Comunicati stampa - 2000
Gli sgravi agli autotrasportatori sono un grave errore

GIORNATA EUROPEA SENZ'AUTO: VENERDI IL WWF CONSEGNERA' LE 20.000 FIRME RACCOLTE PER LA PETIZIONE SULLA MOBILITA' SOSTENIBILE

WWF: "Gli sgravi agli autotrasportatori sono un grave errore, vanno nella direzione opposta"

Venerdi 22, in occasione della Giornata Europea senz'auto, un gruppo di bambini dei Panda Club, le classi associate al WWF (impegnate quest'anno sui temi del traffico e della mobilita' con la campagna "Straffichiamoci"), consegneranno a Palazzo Chigi, all'arrivo dei ministri impegnati nel Consiglio dei Ministri, le 20.000 firme della petizione lanciata da WWF e Federtrasporti per la mobilita' sostenibile. Presenti il Presidente del WWF Fulco Pratesi e il Presidente di Federtrasprti, Enrico Mingardi. Nella petizione si chiede al Governo di stanziare nella prossima finanziaria 5.000 miliardi per la rottamazione dei vecchi autobus e per realizzare reti di tranvie e metropolitane, e di finanziare la legge 366/98 sulla mobilita' ciclistica. Cio' permetterebbe all'Italia di realizzare una rete ciclabile di almeno 10.000 chilometri. Il WWF e' pero' critico con il Governo per gli sconti concessi agli autotrasportatori sul gasolio. "Si tratta di un grave errore che non va certo nella direzione della mobilita' sostenibile, che dovrebbe prevedere il passaggio delle merci dalla gomma alla ferrovia - ha sottolineato Anna Donati, Responsabile Trasporti del WWF - Chiediamo che almeno questo bonus venga concesso anche per il trasporto collettivo, oggi in difficolta' per l'aumento del petrolio".

Roma 19 settembre 2000

WWF Italia


Oasi verso i 300 ettari

Domenica 17 settembre l’Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi riapre i battenti alle visite dopo il consueto periodo di chiusura estiva per evitare qualsiasi disturbo alle specie in nidificazione. La famiglia dell’Oasi ha continuato a crescere con la nidificazione, oltre le consuete nitticore, garzette ed altre numerose specie, di tre coppie di airone cenerino, le uniche accertate per la Regione Marche. Purtroppo anche quest’anno l’Oasi riapre con una estensione di soli 18 ettari con la Giunta Provinciale che ne ha però approvato l’ampliamento su circa 260, che verrà probabilmente applicato entro la fine dell’anno.

Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi
verso i 300 ettari di natura protetta

Domenica prossima, alle ore 09.00, l’Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi riapre i battenti alle visite, dopo la consueta chiusura estiva necessaria al fine di evitare qualsiasi disturbo agli animali durante il periodo di nidificazione e per consentire l’esecuzione dei lavori di manutenzione delle strutture presenti.
Quest’anno, infatti, nel lago dell’Oasi hanno nidificato tre coppie di airone cenerino, con 10 piccoli involati, in aggiunta alle consuete coppie di nitticore, garzette, e tarabusini. Si sono registrati durante il periodo estivo avvistamenti faunistici eccezionali come la presenza di diversi individui di cavaliere d’Italia, di airone rosso e di sgarza ciuffetto. Purtroppo anche quest’anno l’Oasi riapre alle visite con una superficie di soli 18 ettari con le doppiette dei cacciatori appostate ai suoi confini pronte a far fuoco sugli animali che oltrepassano il divieto di caccia.
A riguardo si sono registrati alcuni passi positivi verso l’estensione con la recente deliberazione della Giunta Provinciale di procedere all’ampliamento dell’area a circa 250 ettari, concedendo però ai cacciatori ai confini dell’Oasi una zona di addestramento cani da caccia. Nella nuova perimetrazione dell’Oasi individuata dall’Assessorato Caccia verrà probabilmente escluso un appostamento fisso di caccia situato all’interno del Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale. La Provincia di Ancona risponde finalmente alle richieste degli ambientalisti preoccupandosi però di salvaguardare l’interesse anche di un singolo cacciatore.
Il mondo venatorio sta facendo di tutto pur di non concedere l’estensione dell’area protetta arrivando a dire che non è una superficie agro-silvo-pastorale solamente perché il Sindaco di Jesi nel 1996, al fine di tutelare i visitatori dell’area didattica, con una ordinanza ha imposto il divieto di esercizio venatorio in base alle leggi che vietano la caccia nei parchi pubblici e privati, nei parchi storici ed archeologici e nei terreni adibiti ad attività sportive. La superficie dell’Oasi secondo i documenti catastali è attualmente un’area agricola e boschiva e fino ad oggi normalmente coltivata dall’Az. Agraria Comunale con l’esecuzione delle attività didattiche lungo i sentieri dell’Oasi, all’interno del bosco ripariale e al lago della garzaia senza alterare le caratteristiche agro-silvo-pastorali dell’area.
L’Oasi WWF di Ripa Bianca, a causa dei lavori in corso per la manutenzione di uno scarico della zona industriale Zipa e della ristrutturazione della casa colonica, verrà aperta alle visite il sabato pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e la domenica dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00 con ingresso gratuito. Alla domenica mattina si effettuano visite guidate a pagamento (per i soci WWF le visite sono gratis).
Il WWF sarà soddisfatto il giorno in cui saranno affisse le tabelle del divieto di caccia per un’Oasi di 300 ettari e riconfermata la gestione in relazione ad una corretta ed obiettiva valutazione dei risultati ottenuti nei primi tre anni di gestione da parte dell’Associazione.

