C O M U N E D I J E S I

provincia di Ancona

Verbale della seduta del Consiglio Comunale del 5 marzo 1999

 

COMMI 11/37 - DELIBERE NN. 61/62

MOZIONE DEL GRUPPO CONSILIARE "COMUNISTI ITALIANI" SULLA INTEGRAZIONE DEGLI STRUMENTI REGIONALI DI GOVERNO DEL TERRITORIO.

APPROVAZIONE SCHEMA DI CONVENZIONE DA STIPULARSI AI SENSI ART. 11 L. 241/90 TRA COMUNE DI JESI CONSORZIO JESI ENERGIA-EDISON TERMOELETTRICA - SADAM ZUCCHERIFICI.

 

Durante la trattazione dei precedenti argomenti sono entrati Belluzzi, Rocchetti, Cingolani, Paoletti, Tonelli e sono usciti Montecchiani, Mastri, Polita, Uncini, Marcozzi e Grassetti

Durante la trattazione del presente argomento sono entrati Grassetti, Uncini, Polita, Mastri, Montecchiani, Marcozzi, Gambini Rossano, Di Lucchio, Brazzini.

Sono presenti in aula n. 29 Consiglieri e il Sindaco.

 

Mozione dei Comunisti Italiani sulla integrazione degli strumenti regionali di governo del territorio.

Il Consiglio comunale di Jesi premesso che nella media e bassa Vallesina sono già funzionanti le centrali elettriche Turbogas di Falconara M. (API) e di Camerata Picena (ENEL) ed è stata autorizzata dal Ministero dell’Industria quella di Jesi (JESI ENERGIA); l’Enel S.p.A. non è, allo stato, in grado di precisare la strategia industriale in merito alla centrale di Camerata Picena, ovvero non appare interessata ad un suo ampliamento, ma ciò non esclude la possibilità di una futura dismissione dell’attività; in questo ultimo caso, l’area potrebbe risultare estremamente appetibile a terzi, con evidenti ricadute negative sull’ambiente, la sicurezza e la salute di una vasta popolazione; il Piano Energetico Regionale deve essere ancora approvato dal Consiglio della Regione Marche; la Regione Marche sta attualmente approntando i Piani di Risanamento delle acque e dell’aria sulla base dei criteri stabiliti dal Piano Regionale dell’ambiente e che, detti piani, rischiano di essere valutati ed approvati in maniera singolare e disgiunta; considerato che si reputa invece indispensabile l’integrazione di tali strumenti di governo del territorio al fine di consentire un reale controllo sulla gestione delle risorse ambientali; ai fini dell’ottimizzazione e della futura gestione dei piani è necessaria la presenza sul territori odi presidi specializzati in materia, quale garanzia del buon funzionamento di un sistema a rete, presupposto inderogabile di una prevenzione primaria che non può prescindere da una capillare conoscenza del territorio e delle sue problematiche; ritenuto che vada comunque perseguito l’obiettivo prima della stabilizzazione e quindi della successiva riduzione sia delle emissioni atmosferiche e degli scarichi inquinanti, sia dei prelievi idrici, anche attraverso la definizione dei bilanci di massa; impegna il Sindaco a portare in votazione alla prossima Conferenza dei Sindaci la presente mozione; invita la Regione Marche: 1) ad una rapida approvazione del Piano Energetico Regionale; 2) ad operare affinché vi sia reale integrazione fra il Piano Energetico Regionale ed i Piani di Risanamento delle acque e dell’aria in un’ottica di sostenibilità ambientale, essendo tale integrazione premessa indispensabile al conseguimento di una reale pianificazione del territorio, perseguendo l’obiettivo della stabilizzazione e, successivamente, della riduzione delle emissioni e dei prelievi, su bacini territoriali predeterminati, anche attraverso la definizione di bilanci di massa; 3) a far sì che nei criteri di impostazione della futura ARPAM sia chiaramente prevista la presenza di presidi territoriali nell’ambito di un sistema di controlli a rete; 4) a predisporre, in caso di dismissione dell’attività ENEL nel sito di Camerata Picena, le iniziative idonee a far che tale area muti di destinazione d’uso in modo che non vengano create ulteriori sorgenti inquinanti nel bacino della media e bassa Vallesina; il Consiglio regionale: 1) a far approvare un ordine del giorno sulle tematiche esposte.

Emendamento alla mozione dei Comunisti Italiani sulla integrazione degli strumenti regionali di governo.

Aggiungere come quinto punto dell’"Invita la Regione Marche" il seguente: 5) A rendere concretamente attuativa l’integrazione tra le pianificazioni regionali di settore, al fine di progettare una più corretta gestione del territorio, evitando in futuro il ripetersi di quanto avvenuto e sta avvenendo nella Vallesina.

Il Consigliere dei Verdi, Fabrizio Romagnoli.

 

PRESIDENTE

Prima di iniziare confermo l’impegno preso in apertura di seduta e sarà mia responsabilità chiedere l’intervento di un rappresentante della Coppetella al momento della discussione.

 

SINDACO

Prima della mia relazione e quindi prima dell’illustrazione della pratica da parte del Sindaco vorrei rispettare l’impegno che mi ero assunto con il giovane che si era seduto accanto a me all’inizio dei lavori consiliari e quindi do lettura del fax che il giovane Serena Gianluigi abitante in Agugliano mi ha spedito con allegate le firme che riguardano il sostegno ad una petizione. Il mittente è Gianluigi Serena, il destinatario è il Sindaco di Jesi. "Le inoltro per conoscenza un elenco di nomi di cittadini che hanno ritenuto gravemente lesive del diritto alla salute di un’intera comunità le scelte effettuate dall’Amministrazione di cui lei è a capo circa la costruzione di una centrale Turbogas in un’area estremamente limitata già gravemente penalizzata da analoghe e nefaste realtà industriali. Intendo riferirmi alla raffineria di Falconara Marittima nella cui area sta sorgendo una centrale Turbogas, alla centrale Turbogas di Camerata Picena presso la quale nessun controllo è stato mai effettuato sin dal suo avviamento, all’Aeroporto di Falconara fonte di notevole degrado ambientale, al deposito di vagoni prossimi a Marina di Montemarciano ricchi di scorie di amianto.

Con la sua scelta politicamente opportunistica lei dimostra un’assoluta insensibilità alle tematiche ambientali e alle ragioni della salute pubblica pur essendo ormai evidente quanto degrado ambientale abbiano prodotto tali orientamenti politici i cui maggiori profitti sono sicuramente da ascrivere alla Sadam e alle altre grandi industrie presenti nella zona. Vorrei pertanto ricordarle che, quale capo di un’Amministrazione comunale, anche altri fattori rientrano nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, non ultimo sicuramente il rispetto delle condizioni di salute dei suoi concittadini costretti a vivere al fianco di industrie nocive e alla propria integrità fisico e ambientale".

Ho voluto esordire con la lettura di questo fax perché è giusto che in democrazia si dia voce a tutte le varie opinioni anche quelle che esprimono concetti duri, perché... (fine cassetta)... il cittadino ha esplicitato concetti aspri, però è giusto che questo consesso conosca tutte le voci, non solo quelle della I^ Circoscrizione, non solo quelle di alcuni Comuni della Vallesina tipo Chiaravalle e Monte San Vito che negli ultimi tempi si sono pronunciate, non solo quelle delle associazioni sindacali che da anni hanno ritenuto di condividere questa scelta industriale, non solo quelle degli operai che hanno avuto modo di essere presenti ad uno degli ultimi Consigli comunali che hanno trattato ordini del giorno in materia, non solo quelle dei vari Consiglieri comunali, regionali, provinciali e anche dello stesso Sindaco che si sono pronunciati a riguardo. Penso che la democrazia voglia dire conoscere tutte le varie opinioni perché tutte sono meritevoli di cittadinanza.

Ho voluto leggere questo fax non solo per rispetto di un impegno, ma anche perché questo giovane sicuramente fa parte di una di quelle associazioni ambientaliste che in questi anni sono state al fianco del sottoscritto e di quanti condividevano alcune battaglie significative che noi abbiamo fatto per sostenere e tutelare l’ambiente e lo sviluppo ecocompatibile. In virtù di queste battaglie, poi arriveremo in tempi abbastanza brevi al perché abbiamo riaperto le trattative un mese e mezzo fa, noi siamo riusciti a bocciare per ben due volte i progetti Turbogas 1 e Turbogas 2 perché non erano assolutamente - secondo il nostro avviso, ma anche secondo alcuni studiosi della Provincia - compatibili con la salvaguardia dell’ecosistema in Vallesina. Proprio in virtù di queste battaglie che abbiamo fatto, anche davanti alla Magistratura amministrativa, al TAR e al Consiglio di Stato, siamo riusciti anche a salvaguardare la validità di due ordinanze sindacali di chiusura del cantiere aperto una prima volta intorno al maggio 1997 e chiuso immediatamente dopo con un’ordinanza del Sindaco, nei giorni successivi. Una seconda apertura di cantiere è avvenuta intorno al 10 o 15 di novembre - scusate se non sono preciso, ma le date sono di secondaria importanza - inibita, anche in questo caso, la seconda apertura con un’ulteriore ordinanza del Sindaco. In ordine alla emanazione di questa seconda ordinanza si erano pronunciati alcuni Consiglieri di gruppi anche regionali, uno di questi è stato il Consigliere D’Angelo, rappresentante del gruppo Verdi alla Regione, condividendo questa sua richiesta, condividendo anche le problematiche connesse alla mancata opposizione alla Denuncia di Inizio Attività (DIA), il Sindaco, anche nel novembre del 1998 dispose la chiusura della centrale. Questo perché in base al programma - e questo lo sottolineo - votato da questa maggioranza, predisposto nella fase elettorale e condiviso nella prima seduta di Consiglio comunale, per riaprire le trattative con il Consorzio Edison Sadam erano necessari due presupposti, il verificarsi di due solenni condizioni: la prima riguardava la presentazione del progetto esecutivo - non una semplice ipotesi progettuale - riguardante la Turbogas 3 e quindi con una tecnologia, così come si era ipotizzata, la più avanzata che poteva essere realizzata in Europa. La seconda condizione era quella di acquisire un documento certo da parte dell’Enel che potesse rassicurare la comunità della Vallesina, la città di Jesi e tutti gli altri paesi insediati nella Vallesina, a che la centrale di Camerata Picena non venisse potenziata e - ove possibile - dismessa. Tenuto conto che l’Enel in questi ultimi due anni, io ritengo un po’ ingenerosamente verso di noi, si è sempre astenuta dall’assumere responsabilità, di assumere una condivisione a riguardo alla necessità di non potenziare questa centrale che funziona solo nei momenti di picco e in momenti di sovrautilizzo di energia elettrica, proprio per far fronte a questa omissione dell’Enel, sentite anche le forze di maggioranza, si è ritenuto opportuno considerare ampiamente surrogatoria e sostitutiva l’acquisizione di un documento da parte del Ministero dell’Industria che contemplasse l’impegno a non autorizzare nel futuro ampliamenti o nuovi insediamenti industriali che potessero avere un impatto ambientale e che quindi potessero in qualche modo accrescere le immissioni in atmosfera di gas inquinanti, nel caso di specie di ossidi di azoto e di altre sostanze chimiche.

In virtù di questo tipo di aspettativa abbiamo atteso fino al 17 dicembre 1998 questo documento del Ministero che finalmente, in quella circostanza, è pervenuto. E’ un documento che sotto il profilo tecnico forse può apparire non perfettamente chiaro - sotto il profilo giuridico - ma sotto il profilo politico ritengo che questo documento abbia assunto una veste sicuramente significativa. Ho portato la discussione circa la valenza di questo documento, prima in Giunta quindi in sede esecutiva, poi in sede di maggioranza. La Giunta a maggioranza, col voto contrario dell’Assessore appartenente al Movimento Verdi, ha ritenuto condivisibile valutare positivamente il contenuto - sotto il profilo politico - di questo documento; ripeto, sugli aspetti giuridici qualche riserva ce l’abbiamo un po’ tutti, ma sotto il profilo politico è sicuramente un atto significativo e importante che la stessa maggioranza ha ritenuto opportuno condividere sempre la portata per quanto riguarda gli aspetti politici.

A fronte di questo documento, quindi, si è ritenuto opportuno comunicare al Consorzio Edison Sadam la possibilità di riaprire la trattativa sulla convenzione. Questo senza, ovviamente, revocare la seconda ordinanza di chiusura del cantiere che poi un’apertura vera e propria non era, era piuttosto un preannunciamento di apertura del cantiere contro il quale se non ci fossimo opposti entro venti giorni si sarebbe formata una sorta di giudicato, quindi dopo questo orientamento espresso dalla maggioranza abbiamo riaperto il dialogo. Nel frattempo, nel periodo intercorso dal 14 novembre - data di notifica di questa ordinanza di seconda chiusura - alla data di notifica del provvedimento del Ministero con cui il Ministero stesso si impegnava a non autorizzare ampliamenti della centrale di Camerata Picena e comunque di non autorizzare più, nella Vallesina, ulteriori insediamenti industriali inquinanti, è pervenuto al Comune di Jesi la notifica di un ricorso da parte del Consorzio Edison Sadam, da parte della Sadam S.p.A., divisione Seci, e da parte della Edison Termoelettrica S.p.A., ricorso con il quale si impugnava davanti ad un’autorità amministrativa il secondo provvedimento di chiusura da parte del Sindaco. La prima udienza, fissata per il 10 gennaio, è stata rinviata al 10 marzo e quindi il 10 marzo dovremo discutere - se ci saranno i presupposti, se ci sarà la necessità e se ci saranno le condizioni - la validità o meno di questa seconda ordinanza di chiusura del cantiere disposta dal Sindaco, come dicevo prima, è stata emanata questa ordinanza perché ancora non vi era un atto del Ministero che ci rassicurasse sul non potenziamento nel futuro di Camerata Picena e sul non insediamento, nel futuro, di altre fonti di inquinamento. Detto questo, una volta pervenuto l’atto ministeriale noi abbiamo riaperto il dialogo.

La riapertura del dialogo si colloca, in termini cronologici, dopo feroci battaglie che abbiamo combattuto come cittadini, come Movimenti ambientalisti e anche non strettamente ambientalisti ma comunque sensibili ad uno sviluppo ecocompatibile, abbiamo concorso come ufficio, abbiamo nominato un responsabile del procedimento nella persona della dott.ssa Sabbatini, abbiamo predisposto alcune bozze di delibera e di convenzione che potessero essere oggetto di disamina da parte dell’esecutivo, da parte delle forze di maggioranza e da parte del Consorzio Edison Sadam. Sicuramente vi chiederete perché dopo tanti aspri contrasti si è ritenuto opportuno riaprire nuovamente il dialogo. E’ stato fatto non per motivi non chiari, è stato fatto perché questa maggioranza ha votato un programma che prevedeva espressamente, al verificarsi di alcune condizioni, la riapertura del dialogo stesso; ognuno potrà rimanere fermo nei propri convincimenti circa la necessità o meno di questa centrale e la sua opportunità o meno, ognuno di noi potrà valutare se condividere o meno il programma che è stato votato a maggioranza da questo Consiglio comunale e dalla coalizione che è uscita, sostenuta dal consenso popolare, dalle elezioni del 25 maggio 1998. Questo rimarrà sicuramente un aspetto sul quale ognuno potrà dire la sua e sul quale ognuno potrà pensarla come vuole, però noi, nel rispetto di questo programma che prevedeva sulla questione Turbogas una mediazione, io ritengo alta, a fronte di questo programma noi abbiamo riaperto la disamina sulla questione che invece si era bloccata con la notifica - come dicevo poc’anzi - della seconda ordinanza di blocco dei lavori.

Proprio a fronte di tutte queste considerazioni che da un lato riconoscono forti meriti alle associazioni ambientaliste che hanno combattuto in questi anni battaglie accanto a noi dell’esecutivo, noi abbiamo questa sera accolto la voce di coloro che ancora nutrono delle perplessità su questa scelta, perché penso che anche queste voci siano meritevoli di cittadinanza e di ampio rispetto e lo dico senza nessuna riserva mentale, proprio perché spesso abbiamo condiviso - proprio con queste associazioni - momenti di grande tensione, di grande preoccupazione e di grande coinvolgimento emotivo da parte di questa città. Nel frattempo c’è stato un intermezzo legato all’iniziativa referendaria, sulla quale non mi lungo, anch’esso meritevole di rispetto anche se poi il Consiglio comunale ha ritenuto di condividere il fatto che non ci si è appellati al Consiglio di Stato a fronte della inibitoria da parte del TAR circa la non lineare formulazione del quesito referendario.

Andando avanti in questo iter e arrivo quasi alla conclusione della mia relazione introduttiva, giungiamo a questi ultimi giorni in cui si è discusso di questa bozza di convenzione che mutua alcuni aspetti dell’atto unilaterale d’obbligo allegato alla denuncia di inizio lavori fatta nel novembre del 1998 dal Consorzio Edison Sadam, atto unilaterale d’obbligo che è stato sicuramente e ovviamente sviluppato dall’elaborato dei tecnici nominati dalla Giunta del Comune di Jesi, atto arricchito - per quanto riguarda alcune clausole cogenti e garantiste - dagli uffici che hanno avuto mandato di predisporre queste bozze che si sono succedute nel corso del tempo per migliorare sempre più la stesura e la formulazione dello schema di convenzione.

Sabato scorso noi siamo stati compartecipi, in quest’aula, di un incontro tra tutti i Capigruppo di maggioranza - ne era assente uno per impegni di lavoro - e alcuni rappresentanti del Consorzio Edison Sadam, alcuni rappresentanti del Consorzio della Sadam S.p.A. e alcuni rappresentanti dell’Edison Termoelettrica S.p.A.. In quella circostanza uno dei primi schemi di convenzione predisposto è stato oggetto di ulteriori modifiche alla luce degli emendamenti proposti dai vari gruppi consiliari a tutto il 19 febbraio 1999, termine preso come punto di riferimento, come momento ultimo per i vari gruppi consiliari nel dare il loro contributo attraverso emendamenti integrativi o sostitutivi delle varie clausole che sono state inserite in questa bozza di convenzione.

Il 19 febbraio è una data ultima, come dicevo, e data entro la quale sono pervenuti numerosi emendamenti, alcuni sono stati condivisi subito dalla Giunta, fatti propri e inseriti immediatamente in una convenzione - chiamiamola bozza n. 3 - che è stata presentata in sede di discussione sabato scorso al Consorzio, altri non sono stati recepiti dall’esecutivo non perché non fossero meritevoli di attenzione o di condivisione, ma perché a priori il Consorzio aveva preannunciato l’impossibilità economica, finanziaria o tecnologica di poterne accogliere i contenuti nella bozza di convenzione.

Il comportamento - che io ritengo equilibrato - da parte dell’esecutivo e da parte delle forze di questo Consiglio comunale nell’affrontare il problema è frutto di valutazioni molto serene e sofferte sulla vicenda. Sullo sfondo di questa vicenda ci sono due aspetti da non trascurare, il primo riguarda - lo dobbiamo ammettere forse con un po’ di amarezza - il fatto che in uno degli ultimi Consigli comunali, come dicevo prima, sono stati presenti numerosi dipendenti della Sadam preoccupati dal fatto che il settore saccarifero a livello europeo sta subendo delle riduzioni per quanto riguarda l’attività produttiva e le nicchie di produzione da parte del nostro Paese e che come conseguenza determinava delle preoccupazioni sul futuro dell’insediamento industriale Sadam nella nostra città; quindi il primo era significativo, 340 o 350 operai preoccupati e la cosa non poteva lasciarci indifferenti.

