Documento di indirizzo per una corretta gestione della risorsa idrica del fiume Esino

Il WWF Italia Sezione di Jesi e Vallesina propone questo documento all'attenzione delle associazioni ambientaliste, pescatorie e venatorie.
Chiunque lo volesse sottoscrivere invii una
e-mail per essere contattato direttamente.

PREMESSO

che l'ambito fluviale del fiume Esino rappresenta un polmone verde per la Vallesina, una grande risorsa naturalistica per chi ama frequentarlo,

che i prelievi idrici alle sorgenti di Gorgovivo sono cospicui e tali da penalizzare fortemente l'equilibrio idrologico del bacino e l'ecosistema naturale,

che lo stesso corso d'acqua è soggetto durante l'anno a numerosi scarichi abusivi, causa di tassi di inquinamento molto elevati e compromettenti la stabilità e capacità di recupero naturale del fiume,

che le disposizioni in materia di risorse idriche introdotte con la legge 36/94 impegnano la Pubblica Amministrazione ad orientare ed esercitare la propria azione secondo i principi di razionalità, solidarietà sull'uso della risorsa acqua e di conservazione dei sistemi ecologici,

che in particolare il terzo comma dell'art.3 della medesima legge sottolinea l'importanza e il dovere di garantire il deflusso minimo vitale negli alvei sottesi ai corpi idrici, allorché i bacini idrografici siano caratterizzati da consistenti prelievi, trasferimenti e derivazioni di acque,

che lungo il corso del fiume Esino esistono numerose derivazioni a servizio non solo dell'Enel, ma anche di privati e consorzi che utilizzano l'acqua a scopi irrigui/industriali, come pure gli attingimenti in falda sono cospicui,

che il fiume Esino versa in condizioni pietose durante il periodo estivo, causa di gravi danni ambientali e faunistici,

che la capacità idrica di falda e la potenza della stessa sono, scientificamente parlando, l'unica garanzia per il fiume di mantenere quel livello di deflusso minimo vitale per la vita fluviale,

che pertanto l'acqua captata dal fiume ha un enorme valore ambientale-ecologico, non affatto confrontabile con quello attribuitogli dalle tariffe vigenti,

che il Servizio Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo ha in fase istruttoria numerose richieste di licenze di attingimento da pozzi, il tutto senza che alla base del rilascio delle concessioni vi sia una indagine o uno studio che possa garantirci circa la sostenibilità ambientale di ulteriori prelievi, ignorando il rispetto delle leggi 36/94, 183/89, 275/93,

che l'art. 6 della 36/94 recita "la Regione adotta programmi per attuare il risparmio idrico, prevedendo incentivi ed agevolazioni per la realizzazione di acquedotti ad uso industriale",

RILEVATO

che al fiume giungono le acque di numerosi canali, anch'esse molto inquinate e non oggetto di monitoraggi igienici adeguati e periodici,

che molti comuni della Vallesina posseggono solo una mappatura dei pozzi e dei loro fruitori, ma non hanno conoscenze alcune in merito al volume realmente captato,

che la tariffa dell'acqua dei pozzi, oltre ad essere spropositatamente bassa, si paga in base all'autodenuncia dei cittadini e quindi sono prevedibili volumi non denunciati, a discapito del minimo deflusso vitale e delle entrate finanziarie delle amministrazioni,

che in tale scenario si sta realizzando, nella bassa Vallesina, l'acquedotto industriale, infrastruttura necessaria per incidere sull'attuale sistema di utilizzo delle acque,

che la stessa opera necessita però di garanzie circa la sua buona funzionalità ed operatività, e perciò la capacità di concorrere con le altre fonti di approvvigionamento idrico (captazioni dalla falda con autorizzazioni regionali),

che a tutt'oggi non esistono tali programmi e/o intendimenti politici a favore dell'utilizzo dell'acqua dell'acquedotto industriale, al posto di quella estratta dalla falda,