Jesi, 16/9/2000

WWF Marche


I limiti dello sviluppo per la bassa valle dell'Esino

Il dibattito in Consiglio regionale sul rinnovo della concessione alla raffineria API da parte del Ministero dell’Industria fino al 2020 ha riproposto il problema del futuro della bassa valle dell’Esino e l’incompatibilità della raffineria API di Falconara con il territorio. Nonostante l’approvazione della mozione di maggioranza è risultata evidente, in particolare dagli interventi dei diversi Consiglieri del centrosinistra, la divergenza di opinioni sulla incompatibilità dell’impianto petrolchimico con l’area riconosciuta ad elevato rischio di crisi ambientale e l’opportunità di avviare un percorso che assicuri con tempi certi la chiusura e la dismissione della raffineria. Solo Rifondazione Comunista e Verdi hanno sostenuto con convinzione la tesi della incompatibilità ricordando gli impegni assunti nel programma elettorale da tutto il centrosinistra. La maggioranza delle altre forze politiche ha sostenuto la tesi di una verifica della dichiarata incompatibilità e l’opportunità di realizzare tutti gli interventi per la messa in sicurezza dell’area interessata dalla raffineria, prevedendo lo spostamento della ferrovia, rivedendo i piani di sviluppo dell’areoporto, delocalizzando gli insediamenti civili più prossimi agli impianti dell’API. Tutto potrebbe e dovrebbe essere quindi delocalizzato tranne la raffineria, con l’obiettivo prioritario della compatibilità e sicurezza dell’impianto. Questa posizione ha sicuramente tranquillizzato i lavoratori dell’API presenti in Consiglio regionale sull’ipotesi di dismissione dell’impianto ma non risolve i problemi che hanno fino ad oggi giustificato il riconoscimento della bassa valle dell’Esino come area ad elevato rischio di crisi ambientale, mentre in prospettiva li rende ancora più gravi ed irrisolvibili. Il triangolo di territorio compreso tra Ancona, Jesi e Falconara è un’area strategica per la nostra regione, come ha evidenziato il Sindaco di Ancona sulle pagine del Messaggero. Un area nella quale si concrentrano tutte le principali infrastrutture per il trasporto di merci e persone (aeroporto, autostrada A14, Strada Statale 16 Adriatica, Strada Statale 76 Ancona - Fabriano, linee ferroviarie Ancona - Bologna ed Ancona - Roma, il Porto di Ancona), tre centrali per la produzione di energia, (API di Falconara, Sadam di Jesi, Enel di Camerata Picena), le aree industriali, artigiani e commerciali di Chiaravalle, Monsano e Jesi. A tutto questo si dovrebbe aggiungere il già previsto interporto di Jesi e la terza corsia dell’Autostrada A14 auspicata da molti come unica soluzione al rischio incidenti e volume di traffico. Tutte queste infrastrutture dovrebbero convivere in una porzione di territorio definito e limitato la cui capacità di sopportarne il carico e gli impatti ambientali risulta già insufficiente e superata, giustificando il riconoscimento dell’elevato rischio di crisi ambientale dell’area. Tutte queste infrastrutture sono progettate, realizzate e gestite senza coordinamento, da Enti pubblici e privati che troppo spesso non dialogano tra loro mentre ognuno rivendica l’urgenza e la priorità dei propri progetti ed interventi di potenziamento e crescita, senza alcuna valutazione della loro complessiva sostenibilità ambientale. Lo sviluppo della bassa valle dell’Esino sembra quindi inesorabilmente guidato da una sola logica comune e condivisa, realizzare senza limiti di tutto e di più. Una logica suicida che ignora colpevolmente gli effetti sull’ambiente, la salute e la qualità della vita dei cittadini che in questa parte di territorio risiedono o lavorano. Solo gravi, palesi e drammatiche emergenze riportano l’attenzione generale sui limiti di questo modello di sviluppo. E’ successo per il grave incidente del 25 agosto 99 alla raffineria API di Falconara, si è riproposto in occasione del conto dei morti da incidenti stradali sull’autostrada A14. Minore attenzione si ha invece per il superamento dei limiti di legge degli inquinanti nell’aria, nell’acqua, nel suolo o da rumore, in questo caso le vittime e gli effetti sulla salute e l’ambiente sono mascherate dal tempo. Nonostante le periodiche emergenze e le conseguenti proteste e polemiche, la logica con cui si vuole governare quasta parte del territorio, di cui si è riconosciuto l’elevato rischio di crisi ambientale, sembra però destinata a non cambiare. Nessuno appare consapevole che un serio piano di risanamento ambientale non potrà prescindere dalla decisione di ridurre le fonti di inquinamento e gli impatti delle attività antropiche presenti sul territorio. A qualche infrastruttura si dovrà quindi rinunciare, si tratta allora di decidere cosa deve essere dismesso o non realizzato in relazione agli interessi generali della collettività e alle scelte strategiche di sviluppo della nostra regione. Al di là dei problemi di sicurezza interni ed esterni, la raffineria API rappresenta per questo oggi una ipoteca su tutto il territorio della bassa valle dell’Esino che deve essere liquidata se vogliamo realmente cogliere a pieno le opportunità di sviluppo che questa parte di territorio deve assicurare per la nostra regione. Prevedere nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale la realizzazione di tutte le infrastrutture programmate e contestualmente lo spostamento della ferrovia, la variazione delle direttrici di volo per l’aeroporto, la delocalizzazione degli insediamenti civili, pur di evitare la necessaria dismissione dell’impianto petrolchimico limitandosi a mettere virtualmente in sicurezza l’area immediatamente confinante è un evidente imbroglio. Usare il ricatto occupazionale, contrapponendo il diritto al lavoro dei dipendenti API con il diritto alla salute dei cittadini, per difendere una industria insalubre la cui presenza è ormai incompatibile con il territorio è cinico e disonesto. La Regione Marche ha oggi gli strumenti e le risorse per avviare subito un processo di risanamento ambientale dell’area, valutando tempi, modalità e costi per la dismissione della raffineria con le necessarie garanzie per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, verificando la compatibilità di tutte le infrastrutture previste nel territorio. I 700 milioni destinati ad ENEA ed ARPAM, per il piano di risanamento ambientale, devono produrre per questo soluzioni concrete e non inutili montagne di carte, dati e studi. I cittadini di Falconara e della bassa valle dell’Esino attendono interventi reali e soluzioni credibili per rendere sostenibile e civile la qualità della loro vita quotidiana.

Macerata, 27/7/2000

WWF Marche


Gli Ambientalisti sono sempre propositivi!!!

Il WWF non ci ha ripensato, ha assunto da almeno 3 anni una posizione sull'Interporto ed è sempre rimasta la stessa: "per un corretto uso del centro intermodale come strumento di scambio gomma-rotaia per il trasporto delle merci. Il WWF Jesi contesta non tanto l'opera in se, quanto la sua localizzazione". I migliaia di visitatori del sito della sezione (www.wwf.it/jesi), che proprio in questi giorni ha raggiunto quota quattromila, ed i soci WWF della Vallesina lo sanno bene.

Gli ambientalisti sono sempre propositivi e in questo caso riteniamo utile:
1. Un limite massimo nella quantità di trasporti su gomma
Tale limite dovrà essere fissato sia in percentuale che in valore assoluto sul traffico totale dell'Interporto e determinato in funzione dei valori degli altri interporti. L'obiettivo è la decongestione delle rete stradale e autostradale e la realizzazione di un vero centro di scambio gomma-rotaia.
2. Avvio dell'uso dell'Interporto soltanto dopo la realizzazione del raddoppio Orte-Falconara
3. I trasporti oltre una certa distanza devono viaggiare solo su rotaia
4. I trasporti percorribili su rotaia non possono viaggiare su strada
In particolare tutte le merci per e dal porto di Ancona e dall'aeroporto di Falconara dovranno viaggiare su rotaia.
5. Le zone destinate a verde devono essere completamente rimboscate
Il progetto attuale del verde, costituito da prato e filari di alberi, dovrà essere sostituito con zone completamente rimboscate. L'obiettivo è di porre freno all'inquinamento, alla fuoriuscita delle polveri, del rumore e migliorare l'impatto visivo evitando che le zone verdi vengano utilizzate per altri fini.

Le ferrovie assicurano il loro ingresso a parole? I TIR invece viaggeranno realmente e aumenteranno secondo lo studio della società Interporto Marche S.p.A. del 50%, non c'è altro da dire per capire che l'inquinamento aumenterà in modo significativo grazie anche alle tre centrali Turbogas, all'API etc. etc..,
Non basta dire che ci saranno anche i treni, bisogna assicurare una soglia minima percentuale e in valore assoluto rispetto al traffico su gomma.
Mini-Interporto? Controllando le dimensioni degli altri interporti si può rilevare che aree industriali ben più importanti delle nostre, hanno interporti ben più limitati.

Se volete esprimere la vostra opinione abbiamo fatto aprire un gruppo di discussione sull'argomento, l'indirizzo è
italia.jesi.nointerporto.