La seconda questione che si è collocata sullo sfondo di questa discussione riguarda il fatto che comunque il Consorzio Edison Sadam ha promosso un ricorso avanti al TAR per chiedere il blocco - uso un termine non tecnico - la sospensione della seconda ordinanza di sospensione dei lavori emessa dal Sindaco di Jesi intorno alla metà di novembre del 1998. Anche questo secondo aspetto a mio avviso non andava trascurato perché di fronte ad un contenzioso come questo si potevano delineare due scenari: 1) l’accoglimento della richiesta di sospensiva da parte del TAR Marche con l’impossibilità di governare la questione in termini di convenzionamento e quindi l’introduzione, all’interno dello schema di convenzione, di clausole garantiste che potessero determinare e permettere il blocco immediato del funzionamento di questa ipotetica centrale al superamento di quei famosi 36 milligrammi al metro cubo di ossidi di azoto che costituiscono il limite giornaliero medio di immissione atmosferica di questa sostanza.

In assenza di convenzione, quale conseguenza di un provvedimento di accoglimento della richiesta del Consorzio Edison Sadam, il Comune di Jesi non avrebbe potuto beneficiare di alcune ricadute ambientali per quanto riguarda la produzione di energia elettrica con forme assolutamente compatibili in quanto consistenti nell’utilizzo di fonti rinnovabili come il sole, parlo di insediamenti legati ai sistemi fotovoltaici e pannelli solari, così come in assenza di convenzione non si sarebbe potuta prevedere la possibilità di altri investimenti, sempre nell’ambito della rinaturalizzazione del nostro territorio per quanto riguarda i bacini idrici, il rimboschimento e la realizzazione - nel nostro territorio - di tutto un sistema di miglioramento ambientale che potesse equilibrare, compensare, quell’aggravio che io ritengo abbastanza modesto, conseguente all’ipotesi progettuale n. 3. Io ritengo che questa convenzione, frutto dell’arricchimento di tante idee, di tanti contributi proposti e offerti dai vari gruppi consiliari sia da tenere presente e da salvaguardare. Il blocco della seconda ordinanza sindacale avrebbe vanificato la predisposizione, l’allestimento di questo schema di convenzione.

Facciamo l’ipotesi contraria. Una reiezione, cioè il fatto che il TAR avesse potuto o potrebbe - perché l’udienza è fissata per il 10 marzo - respingere la richiesta del Consorzio Edison Sadam, potrebbe determinare per contro effetti diversi. La totale salvaguardia dell’ambiente noi pensiamo di averla perseguita quasi totalmente, ma senza contemporaneamente garantire la continuità dello Zuccherificio di Jesi e quindi la salvaguardia dell’occupazione di 350 dipendenti e di tutto l’indotto legato all’agricoltura e ai trasporti connesso allo Zuccherificio stesso. Penso che questa disamina sia da considerare - forse lo dico con un po’ di presunzione, non me ne vogliate - equilibrata, lo dico con il cuore in mano, con una punta di amarezza per le considerazioni che ho fatto nella parte iniziale della mia relazione, lo dico con molta sofferenza perché questi cinque anni sono stati contraddistinti da tante sofferenze nella vicenda e nell’aver vissuto questa vicenda, per tutti i risvolti di carattere ambientale, personale, politici, amministrativi, interpersonali che abbiamo dovuto vivere in ogni momento proprio in connessione della trattazione di questa pratica.

Qualcuno ha ironizzato, in qualche momento, perché vedeva nel comportamento del Sindaco una pervicace opposizione alla realizzazione della centrale nel senso che si è detto: il Sindaco testardo si oppone alla centrale. Lo si è detto fin dalla Turbogas 1, è stato detto che io ero testardo quando mi sono opposto alla Turbogas 1 dopo lo studio della Provincia, è stato detto anche quando mi sono opposto alla Turbogas 2, è stato detto anche quando ho emanato la seconda ordinanza di chiusura dei lavori. Si è parlato quindi di pervicacia, di testardaggine, ecco perché dico che questa vicenda l’abbiamo vissuta con molta amarezza, sofferenza, con molta attenzione e anche con un po’ di nervosismo. Qualcuno, per contro, negli ultimi tempi afferma che l’esecutivo, la maggioranza, anche il Sindaco, sono un po’ dimessi di fronte a questa vicenda, cioè che negli ultimi tempi hanno un po’ abbassato la guardia. Penso che queste due valutazioni non siano condivisibili perché noi siamo stati rigorosi con noi stessi sotto il profilo etico, sotto il profilo politico e amministrativo quando abbiamo posto in essere quei provvedimenti di diniego al rilascio di concessioni edilizie perché poi i fatti hanno dimostrato che Turbogas 1 e Turbogas 2 erano sicuramente negativi come ipotesi progettuali di insediamenti industriali non solo per quanto riguarda le captazioni idriche che avrebbero determinato l’impoverimento irreversibile del fiume Esino, ma anche per quanto riguarda la modifica della qualità dell’area. Abbiamo visto che Turbogas 1 e Turbogas 2 avrebbero degradato la fascia di qualificazione della qualità dell’area in conseguenza dell’immissione in atmosfera di ossidi di azoto in misura assolutamente non compatibile con l’ambiente. Per contro, a fronte degli studi che abbiamo potuto esaminare, fatti dall’ENEA in conseguenza di un importante convegno tenutosi a Menaggio, vicino Monza, nel lontano 1992, abbiamo potuto prendere atto che nel mondo e anche in Europa c’era una tecnologia più avanzata che potesse e che ha potuto costringere il Consorzio Edison Sadam con investimenti di 25 o 30 miliardi in più - uso termini forse un po’ vaghi ma di questo si tratta - avrebbe potuto costringere a realizzare tecnologie, le più avanzate, quindi con una captazione idrica azzerata rispetto alla gestione attuale, all’utilizzo di acqua attuale, avrebbe potuto scongiurare qualsiasi preoccupazione legata all’inquinamento elettromagnetico, avrebbe potuto garantire in questo Comune la possibilità di limitare al massimo - quindi in senso minimo - l’impatto legato all’inquinamento acustico, quindi alla rumorosità.

Nel lontano 1994 eravamo stati a Porto Marghera in cui c’era un impianto simile a quello progettato e definito Turbogas 1, in quella circostanza non è vero che io tornai contento e rassicurato, come è stato detto, in quella circostanza tornai molto preoccupato, a parte le questioni legate agli ossidi di azoto perché quel problema ancora non lo conoscevamo nella sua interezza perché avrebbe dovuto essere valutato dalla Commissione nominata dalla Provincia, io tornai preoccupato per quanto riguarda la rumorosità, molto preoccupato perché effettivamente anche a 20-30 metri di distanza dalla turbina c’era una rumorosità sicuramente inquietante per chi abita nelle vicinanze, parlo di Porto Marghera, mi riferisco però anche a chiunque abiti nelle vicinanze di qualsiasi centrale. Ecco perché con un pizzico di compiacimento abbiamo visto che anche per quanto riguarda l’impatto acustico vi sono state previsioni progettuali sicuramente migliorative nell’ampio e rigoroso rispetto anche delle ultime normative emanate dal Governo in materia di inquinamento acustico.

Ritengo che questo Comune, la Giunta e questo Sindaco negli ultimi cinque anni abbiano posto in essere sotto il profilo etico e politico tutti gli strumenti e i comportamenti tendenti a garantire ampiamente la salvaguardia della salute, siamo tranquilli con la coscienza e non è poco, siamo anche tranquilli - io ritengo sufficientemente - con l’ambiente ma dobbiamo tenere presente il documento pervenutoci dal Ministero il 17 dicembre 1998 deve ritenersi un punto di arrivo per quanto riguarda il completamento di un certo percorso previsto dal nostro programma, ma deve prevedere e deve contemplare anche un momento di partenza affinché tutte le comunità di questa Vallesina, da Serra San Quirico fino a Falconara siano vigili perché quel documento ministeriale che ha una notevole valenza politica venga rigorosamente rispettato. Ecco perché invito noi stessi a valutare serenamente questo schema di convenzione per evitare ulteriori contenziosi giudiziari che potrebbero vanificare i buoni risultati ottenuti per quanto riguarda le pretese di sviluppo ecocompatibile perché ritengo altresì che sia importante evitare un contenzioso che potrebbe farci sfuggire di mano la situazione.

Questa serenità di valutazione la auspico anche perché penso che tutti insieme, forze politiche, gruppi consiliari, cittadini, movimenti ambientalisti, Consigli comunali dei vari paesi che sono interessati a questa situazione, tutti insieme dovranno pretendere il rigoroso rispetto di quell’atto ministeriale. Questo è un punto di partenza, ecco perché lo qualifico e lo qualificherò punto di partenza. Ecco perché in virtù di tutto questo lavoro che è stato fatto in questi cinque anni, chiedo - mi permetto una piccola divagazione politica - di decidere serenamente in ordine alla delibera che riguarda lo schema di convenzione, ecco perché chiedo a tutte le forze di maggioranza di soprassedere fino al 12 o al 19 di marzo, data fissata per una verifica del rispetto dei programmi che abbiamo predisposto e approvato nel maggio del 1998, prima di fare scelte che riguardino lo sfilacciamento degli equilibri di maggioranza e la perdita di gruppi significativi all’interno della maggioranza stessa. Attendere qualche giorno ancora per fare scelte riguardanti la compattezza di questa maggioranza, perché noi pensiamo di essere stati rigorosamente rispettosi del programma stesso, forse non in maniera fine a se stessa, non in maniera strettamente lessicale, ma nella sostanza e proprio in virtù di questo rispetto, della sostanza dei programmi, chiedo una votazione serena perché forse più di questo non si poteva fare, forse è importante fare questo perché è giusto governarla con equilibrio e con serenità per contemperare gli opposti interessi della vicenda - e per interessi faccio riferimento a quelli delle maestranze Sadam e di tutto l’indotto che ne consegue - e di quelli che come noi sono particolarmente sensibili ad uno sviluppo industriale ecocompatibile. Attendiamo dieci o quindici giorni prima di fare le valutazioni di carattere politico in sede di verifica, nel rispetto dei programmi che abbiamo votato.

Questa sera votiamo con serenità, secondo coscienza e noi rispetteremo comunque qualsiasi presa di posizione in ordine a questo schema di convenzione. Grazie.

 

PRESIDENTE

Iniziamo il dibattito. Ricordo che i tempi degli interventi per i quali richiamo al rispetto rigido, è di dieci minuti.

 

ASS. MARINI SIMONA

Vorrei rivolgere al Consiglio comunale un appello, che nei giorni scorsi ho rivolto direttamente, pubblicamente, attraverso una lettera aperta al Sindaco di Jesi ed è quello di sospendere la discussione riguardo questo punto all’ordine del giorno. So bene che questo appello viene rivolto in forme poco consone anche perché è stata la riunione dei Capigruppo a decidere definitivamente che questo punto all’ordine del giorno venisse discusso. Io credo che l’importanza di questo punto, l’importanza di questo punto, l’importanza per la salute, per la tutela del nostro territorio, per la tutela dei nostri figli e di noi stessi sia tale che forse anche un appello poco formale possa essere accolto benevolmente. Richiedo al Consiglio comunale un’ulteriore riflessione proprio in questo senso e vi leggo l’appello che - come dicevo - negli scorsi giorni è stato dato al Sindaco. Ne leggo i passi salienti proprio perché i dieci minuti sono legge e lo sono anche per me, quindi sottolineo quelli che secondo me sono gli elementi essenziali di questa richiesta.

Il primo punto: E’ stato detto siamo abbastanza sicuri che riguardo alla centrale di Camerata Picena prima o poi ne vedremo la dismissione, si è anche agitato un documento, o meglio, un articolo apparso l’altro ieri su "Il sole 24 ore" in cui si diceva che tra le 19 centrali dell’Enel in futura dismissione ci sarebbe stato probabilmente anche il sito di Camerata Picena.

Lo stesso Sindaco di Camerata Picena, Quercetti, che ha con l’Enel - con i suoi vertici - un carteggio quasi quotidiano, parla di indiscrezioni giornalistiche quindi non dà un grande valore a questi documenti in quanto ancora l’Enel non si è pronunciata con atto formale riguardo alle sue strategie industriali. Quindi prendiamo quell’articolo per quello che è e per quello che vuole dare; prendiamola per quella che è, ovvero un’ipotesi di lavoro. Ad ogni modo se anche in merito a Camerata Picena si parla di una probabile dismissione della centrale stessa, questo vuol significare semplicemente che l’Enel potrebbe venderla e questo non implica automaticamente che il sito di Camerata Picena effettivamente venga chiuso e riconvertito ad altri usi industriali, quindi, ripeto, che su Camerata Picena ancora noi non sappiamo niente e non credo quindi che possano esserci quei presupposti che hanno portato tutti i gruppi politici che sono stati compatti fino ad un certo punto nel percorso della maggioranza a firmare un documento, quello dell’ottobre del 1997 che individuava l’assoluta incompatibilità tra le due centrali, o Jesi o Camerata Picena, al massimo si individuava una possibilità di non potenziamento, ma su questa possibilità ancora noi non abbiamo le carte scoperte, non abbiamo i documenti che ci possono confrontare nella nostra decisione. Ancora. Si è citato più volte, come atto dirimente del nostro percorso, l’atto del Ministero, l’atto decembrino inviato non dal Ministro ma da un funzionario Lamonica, in cui si diceva che ogni eventuale autorizzazione nel territorio della Vallesina sarebbe stato preso sentito gli enti locali; non vedo, come ho già detto in passato, degli elementi di novità su questo, proprio perché i percorsi legislativi, le norme vigenti parlano di condivisione delle scelte ma senza dare agli enti locali la possibilità di dire l’ultima parola in merito, non è scritto da nessuna parte che ci sia un diritto di veto per i Comuni, ma anche in certe situazioni con le Regioni, in merito alle nuove autorizzazioni su centrali di produzione di energia elettrica, o quantomeno su centrali di una certa forza, cioè quelle sopra i 300 megawatt.

Torniamo su quella lettera che definirei una lettera bizantina. Che garanzie ci dà il Ministero a riguardo? Quello stesso Ministero che da tempo sta valutando la possibilità di autorizzare non tanto la terza centrale della Vallesina, ma la quarta centrale della Vallesina perché è notizia di questi giorni il fatto che si sia aperta un’istruttoria del Ministero per autorizzare, sulla base di una richiesta dell’Api, la quarta centrale all’interno della stessa raffineria Api; una piccola centrale, certo, ma estremamente inquinante proprio perché utilizza nei processi di termodistruzione quegli oli combustibili pesanti che sono tra i combustibili più dannosi per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Che garanzie può darci questo Ministero che ancora non si è sentito in dovere di sentire, come invece scriveva Lamonica, riguardo al parere degli enti locali e il parere della Regione che a tutt’oggi non ne sanno assolutamente nulla? E ancora, che garanzie ci dà la Regione con un piano energetico regionale che ancora non è stato approvato e che mi dicono sia oggetto, continuamente, di piccole modifiche con fogli volanti che ne snaturano di fatto le buone intenzioni originali, e quella stessa Regione che garanzie ci dà visto che finora non ha mai vestito i panni del pavone - come scrivevo nella mia lettera - ma semmai quello dello struzzo.

Infine, alcune considerazioni di considerazioni di carattere politico. Jesi rischia l’isolamento su questa vicenda, intendo la maggioranza di Jesi che rischia l’isolamento, quella maggioranza che si è presentata alle elezioni con quel Sindaco che ha raccolto il 70% dei consensi elettorali, qualcuno disse "una maggioranza bulgara"; questa maggioranza, questo Sindaco, questa Amministrazione, adesso si sentono tirare le orecchie da più parti e ce le sentiamo tirare dall’Ulivo di Chiaravalle, dal DS di Chiaravalle, dal Consiglio comunale di Chiaravalle, dalla Provincia di Ancona, dal Sindaco di Camerata Picena, da molte forze politiche di Monte San Vito, dalla I^ Circoscrizione, quindi anche una lotta intestina, dal Comitato Coppetella, dal TNT, dalle associazioni XX Luglio, Iavasta, dalle associazioni ambientaliste, dal WWF, da alcuni membri della stessa maggioranza. Io credo che su questo sia importante riflettere, quel Comune che adesso si candida - come doverosamente deve candidarsi - ed essere il Comune capofila delle scelte importanti soprattutto in tema di sicurezza, di salute pubblica, di scelte nella gestione dell’ambiente a livello di Vallesina, quello stesso Comune non è capace, adesso, di recepire le istanze doverosamente giuste dei Comuni limitrofi e dei gruppi con cui collaboriamo e va ostinatamente avanti in questo percorso che viene portato avanti senza che quei paletti che ci siamo dati siano rispettati.

Rivolgo quest’ultimo appello al Consiglio comunale perché rifletta nuovamente, non chiedo un voto contrario alla convenzione, non voglio entrare nel merito della convenzione, il mio lavoro su questo già l’ho fatto precedentemente con tutti i gruppi consiliari. Chiedo di ripensare, chiedo soprattutto di rimandare l’ordine del giorno e quindi la discussione su questa convenzione ad un prossimo Consiglio comunale. Ho anche fatto una richiesta a termine, ho chiesto 120 giorni, che sono quelli previsti dal decreto Bersani perché l’Enel chiarisca le proprie strategie industriali e chiedo anche quindi di impiegare questi 120 giorni - così come lo chiede anche il Sindaco Quercetti - perché si definisca un accordo di programma tra Regione, Provincia, Enti locali e Ministero in cui si definisca e si chiarisca che all’interno della Vallesina non dovranno esserci più di due centrali.

 

CONS. GRASSETTI ANTONIO (AN)

Il comma 2 del primo articolo della nostra Costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. L’art. 2 testualmente recita: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale". Dall’esame comparato delle due disposizioni, di fatto le più importanti in assoluto del nostro ordinamento, si ricava che il Paese è del popolo, che pur esercitando il suo potere nelle forme democratiche e rappresentative, tuttavia non deve mai essere spodestato dal trono che la Costituzione gli riserva. Il concetto acquista maggiore validità e forza allorché debbano essere garantiti i diritti inviolabili di ogni persona. La somma di questi ultimi è certamente sintetizzata nella definizione di qualità della vita. Intorno a questa e nel massimo rispetto di questa, gli organi deputati al governo del gruppo sociale devono stabilire le priorità dei programmi e dei successivi interventi. Nel riferirsi alla questione che stiamo dibattendo, credo si debba valutare se la scelta che sta a monte rispetto all’argomento sia stata una scelta operata in sintonia con i principi appena espressi. Mi spiego.

Oggi stiamo discutendo se approvare la convenzione che regola e regolerà l’attività del Consorzio Jesi Energia nel costruire e gestire un impianto a rilevante impatto ambientale sito in una zona sulla quale preesistono altre realtà preoccupanti in questo senso e nei confronti di cui si muovono e si stanno materializzando altri progetti diretti ad elevare il livello di inquinamento, ma la discussione, così come proposta credo sia da ritenere del tutto insufficiente a soddisfare quelle esigenze che la Carta Costituzionale impone come prioritarie. Attenzione, non stiamo discutendo sul "se" dare corso ai lavori per la realizzazione della centrale di cogenerazione, stiamo discutendo su "come" regolare questa e le altre attività future, ciò significa che il "se" è già stato deciso. Dopo un dialogo e un contraddittorio durato cinque anni, nel corso del quale si sono intrecciate mille problematiche e stabiliti altrettanti programmi, all’improvviso qualcuno ha ritenuto che fosse scoccata l’ora delle decisioni irrevocabili. Nel ricercare i motivi di tale presa di posizione se ne possono individuare alcuni. Il problema stava sempre più coinvolgendo le relazioni interne del partito di maggioranza relativa il quale doveva far fronte a notevoli pressioni interne di senso contrario tra loro. Il gruppo consiliare si divideva e ancora si divide tra opposte posizioni seppure in qualche modo sintetizzate da ordini di scuderia accettati controvoglia. Le posizioni dei rappresentanti istituzionali negli altri organismi extra comunali non erano e non sono ancora univoche. La Regione, governata dai DS, continuava e continua imperterrita a latitare e a non varare il piano energetico. Il Sindaco di Camerata Picena - DS - era ed è contrario alla città jesina pro domo sua, intesa come interessi esclusivi della sua città. I DS di Falconara e Legambiente che hanno da tempo, insieme a Rifondazione Comunista che qui si batte in senso opposto, benedetto l’impianto di Falconara. I Sindaci DS di Chiaravalle e di altri comuni limitrofi nonché i rispettivi Consigli comunali a maggioranza DS, prima rimasti quasi in silenzio, ora esprimono forti perplessità al progetto. E’ di ieri un ordine del giorno del Consiglio comunale di Chiaravalle proposto da AN e votato a grande maggioranza con cui si esprimono, tra l’altro, timori e preoccupazione per la probabile alterazione dell’ecosistema in Vallesina.