CONSIDERATO

che le tariffe per l'uso dell'acqua dai pozzi in falda sono di modestissima entità, in relazione al danno ecologico su un patrimonio collettivo che provoca la sua captazione, e inoltre il loro basso costo per il cittadino fruitore non rende appettibile a nessuno l'utilizzo dell'acquedotto industriale, le cui tariffe, già stimate, si aggirano intorno al costo dell'acqua potabile,

che pertanto è necessario rivedere le suddette tariffe, tenendo conto di quello dell'acquedotto industriale e dei concetti introdotti dalle leggi 36/94, 183/89, vale a dire la possibilità di utilizzo dell'acqua fluviale fintanto che la portata idrica supera il Minimo Deflusso Vitale,

che nella bassa Vallesina insistono numerose aree industriali che necessitano di acqua e che al momento fanno uso di quella prelevata direttamente dai pozzi sull'alveo del fiume,

che è necessario programmare l'installazione di adeguati contatori idrici su ogni pozzo insistente sull'alveo dell'Esino, sia per regolamentare il corretto ed onesto pagamento per il volume idrico usato, sia per conoscere direttamente i responsabili di captazioni in esubero rispetto al consentito dalle suddette leggi,

che lasciar proseguire ulteriormente l'anarchia gestionale della risorsa idrica significa condannare apertamente l'ecosistema fluviale e non della Vallesina,

che l'indicazione dell'art.2 della legge Galli "l'uso delle acque per il consumo umano è prioritario, per cui gli altri utilizzi (industriali) sono ammessi solo per gli esuberi rispetto a tale uso e a condizione di non danneggiare la qualità delle risorse" viene così completamente disatteso,

che il rilascio di concessioni da pozzi per usi industriali/irrigui nella previsione della prossima apertura dell'acquedotto industriale favorisce gli interessi dei privati richiedenti penalizzando l'interesse collettivo all'uso razionale e oculato della risorsa acqua,

che l'attuale situazione è per lo meno paradossale, cioè da una parte l'acquedotto industriale, a fondamento del razionale utilizzo dell'acqua, e dall'altra l'anarchia territoriale delle captazioni incontrollate,

che nell'ipotesi di prevenire possibili numerose opposizioni al rilascio delle concessioni appare auspicabile che al più presto la Regione regolarizzi la sua posizione non solo nei confronti della legge Galli, ma in senso più ampio nell'ottimizzare la gestione delle risorse idriche nel nostro territorio,

CHIEDONO AI COMUNI DELLA VALLESINA, ALLA PROVINCIA DI ANCONA, ALLA REGIONE MARCHE DI ATTIVARSI SIN DA SUBITO SUI SEGUENTI PUNTI:

1) POTENZIARE I CONTROLLI E I MONITORAGGI AMBIENTALI SULLE ACQUE DEL FIUME, IN PARTICOLARE SUGLI SCARICHI SCONOSCIUTI, IN PROSSIMITA' DI GRANDI COMPLESSI INDUSTRIALI, SUI CANALI

2) PREVEDERE FORME ADATTE DI TUTELA DELLA FAUNA DEL FIUME, NEI PERIODI DI SECCA E NELLE AREE SOGGETTE A FORTE INQUINAMENTO

3) RIDISCUTERE LE TARIFFE PER I VOLUMI D'ACQUA DEI POZZI, IN RIFERIMENTO E A VANTAGGIO DELL'UTILIZZO DELL'ACQUEDOTTO INDUSTRIALE

4) ORGANIZZARE FORME OPPORTUNE PER PUBBLICIZZARE E CONSENTIRE/AGEVOLARE L'ALLACCIO DEI CITTADINI ALL'ACQUEDOTTO INDUSTRIALE

5) PREVEDERE, SE NECESSARIO, FORME DI INCENTIVAZIONE PER COLORO CHE UTILIZZANO VOLUMI DELL'A.I.

6) CONCRETIZZARE IL MONITORAGGIO ANNUALE DEI CONSUMI DI ACQUA DA POZZI CON L'ISTALLAZIONE DI CONTATORI, REGOLARMENTE CONTROLLATI DALLE GUARDIE ECOLOGICHE

7) STILARE UN DOCUMENTO SCIENTIFICO CHE ANALIZZI IL BILANCIO NATURALE IDRICO DEL FIUME E CONSENTA DI STABILIRE IL MINIMO DEFLUSSO VITALE

8) NON RILASCIARE AUTORIZZAZIONI PER CAPTAZIONI DA POZZI TRENTENNALI, E LIMITARE QUELLE ANNUALI, IN BASE AL BILANCIO IDRICO ESISTENTE NEI VARI PERIODI DELL'ANNO

JESI, 1.12.98

Torna alle Novità

A cura del WWF - Sezione di Jesi