Jesi, 26/7/2000

WWF Jesi e Vallesina


No all'Autoporto della Coppetella

"La razionalizzazione dei processi di raccolta e distribuzione delle merci, con l’utilizzo di tecniche intermodali tende a determinare una riduzione complessiva dei livelli di mobilità stradale e quindi minore inquinamento atmosferico e ridotto impatto ambientale, migliori livelli di sicurezza, riduzione di incidentalità, ecc.."
Ma sarà così anche per l’Interporto di Jesi? A noi non sembra e vi spieghiamo il perché. Maggiori informazioni sul nostro sito all’indirizzo www.wwf.it/jesi

NO ALL’AUTOPORTO DELLA COPPETELLA

1. Aumento del traffico su gomma e quindi dell’inquinamento Avrete sicuramente notato che fanno parte della società Interporto Marche Spa gli autotrasportatori e non le Ferrovie dello Stato, non vi sembra quantomeno strano? Le FS negli ultimi anni hanno realizzato scali merci a Jesi, Chiaravalle, Fano, Pesaro… investendo molto ed ora pensate che lasceranno morire tutto per movimentare le merci nell’Interporto di Jesi? Le FS realizzano binari che entrano dentro le fabbriche che assicurano traffico merci su rotaia, come alla Fiat trattori di Jesi (New Holland), e non dei megacentri da 74 ettari. Si diceva della riduzione del traffico su gomma, bene, secondo un loro studio l’aumento previsto dei veicoli sulla S.S. 76 bis sarà di 900 al giorno fino al casello autostradale che dista 12 chilometri dal centro intermodale, il 50% di veicoli in più. Non c’è male! E poi il problema è un altro, l’inevitabile ed innegabile aumento di inquinamento, quantomeno locale, avverrà in una zona ad ALTO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE, ed anche se in futuro questa dicitura verrà eliminata rimane il fatto che la zona è già fortemente degradata. Per far funzionare il cosiddetto corridoio adriatico è indispensabile avere il raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara, solo in minima parte realizzata, quindi il traffico trasferibile su rotaia, sempre secondo i documenti del progetto Interporto di Jesi, è troppo basso e si aggira tra il 14 e il 25%. In America e Germania, ad esempio, il trasporto merci avviene per l’80% con i treni! Ma ancora, il progetto prevede che oltre i tre lotti necessari per completare l’opera, sarà possibile un’ulteriore aumento delle infrastrutture per il trasporto gomma-gomma. Per tutti questi motivi si dovrebbe parlare di autoporto e non interporto!
2. Aumento del rumore
3. Produzione di polveri
4. Eccessiva illuminazione notturna
5. L’area è sottoposta a tutela paesaggistico-ambientale
6. L’area è di interesse archeologico
7. Il settore agricolo della zona è già debole
8. Il consumo del suolo è spropositato
9. L’occlusione della visualità
10. Opera antieconomica che non porterà benefici ambientali
(prerogativa di ogni Interporto)

Siamo quindi contrari alla sua localizzazione nella bassa Vallesina e crediamo che debba essere dislocato in un’area più vicina al porto. Per tutti questi motivi noi chiediamo ufficialmente, e se non bastasse inizieremo una raccolta di firme, delle assicurazioni da parte della società realizzatrice dell’opera:

1. Un limite massimo nella quantità di trasporti su gomma
2. Avvio dell’uso dell’Interporto soltanto dopo la realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara
3. I trasporti oltre una certa distanza devono viaggiare solo su rotaia
4. I trasporti percorribili su rotaia non possono viaggiare su strada
5. Le zone destinate a verde devono essere completamente rimboscate


Se volete esprimere la vostra opinione abbiamo fatto aprire un gruppo di discussione sull’argomento, l’indirizzo è
italia.jesi.nointerporto
Maggiori informazioni su WWF Jesi on line: www.wwf.it/jesi - Interporto

Attenzione: il WWF è un'associazione di Volontariato apartitica, si prega di rispettare i concetti espressi. Grazie.

Jesi, 19/7/2000

WWF Jesi e Vallesina


Oasi - Una Patata Bollente nelle mani di Polita

Il WWF commenta come incomprensibili e ingiustificate le valutazioni del Sindaco di Jesi sul progetto di recupero della casa colonica nell’Oasi di Ripa Bianca. L’eccessivo costo della bioarchitettura appare solo un alibi per nascondere l’imbarazzo del Comune di Jesi per la gestione dell’Oasi a cura del WWF con un costo politico per la maggioranza di centrosinistra che il Sindaco Polita giudica evidentemente eccessivo.

OASI WWF RIPA BIANCA DI JESI
UNA PATATA BOLLENTE NELLE MANI DI POLITA

Risulta incomprensibile e priva di una seria giustificazione l’autocritica ed il relativo pentimento del Sindaco di Jesi, Polita, per il progetto di recupero della casa colonica all’interno dell’Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi. Che si trattasse di un progetto sperimentale di recupero dell’immobile con tecniche di bioarchitettura e l’utilizzo di tecnologie per le energie rinnovabili era noto al Sindaco fin dalla presentazione della scheda preliminare alla Regione e all’Unione Europea da parte della Sua Amministrazione comunale. Che il progetto comprende complessivamente non solo il recupero dell’immobile ma anche il completamento del progetto avviato nel 1997 per l’istituzione dell’Oasi del WWF, con il recupero dei 18 ettari di proprietà comunale e l’allestimento di strutture per la corretta e sostenibile fruizione da parte del pubblico, è cosa altrettanto nota al Sindaco Polita. La caratteristica di progetto sperimentale ed innovativo ha consentito da parte dell’Unione Europea un finanziamento al 95% in Obiettivo 2, una percentuale di finanziamento dall’Europa straordinaria se pensiamo che di norma difficilmente si supera la quota del 50%. Gli investimenti per il recupero della casa colonica erano inoltre fondi vincolati per interventi di carattere ambientale per la promozione del turismo naturalistico, nessuno spreco di risorse quindi ma solo la corretta attuazione delle direttive comunitarie. Il progetto è stato valutato positivamente non solo dall’Amministrazione comunale di Jesi ma anche dalla Regione Marche che lo ha sostenuto con convinzione presso l’Unione Europea. Il WWF, su richiesta formale del Comune di Jesi, ha contribuito gratuitamente alla redazione di parte del progetto e ne realizzerà il terzo e quarto stralcio assicurando la realizzazione di opere il cui valore supera sicuramente l’investimento finanziario richiesto ed ottenuto. Da parte sua l’Amministrazione comunale si era impegnata formalmente al rinnovo della convenzione al WWF per la gestione dell’Oasi per un periodo di dieci anni, convenzione ad oggi sospesa per l’opposizione alla richiesta di ampliamento del divieto di caccia da 18 a 300 ettari.
L’attuale pentimento del primo cittadino di Jesi può allora trovare una valida giustificazione esclusivamente nell’elevato costo politico che la maggioranza di centrosinistra ha pagato sulla intera vicenda dell’istituzione dell’Oasi Ripa Bianca di Jesi e della relativa gestione a cura del WWF. Sull’Oasi del WWF si è consumata una frattura forse insanabile nella vecchia maggioranza che governava il Comune di Jesi e che a suo tempo ha approvato anche il contestato progetto di recupero della casa colonica. La piccola area protetta sul fiume Esino ha indubbiamente creato e crea al Sindaco Polita troppi problemi rispetto al ritorno di immagine che ha comunque fino ad oggi assicurato. Per il WWF le parole del Sindaco di Jesi sono una delusione e la riprova della superficiale sensibilità e scarsa attenzione ai temi dell’ambiente da parte di un Centrosinistra sempre più povero di valori e di idee. Il WWF ha in questi anni con convinzione investito sull’Oasi di Ripa Bianca tempo e risorse molto superiori ai contributi finanziari concessi dagli Enti pubblici, grazie all’impegno dei propri dipendenti, consulenti, volontari e dei numerosi ragazzi che presso l’Oasi hanno svolto il loro servizio civile. Il WWF resta convinto che Ripa Bianca meritasse una adeguata tutela e valorizzazione, nella memoria di Sergio Romagnoli, un amico che alla salvaguardia del fiume Esino aveva dedicato molto tempo della sua breve vita.
Poco o nulla di quanto realizzato in questi anni dal WWF è stato pubblicamente riconosciuto ed apprezzato dal Sindaco Polita, che oggi riconosce come un errore l’investimento del Comune di Jesi per l’Oasi di Ripa Bianca. Diversamente pensano le migliaia di cittadini che nell’Oasi del WWF hanno trovato una occasione di svago e di avvicinamento alla natura, una riconquista del fiume Esino abbandonato in altri tratti ad un irreversibile degrado. Presto l’Oasi di Ripa Bianca diventerà la prima Riserva naturale regionale delle Marche e la casa colonica recuperata con le tecniche della bioarchitettura e l’applicazione delle tecnologie per una energia rinnovabile e non inquinante ne sarà il qualificato centro visite, centro di educazione ambientale, centro recupero per la fauna selvatica, centro di ricerca per la tutela dell’ambiente. Siamo certi che quando il progetto sarà concluso Ripa Bianca di Jesi diventerà un piccolo paradiso naturalistico, sottratto alle doppiette dei cacciatori e restituito alla corretta fruizione di tutti. Saranno in molti allora a rivendicare i meriti del lavoro svolto e dei successi ottenuti, così come sono oggi numerosi coloro che vorrebbero mettere le mani su quanto faticosamente Comune di Jesi, Provincia di Ancona e WWF hanno già insieme realizzato. Oggi prendiamo con rammarico atto del pentimento e rimpianto del Sindaco Polita per aver coraggiosamente sostenuto questo progetto.

