Charavalle è "assediata" da pericoli ecologici
Offensiva dei naturalisti contro le nuove minacce. Per il fiume Esino si vuol ricreare l'antico ecosistema
CHIARAVALLE - Una bacheca, vicino alla sede del comune, con la piantina
di Chiaravalle circondata dai pericoli "ecologici" più preoccupanti: la
Turbogas, la centrale elettrica di Camerata, la discarica del Galoppo,
l'Interporto. Sopra, sta scritto "C'era una volta Chiaravalle. La
nostra città senza confini": a fianco, la didascalia "Senza parole".
Con questo manifesto i Verdi di Chiaravalle hanno voluto rendere
visivamente percepibile ai cittadini del comune i pericoli da
"Triangolo delle Bermude" nel quale verrebbero a trovarsi se tutti
questi danni ambientali non venissero di fatto limitati e controllati.
Parte da lontano, la lotta dei Verdi, che al "Carlino" spiegano le
linee portanti della loro azione politica. "E' più facile fare
opposizione da dentro che da fuori", dichiara Roberto Sgroi,
loro portavoce e che non si è candidato a consigliere proprio perchè
vuole rimanere una voce fuori dal coro, "Per questo abbiamo scelto di
entrare nella maggioranza, anche perchè la passata collaborazione con
la lista della sinistra alternativa non ha portato a risultati
soddisfacenti". Molti sono, comunque, i temi in base ai quali muoversi.
Oltre all'emergenza Turbogas, c'è infatti quella dei parchi fluviali,
tema che sta molto a cuore ad Alessandro Bastianelli, verde, e attuale
assessore a Sport e Ambiente. "Faremo partire dei lavori di ingegneria
naturalistica per l'Esino, ha detto. Questa è una risposta che cercherà
di dare allo scempio che si sta facendo lungo il fiume.
Un vero e proprio danno ecologico è ad esempio la cementificazione degli
argini del Triponzio presso Chiaravalle. Ma per fare questo sarà
opportuna la consulenza di esperti. "Sto contattando. ha proseguito
Bastianelli, un ingegnere naturalista che presenterò in giunta, e che
lavora da anni con il Wwf in tutta Italia per la creazione di parchi
fluviali lungo i fiumi, tra i rimedi che ha proposto per il
rafforzamento degli argini, il piantare lungo le sponde un sistema di
salici, piante che in queste condizioni ambientali pollonano in breve
tempo. Quello di ricercare per il fiume Esino il suo antico ecosistema
non è però l'unico problema ambientale a Chiaravalle, la discarica del
Galoppo sta infatti producendo biogas che deve comunque essere smaltito,
o bruciato, o impiegato per creare energia. "Valuteremo, ha proseguito
Bastianelli, se può essere fattibile un progetto di cogenerazione, per
produrre energia non solo a Chiaravalle, ma anche per i comuni
limitrofi, come Montemarciano e Monte San Vito. In proposito abbiamo
già contattato l'assessore regionale all'agricoltura Moruzzi e stiamo
attendendo i risultati di un progetto simile che è stato attuato a
Macerata". Dove reperire i fondi? "Sabato si riunisce la commissione
ambiente, ha concluso Bastianelli, e qui presenteremo le nostre
valutazioni. A questo proposito sto sentendo i pareri di vari ingegneri
esperti di impianti di biogas, per portare i primi risultati al
consiglio comunale che si terrà ad aprile.
Quanto ai fondi, si può pensare a quelli accantonati, a Chiaravalle, con
i proventi della discarica stessa". Maria Grazia Falà
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A cura del WWF - Sezione di Jesi