Turbogas, titubante fumata bianca
Proteste in aula. Oggi si dimette l'assessore Marini
La convenzione passa, ma la maggioranza traballa
di BRUNO LUMINARI - C'è stato di tutto al consiglio comunale di ieri.
Gran pubblico all'inizio dei lavori e pochi esausti spettatori al
termine, interventi fotocopia e partecipazione improprie, colpi di
scena promessi, rientrati e poi riscoppiati. Uno spettacolo che gli
Onafifetti certamente non tralasceranno nella loro satira teatrale se e
quando la metteranno in scena. La Turbogas ha tenuto banco dalle 16 e 20
a mezzanotte o già di là. E si è portata dietro la Zipa 4, l'apertura
della verifica in maggioranza e forse le dimissioni dell'assessore
Marini e del "saggio" consigliere diessino Vito Cantarini (il "forse" è
legato alla dichiarata necessità di dormirci sopra almeno una notte).
Inizia il sindaco e si capisce subito che sarà un dibattito fuori dagli
schemi e dall'istituzionalità. Gli striscioni di quattro dimostranti
vengono appesi alla balaustra che separa il pubblico dagli scranni
consiliari.
Pierluigi Savini, ex consigliere comunale, ex presidente di
circoscrizione, Verde, portavoce dei contestatori della Coppetella
(lui abita in viale Verdi) legge le motivazioni "dell'occupazione
simbolica dell'aula consiliare", il presidente Animali abbozza e poi
invita ad iniziare i lavori. Ma c'è un "clandestino", che nessuno nota
perchè se ne sta buono tra i consiglieri. Quando viene notato esce tra
l'ilarità di alcuni e gli applausi della claque di ambientalisti
contrari a che il consiglio approvi la convenzione tra il Comune e il
consorzio "Jesi Energia" per la realizzazione della centrale di
produzione di energia elettrica e cogenerazione alla Coppetella.
Tra il pubblico anche sindacalisti, maestranze della Sadam,
Carabinieri e poliziotti se ne stanno in disparte presenti e discreti.
Ci sono tutti, si può iniziare. Dopo aver letto un fax di un giovane
anonimo contrario alla Turbogas "perchè tutti hanno diritto di esporre
le proprie idee" il sindaco Polita illustra tutti i passi salienti "sereni
e sofferti" che hanno portato alla stipula della convenzione. Polita
va a braccio e difende 5 anni di dura contrattazione che partita da
una imposizione governativa termina con la realizzazione della meno
inquinante centrale di Europa e con una convenzione di tutto rispetto.
"Ho la serenità delle valutazioni e la tranquillità della coscienza,
spero che altrettanto sia per tutti i consiglieri" conclude Polita
dopo aver dichiarato di essere certo che la centrale di Camerata verrà
smantellata e che resteranno quelle dell'Api di Falconara e la
Turbogas di Jesi.
Simona Marini, Verde, assessore alla cultura, ripete l'appello di
sospendere i lavori e di attendere ulteriori garanzie. Posizione nota
da tempo, e alla quale non aggiunge se si dimetterà oppure no.
Antonio Grassetti di Alleanza nazionale legge un lungo intervento,
di tono quasi staliniano nel quale si fa portavoce dei deboli contro
la potenza dei padroni, ma poi dichiara che si asterrà "perchè
altrimenti si rischia di perdere la convenzione" Antonio Balestra,
capogruppo dei Ds va già duro contro "chi sbandiera il no ideologico
ma nom entra mai nel merito" e attacca "i dissidenti dell'ultim'ora,
i sindaci di quei paesi che intervengono fuori tempo massimo, tanto a
pagare sarà Marco Polita".
La maggioranza regge ma Romagnoli (Verdi) e Montecchiani (Rc) dicono
chiaramente che non ci stanno. Rosalba Cesini (Comunisti italiani)
risponde ricordando che "la legge 9/10 del 1991 chedava il via alle
centrali private fu voluta proprio dai Verdi e venne approvata da tutti
senza eccezioni. Quella è stata la vera sconfitta, la privatizzazione
dell'energia elettrica - ha concluso - di fronte alla quale il sindaco
e la giunta sono riusciti ad ottenere il massimo in fatto di garanzie
per la salute e per l'ambiente".