Macerata, 18/07/2000

WWF Marche


Non fare lo struzzo! Guardati intorno...

Informare e coinvolgere gli abitanti della Vallesina per evitare che tra qualche anno gli effetti dell'inquinamento abbiano effetti devastanti sull'ambiente e di conseguenza sulla salute dell'uomo con allergie, varie forme di tumori, etc...
Non demandare ad altri problemi che sono di tutti e cercare invece di affrontare insieme questioni importanti come: l'area ad alto rischio di crisi ambientale, l'interporto, la turbogas, la raffineria API, lo smog, l'ampliamento dell'Oasi Ripa Bianca e gli incendi boschivi. Si possono trovare maggiori informazioni sul sito Internet della sezione di Jesi all'indirizzo www.wwf.jesi.an.it

NON FARE LO STRUZZO! GUARDATI INTORNO...
RISOLVIAMO INSIEME I PROBLEMI DI TUTTI

E' questa la nuova campagna informativa del WWF Jesi e Vallesina.
L'obiettivo è cercare di coinvolgere i cittadini nelle emergenze ambientali che non possono essere ignorate. Cittadini che hanno bisogno di essere informati e stimolati su ciò che sta avvenendo nella loro città.
Tutti dobbiamo essere coinvolti e tutti dobbiamo essere consapevoli che l'aria che stiamo respirando è sempre più inquinata e che l'ambiente in cui viviamo è sempre più a rischio di crisi ambientale. Non è il solito problema dell'effetto serra, di cui ognuno di noi è comunque responsabile per la sua parte, stiamo parlando della Valle dell'Esino, della terra in cui viviamo! Dobbiamo agire tutti insieme! Non possiamo delegare ad altri questioni che riguardano la nostra salute, ma intervenire in prima persona per cercare di risolverli. In uno stato democratico ogni cittadino, istituzione, associazione è tenuto a sapere e ad intervenire per le forze che può mettere a disposizione della città.
La nostra visione della realtà ci dice che non è sufficiente vivere alla giornata, lavorando per portare a casa lo stipendio, dobbiamo lasciare questa terra ai nostri figli, a quelli che verranno e che razza di terra vogliamo lasciare?

Nel cartellone pubblicitario, posto lungo il Viale del Lavoro all'incrocio con Via San Giuseppe, abbiamo voluto anche dare alcuni esempi di quali sono i problemi da affrontare, non è un elenco esaustivo, ma ha lo scopo di suscitare l'interesse degli jesini e di avvicinarli alle tematiche ambientali seguite dalla sezione locale WWF Jesi e Vallesina.

Bassa Vallesina Area ad alto rischio di crisi ambientale: in seguito al pronunciamento del consiglio regionale nell'ultima seduta della scorsa legislatura è ora necessario dare attuazione al piano di risanamento, vero banco di prova del nuovo consiglio regionale. Aderire al WWF aumenta la capacità di pressione dell'associazione sugli organi istituzionali regionali.

Interporto: l'obiettivo di ogni interporto è quello di ridurre l'inquinamento, noi crediamo che l'effetto dell'opera di Jesi sarà opposta. Come si può leggere dai documenti dell'Interporto il traffico su gomma, quantomeno locale, aumenterà in modo smisurato peggiorando una situazione già critica. Poi si hanno anche altri problemi come l'aumento dell'inquinamento acustico, della produzione di polveri, del consumo di suoli.
Siamo quindi contrari alla sua localizzazione nella bassa Vallesina e crediamo che debba essere dislocato in un'area più vicina al porto. Le nostre proposte sono comunque: di porre un limite massimo nella quantità di trasporto merci su gomma, nell'avvio dell'uso del centro soltanto dopo il completo raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara, di evitare che trasporti oltre una certa distanza o che possono essere fatti su rotaia avvengano su gomma e che le zone destinate a verde vengano riempite di alberi.
Maggiori informazioni all'indirizzo www.wwf.jesi.an.it cliccando su Interporto
Dai la tua opinione sul newsgroup italia.jesi.nointerporto

Turbogas: una struttura alle porte della città che contribuirà, insieme a quella di Falconara e Camerata Picena, all'aumento degli agenti inquinanti. Oltretutto, secondo lo studio commissionato dal Sindaco, saturerà i livelli di tolleranza dell'ambiente, in realtà già oggi superati, obbligandoci a non poter più rilasciare autorizzazioni per l'insediarsi di nuove imprese che potrebbero portare posti di lavoro. Invitiamo all'uso delle energie alternative.
Maggiori informazioni all'indirizzo www.wwf.jesi.an.it cliccando su Turbogas
Dai la tua opinione sul newsgroup italia.jesi.noturbogas

Raffineria API: dopo aver consegnato il Premio Attila 1999 alla raffineria, il WWF chiede ai cittadini di sostenere con tutta la forza necessaria, la richiesta di non rinnovare la convenzione alla raffineria nel momento in cui questa avrà termine e inoltre di cercare fin d'ora una possibile soluzione alla questione, divenuta ora più che mai insostenibile.

Smog: Non bisogna assolutamente sottovalutare il problema dell'inquinamento dell'aria che già si trova a livelli fuori della norma senza che sia stata attivata la centrale Turbogas e nella prospettiva della realizzazione dell'Interporto. Abbiamo superato diverse volte, a Jesi e non a Milano, i limiti massimi di accettabilità di qualità dell'aria e i valori di attenzione, sia d'estate che d'inverno. Il problema esiste già oggi!
Maggiori informazioni all'indirizzo www.wwf.jesi.an.it cliccando su Emergenza Ozono

Ampliamento Oasi Ripa Bianca: da tempo è fermo presso gli organi competenti il progetto di ampliamento da 18 a 300 ettari. Problemi di carattere politico non hanno permesso di sbloccare la situazione. Il successo della Giornata delle Oasi del marzo scorso ha dimostrato l'interesse dei cittadini nei confronti dell'Oasi.
Maggiori informazioni all'indirizzo www.wwf.jesi.an.it cliccando su Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi

Incendi Boschivi: Nelle Marche in 10 anni si contano 1621 incendi, le cui fiamme distruttive hanno percorso una superficie totale di 8385 ettari. Nella nostra provincia il WWF organizza due campi antincendio per il periodo estivo presso il Parco regionale del Conero e presso il Parco regionale della Gola della Rossa; grazie alla campagna "Adotta un bosco" il WWF ha a disposizione un mezzo di supporto per tali attività.
Oltre alla sensibilità necessaria ad evitare gli incendi, come volontari si può partecipare alla prevenzione.
Maggiori informazioni all'indirizzo www.wwf.jesi.an.it cliccando su Antincendio

Per maggiori informazioni rivolgersi alla sezione WWF di Jesi il Mercoledì dalle 18,30 alle 20 o consultare il sito internet www.wwf.jesi.an.it

Attenzione: il WWF è un'associazione di Volontariato apartitica, si prega di rispettare i concetti espressi. Grazie.

Jesi, 16/06/2000

WWF Jesi e Vallesina


Ambiente: la Cenerentola del nuovo governo D'Ambrosio?

