Centrali, "sfida" fra sindaci
Impianti in Vallesina, indiscrezioni sui progetti
Polita: "L'Enel chiude Camerata". Quercetti: "Chi l'ha detto?"
"Visto, che vi dicevo, l'Enel chiude l'impianto di Camerata Picena",
fa il sindaco Polita dando una sua lettura ad autorevoli indiscrezioni
di stampa. "Ma chi l'ha detto? Io ho tutt'altro tipo d'informazioni"
gli fa eco da Camerata il suo collega, di carica e di partito (Ds),
Maurizio Quercetti. Siamo alla vigilia dell'ultimo atto sulla Turbogas
di Jesi domani - il consiglio comunale se ne occuperà a partire dalle
ore 17,30 circa - e anche le parole pesano come pietre. Così quelle
scritte ieri dal Sole-24 ore, secondo cui la centrale di Camerata
sarebbe fra le diciannove messe "in panchina" dall'Enel, danno a Polita
lo spunto per cercare di placare quanti sostengono che il via libera
alla Turbogas di Jesi decreti la nascita della terza centrale
termoelettrica in Vallesina: "Si prende atto con soddisfazione - scrive
Polita in una nota diffusa ieri - che autorevoli indiscrezioni
confermate in data odierna da il Sole-24 Ore - inseriscono la centrale
Enel di Camerata Picena tra i diciannove impianti che l'azienda
nazionale di energia elettrica intende chiudere". In realtà l'articolo
non dà per scontata la chiusura dell'impianto, ma fa presente che
Camerata è nell'elenco di 19 centrali che l'Enel starebbe per fermare o
collocare nella cosiddetta "riserva fredda", una serie di impianti
spenti, ma pronti ad entrare in servizio solo per fronteggiare
eventuali avarie di altre centrali. Si trattta di ipotesi di lavoro, non
di veri progetti industriali, ma intanto gia basta per far lanciare a
Polita il seguente messaggio rassicurante: "Credo che tale elemento -
scrive Polita riferendosi alle indiscrezioni di stampa - possa offrire
un ulteriore importante contributo per una discussione seria e serena
sulla proposta di convenzione con il Consorzio "Jesi Energia" che il
Consiglio comunale dovrà sviluppare venerdì, approvando o bocciando
(un'eventualità che Polita inserisce per pura diplomazia, ndr) la
convenzione stessa, mentre sull'eventuale rinvio della discussione la
competenza spetta alla conferenza dei capigruppo". Ben diversa è
l'interpretazione data alle indiscrezioni del Sole-240re dal sindaco
di Camerata Picena.
Maurizio Quercetti: "Non capisco cosa ci sia di veramente innovativo -
dice - visto che l'impianto presente nel nostro comune è già da tempo
utilizzato solo nelle fasi di picco (l'anno scorso ha funzionato per un
totale di quattro giorni, ndr). Io ho informazioni che vanno in
direzione diversa e temo che la sorte sia quella di una cessione ai
privati. Spero che Polita - continua il sindaco Quercetti - abbia
elementi più concreti di un semplice articolo di giornale per dire che
la centrale Enel di Camerata sarà chiusa. In quelle indiscrezioni di
stampa c'è invece una grossa verità: i progetti dell'Enel sono oramai a
una fase avanzatissima e un'azione di Regione, Provincia e Comune potrebbe
portare l'ente a svelare i suoi piani per Camerata. Questo si potrebbe
ottenere in poche settimane e per questo chiediamo al Comune di Jesi
una pausa di riflessione, altrimenti potremmo trovarci con tre grosse
centrali in poche chilometri". In merito poi, all'interpellanza che il
senatore Verdi Maurizio Pieroni ha rivolto al Ministero dell'Industria
su un eventuale quarta centrale (da 5 megawatt) per la termodistruzione
da realizzare nella zona di Falconara, Polita ricorda che, "in base
alla legge Bassanini, la competenza per concedere autorizzazioni di
centrali al di sotto di 300 Megawatt è demandata alla Regione. Quella
stessa Regione che, su sollecitazione del consiglio comunale di Jesi e
su proposta del consigliere Melappioni, ha già approvato un ordine del
giorno con il quale si impegna a non rilasciare ulteriori autorizzazioni
nell'intero bacino della Vallesina". (l.s.)
