a me la mongolfiera mi stimola
Questa pagina è a vostra disposizione.
Mandateci le vostre impressioni di volo o di recupero e le vostre fotografie. I vostri scritti saranno pubblicati e mantenuti per almeno un mese.
Naturalmente il tutto a insindacabile giudizio del grandepino.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo (23marzo 2002)

CRONACA DI UN VOLO INASPETTATO
ovvero
DOMANI VAI A CASA

Tannheim Il programma (gennaio 2002)

Dal 5 al 18 a Tannheim, un piccolo villaggio ai confini con la Germania nella zona nord-ovest dell'Austria, da soli, Catherine, Edoardo (4 anni) ed io, poi a Chateau d' Oex dove ci avrebbe raggiunto l'equipaggio formato dagli amici Nicola, Piera, Michele, Enrico e la Gigia ai quali va il mio saluto.

La prima settimana a Tannheim
Tanta neve, freddo pungente ma tempo buono per splendidi voli, scivolate in bob con Catherine e Edoardo e ricche mangiate (e bevute ndr) con gli amici tedeschi, poi.....

Sabato 12 gennaio 2002
Il tempo cambia, si rannuvola e Achim mi dice - Domani vai a casa. C'è vento da nord. Chiedo immediata conferma a Rudy, l'organizzatore, che mi dice -E' probabile, stasera decidiamo. Tu, però, con chi vai? E chi ti recupera?
Rudy ha ragione! Per la trasvolata delle Alpi è richiesto un secondo pilota ed io non ce l'ho e non posso chiedere a Catherine ed Edoardo di farmi un recupero così impegnativo.
La delusione che traspare dalla mia espressione spinge Rudy a incoraggiarmi - Stasera c'è la festa dei pompieri, vedrai che qualcuno che ti aiuta lo troveremo.
Alla festa abbiamo la conferma che ci saranno le condizioni giuste per andare in Italia. Le previsioni danno per la mattina dopo vento di 50 nodi (93 Km/h) direzione 160° a 14.000 ft (4300 m circa) e 70 nodi (130 Km/h) direzione 180° a 18.000 ft (5500 m circa), una pacchia.
Entro in fibrillazione. Devo trovare assolutamente il secondo pilota ed il recupero. Per il materiale nessun problema. Le bombole in più le avrei avute da Rudy, l'ossigeno era a posto, le radio pure, transponder ,GPS, cartine, tutto OK.
Troviamo un pilota disposto perfino a pagare per accompagnarmi e, anche se manca ancora l'equipaggio, mi sento rincuorato così ci godiamo la festa dei pompieri fino a che Edoardo, giustamente, porta alla nostra conoscenza, in modo alquanto inurbano, la sua stanchezza. Mentre ci avviamo in albergo il tizio disposto a pagare ci ripensa e declina la sua disponibilità. La notte l'ho passata in bianco

. Domenica 13 gennaio ore 06 e 30 min. Il cielo è coperto così cerco di tranquillizzare Catherine, piuttosto preoccupata dicendole che molto probabilmente non si farà niente. A colazione tutti sono molto agitati. Colazione rapidissima e tutti al campo dove c'è uno che già sta gonfiando. Lo guardo con invidia; è aiutato da 5 persone! Rudy non ha trovato nessuno che possa venire con me. Non mi interessa più. Corro in albergo a caricare le 4 bombole di Rudy e torno al campo. Il cielo è ancora coperto ma l'amico Rudy, per sostenermi moralmente, mi spiega che si tratta solo di uno strato sottile e che in Italia è bel tempo, quindi partiranno tutti.
Mi sento solo anzi, sono proprio solo in mezzo a un mucchio di persone (ormai ex amici) indaffarate a mettere su i loro palloni.
L'occasione è irripetibile e mi sta sfuggendo, così forzo la mano e scarico l'attrezzatura cominciando a montare il pallone da solo.
A cesto completamente montato e riempito del necessario (11 bombole, ossigeno, transponder, borsa delle radio, GPS e collettore necessario per usare le bombole di Rudy che avevano un attacco diverso dalle mie), mi raggiunge Gerard, un PILOTONE grande e grosso del gruppo di Rudy che, con gli occhi fuori dalla testa mi dice - Sei solo?!?!?!. - Si - E gli altri? - Saranno in albergo.
A questo punto Gerard prende il telefono, fa una chiamata e mi dice che mi faranno da equipaggio Adolf e Willy, gli stessi amici che mi avevano aiutato nella settimana precedente.
Grande dimostrazione di efficienza e soprattutto di Amicizia tedesca.
Gerard si ferma per aiutarmi a gonfiare il pallone, ma veniamo gelati da Rudy che mi dice di non aver trovato il secondo pilota.
A questo punto spengo il ventilatore, anche per rispetto all'organizzazione, e guardo sconsolato il pallone che si affloscia lentamente. Intanto Rudy continuava a ripetermi che non gli piaceva che andassi da solo ed era supportato anche dai commenti degli altri piloti che evidenziavano i rischi connessi ad un sorvolo delle alpi in solitario.
Poi Rudy mi guarda negli occhi, legge la mia cocente delusione, mi scopre tutto sudato per la fatica del montaggio solitario a 15 gradi C sotto zero, si commuove e mi fa: beh, se vuoi andare, vai pure!
L'avrei abbracciato e baciato! (l'avrei!).
E' incredibile quanto una passione comune possa unire gli uomini.
Riaccendo velocemente il ventilatore e in un attimo il pallone è gonfio mentre tutto intorno, ora, si è radunata una piccola folla, quasi tutti piloti o equipaggi.
Arrivato anche il mio recupero, con Rudy facciamo la check-list prima della partenza: bombole ok, transponder ok, GPS ok, ossigeno ok, cartina ok, radio, radio, merda! me la sono scordata sotto carica in albergo! Rudy si gira e nel suoperfetto italiano con accento bavarese esclama "Oh mamma mia che piloti che abbiamo". Prende la sua radio e la sistema a bordo.