La Sadam e il Consorzio avevano tentato più volte di dare inizio ai lavori e sempre era stato necessario reprimere l’iniziativa, cui immancabilmente era seguita un’azione giudiziaria da gestire e con la paura di dover subire - anche in caso di esito sfavorevole - richieste multimiliardarie di risarcimento danni anche personali.

I Sindacati dei lavoratori della Sadam, naturale propaggine del partito dei DS, sconfitti dal ricatto occupazionale, avevano accentuato le pressioni sia sulla stampa che con spinte concrete e a volte evidenti come quando i locali del Consiglio comunale furono riempiti dalle maestranze in segno di protesta. La stessa maggioranza del Consiglio comunale di Jesi era ed è a rischio di perdere qualche componente.

Questi motivi, e non solo questi, hanno indotto il Sindaco - dopo che aveva provato invano a trasferire le pressioni su altri soggetti politici e istituzionali quali il Ministero e la Regione - a decidere di porre fine alla scomoda e pericolosa vicenda. Per questo ha colto al volo l’opportunità offerta dalla ormai famosa lettera del Ministero dell’industria per ritenersi garantito che nella Vallesina non opereranno più di due centrali e che tra queste ben può riscuotere il diritto di cittadinanza quella jesina.

Tutto il resto, e cioè la compatibilità ambientale complessiva, il destino dell’impianto di Camerata Picena, le posizioni dei Comitati spontanei, dei partiti... (fine cassetta)... Non voglio sostenere che il Sindaco abbia disatteso queste realtà, intendo manifestare che le ha sottovalutate e declassate, anteponendo le ragioni di stato di un grande partito completamente spaccato, vuoi nella sua immagine istituzionale, vuoi nella base e nelle forze sociali e sindacali.

Un altro esempio della poca attenzione nei confronti del Consiglio - questione multisala docet - ad ogni effetto l’organo più rappresentativo della sovrana volontà popolare, è offerto dalla fretta con cui la convenzione deve essere approvata; infatti, se non lo sarà entro il 10 marzo prossimo e cioè tra soli cinque giorni, vi è il rischio che il TAR qualora conceda la sospensiva al ricorso del consorzio potrebbe indirettamente accrescere la forza contrattuale di questo e allora si troverebbe nella posizione di non accettare più alcuna o forze tutte le condizioni a garanzia dell’ambiente. L’impressione che se ne ricava è ancora quella di saltare ogni ostacolo e correre velocemente verso l’obiettivo ormai ben chiaro e stagliato di fronte: la realizzazione della centrale. A parte il metodo, che contesto recisamente e con il quale non mi voglio confondere, ribadisco chiaramente la mia posizione contraria alla realizzazione dell’impianto. Credo che di questo non ve ne era e non ve ne sia bisogno e comunque ritengo che il prezzo da pagare sia troppo alto e che le generazioni future non meritino tanta cattiva eredità. La convenzione è perlomeno il mezzo, se garantita nella sua efficacia dall’autorizzazione ministeriale che in sede di volturazione ne recepisce le prescrizioni, per regolare quanto più possibile la realizzazione e l’attività di questo stramaledetto impianto. "Timeo danaos et dona ferentes", temo i Greci anche se portano doni e non mi fido - come Laoconte avanti ad un grosso cavallo lasciato dai greci stessi avanti alle porte di Troia - di promesse e buoni proponimenti da parte del consorzio. Se oggi avessi dovuto votare se realizzare o meno la centrale, avrei votato chiaramente contro, ma poiché bisogna esprimersi sulla convenzione, visto che sono stati accolti anche alcuni miei emendamenti e visto che la stessa rappresenta l’ultima strenua difesa all’aggressione del capitale contro la gente, non mi sento di votare contro. Tuttavia non voglio avvalorare la politica del Sindaco che ho già criticato e per questo mi asterrò.

 

CONS. BALESTRA ANTONIO (DS)

Vedo che in questo Consiglio aleggiano tante anime candide, molte, forse troppe. Tanti Ponzi Pilato che guardano il problema sempre in maniera molto ideologica ma non lo analizzano mai nel merito perché se si parla di ideologia, se si parla delle nostre convenzioni personali credo tutti - non solo maggioranza o opposizione - ci saremmo opposti ad una centrale del genere, ma molte volte le considerazioni di livello personale si scontrano con la nostra capacità di essere Consiglieri comunali e di amministrare secondo le leggi e le cose spesso sono diverse da quello che uno crede e bisogna molte volte ragionare in maniera diversa e allora si dice: "Certo, io sono contro la centrale, il nostro partito è spaccato", ecc.. Il nostro partito voterà a grande maggioranza questa convenzione.

Riprendo le parole di Grassetti sempre - secondo me - molto pilatesco, le ultime considerazioni che lui faceva: "Se il 10 marzo il TAR dà torto allora noi rimaniamo con un pugno di mosche in mano e tutto il resto, tutto quello per cui si è combattuto non ne rimane nulla, anzi". Molte volte però quando una persona dice "no" mica è detto che sia "no", molte volte il "no" è un "sì" peggiore del "sì" concordato, è questo che bisogna dire, però molte persone pensano e credono - per lavarsi la faccia e soprattutto per confessarsi al loro interno - che sia meglio avere una colonna infame su cui andare a manifestare ogni tanto e lavarsi così la coscienza. Questo è quello che molti credono, però molte volte non è bene così perché noi stiamo parlando della pelle dei cittadini e molte volte si deve prendere, a prescindere da come uno la pensa, decisioni sofferte ma comunque decisioni che vanno nella direzione della salvaguardia molto di più di un "no" ideologico che non garantisce nessuno. Questo è il problema di fondo. Noi stiamo analizzando e stiamo dando per scontata l’unica cosa su cui forse si può contestare, ed è la centrale di Camerata Picena. Io vorrei dire dov’erano quei Sindaci, quei Comuni, quelle Amministrazioni e quella Provincia quando il Comune di Jesi propose nel 1995 la mitica autority e la propose il nostro partito, non qualcun altro. Dov’erano questi signori? Quando si coalizzarono? Quando andarono nelle piazze? Non si mosse nessuno perché tanto c’era sempre un Sindaco di Jesi che pagava per tutti, questa è la realtà. Qui abbiamo assistito a tante manifestazioni spettacolari, ma realtà concrete che cambiavano la sostanza delle cose non se ne è vista neanche una. Queste centrali - e stiamo parlando di quelle come della Sadam - sono autorizzate in base alla legge dello Stato e non del Comune di Jesi e in base ad autorizzazioni dei Ministeri anche su pareri di Ministeri dell’Ambiente su cui i DS non governano. Io ripeto che molte volte quella legge 9 e 10 fu approvata in Commissione da tutti i gruppi parlamentari e la sostanza della legge è quella scritta lì, ma in alto non fa niente nessuno e si scarica verso il basso dicendo: "Tanto si scanneranno tra di loro". Noi abbiamo amministrato la cosa nel miglior modo possibile, questa è la realtà, perché di più non si poteva fare e noi abbiamo raccolto il più che si poteva raccogliere perché di più non si poteva fare, dopo ci sarebbe stato solo il buio e le cose peggiori. Questa è la realtà e bisogna dirla con forza perché questo Consiglio comunale raccoglie i frutti che lui stesso ha saputo seminare e non altri. Gli altri si sono fatti vedere quando era troppo tardi, fuori tempo massimo e anche questo bisogna dirlo.

Per molti, la realtà è scomoda perché serve a fare i discorsi belli e candidi all’interno del Consiglio comunale e andare a riempire articoli di stampa, ma la realtà è questa, nuda e pura. Trascendere dalla realtà per fare realtà ideologiche non solo è sbagliato ma è un grosso controsenso. Noi da adesso dobbiamo partire perché passando per questa cosa, avendo potuto amministrare la cosa nel miglior modo possibile, in un modo politico, nel miglior modo politico possibile - questa è la realtà - da adesso si incomincia perché noi sappiamo molto bene che abbiamo tutti impegni politici in mano, però già qualcuno si è lavato le mani dicendo che la centrale di Camerata comunque si potenzierà e non è vero. Non è vero neanche il contrario? Certo, ma questa è già autorizzata. La centrale di Jesi è già autorizzata e noi, approvando questa convenzione, siamo sicuri di avere ottenuto il più possibile. Personalmente - e questo è un concetto personale che non ho mai amato la centrale, anzi - ritengo che sulla mia storia personale non mi smentirà nessuno e non credano, certi signori, che cambi idea molto facilmente, anzi, ma devo anche dire che molte volte bisogna raccogliere il più possibile e cercare di mettere da parte una sana ideologia che forse fa prendere dei voti ma alla lunga è perdente.

 

PRESIDENTE

Ricordo, e me ne scuso perché non l’ho fatto all’inizio, che allegata alla discussione sulla convenzione c’è un ordine del giorno presentato dal gruppo dei Comunisti Italiani che illustreranno nel momento in cui prenderanno la parola e che poi approveremo alla fine di questa discussione, è l’ordine del giorno al punto 11.

 

CONS. ROMAGNOLI FABRIZIO (VERDI)

Io parto da un accordo politico che era stato sottoscritto il 27 ottobre 1997. Un accordo politico grazie al quale i Verdi si sono presentati con questa coalizione in questa maggioranza, un accordo politico che oltre a tanti altri punti metteva a fondamento di questa maggioranza e delle convinzioni che i vari gruppi avevano diversificate su questa centrale, la chiusura o il non potenziamento della centrale dell’Enel. Metteva a fondamento l’approvazione del piano energetico regionale mentre oggi sappiamo, come diceva prima l’Assessore Marini, che giungono continuamente dei fogli, degli emendamenti da parte della Giunta regionale che tendono a stravolgere il significato stesso di quel piano che ci avrebbe garantiti perché escludeva la centrale di Jesi fintanto non ci fosse stata la dismissione di quella di Camerata. Questo piano non si vuole approvare e l’approvazione di questo piano era a fondamento della discussione della convenzione.

C’era poi anche un impegno del Sindaco di tenere in considerazione quello studio della Provincia grazie al quale aveva capito, contrariamente a tutte le forze politiche oggi qui presenti, un impegno a considerarlo nella discussione, a confrontarlo in base allo studio redatto con l’incarico ai tecnici comunali e questo non si è più fatto, dello studio della Provincia non si fa neanche più cenno, uno studio che diceva chiaramente che la centrale di Jesi non era ammissibile nel contesto della Vallesina. Il Sindaco stesso, nell’agosto del 1998, in occasione della visita a Jesi del Presidente della Regione D’Ambrosio diceva che la centrale di Jesi sarebbe stata la seconda, autorizzabile solo se fosse stata chiusa - lui diceva - la centrale di Camerata Picena e a queste affermazioni non si è dato più seguito, neanche con i fatti.

Un’altra premessa per cui i Verdi stavano in questa maggioranza era che a discutere, ad impedire il potenziamento e a favorire la chiusura della centrale di Camerata non fosse una letterina del Ministero che non ha alcun peso, ma fosse un tavolo istituzionale - ricordo quando lo dicevi - di confronto con l’Enel che non si è mai visto in questa vicenda; e questo tavolo non lo abbiamo fatto. Con il Ministero e la Regione: il Ministero che ci manda un atto inutile, la Regione che se ne lava le mani e il Comune che non organizza alcun tavolo e non convoca l’Enel che invece è stata interpellata dal Sindaco di Camerata Picena e l’Enel ha risposto a tal punto che il Sindaco di Camerata Picena ci ha fatto pervenire quattro righe, che adesso leggerò perché non so se tutti i presenti le hanno, in cui dice: "Questa Amministrazione conferma le preoccupazioni in più occasioni espresse, circa il concreto rischio che anche nel breve periodo l’impianto di Camerata, tecnologicamente migliorato e ristrutturato, venga posto in esercizio all’attuale proprietà o da eventuali futuri acquirenti, senza vincoli nelle ore di funzionamento e nelle quantità di energia elettrica prodotta con le evidenti ricadute negative sul territorio della Vallesina".

La Regione ha fatto qualche atto, qualche atto inutile, come l’ordine del giorno proposto da Melappioni, ordini del giorno che impegnano la Regione a far sì che venga chiusa la centrale di Camerata per far posto ad insediamenti produttivi. Bene, non c’è presa in giro più grande di questa, quando sappiamo che l’Enel ha le sue autorizzazioni, quella centrale solo come infrastruttura vale 50 miliardi e potrebbe portare un fatturato di 1.000 miliardi l’anno e solo un pazzo farebbe sorgere lì sopra qualche piccola o media impresa.

Il Sindaco di Camerata Picena, alla luce anche di quanto ci scriveva, oggi sulla stampa faceva due richieste a questo Comune, le stesse che faccio io, la prima è che venga convocato questo tavolo istituzionale prima di prendere una decisione con la convenzione e dare il via libera alla concessione edilizia, la seconda è attendere l’approvazione del piano energetico perché ci può garantire mentre sappiamo - come dicevo prima - che stanno giungendo fogli anomali.

Da tenere in considerazione è la "rivolta" dei comuni della Vallesina, di quei comuni che prima vedevano nella figura del Sindaco il garante della non autorizzazione alla terza centrale. Questi comuni in questo periodo vedendo un cambio di rotta, il non rispetto di quanto promesso, stanno organizzando delle sollecitazioni piuttosto forti, Consigli comunali straordinari, appelli sulla stampa da parte di Sindaci che appartengono alle stesse coalizioni. Non da ultimo l’appello della I^ Circoscrizione. La I^ Circoscrizione rappresentata fortemente dai Democratici di Sinistra vota all’unanimità, quindi anche con il voto dell’opposizione, un ordine del giorno di cui leggo qualche passo: "Si ribadiscono le stesse perplessità e le preoccupazioni già manifestate con l’ordine del giorno del 16 novembre 1998 ritenendo che nel frattempo non siano emersi significativi elementi di novità, se non in peggio, in quanto a garanzie richieste e che sia pertanto prematuro addivenire alla stipula della convenzione e al conseguente rilascio della concessione edilizia. Ritiene disatteso il contenuto e l’indirizzo del Sindaco nella parte riguardante la centrale di Camerata Picena che alla luce della nuova situazione che si va prospettando è da considerarsi alternativa a quella presso lo stabilimento Sadam di Jesi. Invita il Sindaco di Jesi a rinviare ogni atto decisionale sulla centrale Turbogas alla Sadam in mancanza di elementi certi sul futuro della centrale di Camerata Picena e comunque non prima che l’Enel con atti formali - quanto tu stesso avevi chiesto - abbia reso noto il proprio piano di cessione delle centrali". Quindi 120 giorni. Quei 120 giorni che chiedeva con saggezza l’Assessore come tanti cittadini della città, i 120 giorni stabiliti dal decreto Bersani per capire una volta per tutte se la strada imboccata è quella giusta. In questi 120 giorni ci sarebbe il tempo per concertare attorno a questo tavolo e per dare tempo alla Regione di approvare il piano energetico per ritrovarci in questa maggioranza tutti come siamo nati nel maggio del 1998. Faccio un appello a tutte le forze politiche, perché la vicenda oramai non è solo in mano al Sindaco, è in mano ai Capigruppo e alle varie forze politiche, di non commettere l’errore del pressappochismo, di rispettare quelli che erano gli accordi e soprattutto gli appelli di una forza politica come i Verdi, di un Assessore di questa maggioranza, di varie Circoscrizioni di questo Comune, di tante associazioni e di ritornare sui propri passi, di rivedere la posizione e di permettere che si aspettino questi 120 giorni come aveva chiesto l’Assessore, come chiedo io e come chiedono tante altre forze politiche e sociali della città.

 

 

CONS. MARCOZZI PAOLO (PER JESI)

Per oltre cinque anni questo stucchevole argomento ha paralizzato completamente la vita politica cittadina. Per un lustro, Sindaco, Giunta, il PDS ora DS, sono rimasti in ostaggio dei partitucoli e dei vari movimenti e assemblee permanenti che si opponevano alla centrale. Verdi e Comunisti minacciavano continuamente di ritirarsi dalla maggioranza e di far cadere la Giunta se il Sindaco avesse rilasciato la concessione edilizia. Contemporaneamente, sempre sotto questa minaccia, utilizzando la leva della centrale elettrica, hanno fatto sopportare alla città oneri che la città stessa non poteva permettersi. Cinque anni di Turbogas hanno distolto le forze e le risorse da dedicare alla città, nessuna politica del territorio, nessuno sviluppo economico, nessuna strada asfaltata, il problema più importante era la Turbogas.

Siamo arrivati, naturalmente, all’ultimo momento perché questa Giunta arriva sempre all’ultimo momento. Cosa si rischia il 10 marzo? Il 10 marzo si rischia di lasciare che la centrale venga costruita senza alcuna convenzione, perché se per ipotesi il TAR concedesse la sospensiva, il consorzio Jesi Energia potrebbe costruire la centrale senza alcun controllo. Questa Amministrazione ha già una volta fatto correre alla città questo rischio in occasione di una precedente sospensiva. Fortunatamente è andata bene altrimenti a quest’ora avremmo già una centrale in funzione, senza alcun controllo.

Arriviamo a cinque giorni prima del 10 marzo con l’acqua alla gola a decidere, in fretta e furia, una convenzione che avrebbe potuto avere caratteri ben diversi. Questa convenzione guarda soltanto il punto di vista ambientale ma non guarda anche altri vantaggi che la città avrebbe potuto ottenere dal consorzio Jesi Energia, ben maggiori di quelli previsti nella convenzione che oggi andiamo ad approvare, quindi la città ha perso una grossa occasione autoparalizzandosi per cinque anni. Se cinque anni fa avessimo posto gli stessi paletti che stiamo ponendo quest’oggi, ci saremmo evitati forum, tentativi di referendum, discussioni in Consiglio comunale, ricatti e ricattucci vari, perché non sarebbe stato compito dell’Amministrazione giudicare progetti ma soltanto controllare che il progetto realizzato dal consorzio Jesi Energia fosse rispondente alla convenzione stipulata.

Secondo i Verdi la Turbogas inquina l’aria, però ho già detto una volta che nessuna centralina elettronica è stata installata per misurare la qualità dell’aria nella sala del Consiglio comunale e nelle sale adiacenti, durante una seduta del Consiglio comunale, prima ho dovuto aprire la finestra perché qui dentro non si respirava. Se ci fosse una centralina si constaterebbe che coloro che vi sono dentro, ambientalisti compresi, assorbono più fumo di sigaretta in una serata che polveri di ricaduta dai camini della Turbogas in sei mesi.