"Così la Turbogas darà lavoro"
Ecco i contenuti dell'accordo fra sindacati e consorzio "Jesi Energia"
Se il consiglio comunale domani sera darà via libera alla centrale
Turbogas, come oramai sembra scontato, nel giro di qualche settimana
cominceranno i lavori per la costruzione della centrale termoelettrica
nel campetto ex Sadam.
Dureranno all'incirca due anni e lavoreranno in media fra 130 e 150
persone, con picchi di 250 addetti al cantiere. I risvolti
occupazionali dell'affare Turbogas, un investirnento da 170 miliardi,
sono stati definiti in un protocollo d'intesa sottoscritto di recente
fra gli esponenti del consorzio "Jesi Energia" e i sindacati.
Nell'accordo sottoscritto anche dalle RSU Sadam - le aziende
consorziate (Edison e Sadam) si impegnano a dare la massima pubblicità
alle gare di appalto, "nelle quali - si legge nell'intesa - a parità di
costi e di capacità professionali, verranno favorite le imprese locali
che dovranno impegnarsi ad assumere, se e in quanto disponibili, il
personale (carpentieri, elettricisti, strumentisti, tubisti ecc.) in
Jesi o nella Vallesina e in subordine nei territori limitrofi,
fatte salve le professionalità esistenti". Si mettono dei "paletti"
anche nella condotta delle imprese subappaltatrici "vincolate alla
rigida osservanza di tutte le normative in materia di contratto
nazionale di lavoro, di collocamento, di previdenza sociale dei
dipendenti, nonche delle norme sulla prevenzione di infortuni".
I tempi di realizzazione della centrale sono stimati in 24 mesi circa:
"il cantiere - si legge nel protocollo di intesa, recepito come parte
integrante dello schema di convenzione che sarà votato domani dal
consiglio comunale comporterà un aumento occupazionale nella fase di
costruzione con una presenza media compresa tra 130 e 150 addetti e con
una presenza massima pari a 250 unità circa".
I sindacati "valutano positivamente l'investimento e le sue ricadute per
Jesi e la Vallesina" e le parti concordano di costituire una commissione
paritetica che trimestralmente, effettuerà le verifiche necessarie in merito
all'andamento dei lavori, alla sicurezza e alla salute dei lavoratori,
nonche all'utilizzo di imprese e manodopera locali.
Nella selezione degli addetti alla centrale previsti in 16 unità "verrà data
priorità nell'ambito delle professionalità richieste al personale in mobilità
dello zuccherificio di Fano, nel rispetto dell'accordo stipulato in
Gennaio tra le associazioni sindacali di categoria nazionali e regionali e
la Sadam zuccherifici".
Il contratto di lavoro applicato ai lavoratori della centrale (assunti
otto mesi prima dell'entrata in esercizio delle centrali) sarà quello
dei produttori indipendenti dell'energia elettrica. Sempre per favorire
il ricollocamento del personale in mobilità dello Zuccherificio di
Fano, il Consorzio di "Jesi Energia" affiderà alla Sadam l'appalto dei
servizi di manutenzione e di pulizia che verranno svolti dalla Sadam
con proprio personale. E per questo la Sadam assumerà, fino a un
massimo di altri 14 lavoratori posti in mobilità dallo zuccherificio di
Fano che saranno adibiti in via prioritaria agli adempimenti dell'appalto
in questione, all'occorrenza insieme ad altri lavoratori già in forza
nello zuccherificio di Jesi. La Sadam si impegna infine a garantire il
mantenimento in esercizio dello zuccherificio di Jesi per un periodo
quanto meno corrispondente a quello della centrale (vent'anni circa),
con la salvaguardia dell'occupazione (attualmente ci sono 338
dipendenti con contratto a tempo indeterminato) e degli attuali livelli
produttivi.
Appello a Rc e Verdi "Restate nella giunta"
Il "Tnt": "Almeno fino al verdetto dal Tar"
"Restate nella maggioranza per dare voce più forte a quei pezzi di
società civile e che sulla Turbogas hanno fatto fronte comune".
