimento a Parma, ''il giudice gli concesse l'obbligo di dimora". Intanto, sempre sul fronte delle indagini, questa mattina Pasquale Barbera, il capomastro incaricato da Paolo Onofri dei lavori di ristrutturazione alla cascina di Casalbaroncolo, è stato iscritto sul registro degli indagati per favoreggiamento. Nei giorni scorsi l'uomo era stato più volte interrogato dagli inquirenti, che volevano verificare se poteva aver avuto un ruolo nel rapimento. Paolo Mingori, l'avvocato di Barbera, ai microfoni di Radio R101 ha intanto fatto sapere che il suo assistito ''si dice estraneo ai fatti criminali''. Oggi, durante la conferenza stampa, il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola ha poi confermato la totale estraneità al sequestro del padre del bambino: ''Allo stato il signor Paolo Onofri non ha nulla a che fare con il rapimento del figlio''. E, ai cronisti che gli chiedevano perché fosse trascorso tanto tempo prima di far scattare il blitz delle forze dell'ordine che ha portato all'arresto dei rapitori, ha risposto: ''Me ne assumo ogni responsabilità''. Aggiungendo: ''Mi interessava molto la vita dell'ostaggio''. ''Il fatto della morte è il risultato più negativo che ci potesse essere'', ha spiegato il procuratore capo di Bologna, sottolineando appunto che il bambino era l'obiettivo prioritario delle indagini e che la speranza di ritrovarlo in vita è stata determinante per tutte le scelte investigative che sono state adottate. Mentre il coordinatore della Dda di Bologna Silverio Piro ha confermato che tra le intercettazioni telefoniche dei Ros una in particolare, quella del 31 marzo, ha lasciato presupporre che Tommaso potesse essere ancora vivo. Dai ''rumori di sottofondo'', infatti, si è potuta rilevare ''la presenza di un bambino nella casa di uno dei soggetti'' sul quale da tempo si appuntava l'attenzione degli inquirenti. Una ''circostanza - ha chiarito - che ci lasciava presumere la possibilità di trovarlo vivo''.
''In tanti anni d'esperienza non ho mai sentito una tale pressione mediatica su un caso'', ha poi affermato ancora Di Nicola. Aggiungendo: ''D'ora in avanti, se un pubblico ufficiale dovesse rivelare particolari di un'indagine saranno presi seri provvedimenti''. Di Nicola inoltre ha voluto ringraziare uno per uno gli investigatori di carabinieri e polizia che hanno preso parte alle indagini sul caso del sequestro, sottolineando il grande impegno delle forze dell'ordine e la loro partecipazione anche umana: ''Malgrado siano persone abituate - ha detto - hanno pianto insieme a noi''.
''Oggi - ha poi aggiunto - con rammarico dobbiamo dire che sentiamo questa sconfitta morale. Io la sento profondamente''.Intanto, il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha dato disposizione stamani al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria affinché vengano assicurate misure di tutela straordinaria ai due responsabili della morte del piccolo. ''Perché - ha spiegato il Guardasigilli - credo che quei due avrebbero poche possibilità di sopravvivere in carcere''.

(Adnkronos)

 

Negli stadi, tanti gli striscioni dedicati al bimbo di Parma

"Date a noi gli assassini di Tommy"

Tratto dal sito: http://www.ateneonline-aol.it/060403ebon2.php

Anche i tifosi italiani presenti ieri sugli spalti hanno salutato il piccolo con diversi messaggi e lunghi minuti di silenzio. A Firenze anche un feroce "Ciao Tommaso, nessuna pietà: per questi infami solo la pena di morte". Non basterà mai un minuto di silenzio, per dimenticare il suo volto. Non basterà nemmeno una lacrima, un messaggino o un lunghissimo applauso. Ma senza alcun dubbio gli striscioni esposti da quella che è l'anima popolare dell'Italia, quella degli stadi, nel loro piccolo, hanno certamente fatto commuovere. Contribuito a stringere in un grandissimo abbraccio virtuale la famiglia del bimbo la cui vicenda ha toccato e stravolto l'intera nazione. Giocatori e tifosi si sono stretti per un lungo minuto di silenzio anche a Roma, prima della partita Lazio-Empoli. Al San Paolo di Napoli uno striscione recitava "Arrestarli? Non è il caso, date a noi gli assassini di Tommaso", un altro ricordava il piccolo come "un piccolo angelo volato in cielo". E quando il Napoli ha segnato, i tifosi partenopei non hanno nemmeno esultato. Un silenzio assordante, che ha coperto lo stadio per oltre 45 minuti. Da Napoli e Firenze, così come da Palermo a Udine, l'identico senso di turbamento. "Ciao Tommy, nessuna pietà: per questi infami solo la pena di morte", è il messaggio esposto dai tifosi della Fiorentina prima della gara fra i viola e la Roma. "Ciao piccolo Tommy, vittima di un mondo ingiusto", è stato il messaggio di quelli giallorossi. A Udine i tifosi del Parma hanno esposto un drappo con un semplice "Parma piange Tommy", mentre i giocatori gialloblù sono scesi in campo con il lutto al braccio.
Enzo Bonsangue (3 apr 06).

 

 

 
Altare Parrocchia
Franco Massimo Ignazio

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