INVERSIONE TERMICA
Ho avuto modo di sperimentare l'inversione termica in gennaio a Mondovì, durante la manifestazione che si tiene ogni anno in occasione dell'epifania.
Ero in discesa per l'atterraggio su un ampio campo innevato con tempo bellissimo, cielo sereno, alta pressione, vento debole.
La discesa era molto tranquilla e stabile e avvicinandosi il momento della toccata avevo deciso di non scaldare più e di lasciar andare il pallone fino a terra.
A circa una decina di metri dal terreno, la discesa si arrestò completamente e il pallone si mise a volare parallelamente al suolo.
Capii subito che si trattava di una inversione termica perché avevo sviluppato da poco, per l'Alitalia, uno studio su questo fenomeno, i suoi effetti sui motori degli aviogetti e quindi sulle loro prestazioni, ma non mi preoccupai in quanto il campo era piuttosto vasto e non apparivano ostacoli significativi a breve.
Il volo livellato proseguì per un certo tempo, poi, lentamente, la mongolfiera ricominciò a scendere, fino a toccare terra un centinaio di metri oltre il punto stimato all'inizio.
L'effetto fu piacevole, ma le considerazioni che ne trassi mi portarono a concludere che se il vento orizzontale fosse stato più forte e il campo di atterraggio più piccolo e ci fossero stati alberi o, peggio, linee elettriche nelle vicinanze, l'effetto finale sarebbe potuto essere anche piuttosto spiacevole.

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