Il volo
Sono le 9 e 50 minuti quando decollo cercando un rateo di salita rapido. In basso andavo per 110°, troppo poco, perciò incremento il rateo fino a 800 Ft/min tenendo sempre d'occhio la temperatura che rimane bassa.
In poco tempo passo il sottile strato di nubi e mi ritrovo solo, sopra a cime innevate a perdita d'occhio. Dei palloni partiti prima di me nessuna traccia. Che fine avranno fatto?
La mia velocità è in continua crescita e più salgo più il vento mi spinge a sud, sulla strada giusta. Uno sguardo all'altimetro e sono già a 12600 piedi (3840 metri), è tempo che metta mano all'ossigeno. Metto la maschera, apro la bombola e vengo investito da un flusso che scorre a 10 litri/minuto, troppi per restare sano. Per un pò volo aprendo e chiudendo la bombola ma ben presto mi rendo conto che non può continuare così, perciò armeggio con la valvola fino a regolare il flusso sui 2/3 litri/min.
Raggiunta la quota massima di FL 170 (circa 5200 metri) decido di non insistere nella salita, anzi di abbassarmi un pò in quanto ho continuamente lo spegnimento di una fiamma pilota e, a volte, anche di entrambe. La velocità è sufficientemente elevata e penso di poter essere tranquillo anche perché il consumo è contenuto.
Sullo spartiacque penso di aver raggiunto la velocità massima di 110 Km/h, mentre a 160 di FL (circa 4900 metri) sono tra i 90 Km/h e i 95 Km/h con prua 180°.
Fino a che sono in Austria e il contatto visivo è disponibile solo a tratti, mi oriento con il GPS, poi, quando il cielo si è pulito riesco a fare il punto facilmente a vista. Dopo un'ora e mezza di volo ho finalmente risolto il problema dell'ossigeno e, a parte il doppio spegnimento della fiamma pilota che mi crea qualche difficoltà, per il resto sto andando molto bene.
Monaco non mi ha passato a Innsbruck ma direttamente a Padova informazioni che, ovviamente, non mi sente in quanto ancora molto lontana e con la portata della mia radio probabilmente non sufficiente.
A questo punto mi sono potuto rilassare ed ho cominciato a filmare e fare foto.

In Italia
Facendo il punto mi rendo conto che sto andando sul lago di Garda e di conseguenza su Verona Villafranca. Salendo vado più veloce e mi sposto tra Verona e Bergamo, scendendo rallento ma giro verso Vicenza.
Fatto il conto del gas disponibile scelgo quest'ultima soluzione che mi consente un volo più tranquillo per il traffico aereo meno problematico.
Passata la cima Tosa (3133 metri) a sud di Madonna di Campiglio, a FL 140 ho ancora circa 90 Km/h con prua 160°.
Lo spettacolo è unico, montagne su montagne e ancora non ho visto nessun altro pallone. All'orizzonte si comincia ad intravedere quella nebbiolina tipica che noi della pianura conosciamo bene, là c'è la pianura.
All'altezza di Rovereto la velocità scende a 60/65 Km /h, ma ancora sufficiente per un buon rapporto tra distanza da percorrere e gas disponibile.
Con la pianura ormai in vista riesco a scorgere, sopra la foschia, le montagne di casa mia belfioree mi si affollano sentimenti contrastanti. Guardo a nord e rimpiango lo spettacolo superbo che ho appena lasciato ma, nel contempo, sono felice per aver vissuto quei momenti esaltanti.
Improvvisamente mi torna alla mente un aspetto strano del panorama: neve fino al confine, pulito in Italia con tante strisce bianche che scendevano dai monti completamente verdi. Erano le piste innevate artificialmente.

L'atterraggio
Arrivando sulla pianura vedo un pallone a gas molto più ad est di me, probabilmente anche lui decollato dall'Austria, e in lontananza altri palloni ad aria calda.
Conoscendo la zona di arrivo che è coltivata a frutteti e viti penso di continuare ancora, ma poi, ricordandomi che l'equipaggio è di lingua tedesca, decido di non allontanarmi troppo dall'autostrada per semplificarci la vita.
L'aeroporto di Verona mi dà calma assoluta di vento a suolo quindi inizio a scendere fino a che a circa duecento metri da terra parto verso ovest a 15 Km/h e atterro a questa velocità in un campo fra i frutteti. Questa è la nostra calma assoluta di vento.


Il volo iniziato in Austria alle 09.30 è terminato in Italia alle 13.50 in località Belfiore (VR).
Quasi 4 ore e mezza di volo per 250 Km con un consumo di 280 litri di propano.
L'equipaggio mi ha raggiunto circa un'ora dopo il mio atterraggio. Loro hanno fatto qualche chilometro in più.

Per tutto ciò ringrazio:
Rudolf Hofer per la fiducia e l'amicizia dimostratami.
Adolf Gottlicher e Willy Beck per la grande amicizia e le 10 ore ininterrotte di macchina.
Catherine ed Edoardo per avermi permesso di fare una simile esperienza.
La COOP per il pallone.
Paolo Barbieri
N.di R. Paolo Barbieri è stato il primo campione italiano di volo in mongolfiera.
Appassionato di volo in mongolfiera gestisce una scuola di volo vicino a Bologna.
Ha organizzato il più grande raduno di mongolfiere mai visto in Italia (circa 50 palloni a Modena) e organizza regolarmente il raduno di Parma.

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