Come annunciato dal WWF l'ambiente sarà il tema scottante della legislatura appena iniziata, una variabile imprevedibile o la cenerentola del nuovo Governo regionale guidato da D'Ambrosio ? Il WWF valuta con attenzione la ripartizione delle deleghe e la nascita dell'Assessorato regionale Ambiente e Territorio. Preoccupazione per Cave ed Energia, perplessità per la caccia abbinata all'agricoltura. La maggioranza di centro sinistra sarà subito messa alla prova e chiamata a rispettare gli impegni assunti con gli elettori. L'esclusione dei Verdi dal Governo regionale aumenta le preoccupazioni degli ambientalisti.

AMBIENTE: LA CENERENTOLA DEL NUOVO GOVERNO D'AMBROSIO?

La nave guidata da D'Ambrosio ha finalmente levato le ancore e preso il largo con a bordo tutti gli uomini e le donne del Presidente ! Dalle prime reazioni e commenti alle scelte del Presidente della Giunta regionale appare oggi evidente la conferma di quanto previsto dal WWF nelle ultime settimane: la politica ambientale sarà sicuramente una variabile imprevedibile, difficile oggi dire se sarà la cenerentola, del nuovo Governo regionale. Il WWF non entra certo nel merito delle scelte politiche e della ripartizione delle poltrone, limitando il suo primo commento all'analisi della ripartizione delle deleghe, indicatori obiettivi di quanto l'ambiente potrà pesare nel Governo della nostra regione.
Di sicuro interesse la nascita dell'Assessorato regionale Ambiente e Territorio che riunisce deleghe come la pianificazione territoriale ed urbanistica, la tutela e risanamento ambientale, lavori pubblici e difesa del suolo, risorse idriche, gestione dei rifiuti e Parchi e riserve naturali. Per il WWF si tratta di una importante opportunità per impostare una azione coordinata e integrata tra la gestione del territorio e la tutela ambientale. Roberto Ottaviani come Sindaco di Recanati ha dimostrato una concreta attenzione alle problematiche ambientali, come Assessore regionale all'Ambiente e Territorio il WWF lo attende alla prova dei fatti. Primi segnali arriveranno dalla organizzazione dei servizi ed uffici del nuovo Assessorato, il WWF si attende finalmente la nascita di un "Servizio Conservazione della Natura" dedicato alla gestione delle Aree Protette regionali e alla conservazione della biodiversità.
Preoccupazione del WWF invece per le deleghe alle Attività Estrattive e all'Energia confermate all'Assessorato Industria e Artigianato. Per le cave resta evidente la contraddizione di una loro gestione estranea alla difesa del suolo e alla pianificazione territoriale, per il Governo D'Ambrosio il consumo del nostro territorio sembra essere solo un problema economico da lasciare in mano ai privati. La politica energetica collegata all'industria rinnova gli scenari spettrali delle centrali termoelettriche della bassa valle dell'Esino e la gestione della incompatibilità tra la raffineria API di Falconara con il territorio riconosciuto come area ad elevato rischio di crisi ambientale. Su questi due temi delicati la tutela ambientale rischia seriamente di essere ridotta a cenerentola del nuovo Governo D'Ambrosio.
Gian Mario Spacca, oggi vicepresidente di questa Giunta regionale, ha già in passato ricevuto dal WWF il poco ambito Premio Attila, la speranza è che non voglia nei prossimi cinque anni onorare tale riconoscimento.
Perplessità e preoccupazione del WWF per l'abbinamento della delega alla caccia con l'Assessorato Agricoltura, oggi orfano dell'Assessore Verde Marco Moruzzi. Dall'esperienza pluriennale sulla politica venatoria della nostra regione, caratterizzata dai ricorsi e denunce del WWF, emerge con preoccupazione il peso e il condizionamento dei 35.000 cacciatori nella gestione della fauna selvatica e del territorio. La speranza del WWF è in un maggiore coinvolgimento degli agricoltori nella gestione faunistica del territorio, dove prevalente sia l'investimento sui miglioramenti ambientali rispetto alla dissennata politica del prelievo venatorio. Il WWF è comunque già pronto ad impugnare davanti al TAR un calendario venatorio in contrasto con le direttive dell'Unione Europea.
Perplessità infine per la delega al demanio marittimo, lacuale e fluviale per attività turistico-ricreative svincolata dalla gestione del territorio, dalla difesa del suolo e dalla gestione delle risorse idriche. Unica speranza è una politica collegiale e non settoriale da parte della Giunta regionale per evitare possibili conflitti tra la tutela ambientale e la "valorizzazione" turistica di importanti ecosistemi naturali.
Il WWF vuole infine ricordare al nuovo governo D'Ambrosio che l'ambiente è un interesse diffuso e trasversale della collettività marchigiana. Temi ambientali, prioritari già per i prossimi mesi, saranno in particolare la ripartizione dei Fondi Strutturali dell'Unione Europea nella definizione del DOC.U.P. Obiettivo 2, l'adozione definitiva del Piano Cave e il relativo conflitto con i Siti di Interesse Comunitario (le aree naturali da tutelare in base al programma europeo Natura 2000), l'istituzione di nuovi Parchi e delle prime Riserve naturali (attesa l'istituzione dei Parchi Alpe della Luna, Monte Cucco, Alto Esino e della Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi), l'attuazione della Legge regionale per la difesa del suolo con la redazione dei primi Piani di bacino, l'avvio dei lavori istituzionali per l'approvazione del Piano Energetico Regionale e del nuovo Piano Trasporti.
La meta finale rimane lo "sviluppo sostenibile" di questa regione, uno sviluppo basato sulla valorizzazione del suo immenso patrimonio naturale, storico, culturale. Uno sviluppo che assicuri la tutela e la salvaguardia del nostro paesaggio e territorio troppo spesso violato da cave, strade ed infrastrutture in crescita senza alcuna programmazione. Uno sviluppo che assicuri la creazione di una Rete Ecologica Regionale in grado di connettere tra loro Parchi e Riserve naturali con la finalità di salvaguardare la Natura e la biodiversità insieme alle produzioni tipiche della nostra agricoltura e della zootecnia. Una sviluppo basato sulla promozione di un turismo di qualità e diffuso sul territorio. Uno sviluppo che superi la prassi dell'assistenzialismo diffuso alle imprese, con incentivi per aumentare l'efficienza e la competitività del Sistema marchigiano. Non sarebbe oggi più sostenibile il prevalere di una politica a difesa di un sistema industriale e produttivo che vede ancora nella tutela dell'ambiente solo un vincolo e ne ignora volutamente le opportunità. L'esclusione dei Verdi dal nuovo Governo regionale aumenta per questo le preoccupazioni degli ambientalisti. La politica ambientale del nuovo Governo regionale sarà nei prossimi cinque anni sottoposta ad una attenta, obiettiva, critica e concreta valutazione da parte del WWF, ne riconosceremo e segnaleremo i meriti, ma ne denunceremo con fermezza ed imparzialità i limiti, le lacune e le contraddizioni.

Macerata, 16/05/2000
WWF ITALIA - Sezione regionale Marche


API sconfitta davanti al TAR

L'API esce sconfitta dal confronto davanti al TAR contro il provvedimento della Regione Marche per il riconoscimento della bassa Valle dell'Esino come area ad elevato rischio di crisi ambientale. Il WWF esulta: è stata sconfitta l'arroganza dell'API, vince il diritto all'ambiente e alla salute. Doppia soddisfazione del WWF per la ritrovata unità degli ambientalisti contro l'API. Adesso il nuovo Governo regionale dovrà lavorare per il risanamento ambientale dell'area con la dismissione dell'API.

