I dubbi dei Verdi
Turbogas, gli accordi non convincono
"Maggiori garanzie dalla convenzione"
Il sindaco Polita e i suoi uomini di fiducia fanno il giro delle tavole
rotonde per assicurare che i patti raggiunti con Edison-Sadam per la
centrale Turbogas realizzano una rete di protezione a prova di ogni
dubbio ambientalista. Ma per i Verdi, che pure appoggiano la giunta di
centrosinistra, lo schema di convenzione su cui il 5 marzo si
pronuncerà il consiglio comunale lascia parecchio a desiderare.
Lo sostiene in una nota il consigliere comunale Fabrizio Romagnoli,
ironizzando un po' sulla "ormai irrefrenabile urgenza con la quale
l'amministrazione comunale sta affrontando il tavolo della convenzione
per la costruzione della terza centrale elettrica nella bassa-Vallesina".
Per i Verdi i 22 articoli dello schema di convenzione non contengono
tutte le garanzie possibili, sicche Romagnoli ha presentato alcune
proposte di emendamento, anche per riequilibrare il tavolo del
negoziato per la convenzione che a sentire i Verdi è stato unilaterale:
"L'amministrazione comunale si limita a fare le sue proposte e
l'azienda ha la facoltà di decidere autonomamente quale recepire e
quale gettare dalla finestra. In questo contesto politico remissivo e
non garante degli interessi dei cittadini della Vallesina ne scaturisce
una convenzione con gravi carenze ambientali e amministrative".
Gli emendamenti suggeriti dai Verdi costituiscono secondo Romagnoli "un
supporto tecnico certamente garante più della salute dei cittadini e
meno degli interessi dell'imprenditoria". In particolare, si chiede che
vengano fatte campagne epidemiologiche annuali su un campione di
abitanti della Vallesina "per accertare il grado di incidenza dei
tumori e delle malattie respiratorie". E la linea per il trasporto
dell'energia elettrica, "fonte di pericolosi campi elettromagnetici",
dovrebbe essere completamente interrata "in modo da ridurre l'impatto
sui cittadini e sull'ambiente". Quanto alle compensazioni per
l'ambiente, i Verdi chiedono che vengano messe a dimora essenze arboree
per una superficie di almeno 200 ettari, mentre nella convenzione
dovrebbe essere prevista la facoltà del Comune di sospendere
"immediatamente l'attività della centrale elettrica in caso di
superamento dei limiti inquinanti concordati", con possibilità di
riapertura "solo nel caso di provata riduzione dei fumi". Al contrario
di quanto proposto dalle aziende, la convenzione dovrebbe salvaguardare
"non solo i livelli produttivi, ma principalmente quelli occupazionali".
I Verdi chiedono poi l'istituzione di un osservatorio permanente
cittadino, in rappresentanza delle circoscrizioni, "che vigili sul
rispetto della convenzione e sulle ricadute igienico-sanitarie nei
cittadini". I Verdi sottolineano come sintomo di debolezza politica
dell'amministrazione comunale verso le aziende il passaggio in cui il
Comune si dice disposto ad acquistare il vapore della centrale, che
dovrebbe poi girare alle zone industriali Zipa per il teleriscaldamento.
"L'azienda quel vapore l'avrebbe gettato in aria - scrive Romagnoli
Insomma non si riesce a farsi dare gratis un qualcosa che loro stessi
avrebbero sprecato". (l.s.)
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A cura del WWF - Sezione di Jesi