Antonio Bavusi è il rappresentante espresso dal WWF Italia eletto nel consiglio direttivo dell'Ente Parco Nazionale del Pollino. Ecco alcune delle sue recenti prese di posizione su temi di stretta attualità per la gestione del Parco concordati con tutte le sedi del WWF ricadenti all'interno del Pollino Calabrese e Lucano

Mauro Tripepi
Presidente Ente Parco Nazionale del Pollino
ROTONDA

Caro Presidente,

Sulla Variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Pollino predisposta dalla Regione Basilicata, non ho condiviso la tua decisione di ritirarla dalla discussione per il parere della Commissione Tecnica Consultiva, dopo che con la richiesta da me fatta con nota del 8.3.2001 vi era stata inserita nell'o.d.g. nella prima seduta utile. Considero ciò un grave errore.

La Commissione Tecnica Consultiva, di cui faccio parte, coerentemente con le proprie funzioni, avrebbe potuto esprimere un parere tecnico evidenziando le implicazioni che la Variante al P.T.C. può comportare nella gestione del parco con la conseguente confusione tra normativa nazionale e quella regionale.

Si sarebbero potute esaminare le implicazioni e produrre le dovute osservazioni.

Il Consiglio Direttivo, nonostante la tua intenzione, in realtà non è stato investito della questione non potendo "produrre osservazioni" entro il termine ultimo del 5 aprile scorso in base alla nota di trasmissione da parte del Dipartimento Ambiente e Territorio, Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio n. 4492 del 28.2.2001 (rubricato con protocollo dell'Ente Parco 5.3.2001 n.1805) della Deliberazione n. 2515 del 22.11.2000 di adozione da parte della Giunta Regionale della Variante al P.T.C.

L'esame della Variante al P.T.C. da parte del Direttivo avrebbe consentito di "ribattere" alle valutazioni politiche della Giunta della Basilicata. Come ho avuto modo di affermare nel Consiglio Direttivo in occasione della discussione sul Piano del Parco, esse in realtà vanno considerate un vero e proprio attacco politico al Parco ed ai suoi Organi, espropriati delle loro attribuzioni affidate dalla legge.

Così il Parco non ha potuto "prendere una posizione" (anche pubblica) nei confronti della Giunta Regionale della Basilicata, esigendone il giusto rispetto e la credibilità istituzionale. Ciò non è avvenuto per ragioni che posso solo intuire e che invece gradirei confrontare.

È possibile tuttavia fare ancora qualcosa prima della definitiva approvazione della Variante al PTC in Consiglio regionale, chiedendo un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata e con i Presidenti delle Commissioni consiliari competenti (Politica Istituzionale, Attività Produttive, etc) per affrontare come merita il tema politico e quello dei contenuti della "variante al PTC", nel rispetto dei reciproci ruoli istituzionali. In caso contrario assisteremmo come è facile intuire ad una delegittimazione e deregolamentazione continua del parco.

Entrando nei contenuti della Variante al Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Basilicata (esso ha valenza di Piano Paesistico), dopo oltre un decennio ridisegna una normativa "più permissiva" nelle zone di maggione valenza paesistica e ambientale, ed effettuerebbe in alcuni casi "sanatorie" di opere già realizzate o senza il nulla osta del parco.

Ciò a parere mio avviene senza tener conto della zonazione del parco e dei suoi organi (questo è anche un giudizio politico), dei SIC e delle ZPS perimetrate dalle Regioni, attuando norme in contrasto con le misure di salvaguardia in vigore e frammentando in maniera grave ed irreversibile il territorio del parco dal punto di vista normativo e territoriale.

È evidente che lo scopo della variante al P.T.C. è quello di prefigurare (e sanare) una situazione di fatto, prima della predisposizione ed adozione del Piano per il Parco, che registra una "scontata" battuta d'arresto (su questo diò dopo). Il Parco non può rimanere passivo e senza una propria strategia come purtroppo sta facendo su argomenti di tale portata!.