WITTORIA!
API SCONFITTA DAVANTI AL TAR, ESULTA IL WWF

"Una mezza sconfitta per l'API, una grande vittoria per l'ambiente e il diritto alla salute dei cittadini della bassa valle dell'Esino". Questo il primo commento del WWF al risultato dell'udienza davanti al TAR sul ricorso presentato dalla Società API Raffineria di Falconara contro tutti gli atti amministrativi della Regione Marche, Provincia di Ancona e Comune di Falconara per il riconoscimento della bassa Valle dell'Esino come area ad elevato rischio di crisi ambientale. L'API avendo compreso che il TAR avrebbe sicuramente respinto il ricorso ha ritirato la richiesta di sospensiva limitandosi alla richiesta della procedura d'urgenza per l'esame del ricorso da parte del TAR. Procedura d'urgenza respinta, il giudizio di merito sul ricorso è stato così rinviato al Giugno del 2001. Per l'API è sicuramente una mezza sconfitta, il ricorso resta in piedi ma oggi tutti gli Enti pubblici coinvolti avranno tempo per confermare le procedure fino ad oggi adottate. In particolare la Regione Marche, con il nuovo Governo D'Ambrosio, avrà il tempo per trasformare gli atti amministrativi in atti legislativi rafforzando la volontà di avviare il risanamento dell'area creando così i presupposti per una reale possibile dismissione della raffineria entro il 2012. Con questo risultato si salva anche l'accordo di programma tra Regione Marche e Ministero dell'Ambiente che consentirà l'utilizzo dei 4 miliardi stanziati per l'avvio dello studio per il risanamento dell'area della bassa Valle dell'Esino e per la messa in sicurezza della stessa Raffineria API di Falconara in attesa di una sua futura dismissione. L'API si è trovata sola davanti al TAR contro gli Enti pubblici (Regione, Provincia e Comune), il WWF, la Legambiente e i Comitati dei cittadini di Falconara. Tutti uniti per rivendicare il diritto alla tutela dell'ambiente, il diritto alla salute e il rispetto della qualità della vita per i cittadini della Vallesina. Il ricorso dell'API si è così trasformato per il WWF in una doppia soddisfazione: aver mostrato finalmente il vero volto dell'API, un'azienda che tutela ad ogni costo i propri interessi economici a discapito dell'ambiente e della salute dei cittadini, aver portato in tribunale la Legambiente proprio contro l'API, la Società petrolifera con cui fino ad oggi avevano stretto una tragica alleanza!
Il WWF oggi può esprimere tutta la sua soddisfazione per aver ritrovato uniti gli ambientalisti contro la Raffineria API di Falconara, nella speranza che comune sia anche l'obiettivo finale della dismissione degli impianti e il risanamento ambientale dell'area oggi riconfermata ad elevato rischio di crisi ambientale.

Macerata, 10/05/2000
WWF ITALIA - Sezione regionale Marche


Il Volontariato: una specie in via di estinzione

Con riferimento all'articolo del 22/3/00 intitolato "Parcheggi al posto dei tigli", intendiamo precisare quanto segue. Dove si trova il WWF quando vengono abbattuti i Platani del Viale della Vittoria? La sede del WWF Jesi è in Via Posterma 8 dove ogni Mercoledì dalle 18,30 si svolge la riunione settimanale e si danno informazioni ai pervenuti. Ma è anche rintracciabile via Internet all'indirizzo www.comune.jesi.an.it/wwfjesi dove è possibile verificare l'enorme mole di lavoro portato avanti dai pochi Attivisti che da anni si battono per difendere questa Vallata dai continui soprusi. A tutto questo lavoro che viene svolto dagli Attivisti del WWF di Jesi in modo ASSOLUTAMENTE GRATUITO, oltre al tempo impiegato, spesso, si aggiungono: spese proprie per portare avanti le iniziative, ore perse sul proprio posto di lavoro e attacchi ingiustificati e diffamatori.
IL VOLONTARIATO: UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE
Invece di apprezzare il volontariato ed incentivarlo si cerca di distruggerlo. Come si può pensare che questa città possa crescere se non si appoggia l'impegno delle ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITA' SOCIALE (ONLUS) come il WWF?
Per continuare a fare chiarezza il compito della nostra associazione non è quello di gestire e risolvere i problemi ambientali della città, compito e responsabilità dell'Amministrazione Comunale, ma quello di denunciare i problemi, suggerire soluzioni e collaborare con il Comune assieme con le altre associazioni di Volontariato, alle iniziative di carattere ambientale. Condividiamo assolutamente la denuncia fatta sui platani del Viale della Vittoria, invitiamo, quindi, l'Amministrazione comunale a tornare sui suoi passi e ad integrare tutte quelle aree verdi che possano ospitare più alberi anche per ripristinare il progetto "Una pianta per ogni bambino nato".
Noi per primi denunciamo che ci sono tanti altri problemi che non vengono trattati, quindi invitiamo ogni cittadino che si limita a screditare il lavoro degli altri ad armarsi di pazienza, denunciarli e attivarsi in prima persona per risolverli. Non possono essere soltanto gli Attivisti del WWF a seguire tutte le questioni ambientali, perché se da una parte nella Vallesina ci sono centinaia di iscritti al WWF, dall'altra gli Attivisti sono pochi anche perché in questi anni non si è fatto altro che disincentivare il Volontariato.
Riguardo all'articolo comparso sul Corriere Adriatico mercoledì 22 marzo dal titolo "L'Oasi costa cara", i Volontari ed i Soci del WWF Jesi e Vallesina sono amareggiati ed offesi dalle dichiarazioni diffamanti che screditano l'operato di Volontari che dedicano il proprio tempo e le proprie energie alla salvaguardia dell'Ambiente, bene pubblico che va a beneficio di TUTTI. Per alcune attività specifiche che richiedono precise competenze è più che normale che il WWF utilizzi professionisti retribuiti, che il più delle volte sono anche Volontari dell'Associazione.

"Coloro che hanno poche cose di cui occuparsi parlano molto. Meno uno pensa, più uno parla"
Baron de Montesquieu

Jesi, 30/3/00
WWF Jesi e Vallesina

Attenzione: il WWF è un'associazione di Volontariato apartitica, si prega di rispettare i concetti espressi.


Incontro con il Comune per l'Oasi

Il segretario generale del WWF Italia ha incontrato l'Assessore all'Ambiente del Comune di Jesi per fare il punto sul rinnovo della convenzione con il WWF per la gestione delle attività didattiche nell'area protetta.
Il comune di Jesi ha confermato la volontà di rinnovare la convenzione con il WWF una volta superate le contrapposizioni interne al Consiglio Comunale.
Per adesso si andrà ad una proroga di sei mesi.

Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi
Il segretario generale del WWF
Incontra il Comune di Jesi

La polemica sulla gestione dell'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi diventa un caso nazionale . Il Segretario Generale del WWF Italia, Gianfranco Bologna , ha voluto incontrare l'Amministratore Comunale di Jesi per far il punto sul mancato rinnovo della convenzione con il WWF per la gestione delle attività di Educazione Ambientale nell'area didattica naturalistica creata dal Comune lungo il tratto del fiume Esino , in località Roncaglia , con la diretta collaborazione dell'Associazione Ambientalista .Il Segretario generale del WWF ha confermato l'impegno dell'Associazione per assicurare un'ampia tutela dell'area naturalistica già individuata dalla Regione Marche e dal Ministero dell'Ambiente come sito di interesse europeo per la tutela della Biodiversità.
All'incontro era presente per l'Amministrazione comunale l'Assessore all'ambiente , Cerioni, che ha annunciato la volontà della Giunta comunale di prorogare la gestione dell'area didattica naturalistica al WWF per almeno sei mesi in modo da consentire il completamento dei progetti già avviati ed assicurare la fruizione da parte delle numerose scuole che hanno già prenotato una visita nei prossimi mesi primaverili.
Per un accordo definitivo sulla gestione dell'area didattica naturalistica si confida in un rasserenamento degli animi e diminuzione delle violente polemiche delle ultime settimane grazie ad una iniziativa congiunta tra Comune di Jesi e Provincia di Ancona per assicurare da una parte l'ampliamento dell'area protetta dagli attuali 18 ettari ai futuri 300 ettari come richiesto dal WWF e fornire dall'altra a cacciatori e pescatori garanzie sulla possibilità di continuare a svolgere le loro attività sul fiume Esino , nel tratto compreso tra il territorio jesino e la foce che non verrebbe più trasformato completamente il Parco Fluviale.
Si cerca quindi un compromesso tra la richiesta di salvaguardia della natura e di risanamento ambientale del Fiume Esino e la possibilità di utilizzare tratti significativi del fiume per l'attività venatoria e la pesca sportiva . Il WWF si è dichiarato non contrario ad una ipotesi che assicuri l'ampliamento dell'area protetta a 300 ettari e la sua trasformazione il Riserva Naturale Generale Orientata, lasciando a monte e a valle dell'area protetta aree liberamente aperte alla caccia e alla pesca.