Secondo i Comunisti per i quali l’inquinamento è soltanto un argomento di discussione, non è tollerabile che un’impresa realizzi un profitto e una volta tanto siamo perfettamente d’accordo, l’energia elettrica doveva rimanere allo Stato, peccato però che nel 1987 i Comunisti abbiano appoggiato i referendum contro le centrali nucleari e ci abbiano portato ad un gape energetico, a spendere cifre folli per comprare energia in Francia e a spenderne altrettanti per costruire centraline come quella Turbogas alla quale oggi ci vendiamo costretti per forza di cose. Ora, finalmente, è finita. E’ finita. Questa palla della Turbogas è finita. Firmata la convenzione, rilasciata la concessione, finalmente la città potrà ricominciare a parlare di strade, di scuole, di illuminazione pubblica, di ospedale, di sanità, di commercio, industria, artigianato, di erbacce sulle mura, di manutenzione degli immobili comunali, di parcheggi, di viabilità, di Vigili Urbani, di case popolari, di urbanistica e di tanti altri simili argomenti che rappresentano i compiti istituzionali dell’ente Comune; ordini del giorno sui curdi permettendo.

 

CONS. ANIMALI LEONARDO (PRESIDENTE - DS)

Intervengo in quanto è l’intervento del Consigliere comunale dei Democratici di Sinistra. Io vorrei tranquillizzare il Sindaco di cui capisco anche l’emozione, oggi pomeriggio; lo vorrei tranquillizzare per il fatto che lui compie oggi un atto di governo importante, forse l’atto di governo più importante che un Sindaco può compiere, che è diverso dall’amministrare. Se avessimo amministrato, forse, oggi, saremmo stati davanti alla Sadam e tra dieci giorni saremmo andati al TAR, con la lotteria che l’esito di un giudizio comporta. Gli atti di governo si compiono tramite degli strumenti e rispetto a questo problema, rispetto alla produzione dell’energia elettrica tramite le centrali di cogenerazione si compiono tramite le convenzioni ed ecco perché ritengo che oggi questo Consiglio comunale, parte di questo Consiglio comunale - e vedremo - si assume una responsabilità alta nei confronti della città perché sceglie tra guardare da spettatore a come viene costruita una centrale fino a come influirà sulla vita dei cittadini, sceglie di entrare mani e piedi nella costruzione della centrale per garantire alla città che questo impianto può essere fermato nel momento in cui diventa un pericolo e un rischio per questa città. Vedete? Altra strada non c’era.

Noi abbiamo incominciato questo percorso circa quattro o cinque anni fa, era l’aprile del 1995 quando questo Consiglio comunale votò una delibera in cui chiedeva un percorso e chiedeva soprattutto ad un ente, la Provincia, di farsi garante politico. Questo non è successo perché la Provincia non si è rivelata tale nonostante goda di ottime competenze dal punto di vista della direzione per quanto riguarda l’ambiente e il percorso è stato fatto, è durato cinque anni, ha avuto fasi alterne che hanno mischiato politica, protesta e sentenze giudiziarie, che non è stato condiviso sempre tutto da tutti e questo il Sindaco lo sa bene, anche nel nostro partito, però oggi la politica riprende in mano questa questione, oggi la parola della responsabilità torna in mano alla politica che si assume la responsabilità di dirigere questa questione, di essere parte, perché questo è il ruolo delle istituzioni. E’ molto semplice rispetto a tante questioni, fare il tipo, essere contro o essere pro, fare il tifo è molto semplice, non si gioca mai, mentre chi ha la responsabilità politica ad un certo punto non può non scendere in campo e questo vale soprattutto per il nostro partito. Vedi Grassetti, tu hai fatto il discorso alle genti, prima, però a Falconara il nostro partito ha fatto la convenzione, qui, Jesi fa la convenzione, altro è l’emotività comprensibile del Comune di Chiaravalle che però arriva troppo tardi sull’onda delle emozioni e altro è il ruolo del Sindaco di Camerata Picena che - posso tranquillamente affermare - non rappresenta la posizione di questo partito per quanto riguarda questa questione a livello provinciale e regionale. Io capisco il Sindaco di Camerata Picena perché ha diversi problemi da risolvere, il primo è che il 13 giugno ci saranno le elezioni, il secondo è che nel momento in cui vista la garanzia politica del Ministero e quell’impianto viene ceduto e chiuso, lui si ritroverebbe con 35 ettari che attualmente valgono qualche decina di miliardi, con 35 ettari che varrebbero il prezzo di un campo di papaveri ed è cosa ben diversa.

La posizione del nostro partito, quindi, è quella della convenzione e le nostre posizioni politiche vengono votate e vengono riconosciute le posizioni differenti. Io ringrazio pubblicamente il Capogruppo di questo partito che è stato il primo firmatario del referendum, quindi so quanto gli costa la scelta che fa oggi, ad un certo punto quando è sceso in campo, quando si è assunto la responsabilità di rappresentare le istituzioni, non poteva non assumersi la responsabilità che ci assumiamo oggi tutti insieme, nell’interesse della città altrimenti avrebbe continuato a fare il tifo e fra dieci giorni la partita forse finirà e finirà forse con una centrale rispetto alla quale non abbiamo nessun ruolo, qualche moto di protesta, anche giustificata, e qualche considerevole: "io non c’ero, io ero contro..." che comunque non risolverebbe i problemi dei cittadini e i problemi della salute che non sono mai stati barattati con il valore dell’occupazione della Sadam. Sbaglia chi pensa che ad un certo punto, o solo per un momento, è stato barattato il diritto alla salute con il diritto all’occupazione perché lo strumento della convenzione, lo strumento del ruolo del Comune di direzione politica in questa vicenda consente di coniugare il diritto alla salute e il diritto all’occupazione. Se non fosse stato così ci saremmo ritrovati al tutti contro tutti tra dieci giorni o davanti alla Sadam, tutti con le bandiere, facendo il tifo, ma le aziende avrebbero iniziato a costruire la centrale. Io credo, a differenza di Marcozzi, che oggi non finisce - consentitemelo - la palla della Turbogas, oggi, caro Sindaco, la palla della Turbogas comincia perché il passo più importante comincia da domani mattina, perché a questo punto il Comune, il Sindaco e le forze politiche devono essere lì, mani e piedi, nel consorzio, con le aziende, per controllare, per garantire ciò che oggi ci assumiamo come responsabilità nei confronti dei cittadini. Se faremo questo credo che potremmo anche stare tranquilli e rispetto a questo mettere in disparte e su un piano subalterno anche questioni politiche rispetto alle quali in certe fasi - lo dico chiaramente - hanno fatto anche venire meno e messo da parte, nel dibattito, l’interesse della città, una città che forse come limite più grosso ha che a differenza di Comunanza, indipendentemente da numerose associazioni che però sono parte, è mancata; la sconfitta politica è che in questa vicenda non c’è stata la città davanti ai cancelli, c’erano solo 200 persone; a Comunanza c’era un paese e allora se non c’è stata la città, io ricordo a chi ha fatto della demagogia politica il proprio motivo di battaglia politica, anche in questo Consiglio comunale, ricordo che questa è una responsabilità politica - rispetto alle proprie convinzioni - non essere riusciti a portare la città. E’ questo il limite. E allora, oggi lo strumento che approviamo è la convenzione, è lo strumento che garantisce la città, che garantisce chi fa il tifo sia da una parte che dall’altra. E’ rispetto a questo che il Sindaco da questa questione, dopo cinque anni, credo che esca con una posizione alta, cristallina rispetto a come ha gestito dall’aprile del 1995 questa vicenda, perché oggi la riporta - al di là di tutte le traversie e di tutti i problemi - in Consiglio comunale con lo strumento che gli consente di avere le chiavi della città e le chiavi della centrale e questo non è poco, è tutto per chi governa una città e un territorio.

 

CONS. CESINI ROSALBA (C.I.)

Poi brevemente illustrerò anche il nostro ordine del giorno.

E’ risaputa la posizione dei Comunisti sulla questione, non di questa centrale ma complessivamente delle centrali che hanno usufruito di leggi dello Stato approvate a larga maggioranza da quei governi ma anche dai partiti che stavano all’opposizione. Io voglio ricordare che le leggi nn. 9 e 10 furono fortemente volute dai Verdi e che purtroppo con quelle leggi in qualche modo si anticipò la privatizzazione dell’Enel e delle direttive comunitarie che ora costringono comunque anche il nostro Paese ad alienare una parte della produzione di energia dello Stato. Quindi è risaputa la nostra posizione, la posizione dei Comunisti che è sempre stata di contrarietà all’applicazione di quella legge così come modificata dal CIP 6 che tante migliaia di miliardi ha regalato, in tutti questi anni, ai cosiddetti autoproduttori, cioè ai produttori privati di energia, gonfiando i prezzi per le eccedenze di energia cedute all’Enel.

Questa vicenda, contrariamente a quanto dice Marcozzi, non ha paralizzato la politica cittadina perché di strade, di erba da togliere dalle mura, di servizi sociali ne abbiamo sempre parlato tanto che molte cose sono mutate in questi anni. In realtà questa vicenda ha più che altro monopolizzato la stampa e cioè la presenza della politica cittadina sulla stampa. Spesso sulla stampa c’è stato questo piuttosto che altre decisioni importanti, ma adesso non le voglio ribattere.

I Comunisti, come dicevo, sono sempre stati contrari per questa questione di principio e cioè per il fatto che quelle leggi portavano alla privatizzazione della produzione dell’energia elettrica, fino a poco fa appannaggio dello Stato, sono stati sempre contrari per una questione ambientale e però questa vicenda ha segnato due cose importanti: una sconfitta ed una vittoria. La sconfitta è evidente perché una questione di questo tipo in cui leggi dello Stato in ogni caso garantiscono come hanno sempre garantito ad un’azienda privata di poter produrre energia, questo disegno e quindi questa garanzia data dalle leggi poteva essere sovvertita da un fattore politico, esclusivamente da un fattore politico e partecipativo. Questa è la sconfitta che abbiamo subito noi Comunisti e che hanno subito quelle forze non solo politiche ma anche sociali che alla costruzione di questa, come delle altre centrali in Italia, si sono sempre opposte.

Sconfitta perché purtroppo lo vediamo, è encomiabile, io apprezzo moltissimo - come ho sempre apprezzato - la presenza dei cittadini ai lavori del nostro Consiglio comunale; questa è la presenza, io sono felice che ci sia questa presenza, molto felice e mi piacerebbe che ci fosse più spesso questa presenza ai nostri lavori, ma questo ha rappresentato anche il nostro limite, perché la presenza che c’è qui questa sera è nella misura e nella sua composizione, di fatto, risultata minoritaria in questa città e questo - guardando in faccia alla realtà - dobbiamo sapercelo dire: siamo stati sconfitti. Non abbiamo avuto motivazioni che sono state capaci di rovesciare i rapporti di forza tra coloro che in questa città erano convinti di non fare quella centrale e quelli che invece erano convinti. Questi rapporti di forza non abbiamo saputo rovesciarli e qui abbiamo perso. In questa vicenda, però, c’è stata una vittoria e la vittoria è stata rispetto a quelle spinte che ci sono state da tanto tempo e fin dalla prima presentazione del primo progetto in cui molte forze politiche e sociali ritenevano che fosse il caso di dare subito questa concessione edilizia senza perdere tempo perché lì c’erano gli interessi superiori, gli interessi di una classe che non andavano delusi e quindi subito si sarebbe dovuta dare questa autorizzazione; bene ha fatto il Sindaco, bene ha fatto la maggioranza a perseguire una strada che ha condotto a modifiche profonde su questo progetto che, seppure va avversato dal punto di vista dei principi, oggi dà delle garanzie sufficienti dal punto di vista ambientale e qui voglio citare una data che è come assente da quest’aula questa sera: il 10 marzo 1999.

Il 10 marzo 1999 è il giorno in cui al TAR si discute la richiesta di sospensione della diffida firmata dal Sindaco. Ho qui una serie di sentenze del Consiglio di Stato che riguardano tutte questioni attinenti a concessioni edilizie e al ruolo dei Sindaci rispetto alla questione di centrali termoelettriche, sono a disposizione per chi le voglia vedere. Tutte queste sentenze sono avverse rispetto alla richiesta che nei mesi scorsi ha fatto il Sindaco e sono avverse nel significato più profondo anche perché molte di queste sono precedenti alla legge Bassanini. Questa data non è ininfluente perché noi ci potremmo trovare nella condizione di andare ad una discussione di fronte al TAR in cui le aziende interessate che fanno opposizione a quella diffida, e che chiedono la sospensione di quella diffida, potrebbero vincere con molte probabilità visti i precedenti rispetto alle sentenze che ho qui davanti pronunciate dal Consiglio di Stato, è molto probabile. E allora, la discussione sulla questione della convenzione va posta su questi termini: molta probabilità di vittoria rispetto alla richiesta di sospensione. Questo cosa significa? Che se è alta la probabilità di vittoria, l’11 marzo, o meglio, facciamo trascorrere tre o quattro giorni dalla riscrittura della sentenza, ma dopo tre o quattro giorni le aziende interessate ripropongono - così come hanno fatto in precedenza - il DIA, cioè la Dichiarazione di Inizio Lavori e immediatamente c’è l’apertura del cantiere con un’unica cosa che cade, cioè con l’unica possibilità che è data a questo Consiglio di mettere dei paletti sia in fase di costruzione, sia nella fase successiva rispetto all’emissione. La vittoria grande che c’è stata è stata intanto quella di aver assicurato garanzie dal punto di vista ambientale, ma soprattutto quella di essere riusciti ad inserire nel decreto di volturazione appena firmato che le emissioni massime consentite - così come presenti nella convenzione - hanno forza di legge, cioè quella diffida di inizio lavori del maggio precedente che è stata impugnata ma che abbiamo vinto sia al TAR che al Consiglio di Stato... (fine cassetta)... Così come decretato dal Ministero dell’Industria le emissioni massime consentite dal DPR 203/88 sono di fatto abbassate, come se noi fossimo riusciti ad emettere una legge dello Stato; il DPR 203/88 formulava come valori massimi NOX 150, monossido di carbonio 100. Nella convenzione e nella volturazione questi limiti di emissioni si sono abbassati per l’NOX del 74%, per il monossido di carbonio per il 60%, miracolo, un Consiglio comunale riesce a modificare una legge dello Stato.

Io credo che questa sia la vittoria e che è dovuta all’ostinazione, alla pervicacia, al conflitto che comunque in questa città, anche se forze politiche e sociali che hanno rappresentato una minoranza hanno saputo fare. Va dato atto a queste forze politiche, a queste forze sociali di essere riuscite con la loro lotta, con la loro pervicacia a far diventare legge, non direttamente, ma attraverso la loro lotta a mantenere alto il livello della discussione verso questa discussione, quindi va dato atto a queste forze sociali e a queste forze sociali.

Con questo atto avviene un’altra cosa importante, perché noi sappiamo che questo nostro Comune non aveva una struttura adeguata e capace di avere un’idea e un’immagine vera e realistica del territorio, parlo di quell’osservatorio per l’ambiente che abbiamo voluto inserire nel nostro programma di governo ma per il quale fino ad oggi non si sono messi in atto tutti i processi dovuti. Questa convenzione se non altro ha anche questo grande pregio e sono d’accordo con chi dice che ora si comincia veramente a controllare l’ambiente, perché dall’approvazione di questa convenzione, voglio dirlo perché mi sembra giusto assumercene il merito in base ad un emendamento presentato dai Comunisti Italiani a questa convenzione, questo Comune potrà usufruire di un osservatorio sull’ambiente e questo osservatorio che dovrà essere di stretta collaborazione con gli altri organismi preposti, quindi la Provincia, l’ARPAM o la nuova ARPAM che sorgerà e la ASL potrà veramente effettuare controlli ma non solo sulla centrale, potrà effettuare controlli a tutto campo e complessivamente sull’ambiente che ci circonda.

Vorrei parlare un attimo di questi appelli che ultimamente ci vengono dai Sindaci dei comuni vicini, io apprezzo questi appelli però non posso dimenticare che quando eravamo in piazza a manifestare contro la centrale, le forze politiche che c’erano sappiamo quali sono, le forze sociali che erano presenti sappiamo quali sono, non abbiamo visto un Sindaco di questi comuni scendere in piazza con noi, non uno e adesso finalmente si sono accorti che esiste il problema ed ora c’è l’assalto alla diligenza. Eticamente posso dire che assolutamente non è apprezzabile questo atteggiamento, avremmo preferito vederli in piazza con noi, probabilmente questa questione sarebbe andata in modo diverso se i cittadini di Monsano, di Chiaravalle - insieme ai loro Sindaci - e di Camerata Picena fossero scesi in piazza con noi, avessero manifestato e anziché essere 200, perché purtroppo così è stato alle nostre manifestazioni, saremmo stati più numerosi e forse potevamo riuscire a fare quello che è accaduto a Comunanza quindi queste lacrime di coccodrillo sinceramente sono poco convincenti.

Volevo illustrare la nostra mozione che è stata già accolta dalla Giunta, all’unanimità credo, perché la questione della centrale, se noi continuiamo a pensare al numero delle centrali probabilmente non faremo un buon servizio né a noi, né all’ambiente. Io mi chiedo sempre, ragionando, qual è l’obiettivo? Se l’obiettivo è quello di non appesantire la nostra aria, cosa ci interessa quante macchine circolano o quante hanno la marmitta catalitica? Cosa ci interessa quante fabbriche di vernici ci sono o quante fabbriche di vernici ci sono che sono strutturate in maniera da non essere inquinanti? Quello che ci interessa è che effettivamente finalmente la ragione prende in mano la situazione e riesca ad inserire nel piano energetico intanto la suddivisione del territorio della regione per bacini territoriali e poi prenda in considerazione la qualità dell’aria, la quantità delle emissioni e incominci a parlare di stabilizzazione delle emissioni per andare poi ad un abbassamento delle emissioni stesse. Non c’è un’altra politica che altrimenti ci garantisce se continuiamo a dare i numeri sulle centrali. Quello che ci garantisce è quale politica riusciamo a mettere in atto.

Termino, perché è passato il tempo, eventualmente proseguirà qualcun altro.

 

CONS. MELONI ROSA (PPI)

Ho già espresso, qualche giorno fa in un comunicato stampa, il pensiero rispetto al percorso che riguarda questa vicenda così complessa, così giustamente lunga e dibattuta. Il percorso si è concluso solo per la prima parte, non certamente per la seconda fase che inizia già da oggi.

Nella prima fase - non faccio la storia perché non voglio togliere il tempo ad altri, ma la memoria le persone presenti ce l’hanno forte perché sono state sempre molto presenti - ci sono stati momenti di notevole partecipazione, non solo alle manifestazioni cui Rosalba Cesini accennava, ma ai dibattiti e nelle sedi istituzionali in cui sono state trattate tutte le questioni inerenti questo costituendo impianto.

Il coinvolgimento della città c’è stato attraverso tutte le sue espressioni e allora anch’io mi pongo questa domanda: non mi chiedo dov’erano i Sindaci che in questa ultima settimana, in questi ultimi giorni - neanche tre o quattro mesi fa - sono presenti. Non mi chiedo dove fossero quando c’erano le manifestazioni con 200 partecipanti fatte in piazza, mi chiedo piuttosto dove fossero quando c’erano i forum, i dibattiti, le istruttorie, quando il Sindaco di Jesi ha incontrato gli altri enti territoriali. Non potevano chiedere una Conferenza dei Sindaci durante questi cinque anni che sono trascorsi? Per essere informati, per sapere. Certo, il Comune di Jesi è il Comune capofila e di questo si assume sempre oneri e poco spesso onori, perché le responsabilità cadono sulle spalle di una persona o di un’Amministrazione. Jesi, in questi anni, è sempre stata presente nelle varie sedi e con tutte le sue espressioni critiche, di opposizione o di condivisione, ma le ha espresse in forme sempre democratiche e talvolta accese, è vero.

Sono rammaricata e anche un po’ colpita - politicamente - del fatto che quando c’è da "stringere" qualcosa si voglia salire su questo treno non così comodo ma di assoluta responsabilità e di gestione politica complessa.

