L'Intevista a Mauro Tomassoni

Abbiamo incontrato Mauro Tomassoni (Presidente del Comitato per la Salvaguardia Ambientale della Coppetella e Clementina) per illustrarvi, direttamente dalla voce di chi da anni segue in prima persona l'infinita "telenovela" dell'Interporto (d'ora in poi I.) e per capire quali effetti avrà sulla nostra martoriata valle.

1. Cos'è il Comitato di Difesa della Coppettella e quali compiti svolge?
Il Comitato è nato nel 1989 in conseguenza della presentazione del primo progetto dell'I. e si prefigge di mantenere le zone di Coppetella e Clementina il più intatte possibile. La strada più semplice da seguire è quella del mantenimento a verde agricolo. Il Comitato è nato a difesa di un area che conta circa 500 abitanti.
2. Breve cronistoria sull'I.
Fin dalla presentazione del primo progetto, nell'87, il Comitato si è mobilitato con manifestazioni in piazza e dimostrazioni dei prodotti agricoli della zona per far capire cosa perderemo con la realizzazione di questa struttura. Ci siamo attivati più volte a più riprese nella raccolta di numerose firme, costantemente ignorate dall'Amministrazione pubblica. Per quanto riguarda le società che si sono impegnate nella realizzazione dell'I., la prima, il CE.MI.M è stata dichiarata in fallimento dopo che la Procura della Repubblica iniziò ad indagare nei conti della società e verificò la mancanza di fondi. Poi si è cercato di rivalutare i vecchi capitali per non fallire. La seconda società, l'Interporto S.p.A. (costituita dalle regioni Marche e Umbria, provincia di Ancona, Comuni di Jesi, Ancona, Chiaravalle, Monsano, Camera di Commercio Ancona, EL.ME. S.r.l., Banca Popolare di Ancona, Banca delle Marche, Confartigianato Marche, Craam Scarl, Porto 2000, Aerdorica Sogesam, Movint, CAM Autotrasportatori, GAJ Autotrasportatori) ha presentato un nuovo progetto confinante con il primo in cui però la Chiesa rappresenta una costante, infatti, dovrà essere abbattuta comunque. Per mancanza di fondi l'Interporto S.p.A. non è ancora in grado di avviare la realizzazione del progetto ed entro la fine dell'anno dovrà trovare dei privati che aderiscano alla società per non perdere i fondi stanziati dallo stato e dall'U.E. (Unione Europea). Ma c'è da scommettere che verrà data una proroga, altrimenti i terreni destinati all'I. tornerebbero a verde agricolo anche se eliminare la struttura già realizzata non è cosa da poco. Quella che manca soprattutto, è la presenza delle Ferrovie dello Stato fra gli azionisti. Un'I. senza F.S. diventa un autoporto con l'inevitabile carico inquinante del trasporto su gomma.
3. Non è strano che gli autotrasportatori facciano parte della società e le FS no?
Se l'intenzione è quella di realizzare un vero I. sembrerebbe strano che gli autotrasportatori si muovano molto a favore, dato che un centro intermodale che funzioni correttamente dà lavoro alle F.S. e lo toglie ai camionisti. Forse non sanno cosa sia un I. o forse, cosa più probabile, non verrà realizzato un vero e proprio I. Magari si sta pensando di utilizzare in futuro parte dei terreni destinati all'opera per realizzare una nuova zona industriale e artigianale se l'I. non avrà successo.
4. E' necessario ed eventualmente di che dimensioni?
Sadam, GoldenGas e New Holland hanno realizzato degli scali ferroviari propri, quindi le nostre aziende principali non lo utilizzeranno. Sarà dunque una struttura a favore delle regioni Marche e Umbria…. sempre che funzioni! Oggi si sta andando verso la realizzazione di Interporti sempre più piccoli e maggiormente dislocati sul territorio, soluzione certamente migliore. Nel nostro caso siamo passati dai 270 ha del primo progetto agli attuali 70 ha….. sempre che riescano a realizzarlo!
5. Che tipo di terreno perderemo con la costruzione dell'Interporto?
Altamente produttivo! E' considerato tra i migliori del centro Italia e tutto irrigabile. Una proposta ben più sensata dell'I. è l'utilizzazione di questi terreni per la produzione di prodotti biologici. L'Agricoltura Biologica rappresenterà sicuramente il futuro dei nostri alimenti. Oggi nei supermercati di Jesi questi prodotti occupano una piccola parte di pochi scaffali e il loro successo dipenderà dal singolo cittadino che ne dovrà richiedere una quantità sempre maggiore. Se ne occuperà anche l'azienda agraria del Comune. Per capire lo stato attuale dobbiamo dire che ad esempio in Israele entro cinque anni sarà proibita l'agricoltura tradizionale, mentre da noi per trovare sementi, concimi e piantine biologiche bisogna addirittura arrivare nella provincia di Pesaro. Meglio di noi si trova l'Emilia Romagna che già da alcuni anni ha puntato seriamente su questo settore che può portare anche occupazione.
6. Gli italiani preferiscono mangiare senza saperlo prodotti modificati geneticamente e fare un fuoco di paglia con scandali del tipo mucca pazza o pollo alla diossina. Come mai in Italia l'Agricoltura Biologica non ha ancora avuto successo?
Perché c'è una forte ostruzione da parte dei produttori delle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura.
7. Torniamo all'I. Quale sarà l'impatto ambientale su larga scala e in particolare sulla Vallesina?
Se l'I. verrà realizzato con la collaborazione effettiva delle F.S. si avranno dei benefici su larga scala, ma se fino ad oggi hanno smentito ogni loro partecipazione azionaria qualche motivo ci deve essere…. Per quanto riguarda la Vallesina non ci poteva essere posto più sbagliato dato che questa vallata è già satura senza dimenticare che ancora la Turbogas non è stata attivata.
8. Non esiste una zona più idonea, che non sia già compromessa, più vicina al porto, all'aeroporto e alla ferrovia e alle strade principali?
Probabilmente la Baraccola.
9. Perché le opere ad elevato impatto ambientale vengono realizzate tutte nella Vallesina e non ad esempio alla Baraccola?
Perché a livello politico regionale la Vallesina non conta nulla. Turbogas, Interporto, GoldenGas, Aeroporto, Autostrada, Superstrada….. Molte di queste opere sono indispensabili ma bisogna distribuirle con criterio sul territorio.
10. Riusciranno a realizzarlo?
No come I., ma come zona industriale e artigianale.
11. Si può ancora fare qualcosa affinché non venga realizzato? Oppure dobbiamo solo affidarci al destino?
L'unica via è la mobilitazione popolare e magari creare un comitato di sostegno per la realizzazione dell'I. da un'altra parte!
12. Nel caso in cui si dovesse fare a Jesi, non si possono usare treni dal porto di Ancona all'I.?
L'eliminazione totale del trasporto su gomma ad oggi è impossibile perché serve lo smistamento delle merci nelle zone più periferiche, ma da Ancona (porto) a Jesi e verso tutte quelle zone servite dalla ferrovia si dovrebbe usare il treno.
13. E' proprio necessario abbattere la chiesa?
Meglio non commentare.
14. Chi dovrebbe difendere la vallata da questi continui soprusi?
I cittadini dato che le istituzioni non fanno molto ansi lavorano al contrario.

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