Macerata, 26/2/2000
WWF Italia sezione regionale Marche

Il WWF non ha attaccato l'Amministrazione comunale sullo smog

Il WWF Jesi intende chiarire all'opinione pubblica, che non c'è stato nessun attacco da parte nostra nei confronti dell'Amministrazione Comunale in merito all'emergenza smog. Riteniamo che sia indispensabile che i suggerimenti, i progetti e le iniziative proposte nel nostro comunicato, dell'11 febbraio u.s., vengano realizzati al più presto per fronteggiare l'emergenza, e per far questo non è possibile intraprendere la via delle polemiche, ma soltanto quella della collaborazione.
In particolare vogliamo ribadire che non abbiamo mai scritto, o lasciato intendere, le seguenti frasi:
1. ...il WWF attacca l'amministrazione comunale per la poca attenzione riservata alla delicata questione...
2. Ironizza il Fondo Mondiale per la Natura: "Se qualche assessore vuol vedere come sono fatte, basta andare a Pesaro, dove sono già utilizzate".
3. ...una prima, feroce critica il Sindaco Marco Polita l'ha avuta dal WWF,...
La nostra posizione è completamente diversa, parlavamo, infatti, di CONTRIBUTO per la riduzione dello smog in COLLABORAZIONE con il Comune e non in polemica.
Deve essere ben chiaro che NON SI TRATTA DI UN PASSO INDIETRO, ma della reale posizione della ns. Associazione da sempre volta al miglioramento della qualità della vita e alla difesa della Natura.
Pur non avendo mai risparmiato attacchi all'Amministrazione Comunale quando era opportuno criticarne l'operato, e lo stesso sarà per il futuro, crediamo che sia urgente attivare ogni iniziativa volta alla riduzione dello smog in città e in particolare:
1. sensibilizzazione dei cittadini verso il risparmio energetico e l'istallazione di impianti, familiari o condominiali, ad energia solare, eolica e fotovoltaica;
2. incentivazione dell'utilizzo dei mezzi pubblici e la collaborazione tra i cittadini per utilizzare un numero minore di auto per andare a lavoro;
3. eliminazione di tutti quei semafori che possono essere sostituiti con delle rotatorie di tipo europeo nell'ambito del nuovo Piano Urbano del Traffico per il miglioramento della viabilità (non bisogna andare negli altri stati europei per vedere come sono fatte perché già dalla provincia di Pesaro in su vengono utilizzate con notevoli benefici per la scorrevolezza del traffico);
4. realizzazione di nuovi viali alberati e nuove aree verdi, a questo proposito il WWF Jesi nel suo "Progetto Jesi: Città & Natura" intende creare, in aree interne alla città stabilite dall'Amministrazione comunale, un Giardino Botanico, una Pineta realizzata con la collaborazione dei bambini delle scuole elementari e un Querceto;
5. istituzione di una "Giornata in città senza auto", perché questo è un modo efficace per far prendere coscienza ai cittadini del problema che stiamo vivendo;
6. rendere disponibili i dati in tempo reale delle centraline istallate, direttamente dal sito della rete civica.

Jesi, 18/2/2000
WWF Italia sezione Jesi e Vallesina


Contributo WWF contro lo smog

La sezione WWF di Jesi e Vallesina intende contribuire alla riduzione dell'inquinamento dell'aria con suggerimenti e iniziative da realizzare anche in collaborazione con il Comune. Questo tramite la:
1. sensibilizzazione dei cittadini verso il risparmio energetico e l'istallazione di impianti, familiari o condominiali, ad energia solare, eolica e fotovoltaica;
2. incentivazione dell'utilizzo dei mezzi pubblici e la collaborazione tra i cittadini per utilizzare un numero minore di auto per andare a lavoro;
3. eliminazione di tutti quei semafori che possono essere sostituiti con delle rotatorie di tipo europeo nell'ambito del nuovo Piano Urbano del Traffico per il miglioramento della viabilità (non bisogna andare negli altri stati europei per vedere come sono fatte perché già dalla provincia di Pesaro in su vengono utilizzate con notevoli benefici per la scorrevolezza del traffico);
4. realizzazione di nuovi viali alberati e nuove aree verdi, a questo proposito il WWF Jesi nel suo "Progetto Jesi: Città & Natura" intende creare, in aree interne alla città stabilite dall'Amministrazione comunale, un Giardino Botanico, una Pineta realizzata con la collaborazione dei bambini delle scuole elementari e un Querceto;
5. istituzione di una "Giornata in città senza auto", perché questo è un modo efficacie per far prendere coscienza ai cittadini del problema che stiamo vivendo;
6. rendere disponibili i dati in tempo reale delle centraline istallate, direttamente dal sito della rete civica.

Non bisogna assolutamente sottovalutare il problema dell'inquinamento dell'aria che già si trova a livelli fuori della norma senza che sia stata attivata la centrale Turbogas e nella prospettiva della realizzazione dell'Interporto che ci trova assolutamente contrari non all'opera in se ma alla sua localizzazione. L'aumento di traffico locale di TIR sarà inevitabile a tal punto da rendere vana ogni iniziativa di riduzione dello smog. Per questi motivi ogni intervento che l'Amministrazione comunale intenderà adottare dovrà essere il più incisivo possibile, per non scoprire domani che Jesi ha una concentrazione di malati di cancro superiori alla media e in continua crescita.
Nell'attesa di una risposta da parte del Comune e nella speranza che voglia accettare i nostri suggerimenti, ricordiamo che nei giorni dal 30 Marzo all'11 Aprile si svolgerà al Palazzo dei Convegni la seconda mostra sulle Energie Alternative e sul Risparmio Energetico nell'ambito della serie di mostre per lo Sviluppo Eco-Compatibile.

Jesi, 11/2/2000
WWF Italia sezione Jesi e Vallesina


Tutti a piedi!

Domenica 6 Febbraio, in tutte le maggiori città italiane si svolgerà la prima giornata senza auto.
Questa iniziativa indetta dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con le maggiori associazioni ambientalistiche, che si svolgerà per quattro domeniche consecutive, intende sensibilizzare i cittadini contro il grande problema dell’inquinamento automobilistico.
Anche se il Comune di Jesi non ha aderito, noi speriamo e confidiamo che molte persone di loro spontanea volontà, evitino di prendere l’auto e magari facciano una passeggiata in centro o in periferia verso la campagna, con la propria famiglia, riscoprendo il fascino di camminare osservando lentamente il meraviglioso spettacolo della natura intorno a noi.
Tutto questo non sarà la soluzione definitiva per combattere l’inquinamento esistente, ma, se tutti noi facciamo ogni tanto, il piccolo sforzo di usare il meno possibile l’auto, i valori di Ossido di Carbonio, di Benzene, ecc.,(prodotti responsabili di malattie quali tumori) caleranno almeno del 30-40%.
Inoltre sarà necessaria una politica nazionale basata sull’utilizzo di energie alternative, è per questo che il WWF invita la cittadinanza a partecipare alla Mostra sullo sviluppo eco - compatibile, allestita a Palazzo dei Convegni (dal 30 Marzo al 11 Aprile), che tratterà le tematiche delle energie alternative pulite e risparmio energetico.

lì, 1/2/2000
WWF Italia sezione Jesi e Vallesina


Il futuro dell'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi

Da qualche settimana si è acceso un dibattito pubblico sul futuro dell'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi. Al centro della polemica la legittimità della gestione dell'area da parte del WWF, polemica sollevata da chi si oppone all'ampliamento dell'area protetta e all'istituzione di una Riserva Naturale regionale sul fiume Esino. Nei primi tre anni di gestione il WWF ha raggiunto tutti gli obiettivi previsti dal piano di gestione con risultati evidenti per tutti coloro che con obiettività vogliono valutare il lavoro svolto dall'Associazione. Perchè allora oggi si contesta con argomentazioni generiche la gestione del WWF?