Voi pensate davvero che in questi cinque anni l’Amministrazione comunale di Jesi sia rimasta a guardare? Io credo invece che siamo rimaste a guardare proprio quelle forze che adesso occupano tante pagine dei giornali. Il Sindaco di Jesi non è stato a guardare senza fare niente, sono trascorsi - in questi anni - mesi in cui si aspettavano risposte, azioni, concertazioni sempre richieste. Io e la forza politica che esprimo crediamo fermamente che il Sindaco in questo periodo non meriti e non abbia bisogno di oppressioni o strattoni quali quelli in cui in questi giorni è fatto oggetto. Io ritengo, e mi impegno da questo punto di vista, che il Sindaco meriti e abbia bisogno di una sinergia di azioni e di presenze volte a gestire la seconda fase di questo percorso così complesso, il percorso della gestione e della convenzione, un percorso allo stesso tempo politico e amministrativo.

Rifiuto tra l’altro le varie accuse che negli interventi di chi è contrario - e da sempre in questi cinque anni lo è stato - alla presenza dell’impianto Turbogas sono emerse. Rifiuto le accuse di chi esprimerà un voto favorevole, voto di persone non attente alla tutela dei cittadini e del futuro dei nostri figli. Io mi chiedo chi non può essere attento, nel trattare questi temi, a tutelare i primi diritti inalienabili della persona? La salute, la vita sono preziose, si tratta di vedere e di impegnarsi sul come difendere questi diritti, come portarli avanti, come gestirli politicamente nel tempo e nello spazio che ci sono dati.

Mi ha meravigliato molto questa ultima richiesta dei 120 giorni. E’ davvero plausibile e responsabile questa richiesta proprio alla vigilia di una udienza del TAR dove sappiamo responsabilmente - e anche "ob torto collo", non con tanto piacere - cosa ci può cadere sulle spalle? Nel merito mi sono già espressa nella conferenza dei Capigruppo. Credo sia molto più rischioso e irresponsabile consegnare la città ad un impianto che possa essere realizzato al di fuori delle regole, al di fuori dei paletti che invece la convenzione è riuscita ad avere e a contrattare. Anche dai banchi dell’opposizione il Partito Popolare - faccio sempre riferimento a quando eravamo dall’altra parte - ha sempre ritenuto, per coerenza, e non lo può ritenere ora, che la convenzione fosse lo strumento deputato a porre le regole e a gestire un impianto così delicato. Dalla convenzione, quindi da domani, cominceranno quelle che io chiamo le sinergie politiche e amministrative riguardo la seconda fase. Dal punto di vista amministrativo certamente ci saranno momenti e situazioni in cui la convenzione chiama in causa l’Amministrazione per essere presente, per controllare e concertare. Dal punto di vista politico l’Amministrazione di Jesi e tutte le forze politiche indistintamente sono chiamate a concertarsi con gli enti territoriali sovrapposti, in merito ad una rapida approvazione del piano energetico regionale e degli strumenti che tutelano e danno linee di indirizzo dello sviluppo del territorio come il piano di risanamento delle acque e dell’aria; in questi ulteriori piani, in questi ulteriori strumenti potranno essere accolte e potranno trovare risposte rispetto al rischio che alcuni individuano di una Vallesina dove non si possa più respirare e non si possa più bere o non si possa più parlare. Credo che nella Vallesina ci siano tutte le energie giuste, le persone giuste che sapranno tutelare e sapranno portare avanti un discorso di coerenza e di attenta vigilanza su temi che stanno a cuore a tutti.

Un’ultima cosa che desidero dire, non entro nel merito della convenzione, è ritirato l’emendamento perché nella convenzione che c’era in cartellina rispetto a quella discussa in Commissione lunedì scorso è già stato recepito il senso dell’emendamento che ho consegnato. Il Partito Popolare ritira l’emendamento all’art. 21, comma c, perché già presente nell’ultima convenzione che abbiamo a disposizione e desidero solo invitare tutti alla lettura della convenzione stessa soprattutto chi accusa le forze che ci hanno lavorato e l’hanno voluta, di rendere invivibile il territorio. Invito a leggere i massimali di emissione e soprattutto di NOX su cui la convenzione ha esigito dal Consorzio Edison.

Su questo credo che ragionevolmente e senza nessun ricatto possiamo votare la convenzione proposta.

 

CONS. MONTECCHIANI ROSSANA (RIF. COMUNISTA)

Io credo che questa sera qui si consumi l’assenza della politica, ma che invece sia dato ampio spazio a quello che oggi è considerata la politica, cioè la logica della concertazione e del governo del minor danno, quanto accade quanto non si sceglie da che parte stare ma si subisce ciò che ci viene dato.

Questa è una lunga vicenda, lo ricordavano i molti che mi hanno preceduto. Non mi attarderò a dire che Rifondazione Comunista è stata contraria dall’inizio di questa vicenda e conseguentemente ad essa la logica della convenzione è l’ultimo atto di una morte annunciata, cioè se si arriva ad una stipula della convenzione si sceglie la centrale. Io non nego e non nascondo che questa Amministrazione, soprattutto la persona del Sindaco con il quale Rifondazione Comunista ha condiviso lunga parte di questa battaglia e che lo ha sostenuto quando lo stesso centro-sinistra che questa sera lo incensa lo ha lasciato solo essendo pronta, nella totalità e nella trasversalità con la destra, di accettare il primo progetto Sadam insieme alla convenzione.

Ci troviamo di fronte a diverse ambiguità, sicuramente una è l’ambiguità grave della Regione Marche che non porta alla discussione nel Consiglio regionale ma che rinvia continuamente - ha ragione l’Assessore Marini quando sa che ci sono fogli che vanno e che vengono - e non porta all’approvazione del Consiglio regionale il piano energetico regionale, condizione fondamentale perché si capisca quante centrali debbano esserci in quest’area di territorio. L’ambiguità è data dalle leggi ultime di governo e la 112 non è estranea. Noi siamo contrari. Abbiamo considerato un pezzo di carta inesistente la lettera del 17 dicembre proprio perché se quella lettera rimanda al decreto 112, bene, dentro il decreto 112 c’è piegare il territorio ai voleri delle imprese e quindi nulla ci garantisce rispetto a questo territorio e alla presenza delle centrali.

E’ in atto il decreto Bersani sullo smantellamento di 15.000 megawatt di energia elettrica. Abbiamo appreso ieri da "Il Sole 24 ore" che probabilmente Camerata Picena verrà messa in panchina con un termine calcistico. Allo stesso modo sappiamo però che c’è la possibilità del ritiro di quel decreto e comunque noi abbiamo la lettera dell’Enel in cui dice che Camerata Picena può lavorare per 24 ore a 100 megawatt. Quello che nessuno di noi voleva, a tutt’oggi è una realtà, in questo territorio insistono tre centrali.

Faccio solo una considerazione a margine. Che cosa strana, si permette di sporcare altri siti come quello presso la Sadam, quindi il territorio della Vallesina e di questa città e si chiude Camerata Picena. Si sporcano altri siti e si toglie quello che invece è già controllato anche se non ecocompatibile e quindi per quella centrale che è fortemente inquinante e obsoleta si dovrebbe fare la stessa battaglia per ottenere quel terzo progetto che a Jesi si è ottenuto. Questo è l’impegno che Rifondazione ha rispetto al mantenimento di quella centrale che deve mettere insieme una compatibilità dell’ambiente e una erogazione pubblica dell’energia elettrica.

Questa Amministrazione comunale ha subito il ricatto della CGIL, CISL e UIL, io lo chiamo "ricatto. Invito, chi non lo conoscesse, alla lettura dell’accordo siglato tra CGIL, CISL e UIL e consorzio Edison Sadam. L’occupazione che si salva è l’integrazione nello Zuccherificio di Jesi delle unità tolte dallo Zuccherificio di Fano. Io mi chiedo quale sarà il futuro di quegli avventizi che un mese e mezzo fa la Sadam dopo averli - nello stesso giorno - licenziati, li ha portati a protestare in questo Consiglio comunale contro un Sindaco che voleva ancora garanzie prima di dare la concessione edilizia sul suo territorio. Credo che quanto sto dicendo sia incontestabile, è grave, perché viene scritto in quell’accordo quanto tutti noi sapevamo già da cinque anni: che ci sarebbe stato un picco massimo di assunzioni temporanee fino a 250 unità nel periodo della costruzione della centrale, 16 addetti speciali per la gestione della centrale stessa. Novità non ce ne sono in quell’accordo. Ci potrebbe essere invece un’esternalizzazione - mi consento di fare ipotesi su cui mi voglio confrontare politicamente quindi senza avere certezze in tasca - di lavoro, rispetto allo Zuccherificio, se si lega l’occupazione esistente alla produttività dello Zuccherificio stesso ovvero: se le quote che la Comunità Europea non aumenteranno per l’occupazione oggettivamente ci potrebbe essere una riduzione della produttività e pericolo e allora l’esistenza dell’occupazione in quello Zuccherificio doveva essere garantita di per sé, questo è un aspetto grave che ha portato a questa decisione che questo Consiglio comunale non penso avrà intenzione di sospendere. La sospensione per 120 giorni è una richiesta fatta non solo da chi è sempre stato contrario, ma anche da chi ha iniziato a rendersi conto - e mai è troppo tardi - di quello che sta succedendo in questa valle e allora 120 giorni non sono troppi perché decida la politica e non i tribunali.

Ho poche altre cose da dire, perché della questione ne abbiamo parlato per tanti anni. Credo che ci troviamo nella dirittura di arrivo, non credo sia giusto dire che non si sia risvegliata la partecipazione, chi più di noi che da oltre cinque anni sediamo in questo Consiglio comunale sa quello che vuol dire in questi anni il ritorno alla partecipazione attiva delle popolazioni e dei soggetti.

Nel programma della Giunta progressista - non in questo - avevamo messo che uno dei punti fondanti era il ritorno alla partecipazione, ora si fa carta straccia delle 2.500 firme raccolte per l’indizione del referendum che con un ricatto della Edison Sadam questa Amministrazione comunale non ha voluto portare avanti e non ha voluto dare la parola alla popolazione di questa città. Credo che quella fosse una possibilità che noi tutti potevamo avere per poi decidere liberamente rispetto a questo.

Vorrei dire ancora una cosa questa sera. Non si può continuare, facendo finta di niente, a pensare che esista questo unico impianto e che sulla nostra valle non esista più niente.

In questa valle esistono tre centrali termoelettriche, forse ce ne sarà una quarta, quella dell’API, una richiesta in itinere. I bomboloni della Goldengas, il cromo esavalente della RCD di Monsano, lo stesso Interporto, io mi chiedo e chiedo a chi governa questa città, a chi governa questa valle - e il Consiglio comunale di Chiaravalle ne comincia a prendere atto - quando si pone il problema vero non più rinviabile e non più messo a tacere con tranquillità rispetto alle due centraline in più di controllo; in questa valle si pone un vero e proprio problema della qualità dello sviluppo e della conseguente qualità della vita.

Le forze di questo governo se lo devono chiedere immediatamente e senza più possibilità di ritorno. Questo è un problema fondamentale e fondante.

Dicevo prima delle 2.500 firme raccolte, assemblee di popolazioni che si rimobilitano, io credo che questa sera c’è l’assenza della politica e soprattutto c’è l’assenza della concezione della politica che nel momento in cui il conflitto rinasce c’è anche la possibilità che quel conflitto rimetta in discussione situazioni che sembravano oramai perse.

Questo Consiglio comunale se vorrà fare questa scelta sopra la testa di chi gli chiede 120 giorni per decidere, chi gli chiede di guardare allo sviluppo di questa valle, potrà avere una compattezza del centro sinistra ma sicuramente mette a rischio la partecipazione vera e la possibilità di cambiamento in questa città e in questa Vallesina.

 

CONS. MASTRI ANNIBALE (AN)

Con la ratifica da parte di questo Consiglio comunale di Jesi della convenzione tra il Comune e il consorzio Edison Sadam si pone la parola fine ad anni di discussione sulla centrale Turbogas. Nata male e gestita peggio dal Sindaco Polita questa storia viene chiusa in fretta e furia perché sulla testa del nostro primo cittadino pende, come la spada di Damocle, la sentenza del TAR sulla necessità o meno della concessione edilizia per la cantierazione dell’impianto presso lo Zuccherificio jesino. Quindi è meglio avere una convenzione che non averla affatto, se il TAR, come ipotizzare è facile, dovesse dare ragione al consorzio. Meglio chiudere la storia che pagarci anche i danni sopra. Ecco cosa abbiamo guadagnato in tanti anni di tentennamenti, una convenzione che se fatta tempo fa sarebbe stata di molto più vantaggiosa. Terminano così anche i bluff del Sindaco di Camerata Picena che si ritroverà con una centrale obsoleta e antieconomica, con il conflitto tutto interno ai DS se accontentarlo con la ZIPA 4 o un’area espositiva.

A proposito dei signori diessini i quali comandano in Regione, in Provincia, a Jesi, a Falconara, a Chiaravalle, a Monsano, a Monte San Vito e a Camerata Picena, perché non ci spiegano come mai non hanno trovato tempo, o gli accordi, per varare il piano energetico regionale? "Punto" direbbe Balestra, e Balestra ha proseguito il suo intervento molto accalorato - lo devo riconoscere - da avvocato difensore del Sindaco, sparando a zero sui Sindaci, Sindaci diessini della Vallesina, rei di essere usciti fuori tardivamente, punto; oppure dovevano tacere per ordine di scuderia? Punto; e dopo aver negato il teorema che passa sopra tutti e tutto, sopra la salute della gente, sopra l’ambiente, ossia che siete un partito - quello jesino dei DS - di serie B, che siete succubi del DS anconetano che decide, fa e disfa passando sopra a tutti e questa logica la vedremo ancora, purtroppo, con l’Interporto, il prossimo affare da gestire.

Già il buon Pesaresi lo ha fatto pubblicare sulla stampa: "Indietro non si torna" e purtroppo voi risponderete "obbedisco", punto.

Per quale motivo tu, caro Polita, vuoi che le forze politiche cittadine avallino la convenzione con il consorzio che ti permetterà poi di rilasciare la concessione edilizia? Per quale motivo cerchi il coinvolgimento degli altri quando tutta la vicenda te la sei gestita sempre e solo da solo. Già tempo addietro hai rivendicato meriti di aver costretto gli interlocutori al varo del progetto n. 3, un impianto all’avanguardia europea, quando fin dall’inizio il consorzio si era dichiarato disponibile alla ricerca di soluzioni migliorative. E’ per questi motivi che non riguardano minimamente la valutazione sull’opportunità o meno della centrale che Alleanza Nazionale non vota a favore della convenzione. Ci asteniamo, affinché sia completamente tua e del tuo partito la responsabilità politica e morale. La stessa coerenza l’attendo ora da Rifondazione Comunista e dai Verdi, ora dovete - se coerenti - uscire dalla maggioranza altrimenti ci avrete riempito di chiacchiere vuote e demagogiche e nella sostanza vorrà dire che avete avuto da questo Sindaco il contentino.

 

CONS. BRAVI FRANCESCO (F. ITALIA)

Come è mio solito sarò breve per lasciare agli altri il tempo per parlare. Voglio affermare, in coerenza con quanto da sempre hanno sostenuto in passato i Consiglieri di Forza Italia Mocchegiani, Agnetti e gli altri che ora sono assenti. Ribadisco la nostra posizione a favore della realizzazione della centrale secondo la terza ipotesi progettuale; anche se questa è un’affermazione impopolare considerata la maggioranza dei presenti in aula, posso dire che Forza Italia può menare il vanto di aver sempre creduto nella necessità della Turbogas. Siamo stati però sempre attenti alla formulazione di una convenzione rigida che garantisse un severo controllo da parte del Comune sull’impianto di cogenerazione e Forza Italia aveva proposto un’apposita Commissione consiliare per studiare i problemi, già cinque anni fa. Purtroppo questa richiesta non è stata recepita e il Sindaco ha provveduto da solo, con il suo gruppo consiliare, forse soltanto con la Giunta, a procedere alla formulazione della convenzione senza interpellare una Commissione consiliare che forse avrebbe potuto avere un più alto consenso e una conseguente procedura più tranquilla senza avere tutte queste obiezioni e tutti questi cavilli, osservazioni e tante cose che si sono susseguite nel tempo. Avevamo chiesto questa Commissione per studiare i problemi inerenti la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente della Vallesina, per avere garanzie su una ricaduta positiva nel campo dell’occupazione con l’impiego di manodopera, di tecnici, professionisti del luogo e sul campo dell’utilizzo dell’energia prodotta dalla centrale.

Non siamo ulteriormente favorevoli a procrastinare il problema. Tutti questi rinvii sono per me più nocivi che altro. Questo problema sta diventando una storia infinita, è ora che si tirino le reti a riva e che si traggano le dovute conclusioni su questo problema insoluto. Ora è compito della Regione che finalmente deve redigere questo piano energetico regionale per fare chiarezza sulla possibilità di avere centrali nel giusto numero e nella giusta qualità, soprattutto per garantire veramente la salute dei nostri concittadini, di tutta la Vallesina non solo degli jesini. Oltre al controllo sulla possibilità di potenziamento della centrale di Camerata Picena ritengo che debba assolutamente verificare la dismissione della centrale API perché mi risulta - da una recente valutazione - che l’API ha fatto delle dismissioni abnormi, mostruose, di cui forse non se ne parla, non se ne è parlato da nessuna parte come pure mi risulta che l’Enel ne sia conoscenza - a Firenze in particolare - e sa come sono state emesse enormi quantità di sostanze tossiche e purtroppo pare che terrà questa notizia come ricatto nei confronti di manovre successive.

Ritengo comunque sia il caso di procedere alla conclusione di questa storia infinita e annuncio fin da ora che voteremo a favore della convenzione.

 

CONS. CANTARINI VITO (DS)

Esprimo una posizione in dissenso dal gruppo, cercherò di essere sintetico anche perché molte cose sono state già dette, quindi è del tutto inutile ripeterle.

Immagino che oggi sarà finalmente un giorno di allegria e di festa per qualcuno e in qualche ambiente, naturalmente penso a Jesi Energia che finalmente dopo una storia lunga anni di travagli, di intoppi, finalmente vede concretamente la possibilità di mettere le mani sul malloppo anche se dobbiamo dire che si tratta di un malloppo che qualcun altro gli ha preparato, quindi dobbiamo essere chiari su questo.