Insomma un quadro non roseo sul quale ho richiesto ai colleghi Consiglieri del Direttivo di farsene carico con la massima attenzione e vigilanza.

Per quanto riguarda il Piano del Parco, la Società Bonifica a cui è stato affidato l'incarico nel maggio 1999, è in ritardo nella consegna di alcuni elaborati tecnici (termine ultimo giugno 2001) e appare inadempiente rispetto ad alcune norme contrattuali previste nel capitolato di gara e convenzione (coinvolgimento e marketing istituzionali: su questo argomento si è tenuto un Consiglio Direttivo anche su mia sollecitazione, per accelerare gli iter e derimere eventuali difficoltà).

Chi da tempo avrebbe potuto e dovuto suonare il "campanello di allarme", non l'ha fatta!. I ritardi e le omissioni - come è evidente - finiscono (consapevolmente o inconsapevolmente) quasi sempre per favorire progetti ed opere che procureranno danni e problemi futuri al parco!.

La Variante al PTC tenderebbe a rendere praticabile una programmazione regionale nel Parco Nazionale del Pollino (oggi le sinistre lo chiamano federalismo!) con gli immancabili interventi infrastrutturali e progettuali (è singolare che la stessa Società Bonifica si sarebbe aggiudicata uno studio di fattibilità commissionatole dalla Regione Basilicata nell'ambito delle Azione Turismo per il collegamento denominato Murgia-Pollino).

Il Consiglio Direttivo ha dato mandato al Direttore del parco nell'ultima seduta del Consiglio Direttivo del giorno 7 aprile di convocare i responsabili della Società per verificare le azioni da intraprendere. Non bisogna perdere altro tempo chiedendo alla società incaricata precisi impegni (o giustificazioni) anche sulle eventuali inadempienze contrattuali.

In merito alla bozza del Piano del Parco, ho avuto modo di constatare come, incredibilmente, diverse ZPS e SIC (altre riguardano le zone 1 del DPR 15.11.93) fossero ignorate. È paradossale che la Società Bonifica incaricata dal Parco sottoponga invece queste aree a logiche che con il tempo ne svilirebbero i valori naturalistici (si badi, i SIC e le ZPS sono stati indicati e deliberati dalle Regioni !). Tale logica rischia inoltre di aprire contenziosi (veri o presunti) in sede di successiva adozione ed approvazione del Piano del Parco da parte delle Regioni, aprendo la strada ad inevitabili ulteriori ritardi procedurali funzionali ad interventi oggi solo velati (vedasi asse di sviluppo Terranova-San Lorenzo Bellizzi, patti territoriali, etc).

Alcuni comuni hanno richiesto il ridimensionamento territoriale di una parte importantissima del parco (gran parte delle Rikserve del Lao e dell'Argentino) dando "voce" agli oppositori "storici" del parco (di recente purtroppo è in ripresa il bracconaggio). Infatti un capriolo sarebbe stato ucciso e alcuni giovani lupi avvelenati con altri atti criminali ai danni del parco (su questi episodi sono in atto indagini).

È necessario non sottovalutare tale situazione intensificando il dialogo con la Regione Calabria e con gli Enti Locali affinchè isolino queste anacronistiche azioni criminali che avvengono quasi sempre, come purtroppo la storia del parco insegna, in concomitanza di scelte territoriali ed in presenza di "progetti ed interventi" distruttivi per Pollino, spesso proposti anche da enti pubblici.

Spero che il Parco Nazionale del Pollino sappia uscire "indenne" dall'attuale e difficile fase, per riprendere con rinnovato vigore il suo ruolo con l'impegno e la collaborazione di tutti gli Organi del Parco ma anche degli enti locali, territoriali e regionali.

È necessario dare "visibilità" alla gestione del parco, ponendo la tutela e la conservazione dei valori naturali al primo posto, restituendone la "credibilità" necessaria per dare fiducia alle Comunità ed impulso allo sviluppo del Pollino.

Potenza, 11.4.2001

Antonio Bavusi
Consigliere del Direttivo
Ente Parco Nazionale del Pollino


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