E' questo in sostanza il senso dell' appello che il centro sociale
"Tnt" rivolge Verdi e Rifondazione comunista, che hanno evidenziato sulla
questione Turbogas una rottura del rapporto fiduciario nella
maggioranza, prospettando un'imminente fuoriuscita dalla giunta in
carica - "Comprendiamo perfettamente le motivazioni che sorreggono una
simile posizione - scrive il "Tnt" in una nota sottoscritta anche da
altre associazioni - e non le possiamo che riconoscerne la piena
dignità". Allo stesso tempo, però, il "Tnt" ritiene "fondamentale
evitare che ancora una volta le scelte politiche intorno ad una vicenda
che riveste un'importanza estrema per la vita sociale, economica e
biologica di tutti i cittadini di Jesi (e non solo) si consumino tutte
all'interno del Palazzo, nella piena autonomia del politico dal
sociale".
Gli attivisti del centro sociale, da anni in prima linea contro il
progetto per una centrale termoelettrica a Jesi, pensano invece, "che
tutto ciò debba essere ribaltato e che il "sociale attivo", quello che si
fa soggetto politico diffuso e di cui noi riteniamo di essere una parte.
debba essere posto nella condizione di esprimere le proprie valutazioni
e indicazioni e che queste debbano avere pieno diritto di cittadinanza
all'interno del quadro politico". Subito dopo il rilascio della
concessione edilizia per realizzazione della Turbogas, che oramai
è dato per certo, un'insieme di forze politiche e sociali, fra cui il
"Tnt", investiranno il Tar "di quello che riteniamo essere un
"assurdo" anche sotto il profilo strettamente giuridico. Questo
percorso chiede di essere garantito sotto due punti di vista:
affinchè almeno all'interno della controversia legale,
l'"amministrazione mantenga un livello minimo di neutralità senza
scegliere di schiacciarsi tutta sulla posizione delle imprese;
affinchè in caso di pronunciamento positivo del Tar in relazione alla
richiesta di sospensiva, le risultanze del ricorso non siano facilmente
aggirabili ma costituiscano elemento di rivalutazione generale di tutta
la questione".
Oramai il "Tnt" non si fanno troppe illusioni sugli orientamenti del
Tar, "ma cionostante questo percorso va garantito fino in fondo. E'
partendo da questa considerazione - si legge nella nota - che le forze
sociali che sottoscrivono questo documento fanno appello ai Verdi e a
Rifondazione comunista affinchè restino all'interno della Giunta
almeno fino al pronunciamento del Tar: sarà poi alla luce dello
scenario che si verrà a configurare che si matureranno le successive
valutazioni e scelte politiche". Perciò il "Tnt" e le altre
associazioni chiedono ai Verdi ed a Rifondazione Comunista di rimanere
all'interno della maggioranza, ma con motivazioni ribaltate: "Non un
rinnovo delle relazioni fiduciarie tra le forze della coalizione, ma
una funzione di garanzia su mandato diretto del sociale".
I Ds di Chiaravalle "Pausa di riflessione"
"Rinviare la firma della convenzione"
CHIARAVALLE - Una pausa di riflessione. E' quanto il dottor Paolo
Cecchetti, segretario dei Democratici di Sinistra di Chiaravalle,
chiede al sindaco di Jesi, Marco Polita. "Bisogna partire da un dato
incontrovertibile - afferma Cecchetti - sul quale c'è la massima
coesione tra i Ds della bassa Vallesina e cioè che questo nostro
limitato territorio non è in grado di tollerare ulteriori insediamenti
produttivi ad impatto ambientale ed in primo luogo tre centrali
termoelettriche. Diamo atto al sindaco Polita di aver mostrato una
grande sensibilità ambientalista avendo preteso dalla Sadam un
progetto della Turbogas di alta tecnologia in grado di limitare le sue
capacità inquinanti, ma questa sua lungimiranza è risultata
insufficiente nel momento in cui sono cadute le certezze relative alla
dismissione della centrale di Camerata Picena".