E’ chiaramente una situazione, per qualcuno, importante. Semmai ci sarebbe da discutere sui metodi, sui modi, sullo stile che in molte fasi di questa vicenda Jesi Energia ha tenuto. Del resto si deve anche dire che quando sono in ballo tanti miliardi, come in questo caso, pretendere anche un po’ di stile è forse esagerato soprattutto penso sia esagerato per il capitalismo italiano che predica in un senso e poi razzola esattamente al contrario, si riempie la bocca di libero mercato e poi in ogni progetto, in ogni iniziativa, la prima cosa che fa è andare a bussare alla cassa di babbo Stato e di mamma governo per garantirsi intanto i contributi statali. Questa è la situazione della centrale in questo momento, però dobbiamo comunque dire che in tutta questa questione chi è riuscito a svolgere appieno il proprio mestiere è sicuramente la Sadam. Con tutte le distorsioni, con tutte le possibili situazioni di prepotenza, la Sadam ha fatto appieno il suo mestiere, forse non possiamo dire la stessa cosa di altri soggetti. E’ su questo che vorrei soffermarmi un attimo perché anche questa sera il Sindaco e molti di noi, io stesso fino a poco tempo fa più di una volta mi sono espresso dicendo che questa è una centrale che noi abbiamo subito, che noi non abbiamo voluto. Io credo che su questo dovremmo fare un minimo di chiarezza, si tratta di capire cosa si intende per "noi", se per noi intendiamo l’opinione pubblica, la gente comune, le persone della strada, probabilmente è così, se per noi intendiamo qualcosa di diverso, intendiamo il Palazzo, perché volenti o nolenti - chi più, chi meno - nel Palazzo ci siamo, a prescindere dalle nostre convinzioni. Quindi se invece per noi intendiamo il Palazzo io dico chiaramente che non è così; questa linea di tendenza da parte di molti a far risalire la responsabilità e circoscrivere la responsabilità politica della Turbogas a politici e partiti antichi, di sette o otto anni fa, è un’operazione sbagliata nel senso che è vero che sette, otto o nove anni fa molti partiti e molti politici non hanno capito o non hanno voluto capire la gravità e le implicazioni di quello che andavano accettando, questo è vero, ma è altrettanto vero - e su questo vorrei soffermarmi un attimo - che le responsabilità di allora vanno condivise con responsabilità altrettanto gravi e preoccupanti dell’oggi. Credo che alcuni soggetti che sono intervenuti in questa vicenda ieri, non l’altro ieri, soggetti che adesso cercheremo di individuare, hanno esattamente le stesse responsabilità che hanno avuto i politici di sette o otto anni fa. Il primo a cui penso - lo dico con disagio e anche con amarezza - è il sindacato, tra l’altro voglio essere anche chiaro perché voglio distinguere il ruolo del sindacato quindi dei gruppi dirigenti da quello delle maestranze. Io credo che le preoccupazioni delle maestranze, le loro esigenze, le loro necessità siano un problema per tutti noi senza nessuna appartenenza politica, senza nessuna differenziazione, però non possiamo sottovalutare e sottacere il ruolo che invece i gruppi dirigenti delle forze sociali, in tutta questa vicenda hanno tenuto, un ruolo di totale subalternità. In pratica diciamo chiaramente che si sono adeguate a fare il lavoro sporco, il lavoro che il capitale tipo la Sadam che sarà straccione ma non è stupido, sapeva benissimo di non poter fare; lo ha fatto il sindacato, diciamolo chiaramente, toccando poi dei momenti che rasentano una bassezza preoccupante. Penso ad esempio al momento in cui l’azione sindacale ha portato a far considerare come interlocutore delle maestranze l’Amministrazione comunale e non l’azienda. Questo penso che sia stato uno dei momenti del sindacalismo locale più basso, ma non solo questo. E’ stato già detto.

L’altro aspetto importante è il fatto che nell’accordo stipulato - accordo che giustamente Sadam allega alla convenzione come garanzia, come copertura politica - tra Sadam e sindacati, si parla di livelli produttivi, non si parla di livelli occupazionali, quindi un sindacato che rinuncia scientemente e deliberatamente alla richiesta più importante e più pressante, quella che gli poteva dare più credibilità. Quindi il ruolo di un sindacato, di un gruppo dirigente sindacale che si è adoperato per consegnare oggettivamente... (fine cassetta)... Questa è la situazione.

Detto questo devo fare anche un’altra considerazione perché la ritengo importante in quanto non solo il sindacato ha avuto un ruolo negativo, pesantemente negativo in questa questione, credo che una grossa fetta di responsabilità l’abbiano anche le cosiddette forze politiche. Io naturalmente non voglio assolvere PDS prima e DS adesso, perché è notorio il mio rapporto di serrata dialettica con il partito, ma bisogna anche dire che sono assolutamente convinto che quando c’è qualcuno che compie un atto è responsabile chi compie l’atto ma è anche responsabile in egual modo chi non fa assolutamente niente per impedirlo. Su questo, senza mettere in discussione la buona fede dei colleghi o di chi in questo Consiglio comunale ha da sempre espresso delle posizioni di perplessità e di contrarietà nei confronti della Turbogas, mi chiedo: dove potevano e quando potevano, cosa hanno fatto per impedirlo? Questo lo dico con molta chiarezza, considerando che non ritengo che in questioni di questo genere possa essere sufficiente qualche interpellanza, qualche interrogazione e qualche articolo giornalistico tanto per motivare la propria esistenza. Ci voleva qualcosa di diverso che purtroppo non è stato fatto.

Sulla convenzione. Quando ho letto la convenzione la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la macchietta di un vecchio comico: "Vi darò tutto, basta che non mi chiedete niente"; poi però a guardare bene questa convenzione qualcosa di positivo sicuramente c’è, forse anche molto per noi, ma il problema è che quel "molto per noi" per la Sadam è sicuramente niente, si limita a qualche centinaio di milioni, a qualche miliardo tutto da conquistare ma niente di più. Questi due o tre miliardi che la Sadam mette a disposizione, se noi li consideriamo solo dal punto di vista pubblicitario, cioè dal punto di vista di quanto la Sadam, Jesi Energia e Edison dovrebbero spendere, in genere queste aziende spendono, è un investimento che alla fine si riduce ad un grosso guadagno, cioè si risparmia, perché se dovessero spendere la cifra intera per la promozione della loro immagine e della loro iniziativa spenderebbero molto di più, in questo modo se la cavano con due o tre ipotetici miliardi e qualche centinaio di milioni. questa è l’impressione. C’è da dire però - e su questo credo di non dover dissentire - alcune cose sicuramente sono state fatte.

Quello che mi sembra un dato caratteristico di questa convenzione non è tanto ciò che è riuscita ad ottenere ma il modo, la ragione per cui è nata. Credo che alla base di tutta questa situazione ci sia una convenzione che nasce da una profonda posizione di debolezza. Nel momento in cui noi andiamo ad una convenzione partendo dal presupposto che il 10 marzo ci sarà una sentenza del TAR che ci darà torto, noi ci mettiamo nei confronti della controparte in una posizione di debolezza, per un motivo molto semplice, in primo luogo che il TAR dia ragione alla Sadam questo è tutto da vedere; secondo, anche ammettendo che darà ragione alla Sadam è tutto da vedere che la Sadam stessa - Jesi Energia - possa e abbia interesse a fare un progetto che non tenga conto della contrattazione finora intervenuta. C’è poi un altro aspetto importante che si trascura e che io penso sia stato uno degli errori da sempre. Prima qualcuno ha parlato di partecipazione, è vero che non c’è stata partecipazione ma è altrettanto vero che chi doveva favorire e stimolare questa partecipazione cosa ha fatto? Assolutamente niente. Ci si è limitati esattamente al contrario, a fare in modo che questo problema sfuggisse alla gente perché potesse essere deciso all’interno delle segreterie. Questo credo sia un aspetto importante.

La partecipazione, quindi, è stato un aspetto trascurato ma ritengo che non possiamo dare per scontato che sarà sempre così. C’è un’opinione pubblica, c’è una presenza, c’è un desiderio di partecipazione che potrebbe sicuramente essere stimolato in seguito. Dare per scontata questa vittoria del TAR credo abbia portato ad una convenzione per certi aspetti positiva ma ispirata da una posizione di debolezza che in qualche modo la inficia.

C’è una cosa che voglio dire ed è personale. Io credo di essere stato sempre un leale sostenitore del percorso che in tutta questa questione ha tenuto l’Amministrazione, il Sindaco in particolare. Credo di aver sempre sostenuto lealmente la sua posizione e per questo mi sento quasi legittimato ad esprimere una certa perplessità per il modo con cui è stata conclusa ma soprattutto per l’accelerazione che ha avuto la conclusione di questa vicenda. Io non so cos’è successo. Posso avere un’impressione, una sensazione, però immagino che ci potrebbe essere stato un intervento, un qualche fattore esterno che ha determinato in maniera pesante questa conclusione. La mia è naturalmente una supposizione, non ha niente di fondato, però, proprio per quella lealtà che credo di aver sempre avuto nei confronti del Sindaco mi sento di dirgli questo.

C’è un’ultima domanda che io mi voglio porre ed è una domanda più generale ed è il problema che mi sto ponendo da qualche tempo. Al di là di tutte queste considerazioni chiedo a tutti voi - e a me stesso - se la politica avesse voluto fare qualcosa di diverso, noi sappiamo che non è questo il caso perché la politica vecchia, la politica attuale è totalmente complice di questo progetto, ma se avesse voluto fare qualcosa di diverso, cosa avrebbe potuto fare? Io ho molti dubbi che avrebbe potuto fare qualcosa. Naturalmente questa è una domanda che richiederebbe Consigli comunali ma anche riunioni in altre sedi.

Concludo dicendo che proprio per tutte queste considerazioni voterò contro questa convenzione tenendo a precisare che in nessun modo il mio è un voto contro il Sindaco, non è assolutamente un voto di sfiducia nei confronti del Sindaco di cui invece condivido totalmente il disagio e - in certe situazioni - il dramma personale; è semplicemente un voto contrario ad una politica insipiente e strumentale e soprattutto una presa d’atto dell’impossibilità per una politica - intesa con la "p" maiuscola - di poter svolgere pienamente il ruolo di tutela degli interesse collettivi e non privati. Io mi rendo anche conto che questo mio voto ha delle implicazioni personali, istituzionali, ma soprattutto politiche come del resto è stata una posizione discussa all’interno del gruppo, quindi, non oggi perché non voglio creare problemi di tipo procedurale a nessuno, ma da lunedì io trarrò personalmente tutte le conseguenze della mia posizione assumendomene appieno tutte le responsabilità. Grazie.

 

CONS. LANCIONE MAURO (UDR)

Sulla questione Turbogas, da cinque anni a questa parte si è proceduto sempre ad una sufficientemente puntuale e trasparente informazione alla città su ciò che stava accadendo, questo perché la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente non sono concetti - come questa sera è stato detto - in esclusiva ad una forza politica o ad una ideologia particolare, ma fortunatamente appartengono all’intera collettività alla quale tutti noi apparteniamo.

In un contesto combinato di precise leggi dello Stato, di autorizzazioni ministeriali, di autorizzazioni regionali devo riconoscere come risultati di assoluto rispetto quelli che si sono ottenuti con la convenzione. Una centrale che per tecnologia non ha pari in Europa, con un sistema di controllo molto sofisticato che consente al Comune di controllare in tempo reale le emissioni gassose, con strumenti compensativi che permettono alle aziende che sorgeranno nei nuovi insediamenti della Zipa, di usufruire del calore emesso dalla centrale per riscaldare gli ambienti e a numerosi edifici pubblici che si potranno servire di energia solare.

Portando ad esempio l’impegno a non effettuare prelievi aggiuntivi di acqua nel sottosuolo dell’Esino rispetto alla gestione dello Zuccherificio e a riversare il residuo delle acque di lavorazione dell'impianto nel sistema di depurazione della Sadam ritengo di poter affermare che le scelte tecniche possano garantire uno sviluppo sostenibile in un quadro politico e socioeconomico che effettivamente mette al primo posto la centralità dell’uomo con la stessa salvaguardia della salute dei cittadini.

Ritengo chiaro che tutta l’attenzione dovrà essere per forza rivolta ad interventi trasparenti di garanzia con monitoraggi che siano severi e che permettano controlli della produzione. Mi sembra anche giusto riconoscere ai colleghi che hanno lavorato a questa convenzione che nei 22 articoli della stessa sia scritto a chiare lettere che la centrale termoelettrica sarà costantemente sotto controllo. Non ci dobbiamo dimenticare l’impegno sul documento che vincola le aziende sul piano della produzione dell’energia ma anche sul piano del mantenimento occupazionale. Io ritengo come estremamente positivo, a differenza di quanto alcuni colleghi hanno fatto rilevare non solo questa sera, che per la costruzione della centrale saranno impegnate circa 130/150 addetti con una presenza media e con una presenza massima di circa 250 lavoratori.

Ritengo anche che a parità di costi e di competenza, l’aver ottenuto - come mi sembra risulti da un accordo con le rappresentanze sindacali - che saranno preferite imprese e manodopera locali sia una cosa che dovrebbe interessarci.

Per tutta la durata in esercizio della centrale, che mi sembra sia stata stabilita in circa 20 anni, sapere che lo Zuccherificio Sadam di Jesi resterà attivo, non effettuerà tagli sul personale, con un impegno preciso dell’azienda per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali - 338 dipendenti con contratto a tempo indeterminato - siano sufficienti per esprimere un giudizio positivo.

Non dimentico inoltre, e lo dico per ultimo ma non credo che sia di minore importanza, che esiste anche un parere richiesto dal Sindaco di Jesi e rilasciato il 23 febbraio dal prof. Giovanni Latini della Facoltà di Ingegneria di Ancona, che testualmente scrive due frasi che io sintetizzo in questo modo: "il progetto della Turbogas è stato studiato da una Commissione di esperti nominata dall’Amministrazione jesina", questo ci dovrebbe tranquillizzare sulla correttezza di coloro che hanno espresso il parere. Dall’altro la stessa Facoltà di Ingegneria di Ancona afferma che le usuali prescrizioni di legge a salvaguardia dell’ambiente sono state tutte richiamate nella bozza di convenzione con restrizioni che in certi casi sono migliorative e che ulteriori condizioni a garanzia dell’ambiente sono state poste ed accettate in numerosi campi; ne ricordo alcune: prelievo di acqua, controllo dei sistemi di lagunaggio, controlli e monitoraggi, misure e prima e dopo l’avvio della centrale.

Mi rendo conto che sulla Turbogas abbiamo passato tanto tempo a parlare per cui faccio un invito ad essere pratici perché ritengo che in cinque anni, proprio per l’impegno che tutti i colleghi hanno espresso si siano percorse tutte le strade possibili di tutti i pareri possibili. Se così non è penso che qualcuno lo dovrebbe affermare chiaramente e inoltre qualcuno dovrebbe indicare quali altre strade ci sono da percorrere.

Ritengo, per quanto mi riguarda - per quello che ho citato finora - che l’itinerario a dir poco travagliato, oggi si possa concludere e preannuncio un voto favorevole dell’UDR.

 

CONS. BELLUZZI GIOACCHINO (CD)

Credo che da ormai cinque anni è noto il mio consenso alla iniziativa ed alla realizzazione della Turbogas nella nostra città, quindi alcune cose che sono state dette questa sera, dal punto di vista tecnico, non intendo ripeterle perché ho confermato questo mio parere favorevole già da diversi anni. Credo che però quanto ha detto il collega Cantarini non possa non riguardarci non tanto per la sua attenzione e fiducia delle quali gliene do atto - anche se non l’ho condivisa e non la condivido in questo mio intervento - rispetto al percorso istituzionale e al percorso portato avanti dal Sindaco per arrivare a questa convenzione. La realtà è che le lancette dell’orologio in questo Consiglio comunale si sono fermate al novembre 1997 quando il consorzio Jesi Energia ha presentato quell’ulteriore progetto migliorativo che va sotto il nome di Turbogas 3; le risposte e i quesiti politici che pone il problema Cantarini vanno inquadrati in quell’epoca. La risposta però è semplice, il percorso sulla vicenda Turbogas è stato condizionato da una scelta politica che avrebbe portato altrimenti, in quell’occasione e con un referendum alle porte prima della consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale, a far sì che Verdi e Rifondazione Comunista non avrebbero partecipato ad una maggioranza che non avesse avuto o che avrebbe dato priorità alla realizzazione della Turbogas.

Noi abbiamo perso, su questa vicenda, non cinque anni, forse rivedo anche certe mie convinzioni e riflessioni circa i progetti 1 e 2, noi abbiamo perso diciassette mesi di tempo che potevano essere fondamentali per ottenere una convenzione migliore. Oggi, per responsabilità delle forze politiche, andiamo ad approvare una convenzione dieci giorni prima di una sentenza del TAR che sulla base di pareri e di sentenze, alle quali faceva riferimento prima la collega Cesini, che non sono di ieri o dell’altro ieri ma sono degli ultimi due anni, davano ragione alle società che realizzavano questo tipo di impianto. Perché allora abbiamo perso tempo? Perché non volevamo dare la concessione? No. Perché sapevamo benissimo, e queste sono cose che sono state dette in questo Consiglio comunale, che la concessione per i progetti che rientrano nella legge e che hanno previsto la cogenerazione, nella fattispecie - seppure con tutte le modifiche delle quali si è fatto riferimento - la Turbogas di Jesi rientra in questa previsione di legge, la concessione era un atto dovuto. Per questo motivo si accelera il processo, perché sicuramente - e credo quanto detto dal collega Cantarini sia stato detto, con una semplicità e una naturalezza della quale va dato atto e merito, corrisponde all’esatta verità - senza questa convenzione noi probabilmente avremmo la possibilità che nel giro di quindici giorni il consorzio Jesi Energia potrà realizzare la Turbogas senza nessun controllo, senza nessuna convenzione che comunque, anche se pervenuta tardi, dà la possibilità al Comune di fare i dovuti controlli; dà la possibilità all’Amministrazione comunale, e al Sindaco in prima persona, di sospendere l’attività della Turbogas qualora questa non rientri nei parametri previsti dalla legge e previsti dalla convenzione che tra l’altro prevede dei parametri migliorativi rispetto a quanto previsto dalla legge. Il perché è evidente. Il perché è di carattere politico. E’ vero, questo Sindaco ha preso il 60-67-70%, probabilmente questo Sindaco senza il consenso dei Verdi e di Rifondazione Comunista non avrebbe ottenuto questi risultati. Adesso i Verdi e Rifondazione Comunista non servono più e quindi credo che anche i Verdi e Rifondazione Comunista, se vogliono essere coerenti con la loro impostazione politica ne dovrebbero prendere atto. Mi risulta che i Verdi abbiano manifestato l’intenzione di aprire una crisi politica, probabilmente troveremo anche una soluzione di ripiego, apriremo una crisi politica senza uscire dalla maggioranza, questa può essere una cosa che può essere tipica della nostra città e forse è una di quelle cose che ha fatto fare una profonda riflessione - lo ripeto, siamo su sponde diverse, ma lo rispetto - al collega Cantarini.

Credo che in questo Consiglio comunale non si è avuta un’attenzione a quello che è stato il passato di una società; io non condivido l’impostazione e la critica al sistema industriale in Italia fatta dal collega Cantarini, credo che al di là dei livelli occupazionali, credo che al di là delle situazioni contingenti non si può improvvisamente cancellare per un mero ambientalismo di facciata che poi di sostanza non è, perché i Verdi in questo Consiglio comunale forse sono stati più attenti agli incarichi professionali e ai progetti che non ad una vera politica ambientale nella nostra città. Ritengo non vada sottaciuta una presenza significativa nei livelli e occupazionali e soprattutto per una trasformazione di quel mondo agricolo industriale che la Sadam ha realizzato in cinquant’anni di presenza nella nostra città. Credo che questa sia una cosa che non va dimenticata e se i sindacati si sono stretti attorno ad una società, attorno ad un progetto, ritengo che attenga anche ad una cultura della classe operaia della nostra città. Quindi non va detto bene quando fa comodo e criticato quando fa meno comodo; tutte le posizioni vanno rispettate con correttezza perché credo che - e concludo con una frase che ha detto il Sindaco nella sua introduzione - "stare tranquilli con la coscienza è importante, per chi fa politica non è fondamentale". Io sono tranquillo con la mia coscienza nel votare sì a questa convenzione, critico il percorso che è stato compiuto dal Sindaco perché ripeto se avessimo parlato di convenzioni diciassette mesi fa senza la spada di Damocle di un risultato o di un ricorso al TAR, forse avremmo ottenuto di più non tanto perché l’Amministrazione comunale deve ottenere qualcosa di più per mero ricatto, ma credo che avremmo potuto coinvolgere il mondo imprenditoriale - e la Sadam fa parte di questo mondo imprenditoriale - per dei progetti più interessanti, più fattivi che avrebbero aumentato non tanto il livello occupazionale, ma avrebbero soddisfatto le attese di molti cittadini da parte di una ripresa economica che anche nella nostra città è fondamentale.

 

CONS. ROCCHETTI FEDERICA (SDI)

Io e la collega Girini, pur seguendo la linea del nostro partito non nascondiamo la nostra perplessità su questa vicenda in quanto è da evidenziare il ritardo con cui tutte le forze politiche hanno preso atto della questione Turbogas. Di conseguenza la città sta subendo questa centrale di cui avrebbe volentieri fatto a meno, peraltro autorizzata dal Ministero senza fare una valutazione reale a livello di compatibilità ambientale, economica e sociale.