Poco prima di mezzanotte il voto. La convenzione è stata approvata dai
Ds (meno Cantarini), Ppi, Sdi, Pri, Forza Italia, Cdj. Si sono astenuti
Alleanza nazionale e Comunisti italiani, contrari Rc e Verdi (e
Cantarini). La Turbogas si farà. Oggi si aprirà formalmente la crisi
in maggioranza con le dimissioni della Marini. E forse oggi inizia la
vera resa dei conti.
"Ho la coscienza a posto". E il Consiglio volta pagina
L'apprensione di Poita e quegli striscioni sugli scranni
Sono tranquillo con la mia coscienza. L'obiettivo era quello di creare un
sistema di sviluppo ecocompatibile. Giunti a questo punto è una scelta
obbligata, non solo da un punto amministrativo. Vi prego di valutare
con serenità".
Quando il sindaco Marco Polita prende la parola sono le 19.
L'aula consiliare è gremita come non la si ricorda da tempo.
Prima di entrare in municipio per affrontare la seduta più calda del
suo duplice mandato Polita, all'esterno del Palazzo, ha già affrontato
un manipolo di Verdi che, con bandiere alla mano, chiedono un
ripensamento sulla Turbogas, croce e delizia della politica cittadina
e non solo degli ultimi anni.
Si sono dati appuntamento esponenti d'associazioni ambientaliste,
giovani dall'aria tutt'altro che bellicosa. Si temeva il peggio, ma in
piazza Indipendenza alle 15.30 c'erano più rappresentanti delle forze
dell'ordine che manifestanti. Il presidio degli uomini in divisa
prosegue fino a tarda sera. Prima d'iniziare c'è un'occupazione
simbolica dell'aula, vengono rimossi alcuni striscioni attaccati agli
scranni. Prende la parola Pierluigi Savini, dei Verdi. Invita
l'assemblea a riflettere. Si apre il copione. E il sindaco Polita
ribadisce: "Meglio di così non si poteva fare". (Mario Carotti)
Il 3 giugno del '93 il primo progetto di "Jesi Energia"
1991 - Entra in vigore la legge 9/1O che autorizza e promuove la costruzione di centrali di produzione di energia elettrica e cogenerazione. Finanziamenti agevolati a prezzo "politico" dell'energia che verrà venduta all'Enel.
3 giugno 1993 - Il consorzio "Jesi Energia" presenta il primo progetto chiedendo la variante al Prg.
9 giugno 1994 - Il commissario prefettizio - con i poteri del Consiglio e della giunta - vara le varianti Turbogas, ex Sima e ex Sadam.
16 giugno 1994 - Polita eletto sindaco.
29 luglio 1994, 15 ottobre 1994 - Il consiglio comunale affronta il tema e chiede chiarimenti.
Febbraio 1995 - Risultati "allarmanti" dello studio Provincia.
15 marzo 1995 - Forum sulla Turbogas.
18 marzo 1995 - Istruttoria pubblica. Il sindaco affida a tre "saggi" l'incarico di valutare il progetto Turbogas.
Anno 1996 - Il consorzio presenta il II progetto che viene respinto dal sindaco.
5 marzo 1997 - Il consorzio apre il cantiere Turbogas alla Sadam.
8 marzo 1997 - Il sindaco emette ordinanza di sospensione lavori
20 marzo 1997 - Il Consorzio ricorre al Tar Marche e chiede la sospensiva
25 gingno 1997 - Tar respinge il ricorso del Consorzio.
Luglio 1997 - Il Consorzio impugna la sentenza Tar al Consiglio di Stato.
29 luglio 1997 - Il Consiglio di Stato respinge l'impugnativa e conferma sentenza del Tar.
29 agosto 1997 - Il Consorzio presenta il III progetto.
15 settembre 1997 - Il biologo Ovidio Urbani, tecnico di fiducia del sindaco, valuta positivamente il III progetto Turbogas.