La mancanza di un Piano Energetico Regionale in grado di imporre una
scelta di razionalità e di tutela ambientale più rigida e vincolante,
secondo Cecchetti "ha certamente contribuito ad acuire le ansie e le
preoccupazioni dei cittadini, degli amministratori locali e di tutte le
forze poLitiche". Per questo motivo, i Ds di Chiaravalle "non in
contrapposizione con quelli di Jesi ma con un atteggiamento aperto e di
proficuo confronto - prosegue Cecchetti - chiedono al sindaco Polita di
rinviare la firma della convenzione con la Sadam in attesa che si
chiarisca con il Piano di dismissione dell'Enel e con il Piano
Energetico regionale il futuro della Centrale di Camerata. Siamo
consapevoli che la mancata approvazione della convenzione, a fronte di
una positiva sentenza del Tar per la Sadam possa far cadere tutti quei
vincoli di rispetto e tutela ambientale imposti dall'azienda, ma i Ds
ed il sindaco con l'intero consiglio comunale di Chiaravalle -
sottolinea il segretario locale dei Ds - appoggeranno i loro colleghi
di Jesi in una eventuale "querelle" legale contro la Edison-Sadam con
un ricorso al Consiglio di Stato. Ciò non per spirito punitivo nei
confronti delle aziende ma per dissuaderla da forzature inutili e
dannose".
I Ds di Chiaravalle chiedono inoltre alle aziende titolari del
progetto Turbogas di Jesi, "di rinunciare temporaneamente al progetto
della Centrale termoelettrica fino a che non saranno chiariti i Piani
di dismissione dell'Enel e nell'attesa si dovrà lavorare per migliorare
ulteriormente la convenzione. I Ds di Chiaravalle - conclude la nota
del dottor Cecchetti - avvertono la necessità per il futuro, di una
visione unitaria sovracomunale di poLitica ambientaLe, all'interno di
una cornice politica rappresentata dal Piano Energetico RegionaLe".
"Falconara, stai tranquilla"
FALCONARA - Falconara può star tranquilla. Non ci sarà una quarta
centrale elettrica nel comprensorio della bassa Vallesina. Lo sostiene
in una lettera il sindaco di Jesi Marco Polita, in cui dichiara che a
rilasciare l'autorizzazione dovrebbe essere la Regione "che su
sollecitazione del consiglio comunale jesino e su proposta del
consigliere Augusto Melappioni, ha già approvato un ordine del giorno
con il quale si impegna a non rilasciare ulteriori autorizzazioni
nell'intero bacino della Vallesina". A lanciare l'allarme era stato il
senatore dei Verdi Maurizio Pieroni che sosteneva l'esistenza di un
progetto per la costruzione a Falconara di una centrale alimentata con
i residui oleosi provenienti dalla pulizia dei serbatoi dei depositi
costieri e delle navi cisterna. Il rischio che in un territorio di
dimensioni ridotte finiscano per concentrarsi un numero insostenibile,
dal punto di vista ambientale, di impianti di produzione di energia ha
avuto un immediato riflesso anche in consiglio regionale. Il capogruppo
dei Verdi Pietro D'Angelo, infatti, ha presentato un'interrogazione al
presidente del consiglio in cui si sollevano le stesse preoccupazioni
evidenziate da Pieroni. "Sono meravigliato della possibile costruzione
di un'altra centrale a Falconara scrive D'Angelo - e del fatto che il
ministero dell'Industria sia in possesso da ben due anni di un
progetto in tal senso. Mi auguro che nessuno possa pensare ad
autorizzare un tale impianto, che sarebbe la negazione di tutti i
principi affermati nella mozione programmatica di metà legislatura in
materia energetica". Nell'interogazione D'Angelo chiede tra l'altro di
sapere se risponde a verità "che il comune di Falconara e il Criam
hanno espresso parere egativo su tale impianto e che la Regione non ha
inviato al ministero un parere sul progetto". Il consigliere, inoltre,
vuole essere informato sugli orientmnenti dell'assessorato regionale
sulla vicenda, e se la Regione è consapevole del fatto che "il tipo di
residui da utilizzare per produrre energia andrebbero a sommarsi
all'inquinamento prodotto dalla raffineria Api".
Dal canto suo, il consigliere comunale Paolo Biondini, capogruppo di
An, chiede al sindaco di convocare un consiglio comunale straordinario
"per discutere sul futuro della coesistenza nel territorio provinciale
e ancor più in quello compreso nella bassa Vallesina di tre centrali per
la produzione di energia elettrica".
Biondini chiede "una concertazione globale con tutti i rappresentanti
delle forze politiche, i consigli comunali e gli amministratori tutti
dei Comuni della bassa Vallesina per confrontarsi sul problema della
coesistenza di tre centrali per la produzione di energia elettrica".
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A cura del WWF - Sezione di Jesi