Mi rendo conto che non possiamo sottovalutare lo sforzo fatto, i risultati ottenuti per un minore impatto ambientale con la conseguente applicazione delle migliori tecnologie disponibili e anche i risultati politici, vedi l’impegno della Regione e del Ministero. Ora, nonostante le giuste preoccupazioni che sempre ci saranno voteremo a favore in quanto la convenzione presenta aspetti di garanzia dal punto di vista del controllo ambientale, auspicando l’effettività di tale controllo. Grazie.

 

CONS. PAOLETTI GIANLUIGI (DS)

Io credo che il Capogruppo dei DS, con una chiarezza espositiva abbia riassunto il confronto che si sta attuando in quest’aula, riassunto nella diade passione e ragione, la passione che chiaramente possiamo sintetizzare nella lucida esposizione del collega Cantarini, passione che anima qualsiasi esponente che si rifaccia al pensiero della sinistra e che indubbiamente pone disagio ad affrontare una situazione come questa, ma occorre ricordare anche che come contrapposizione esiste anche la necessità di applicare una razionalità ai provvedimenti.

Il momento storico nel quale noi andiamo ad operare vede come filone ideologico, perché è giusto definirlo così, dominante, il pensiero unico del capitale. Qualcuno lo ha ricordato. E’ inutile negarlo. Tutti i provvedimenti che vengono applicati vedono comunque soccombere le categorie deboli.

Il collega Grassetti ha citato l’art. 2 della Costituzione, ma va ricordato che come contrapposizione a quell’articolo esiste anche l’art. 42 che riconosce e tutela il diritto di proprietà ed è un diritto garantito e riconosciuto con la stessa forza, anzi, forse con più pregnanza mentre l’art. 2 è forse molto più retorico che realmente applicato.

Io credo che il partito di maggioranza relativa sia riuscito a gestire, seppure con difficoltà interna perché è giusto che un partito democratico abbia al suo interno possibilità di confronto, la questione nel miglior modo possibile riuscendo a garantire - speriamo noi nella massima possibilità - la cittadinanza nell’ottica congiunturale che stiamo vivendo che è un’ottica comunque difficile per la sinistra e pone comunque un problema da discutere ma nelle sedi superiori, nelle sedi legislative, ove i provvedimenti legislativi vengono applicati e qui non occorre fare differenze tra i singoli partiti, tutte le nostre forze hanno una responsabilità in questo. Noi non possiamo che gestire provvedimenti che vengono presi altrove e ci vengono scaricati.

Io credo che il Sindaco nel procrastinare una decisione apparentemente imminente sia riuscito a tamponare una situazione estremamente deficitaria.

Il nostro gruppo dà un sostegno, nella speranza che tali disposizioni siano le più garantiste possibile, mantenendo però quella perplessità sui provvedimenti in generale.

 

CONS. TONELLI STEFANO (C.I.)

Nel dibattito di questa sera c’è una grossa mistificazione, potrebbe sembrare che dal pronunciamento di questo Consiglio comunale dipenda l’autorizzazione o no, la fattività o meno di questa centrale. Questa è una mistificazione che avvelena un po’ tutto il dibattito perché non è vero, questa centrale è stata autorizzata nel 1991, ha tutte le autorizzazioni possibili e immaginabili. Questo Comune ha soltanto una decisione da poter prendere in questa fase, decidere se avviare un rapporto di convenzione o decidere di far costruire la centrale come pare a loro, ma a questo punto però, non in questi cinque anni che non sono stati cinque anni sprecati, sono stati cinque anni in cui chi è stato contrario - chi come me è ancora contrario - a questa centrale ha speso questi cinque anni per lottare sia a livello istituzionale che a livello sociale, per tentare di non far costruire questa centrale, appoggiando il percorso del Sindaco quando è stato condiviso, avendo anche dei contrasti con il Sindaco sulla questione del referendum che ad esempio non è stato appoggiato. Su questo ci siamo confrontati e purtroppo le nostre argomentazioni, la nostra iniziativa politica - senza andare a ricercare colpe che non sono dibattito in questo Consiglio comunale - non è riuscita ad andare oltre ai gruppi dirigenti dei Verdi, di Rifondazione, del centro sociale TNT e di qualche associazione. Questa iniziativa contro la Turbogas non è riuscita a raggiungere, a convincere e a ottenere la mobilitazione reale della città di Jesi, quantomeno della città di Jesi che era l’unica possibilità che si poteva avere di sostenere un’azione istituzionale per impedire questa centrale, una centrale il cui futuro era già stato scritto dal Ministero dell’Industria prima, dalle autorizzazioni regionali e dalla famosa delibera Barillari che è stata fatta dal commissario straordinario prima delle elezioni del 1994 e da cui è nata la prima Giunta Polita.

A questo punto non esistono che due strade e quando si fa politica bisognerebbe separare - con grande sofferenza lo dico, come anche Antonio Balestra prima - il proprio convincimento, il proprio augurio personale da quello che si ritiene sia necessario per la collettività. Se io dovessi seguire il mio istinto personale sarebbe quello di dire: andiamo allo scontro con il consorzio Edison Sadam il 10 marzo, andiamo alla Don Chishotte, così come va, ma non abbiamo un’alternativa seria di lotta alla costruzione di questa centrale. Anche le forze politiche che oltre a manifestare la contrarietà come noi continuiamo a manifestare, pensano che bisogna rinviare questo Consiglio comunale o che pensano eventualmente di uscire dalla maggioranza, non hanno una strategia lineare e chiara su cosa fare, concretamente, domani per impedire che la centrale venga realizzata. Questo è il nodo, perché se ci fosse sarei io il primo ad appoggiarlo insieme a queste forze politiche e sociali. Non c’è. Allo stato attuale non c’è. Lo avevamo due anni fa, sul primo progetto della centrale supportato dall’iniziativa della Provincia, avevamo tentato - una volta esaurita questa che ha presentato il testo al progetto - con l’iniziativa del referendum. E’ fallita anche questa, sia per la sentenza del TAR ma anche, parliamoci chiaramente, perché in una città in cui siamo stati per trenta giorni crocifissi sui tavoli in tutti i luoghi della città abbiamo raccolto 2.500 firme. La mobilitazione che ha sostenuto quella raccolta di firme era di trenta persone, molte meno di quelle che presenti questa sera e che in quella mobilitazione purtroppo non ho visto mai. Questo è il dato di fatto che ha portato al risultato che una città non si è sollevata e che manca la base pratica di una mobilitazione sociale. A questo punto o si sceglie una politica di avventura per cui si dice: andiamo al ricorso al TAR, se lo perdiamo chi se ne importa tanto io sono contrario. No. Non è vero "tanto chi se ne importa perché io sono contrario" poiché quella convenzione ha dei limiti di emissioni precise, come ha già detto la compagna Rosalba Cesini prima, promuove quell’osservatorio ambientale e altre cose che non anticipo perché ho visto che il mio Capogruppo le sta predisponendo per la dichiarazione di voto.

Se noi non andiamo a questa convenzione, la gente della Coppetella deve essere la prima a sapere che una centrale Turbogas fatta senza una rigidità e un intervento politico nostro sulla convenzione espone loro per primi, che sono i più vicini, a rischi dal punto di vista ecologico, loro, quelli della Coppetella che sono lì sotto. Questo è, perché la legge prevede emissioni fino a 150 di NOX, invece in questa convenzione ci sarà un valore a cui la Sadam si dovrà attenere, pena il blocco della centrale, che è inferiore del 74% a quello della legge nazionale. Se non ci fosse questa convenzione vincolata la Sadam potrebbe produrre energia tranquillamente fino a 149 NOX e questo è bene che lo sappiano tutti, perché o si vince una battaglia e si sa che si vince, ma non mi sembra che nessuno abbia questa garanzia e nessuno si permette di dire che noi il 10 marzo vedremo favorevole il verdetto al TAR, e nessuno sa dirmi cosa faremo noi se perderemo quel verdetto, oppure si fa politica e si fa il lavoro approvando la convenzione.

Il nostro partito ha lavorato con convinzione, proprio per queste argomentazioni, alla convenzione.

 

CONS. SPADARI DIANA (PRI)

Il Sindaco di Jesi, il Consiglio comunale, per ben cinque anni sono riusciti a bloccare la costruzione di una centrale Turbogas inquinante non sicura, fino ad arrivare a pretendere un progetto all’avanguardia e con pochissimo impatto ambientale, con la certezza - a questo punto - che la centrale sarebbe stata comunque costruita, rimaneva solamente da stipulare una convenzione che garantiva la salvaguardia ambientale della salute avendo sempre in primo piano il benessere dei cittadini jesini e marchigiani. Una convenzione che al di là dei benefici economici, una tantum a favore dell’ambiente, mette a disposizione rilevatori che permettono di avere in qualsiasi momento un quadro complessivo della situazione in Vallesina, cioè un osservatore ambientale permanente. Una convenzione con la quale abbiamo imposto alla Sadam di mantenere gli attuali livelli occupazionali e produttivi per un periodo corrispondente a quello della centrale di circa 20 anni. Da adesso in poi, comunque, il cammino non è concluso, dovremmo impegnarci tutti fortemente affinché la Regione Marche definisca quanto prima il Piano Energetico Regionale e ponga in essere tutte le garanzie ambientali per la tutela dell’ecosistema della Vallesina. Dovremmo impegnarci affinché presso il Ministero e tutti gli organi deputati venga rispettato quanto dichiarato dal Direttore generale Lamonica attraverso la lettera inviata al Comune perché gli enti locali, in primis il Comune di Jesi, mettano in atto tutta la loro forza politica e tutto il loro impegno affinché qualunque decisione relativa a centrali di cogenerazione venga presa tenendo conto della loro volontà.

Voterò a favore della convenzione.

 

CONS. BRAZZINI ENRICO (SDI)

Da quanto emerso negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto mi sono reso conto che il problema di fondo della Turbogas non è tanto l’impatto ambientale che sì, è vero che ha una sua rilevanza però non è questo il vero motivo per cui non si deve costruire la centrale. Io ritengo molto importante la convenzione, come diceva Tonelli e altri, perché in essa la maggioranza con il contributo della minoranza ha cercato di realizzare una convenzione che garantisca nel tempo l’intera Vallesina. Credo che il punto principale del discorso sia quello di essere riusciti ad ottenere dalla Sadam Edison quel monitoraggio ambientale che certamente potremmo sfruttare; penso che siamo i primi in Italia - e forse non solo - a poterci munire di determinate strumentazioni, oltretutto con costi zero perché dalla convenzione risulta che quasi tutti i costi sono a carico della Edison Sadam, e potremmo stare tranquilli sull’impatto ambientale oltretutto potremmo avere dei dati precisi per quello che potrà essere e dovrà essere il futuro della nostra Vallesina.

Concludo annunciando il nostro voto favorevole alla convenzione.

 

CONS. GAMBINI ROSSANO LUCA (DS)

Con la libertà di pensiero, di intervento e di voto che caratterizza questo gruppo e più in generale questo partito a me preme sottolineare, come già ha fatto il collega Paoletti e come si è evidenziato con gli interventi del Capogruppo Balestra e del compagno Cantarini, come questa problematica si sia affrontata con continuo senso di responsabilità da parte dei Consiglieri comunali di questo gruppo e con non poco dissidio interiore.

Siamo riusciti comunque, o meglio, il Sindaco è riuscito a governare questo problema e a non subirlo non lasciando che piovesse - questo problema - dall’alto come sarebbe accaduto stanti le leggi e le autorizzazioni dello Stato. Io credo che questo Sindaco - e di questo si debba dar merito a lui - negli ultimi sei mesi abbia seguito un percorso ad ostacoli a tappe forzate cercando di riportare le varie istituzioni a rispetto dei ruoli e alle loro responsabilità. Forse è vero, alcune responsabilità in senso anche negativo possono essere trovate, è anche facile trovarle, però è da dire che questo Sindaco ha la responsabilità positiva di aver fatto fare a questo Consiglio comunale politica per questo problema.

A fronte di questo problema che, ricordiamolo, ha in sé una stretta connessione di problemi che riguardano la salute, l’ambiente ma anche il lavoro, è riuscito a portare ad una situazione di controllo tutti i diversi aspetti che caratterizzano l’affaire Turbogas.

Da un punto di vista ambientale e della salute, oltreché dell’iter amministrativo, siamo confortati dai pareri degli uffici ma anche di consulenti che potrebbero essere definiti decisamente ambientalisti. Questo ci dà una certa sicurezza da un punto di vista tecnico non essendo noi dei tecnici.

Dal punto di vista dell’occupazione, non so se sia merito del Sindaco o del sindacato, certo è che bisogna sottolineare - perché abbiamo letto con attenzione questa convenzione - che oltre a parlare di livelli produttivi si parla anche della salvaguardia dell’occupazione e vi invito a leggere l’art. 19 in cui si afferma di salvaguardare l’occupazione e gli attuali livelli produttivi. Non so, ripeto, se è merito del Sindaco o del sindacato, forse di entrambi, però si è arrivati a questo risultato, un risultato che si è raggiunto anche a fronte di legittime preoccupazioni di chi ha in quell’azienda un posto di lavoro.

Concludo dicendo che io, come altri Consiglieri comunali, sono d’accordo nel fatto che la convenzione dia - come qualche volta si dice - il controllo della situazione ambientale e quindi della salute all’Amministrazione comunale e quindi anch’io... (fine cassetta)... Chiedo che nel terzo comma, alla sesta riga, venga aggiunto: dopo "...concessione edilizia, a seguito"...; nella settima riga, dopo "suddetta legge" venga aggiunta una virgola e venga tolta, all’ottava riga, dopo la parola "terzi" la riga, per rendere maggiormente fluida la lettura. Grazie.

 

 

PRESIDENTE

A conclusione del primo giro di interventi chiederei ad uno dei cittadini residenti alla Coppetella di intervenire, così come concordato all’inizio.

 

SIG. SAVINI PIERLUIGI MARIA (COMITATO COPPETELLA)

Volevo innanzitutto ringraziare il Presidente del Consiglio comunale e tutto il consesso che ci hanno dato questa opportunità, io parlo come delegato del comitato Coppetella, del WWF e del TNT che insieme alle forze politiche dei Verdi e Rifondazione Comunista, insieme all’assemblea permanente contro la Turbogas e il comitato dei referendum hanno agito in città su questa vicenda. Volevo anche ringraziare Vito Cantarini per l’intervento che ha fatto e che secondo me ha innalzato di molto il livello... è un intervento che riconcilia anche con le istituzioni.

Per prima cosa volevo rivendicare la vittoria di aver raggiunto un progetto che in sé è migliore del primo e lo vorrei rivendicare insieme al Sindaco di Jesi e alle forze che ho citato prima e insieme anche a Vito Cantarini e Antonio Balestra, non alla maggioranza di questo Consiglio comunale, perché sia la maggioranza del PDS che il resto della composizione avrebbe votato il primo progetto. Grazie al coraggio dimostrato dal Sindaco, supportato dai gruppi di cui dicevo si è raggiunto un obiettivo importante. Io ho problemi di vista e sono un po’ daltonico, ma spero che Animali sia almeno diventato rosso quando ha detto che non abbiamo mobilitato la città e che non c’è stata partecipazione dei cittadini; abbiamo mobilitato la città, abbiamo fatto un percorso istituzionale per avere i referendum che il Consiglio comunale ha approvato, che il Consiglio comunale e il suo Presidente non hanno difeso. Tutti questi comportamenti hanno consentito di non celebrare il referendum.

Dando atto a quello che è stato raggiunto finora, vorrei dire anche che oggi con la stessa lealtà con cui abbiamo appoggiato il Sindaco, gesto di cui il Sindaco ci ha dato atto e lo facciamo in modo scambievole, con la stessa lealtà dobbiamo però parlare - il Sindaco si è infastidito in un incontro a Monsano quando io ho usato la parola "imbroglio" e mi scuso qui, pubblicamente, per aver usato quel termine, forse avrei dovuto usare un eufemismo - di una scorrettezza politica posta in essere con una condizione che era stata posta dal Sindaco e cioè il non ampliamento o la dismissione di Camerata Picena. Per ampliamento si intendeva, e tutti avevamo sempre inteso così, riferito alla potenzialità e alla produzione al momento, cioè le ottanta ore annue di lavoro. Abbiamo la certezza che l’autorizzazione alla centrale di Camerata Picena è per 100 megawatt senza limite orario. Questo ce lo dice il direttore del servizio produzione dell’Enel.

Noi avevamo la consapevolezza che un caposaldo, un puntello per arrivare alla convenzione era proprio questo accertamento. Certo, quel documento del Ministero dell’Industria che il Sindaco ha definito politicamente significativo - anche se giuridicamente discutibile - perde qualunque efficacia di fronte al proprietario di quel sito che non ha intenzioni, dice esplicitamente che quella centrale può funzionare per 100 megawatt senza ulteriori autorizzazioni. Il Ministero dice soltanto: non daremo ulteriori autorizzazioni per ampliamenti se non interpellati la Regione e gli enti locali; atto dovuto. Devono essere interpellati. Il parere della Regione e degli locali però non è vincolante è un parere consultivo. Evidentemente l’inghippo è qui, aver dato un valore, politicamente, ad una cosa che era di nessuna importanza perché Camerata Picena non aveva alcun bisogno di ulteriori ampliamenti mentre d’altra parte avevamo - e il Sindaco Quercetti lo ha notificato a tutti - la certezza che quella centrale ha la potenzialità di 100 megawatt senza limiti orari.

Come fatti nuovi scaturiti del documento del Ministero dell’Industria abbiamo in primo luogo l’Enel che afferma che quella centrale non ha limiti orari di funzionamento ed ha una potenzialità di 100 megawatt; in secondo luogo abbiamo i Comuni prima citati e se i Sindaci non si sono mossi prima non è che noi per fargli pagare il fatto di non essersi mossi permettiamo la costruzione della Turbogas come lezione; la Turbogas non la pagano i Sindaci, sia chiaro. Se i Sindaci oggi si muovo è perché hanno una spinta dietro, quando si muove il Sindaco si sa che non si tratta di un’iniziativa personale, si muove il Sindaco perché ha una pressione da parte della popolazione e interpreta quella pressione. Quindi, abbiamo i Sindaci dei Comuni che non sto qui a ricordare perché è del tutto inutile, la Provincia di Ancona e la I^ Circoscrizione che non a caso rinverdisce una tradizione di quando cioè il Presidente della stessa era Antonio Balestra. Questi sono fatti nuovi e non possono essere fatti assolutamente irrilevanti rispetto ad una decisione presa prima che questi fatti avvenissero.

Il decreto Bersani è un fatto concreto, noi non stabiliremmo una proroga sine die e del tutto arbitraria. Noi utilizzeremo un termine che è di una legge, di un decreto del Ministro Bersani secondo il quale entro 120 giorni dovrà essere noto il piano commerciale dell’Enel, sull’alienazione della centrale per la produzione di 15.000 megawatt. Vorremmo, in quel caso, avere una certezza perché questo è un vincolo che pone la legge all’Enel stesso. Non ci dobbiamo fidare di nessuno. Non è un termine aleatorio, un termine che noi ci inventiamo, è un qualcosa di stabilito dalla legge.

Ribadisco, e probabilmente è una perdita di tempo perché qui mi sembra - escluso Cantarini - che la discussione sia abbastanza blindata e la votazione abbastanza scontata, che la nostra richiesta è che venga approvato il rinvio di questa decisione, quantomeno vorrei che il Sindaco desse nuove assicurazioni rispetto ad una questione che ha sottoposto all’attenzione di chi era presente al forum e cioè che qualora ci fosse un ricorso al TAR da parte di gruppi abilitati al rigore del TAR non ci sarebbe la costituzione in giudizio da parte del Comune. Grazie.

