La Marini sbatte la porta
L'assessore si è dimesso. Il sindaco: "Crisi da evitare"
"Sulla Turbogas accordi non rispettati"

di BRUNO LUMINARI - L'assessore alla cultura, Simona Marini (Verdi), ha rimesso il suo mandato al sindaco Polita. L'atto, ampiamente previsto e annunciato da tempo, è in relazione all'approvazione da parte del consiglio comunale della convenzione tra il comune e il consorzio "Jesi Energia" per la realizzazione della centrale termoelettrica alla Sadam. Con le dimissioni dell'assessore si apre la crisi nella maggioranza che governa la città. "Come amministratrice Verde - si legge nella nota inviata alla stampa da Simona Marini espressione del mandato che il sindaco mi ha affidato ed insieme della fiducia che il mio partito ha espresso nei miei confronti, non posso ora non trarre le estreme conseguenze dal fatto che si sia concluso il percorso sulla Turbogas senza che siano state rispettate le condizioni individuate nell'ottobre 1997 e nuovamente sottoscritte nel patto con cui la coalizione di centro sinistra si è espressa agli elettori". Nulla di nuovo, è la posizione espressa in consiglio, i Verdi sostengono che non esisterebbe la garanzia che la centrale Enel di Camerata Picena sarà dismessa. Lo stesso concetto è stato sottolineato da Rifondazione comunista che ha già formalizzato l'uscita dalla maggioranza. Il sindaco, Ds, Ppi, Sdi, Pri, Comunisti italiani (per la maggioranza) e gran parte dell'opposizione sostengono invece che esistono tutte le garanzie richieste nel famoso patto dell'ottobre 1997. L'apertura formale della crisi politica era esattamente ciò che il sindaco Polita voleva evitare fissando per il 12 e il 19 prossimi per la "verifica" della maggioranza. E se il primo cittadino cercherà con tutte le forze di ricucire lo strappo con Verdi e Rc, non sembra che popolari, socialisti e repubblicani siano ben disposti ad uccidere il vitello grasso per il figliol prodigo. In altre parole, Verdi ed Rc avrebbero cavalcato il "no ideologico" per riscuotere facili consensi popolari, o "facili protagonismi", come sostiene il segretario politico dei Ds - lasciando agli altri la responsabilità di una decisione amara ma necessaria - per poi magari rientrare nella maggioranza puntando su altri obiettivi. Anche senza Verdi e Rc la maggioranza ha ampi margini per continuare a governare. E sostituire in giunta la Marini non è certo un problema. Lo si è dedotto nell'ultima fase del consiglio comunale di venerdì, quando si è tentato, da parte dei Ds e dei comunisti italiani, di far passare un ordine del giorno con il quale, in pratica, si stabiliva che la Zipa 4 non sarebbe stata realizzata a Jesi ma a Camerata Picena. L'iniziativa puntava a facilitare la soluzione dei problemi di Camerata e avrebbe dovuto far restare nei ranghi almeno i Verdi. Ma l'odg non è passato - nella stesura voluta - proprio per lo stop dato da Ppi, Sdi e Pri. E il sindaco non ci sta proprio a passare per uno che non rispetta i patti. Lo dimostrano ampiamente i cinque anni durante i quali ha condotto la vicenda Turbogas con rigore e determinazione. Rispondendo all'assessore Marini (e a quanti sostengono il contrario), Polita rivendica di aver governato la situazione, di essere riuscito (con il ruolo determinante del suo tecnico di fiducia, ndr) a far modificare sostanzialmente il progetto iniziale della Turbogas abbassando i limiti di inquinamento entro parametri che garantiscono la salute e l'ambiente ottenendo il miglior progetto d'Europa per una centrale di cogenerazione. "Farò di tutto per tenere unita la maggioranza" ha concluso Polita che dovrà tener conto anche del malumore esistente tra gli altri partner che, a questo punto, trovano per lo meno inusuale aprire un tavolo di verifica quando la crisi è formalmente aperta. E se Simona Marini conclude la sua nota affermando "Voglio credere, ad ogni modo, che questa mia testimonianza possa dare voce alle 2500 persone che hanno firmato, appena l'anno scorso, per dire la loro in un referendum che non ha mai visto la luce", la frattura con il resto della maggioranza è tale che forse - neanche il sindaco potrà o vorrà rimarginarla.

"Come una spada di Damocle"
"Senza un Piano energetico serio ribadiamo il nostro no alla centrale"
Wwf: "Il consiglio comunale di Jesi vittima della latitanza della Regione"

"Una spada di Damocle sulla Vallesina". Così la sezione jesina del Wwf sul caso Turbogas-Sadam, in una nota divulgata ieri. "Il consiglio comunale di Jesi - scrive il Wwf - approva la convenzione con il consorzio di Jesi-Energia per la costruzione della centrale Turbogas subendo la latitanza della Regione nella pianificazione di una seria politica energetica e l'iniziativa di un'impresa che ha dimostrato di operare fin dall'inizio perseguendo la logica del massimo profitto". "L'Amministrazione comunale di Jesi è stata messa con le spalle al muro in attesa di un possibile colpo di grazia da parte del tribunale amministrativo regionale che il prossimo 10 marzo dovrà esprimersi in merito al ricorso presentato dalla Sadam contro la sospensiva dei lavori voluta dal sindaco". "Il Wwf - prosegue la nota - conferma la sua contrarietà al progetto della Turbogas di Jesi nonostante l'apprezzabile tentativo avviato dall'Amministrazione comunale di Jesi di ridurne al minimo l'impianto sull'ambiente. Le motivazioni del no alla Turbogas da parte del Wwf sono le stesse che portano la nostra associazione ad opporsi alla prevista centrale Api di Falconara. In assenza di un Piano energetico regionale, in grado di definire con chiarezza il numero e i siti delle centrali per la produzione di energia nella regione con adeguate garanzie di tutela per l'ambiente e per la salute dei cittadini e grazie alle lacune dell'attuale normativa nazionale, le aziende private hanno fino ad oggi ipotecato le possibili scelte nella pianificazione della produzione di energia". "Il Wwf ha denunciato in passato e continua con determinazione a farlo oggi con la sua opposizione alla Turbogas di Jesi una speculazione economica basata sul principio della privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite". "La storia della centrale Turbogas di Jesi - prosegue la nota - dimostra in modo inequivocabile come le aziende lasciate libere di operare senza regole e controlli da parte degli enti pubblici, perseguano esclusivamente la logica del massimo profitto. La presa di posizione del sindaco di Jesi ha consentito la modifica del progetto iniziale diminuendo l'impatto sull'ambiente e rischi per la salute pubblica dimostrando che per le aziende è possibile volendo operare con leciti guadagni nel rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini di oggi e delle future generazioni. Se fosse stata in discussione la costruzione della sola centrale Turbogas di Jesi in un contesto territoriale diverso dall'attuale dove non è ancora oggi improbabile la prospettiva di 3 centrali di produzione energetica l'operato dell'Amministrazione comunale di Jesi sarebbe stato esemplare. Purtroppo le garanzie fornite fino ad oggi dalla Regione e dal ministero dell'Industria sono per il WWF troppo deboli ed espongono la Vallesina ad un rischio ambientale ingiustificabile ed intollerabile".

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A cura del WWF - Sezione di Jesi