IL FUTURO DELL'OASI WWF RIPA BIANCA DI JESI

Giovedì 27 gennaio presso la sede dell'Assessorato Ambiente della Regione Marche è stata convocata la conferenza degli Enti locali per l'istituzione della riserva naturale orientata nell'area di Ripa Bianca di Jesi, come prevede la Legge quadro regionale n.15/94 sulle aree protette. E' l'ultimo atto di un percorso avviato nel 1997 con l'ideazione e la creazione da parte dell'Amministrazione Comunale di Jesi e del WWF Italia di un'area didattico naturalistica in località Roncaglia dedicata alla memoria del naturalista jesino Sergio Romagnoli. Oggi l'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi è una piccola area protetta di appena 15 ettari che racchiude al suo interno un patrimonio naturale unico in tutto il tratto terminale del fiume Esino, una valore naturalistico già riconosciuto dalla Regione Marche, dal Ministero dell'Ambiente e dall'Unione Europea con l'inserimento dell'area nel programma Natura 2000 con l'individuazione di un Sito di interesse comunitario per la tutela della biodiversità in Europa. Oggi l'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi è un'area visitata da oltre 6000 persone e 4000 alunni delle scuole, un'area naturalistica e ricreativa sottratta al degrado e riconsegnata alla fruizione dei cittadini e intere famiglie di Jesi e Comuni limitrofi; un'area nella quale si progettano e realizzano i primi interventi di ingegneria naturalistica per il risanamento idraulico e ambientale dei fiumi marchigiani; un'area nella quale è in programma un progetto, in colaborazione tra WWF Italia ed ASSAM, per la creazione di una banca genetica per la tutela di varietà di frutti antichi a rischio di estinzione; un'area dove è in corso di realizzazione un progetto sperimentale di recupero di un edificio rurale con tecniche di bioarchitettura approvato dall'Unione Europea, che ha contribuito con un finanziamento dell'Obiettivo 2 per il 95% degli investimenti previsti. L'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi ha nel corso dei suoi brevi tre anni di vita ottenuto il riconoscimento di Oasi di protezione della fauna da parte della Provincia di Ancona e il riconoscimento di CEA (Centro di Educazione Ambientale) dalla Regione Marche. Un'area che potrebbe domani essere ufficialmente riconosciuta anche come la prima vera Riserva naturale regionale istituita dalla Regione Marche, considerando che le riserve naturali di Torricchio ed Abbadia di Fiastra (entrambe nate come Oasi WWF) sono state istituite dallo Stato. Tutti questi obiettivi erano stati pubblicamente annunciati dal WWF nel 1997, con l'avvio della gestione e collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Jesi, obiettivi formalizzati in uno specifico piano di gestione triennale elaborato secondo le direttive dell'Amministrazione comunale ed alle previsioni del piano regolatore generale del Comune di Jesi. Il WWF ha in questi tre anni mantenuto tutti gli impegni assunti con la Provincia di Ancona per la gestione del'Oasi di protezione della fauna. I risultati conseguiti sono oggettivamente riscontrabili sul campo da tutti coloro che con obiettività ed onestà visitano oggi l'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi o sulla carta verifica le relazioni annuali predisposte con rigore dall'Associazione. Perchè allora oggi si contesta il ruolo svolto dal WWF nella ideazione e creazione dell'area protetta? e perchè si polemizza sulla legittima decisione dell'Amministrazione Comunale di Jesi di rinnovare la collaborazione con il WWF per la sua gestione?
Il WWF è un Ente Morale riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica Italiana, una ONLUS Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale riconosciuta in base al D.Lgs. 460/97, un'Associazione ambientalista riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e legittimata per Legge a gestire aree protette nel nostro paese, ma ciò che riteniamo conti maggiormente il WWF Italia è l'unica Associazione con tali requisiti che si è impegnata concretamente con il lavoro dei propri dipendenti, consulenti, volontari ed obiettori per la creazione nell'area di Ripa Bianca di Jesi di un'area protetta con una superficie adeguata ad assicurare la corretta salvaguardia del suo patrimonio naturale e per la sua corretta gestione. Il valore naturalistico dell'area di Ripa Bianca di Jesi giustifica l'estensione della tutela degli attuali 15 ettari ad una superficie di circa 300 ettari, con una adeguata gestione a carattere regionale che solo l'istituzione di una RIserva naturale regionale può assicurare. A sostegno della richiesta del WWF avanzata da tempo alla stessa Provincia di Ancona per l'ampliamento dell'Oasi di protezione della fauna ed alla Regione per l'istituzione della Riserva naturale vi sono incontestabili studi, censimenti, documentazioni scientifiche e pareri dell'Istituto Nazionale Fauna Selavatica. Chi oggi polemizza sull'opportunità di rinnovare la convenzione per la gestione dell'area al WWF Italia sono solo coloro che hanno cercato in questi ultimi tre anni con ogni mezzo di ostacolare la creazione di un'area protetta d'interesse regionale, nazionale ed europea. Un'area protetta che aggiungerebbe ai vincoli urbanistici già presenti per effetto della normativa vigente e del Piano regolatore comunale solo il divieto di caccia. E sono proprio solo i cacciatori con i loro rappresentanti istituzionali e politici a sollevare in queste settimane in assemblee pubbliche, nelle sedi comunali e sulla stampa polemiche al limite della diffamazione, senza mai argomentare sui fatti e sui risultati concreti della gestione dell'Oasi WWF. Polemiche strumentali anche alla ricerca di un facile consenso elettorale da parte di personaggi regionali, provinciali e locali che sul consenso elettorale del mondo venatorio ha costruito le proprie fortune politiche. Anche per la nascita di questa nuova area protetta regionale assistiamo alla ormai storica operazione demagogica di disinformazione, annunciando futuri vincoli e divieti in realtà inesistenti, prevedendo sciagure per operatori economici ed agricoltori, con l'unico evidente motivo di salvaguardare un solo specifico interesse, quello venatorio. In passato i cacciatori hanno perso platealmente la loro guerra contro i Parchi e le Riserve, guerra condotta con le armi disonenste delle bugie e falsità e con un legittimo sostegno politico a partiti più attenti alla tutela degli interessi privati di alcune corporazioni che alla salvaguardia degli interessi generali della collettività.
Oggi il WWF si candida, con i suoi oltre trenta anni di storia per la conservazione della Natura del nostro paese con la competenza acquisita nella gestione di oltre 100 aree protette in tutte le regioni, con i risultati oggettivi dei primi tre anni di gestione dell'Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi, alla gestione della futura riserva naturale regionale. Chi si opporrà a quella che riteniamo essere una legittima richiesta del WWF Italia dovrà motivare con dati di fatto all'opinione pubblica regionale anche il perchè si vuole penalizzare l'Associazione che si è impegnata lavorando ogni giorno negli ultimi tre anni per la creazione di un'area protetta di 300 ettari svolgendo solo i suoi compiti istituzionali riconosciuti dalle Leggi e dagli Organi dello Stato Italiano.

Macerata, 26/01/2000
WWF Italia Sezione Regionale Marche

A cura del WWF - Sezione di Jesi