27 ottobre 1997 - Il sindaco riapre le trattative con il Consorzio ponendo condizioni precise.
12 gennaio 1998 - Lettera del ministero che conferma la validità della concessione rilasciata al Consorzio.
Novembre 1998 - Il Consorzio invia comunicazione (Dia) di inizio lavori. Il sindaco diffida il Consorzio sostenendo che lo strumento urbanistico è inadeguato.
17 dicembre 1998 - Atto del ministero sul ruolo degli enti locali
28 dicembre 1998 - II Consorzio ricorre al Tar che fissa l'udienza per il 27 gennaio '99 e poi la sposta al 1O marzo '99.
Gennaio e Febbraio 1999 - La "commissione tecnica" del comune tratta con il Consorzio la convenzione tra Comune e Consorzio.
5 Marzo '99 - Il consiglio a tarda sera vota a favore
L'appello del Sindaco
"Restiamo uniti", ma il centrosinistra si spacca
Una convenzione che scotta.
Soprattutto da un punto di vista politico, il sindaco, presentando lo
schema dell'accordo, ha difeso a oltranza la validità dell'iter
seguito. "Abbiamo posto in essere tutti i comportamenti possibili per
tutelare l'ambiente, e ci presentiamo con un documento che prevede per
la costruzione della centrale l'utilizzo di tecnologie estremamente
avanzate". Quindi l'invito alle forze dissidenti della maggioranza,
con il cuore in mano, com'è nello stile di Marco Polita.
"Sarebbe grave interrompere un percorso portato avanti fino ad oggi
nel massimo rispetto dei programmi" ha detto il sindaco rivolgendosi
chiaramente a Verdi e Rifondazione comunista. E' soprattutto
l'assessorato dato in consegna ai primi che pesa.
Tant'è. Ieri sulla vicenda è inter venuto anche il portavoce regionale
dei Verdi, Massimo Marcaccio. "In questa fase epicentrica intorno alla
vicenda Turbogas - è scritto in un comunicato - intendo esprimere
pubblicamente il pieno sostegno politico della federazione regionale
all'operato dei Verdi di Jesi e in particolare all'assessore Simona
Marini, facendo mie le istanze anche ieri con passione da lei ricordate
nella lettera pubblicata. L'associazione jesina ha saputo ben
interpretare un sentire diffuso rispetto a quanto stava accadendo,
assumendo tutte le iniziative necessarie affinchè la centrale Turbogas
non restasse un fatto esclusivamente municipale. Questo è stato
recepito in modo generalizzato e possiamo dire che oggi si pone un
problema inverso: infatti sia la regione che la provincia è
ultimamente molti comuni del circondario, con mozioni assunte quasi
alla unanimità, hanno tutti ribadito l'emergenza ambientale della
Vallesina, sottolineando la perniciosità di avere più di due centrali
in tale ambito (punto qualificante presente nella mozione programmatica).
Anche io pertanto mi sento di rivolgermi direttamente al sindaco Marco
Polita confidando nelle notevoli qualità dimostrate unitamente alla sua
autonomia di giudizio: gli chiedo rispettosamente ma con fermezza una
estrema riflessione, che tenga conto della complessità della intera
vicenda in quanto un atto formalmente assunto da una amministrazione
avrà conseguenze su un territorio più ampio".
Non entro nel merito - prosegue Marcaccio -, mi limito a sottolineare
l'ambito strettamente politico della questione e cioè che la città di
Jesi rischia di restare isolata su un punto cruciale (ambiente-salute)
compromettendo la maggioranza voluta dagli elettori e rischiando di
innescare dei meccanismi i cui effetti al momento sono difficilmente
calcolabili. I Verdi di Jesi - conclude il comunicato del portavoce
regionale dei Verdi - daranno seguito ai deliberati legittimamente
assunti dalla propria assemblea e terranno alta la mobilitazione su
questo problema comunque vadano le cose, io mi auguro che nel consiglio
comunale di domani la prudenza induca a procrastinare il tempo del
dialogo". (mar.car.)
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A cura del WWF - Sezione di Jesi