 

SINDACO

Io ringrazio Savini, sinceramente, perché questa volta ha fatto un intervento più equilibrato del solito. Effettivamente ha colto la difficoltà nel gestire politicamente e amministrativamente una questione così dirimente, ritengo quindi che l’ultimo interrogativo da lui sollevato in alternativa al rinvio della pratica penso che debba essere oggetto di un serio approfondimento in sede di verifica politica. Ecco perché al termine del mio precedente intervento ho invitato due forze politiche di questa maggioranza a procrastinare ogni decisione circa la conservazione di certi equilibri.

Prima di entrare nel merito dei vari interventi voglio dire due parole sulla mozione presentata dai Comunisti Italiani, precisare che la condivido in toto con un’aggiunta: che questa mozione possa essere integrata da due emendamenti, uno dei quali identico a quello presentato dai DS, un altro leggermente diverso e che brevemente leggerò, poi andrò subito alla replica sul discorso della centrale. Aggiungere alla fine della mozione il seguente periodo: "Invita la Provincia a programmare la pianificazione del territorio in modo che nel Comune di Jesi, dopo gli insediamenti industriali di ZIPA 2 e ZIPA 3, si dia attuazione al P.I.P. Cartiere Vecchie e dopo la ultimazione di tali insediamenti verranno valutate ulteriori ipotesi di integrazione dei siti industriali; a programmare altresì nel sito di Camerata Picena nuovi insediamenti di piccole e medie imprese, in luogo dell’attuale sito termoelettrico del quale si auspica la dismissione".

Voterò a favore, ovviamente, auspicando che si voti a favore anche in ordine a queste due proposte di emendamento.

Cercherò di essere veloce perché mi sono dilungato un po’ nel primo intervento.

Inizio dall’intervento di Vito Cantarini. Sicuramente qualcosa cambierà per quanto riguarda certi stati d’animo, perché se Cantarini non rifletterà bene sulle sue prossime scelte si determinerà una lacerazione ulteriore in capo anche a chi vi parla, che non cambierà ovviamente l’orientamento in ordine alla votazione di questa sera ma subirà un’ulteriore sofferenza, perché perdere pezzi, perdere persone nell’ambito di una complicità politica positiva non può essere positivo, non può essere raccolto e vissuto a cuor leggero. Spero che quanto ha detto Cantarini sia frutto della foga dialettica, peraltro brillante, evidenziata durante il suo intervento e che quindi lui ci pensi bene. Ci pensi bene perché fuggire - io non lo applaudo per questo, applaudo il contenuto del suo intervento ma non le sue conclusioni - in questo momento, e questo vale anche per i Verdi e per Rifondazione Comunista, vuol dire non rendersi conto che invece altri risultati dobbiamo ottenere al di là del discorso della convenzione che è un atto di cui noi ci dobbiamo e ci possiamo rallegrare perché è comunque un atto che ci permette di avere molte garanzie.

Dicevo che non applaudirò il defilarsi di Cantarini perché l’atto del Ministero non deve essere un punto di arrivo ma deve essere un punto di partenza. Nei prossimi mesi e nei prossimi anni dovremo opporci, anche più ferocemente, a qualsiasi ipotesi di ampliamento della centrale di Camerata Picena, lo dico con molta franchezza perché ho sottomano dei dati molto recenti, contenuti in un atto dell’Enel del 25 gennaio 1999, da cui risulta che il dato inquinante NOX e l’ossido di azoto, Camerata Picena ha un’autorizzazione per immettere in atmosfera una concentrazione di questo tipo di ossidi pari a 400 milligrammi al metro cubo. Il Ministero quindi ha autorizzato a Camerata Picena l’immissione in atmosfera di una concentrazione di questo ossido per 400 milligrammi, cioè più di dieci volte quello che noi siamo riusciti ad ottenere dalla convenzione in maniera cogente. Siamo riusciti, grazie anche alla dottoressa Sabbatini a farlo trascrivere nel decreto di volturazione. E allora io non posso applaudire chi fa della demagogia, non mi riferisco in questo momento a Cantarini, mi riferisco a chi - e parlo di un Consigliere della Regione Marche - non più di qualche mese fa diceva no alla centrale di Jesi, sì alla centrale di Camerata Picena senza rendersi conto che stava bestemmiando politicamente, perché Camerata Picena ha questi dati di concentrazione mentre Jesi ha questa ipotetica potenziale possibilità di immissione di ossidi limitata a 36 milligrammi. Quindi non si può dire: "Muoia Sansone con tutti i Filistei", oppure "tanto peggio, tanto meglio...". A mio avviso, responsabilmente, Vito Cantarini, Verdi e Rifondazione devono rimanere compatti con noi anche per non cadere in subdoli inviti ed esortazioni di chi la politica la fa con alto profilo e alta arguzia, ma siccome l’arguzia e la furbizia non sono un patrimonio né mio, né vostro, penso che in primis dobbiamo far valere la nostra sensibilità, la nostra compattezza, la nostra consapevolezza che solo rimanendo uniti riusciremo ad eludere le ingenuità di chi pensa che sia meglio conservare Camerata Picena magari facendola funzionare 365 giorni l’anno, di chi come noi - con amarezza, con sofferenza, con disagio, con grande lacerazione interiore - pensa che invece è meglio subire questa a Jesi che comunque ha una tecnologia avanzata, come si è più volte detto ed ha uno strumento come quello della convenzione di cui noi non abbiamo mai decantato le positività, ma che comunque in questo caso ci permette di avere degli strumenti per governare con dignità questa questione. Quando parlo di governare con dignità questa questione lo dico perché - come dice Savini - tutti insieme, soprattutto quei soggetti che menzionava lui stesso, siamo riusciti a far sì che questo territorio riuscisse ad imporre a chi, come la multinazionale tipo la l’Edison, aveva già tante cartucce da sparare ed anche molto esplosive. Noi abbiamo imposto alcune regole, non tutte, per carità, perché forse se fossimo riusciti ad imporle tutte a quest’ora avremmo la possibilità di dire ancora una volta no. Avremmo ottenuto un no demagogico, perché l’alternativa e la conseguenza potevano essere la soccombenza davanti a Magistrati amministrativi. Ecco perché allora dico: valutiamo - lo dicevo ieri e l’ho detto prima - con serenità la situazione complessiva.

Un invito a Cantarini: sii meno bello, ma sii un po’ più solidale con chi con te ha condiviso momenti di grandi difficoltà e disagi. Ti invito quindi a riflettere perché non è vero che a noi, a questo punto, siccome c’è una maggioranza schiacciante, non interessa la presenza di Verdi, di Rifondazione e di Cantarini. A noi interessa anche più di prima, anche più del 27 o 28 maggio quando c’erano i dati che ci rassicuravano in tutti i sensi, ci interessa perché poi l’elemento personale, la dignità di ogni singolo componente e ogni singolo gruppo politico va al di là degli aspetti strettamente numerici. Se fossimo subdoli o se fossimo aridi - e speriamo di non esserlo - oggi non ci porremmo il problema di supplicare chi con qualche valida ragione oggi vorrebbe defilarsi, ma lo supplichiamo politicamente non personalmente, perché la compattezza viene prima di tutte le belle parole, di tutta la demagogia in cui potremmo incorrere se non cogliessimo l’esigenza di eludere chi cerca di farci cadere nel tranello abilmente preordinato. Ricordatevi che in questo Consiglio comunale ci sono persone abili a fare questo, abili perché la politica è fatta di esperienza, di un bagaglio dovuto al fatto che per poco o tanto tempo si è seduti in questi scranni. Pensiamoci bene. Pensiamoci bene perché il punto di partenza di questa convenzione, degli atti che andiamo a prendere è fondamentale affinché questo territorio venga salvaguardato non con le dichiarazioni di intenti, non con le petizioni di principio ma con i fatti. E allora, vigiliamo bene affinché tra i due mali - Camerata Picena e Jesi - si scelga quello minore, ma il minore in tutti i sensi, non solo politicamente, e questo vorrebbe dire rimanere compatti che è la cosa più importante, ma anche e soprattutto sotto il profilo ambientale.

Tu dicevi Vito, prima, che qualcosa è cambiato negli ultimi tempi perché abbiamo riaperto il dialogo. Certo, qualcosa è cambiato. E’ stato presentato il nuovo progetto, il n. 3; è cambiato perché è arrivato il documento del Ministero del 17 dicembre che ci garantisce politicamente circa la serietà che tutte le forze politiche ministeriali, regionali, provinciali si muoveranno nell’ottica di dismissione di Camerata Picena e saremo noi i primi, spero non da soli - e sono convinto che non saremo soli, anche con te affianco - a combattere affinché si realizzi questa dismissione, quello sì sarà un obiettivo importante.

E’ cambiata anche qualche altra cosa: una cosa di natura oggettiva ed è la cosa più importante, una cosa di natura soggettiva ed è la cosa meno importante, forse insignificante per voi, un po’ meno per me. La prima è che non è bello essere odiati da 350 persone, questo ve lo posso garantire e fino a questo punto si è arrivati, ad odiare questo sindaco da parte di oltre 300 operai della Sadam, ma questa è una cosa che non conta, ha pochissimo rilievo. La cosa che invece ha maggior valore è il fatto che un percorso votato dopo il 25 maggio da questo Consiglio comunale si è concluso non forse in maniera perfetta e qui ha forse ragione Savini quando dice che si poteva ottenere qualcosa di più sotto il profilo giuridico, ma nessuno di noi qui dentro fa l’avvocato, noi facciamo politica, forse in maniera non perfetta perché non è di questo mondo essere perfetti, però facciamo politica. Ecco perché allora dico che questo percorso, anche con il documento del 17 dicembre 1998, si è concluso. In virtù proprio di questo documento dovremmo continuare ad essere coerenti, a combattere, consapevoli che stiamo ingoiando una medicina un po’ amara, ma altrettanto consapevoli che in qualche modo, a volte, la medicina può servire se non a guarire comunque ad alleviare le sofferenze. Per questo motivo ti dico di restare compatti, vigiliamo tutti insieme perché ricordiamoci che nel momento in cui Cantarini se ne andrà - io la metto come ipotesi perché stimo troppo Vito per pensare che lo slancio dialettico di prima gli abbia fatto prevedere scelte azzardate - nell’ipotesi quindi che lui o altri si defileranno da questa maggioranza penso che perderemo molto potere contrattuale caro Vito, ne perderemo molto, e lo dico anche a Savini che comunque ha fatto un intervento equilibrato. Perderemo molto potere contrattuale perché poi si dovranno valutare bene molti altri aspetti di carattere ambientale, di carattere giuridico e politico. Si dovrà fare una grossa pressione nei confronti della Regione affinché approvi questo benedetto o maledetto piano energetico regionale, progetto sul quale la Regione ci dovrà dire - una volta tanto con chiarezza - quali sono queste due centrali, perché in quella bozza di piano energetico, a questo punto lo dico, c’è molta ambiguità, diciamolo. Quando si parla di due centrali e poi si dice: "a questo punto sta al Sindaco di Jesi decidere", quella è una frase ambigua. A me dispiace dirlo; è un elaborato fatto da chi ha molta affinità con noi politicamente, ma l’ambiguità va sempre denunciata perché non si può dire che sta al Sindaco di Jesi decidere. Di fatto già ci sono due centrali, una in corso di ultimazione, quella di Camerata Picena che per fortuna funziona quattro o cinque giorni l’anno e che dovrà essere dismessa e l’altra, quella di Jesi, sulla quale stiamo discutendo questa sera. Se vogliamo uscire dall’ambiguità dobbiamo pretendere che la Regione superi l’ambiguità e dica che le due centrali, come hanno detto le forze ambientaliste e come ha detto lo stesso Savini questa sera, siano quella di Jesi perché ha un impatto minimo e quella di Falconara. Questo dovrà presupporre che nel piano energetico così come dovrà essere votato dalla Regione si dovrà dire a chiare lettere: Jesi e - purtroppo - Falconara. Questo è quello che dobbiamo pretendere noi. Questo però lo otterremo solo se saremo tutti compatti evitando di fare uscite di scena belle, brillanti e meritatamente applaudite ma che comunque indeboliranno questo Sindaco, questo Consiglio comunale e queste forze politiche.

Vi invito, con il cuore in mano, forse con un po’ di retorica ma con grande desiderio di volervi persuadere, a restare tutti insieme perché anche la perdita di un solo Consigliere per me sarà ulteriormente lacerante.

Mi soffermo un attimo sull’art. 19 della convenzione, quello che riguarda l’occupazione. Prima parlavo di odio, spero che sia superato o sia in corso di superamento.

Non si parla solo di salvaguardia degli attuali livelli produttivi, leggo la frase in modo che anche chi non avesse letto la convenzione possa rassicurarsi. "Oltre ai positivi riflessi occupazionali diretti, la realizzazione della centrale consente alla Sadam di assumere l’impegno, che qui in effetti si assume, al mantenimento in esercizio dello Zuccherificio di Jesi per un periodo quantomeno corrispondente a quello di attività della centrale con la salvaguardia dell’occupazione e degli attuali livelli produttivi", quindi si parla anche di salvaguardia dell’occupazione e non è vero che siamo incorsi in una ingenuità, in una omissione.

Un altro inciso su cui mi vorrei soffermare per fare un discorso un po’ tecnico e non solo politico e amministrativo riguarda il fatto che siccome in sede di riunione dei Capigruppo si era detto che il discorso del teleriscaldamento potrebbe essere di difficile attuazione e a riguardo promuoveremo - se passerà la convenzione - un piano di fattibilità di studio, a spese della Sadam, che ci permetterà di capire se questo teleriscaldamento è compatibile anche sotto il profilo economico. Qualora quindi questa compatibilità economica non ci fosse, qualora il teleriscaldamento non fosse realizzabile e non fosse appetibile dalle aziende che si andranno ad insediare nella Zipa 2 e Zipa 3, noi avremo la possibilità di avere - sempre per poter ottenere delle ricadute ambientali, non quindi per realizzare strade, ponti o altre amenità, ma per realizzare impianti che possono compensare - ulteriori corresponsioni di somme. Ci tenevo a dirlo perché rispetto al contributo che hanno dato i Capigruppo sabato scorso c’è questa significativa volontà di prevedere la non realizzabilità del teleriscaldamento. Questo come scrupolo, fermo restando che l’Assessore Fiordelmondo insieme all’Assessore Tonini e ad altri colleghi di Giunta stanno lavorando per capire bene come stanno le cose. Il Teleriscaldamento sarebbe uno strumento altamente compensativo perché da un lato subiremmo questi 36 milligrammi al metro cubo, ma da un altro lato gradiremmo che queste trentacinque aziende che stanno per insediarsi nella nostra città possano avere la possibilità di riscaldarsi, uso un termine forse volgare e neanche molto appropriato, con lo strumento del teleriscaldamento evitando qualsiasi ipotesi di appesantimento del nostro ambiente. Ecco perché dico che seriamente Massimo Fiordelmondo, Tonini Cardinali e gli altri colleghi di Giunta si stanno ponendo il problema della fattibilità dell’impianto di teleriscaldamento.

La Cesini giustamente si è compiaciuta sul fatto che in sede di volturazione delle autorizzazioni vi è questa previsione di 36 milligrammi. Questo vuol dire che noi abbiamo la possibilità di opporre a qualsiasi terzo, e pretendere anche dal multizonale, il rispetto di questi famosi 36 milligrammi che sono, come dicevo, meno di un decimo di quello che è potenzialmente autorizzato e autorizzabile a Camerata Picena.

Per quanto riguarda l’intervento di Marcozzi è necessario che mi ci soffermi un attimo perché io penso che in questi cinque anni non abbiamo lavorato inutilmente, abbiamo preteso un progetto migliorativo, cosa che forse era scontata però lo abbiamo sottolineato perché forse per qualcuno questi cinque anni hanno comportato una perdita di tempo, io penso invece che non sia proprio così. Se avessimo votato la convenzione - e questo bisogna ormai dirlo a voce alta a costo di essere ripetitivi, forse lo abbiamo detto in maniera troppo soft - cinque anni fa avremmo sbagliato perché avremmo votato la convenzione sulla base di un progetto che comunque, al di là dei controlli, ci predestinava alla siccità del fiume Esino e al degrado della qualità dell’aria. Solo un diverso e innovativo metodo di raffreddamento della turbina, raffreddamento ad aria e non ad acqua, ci ha permesso di azzerare le captazioni idriche rispetto al sistema di lagunaggio che ha la Sadam attualmente, solo questo strumento ci ha permesso di pretendere che le turbine siano le più avanzate tecnologicamente e ci ha permesso di ridurre le concentrazioni e le volumetrie di ossidi di azoto da immettersi in atmosfera.

Un’altra cosa che vorrei dire prima di concludere è che esprimo un po’ di sorpresa sull’intervento di Mastri. Mi dispiace. Mastri è una persona simpatica però qualche volta questa simpatia la esprime in maniera un po’ troppo folcloristica e dico per quale motivo. Mastri, tre anni e mezzo fa fu il primo firmatario di una mozione di sfiducia nei miei confronti perché non firmavo la concessione della Turbogas, questo tre anni e mezzo fa. Oggi viene qui, dopo che per tre anni e mezzo mi ha strattonato affinché firmassi la convenzione perché - secondo lui - dovevo dimostrare di essere competente in materia di ambiente e oggi, improvvisamente, assurge a non so quale assertore di sofisticate linee politiche e dice di astenersi sulla convenzione, siccome sono stati ottenuti risultati troppo positivi in sede di salvaguardia ambientale lui si astiene perché non lo sa, ma deve astenersi. Poi le repliche di questo modo ve le cercate. Voi siete coreografici, noi siamo un po’ pittoreschi, però quando occorre enfatizziamo le cose. Allo stesso modo, in maniera molto più velata, devo esprimere un po’ di sorpresa sull’intervento di Grassetti. Grassetti alla penultima riunione dei Capigruppo chiedeva che il Consiglio comunale si pronunciasse sulla convenzione nella seduta del 19 febbraio, Grassetti e qualcun altro. Noi in quell’occasione dicemmo: un attimo... (interruzione) Ti parlo con molto garbo, con Mastri un po’ di ironia ce l’ho messa, a te parlo con molto garbo, ma devi evidenziare questa contraddittorietà nel tuo intervento. Pretendevi che noi avessimo discusso la convenzione il 19 febbraio, quindi correndo un po’, in previsione del fatto che il 10 marzo ci sarà l’udienza al TAR. Quasi tutti dicemmo di aspettare dieci o quindici giorni in più perché ci sarebbero potuti servire per approfondire alcune problematiche, si potevano magari evitare alcuni errori. E’ per quello che non ho aderito alla tua richiesta.

Mi dispiace dirlo, Grassetti, hai fatto un intervento intellettualmente onesto però sei incorso in una contraddizione abbastanza patente.

Concludo, e scusate se ho usato un’enfasi che di solito non fa parte del mio patrimonio, chiedendo ancora una volta una conclusione di questa vicenda con la dovuta serenità perché penso che dentro quest’aula nessuno possa pensare - di fronte a se stesso e agli altri - di aver calpestato i principi basilari dell’etica politica che ognuno di noi e di voi deve rispettare. Penso che tutti noi trenta questa sera ha rispettato i canoni di comportamento che il mandato e gli elettori ci hanno conferito.

Andiamo con serenità alla votazione ribadendo ancora una volta che questa convenzione e soprattutto il documento del Ministero dovranno essere il punto di partenza affinché questo territorio, così come ha dimostrato negli ultimi quattro anni, anche sostenuto dalla conferenza dei Sindaci, sia protagonista nelle scelte e non le subisca come stoltamente e maldestramente qualcuno ha cercato di fare, fortunatamente riuscendoci solo in parte. Vi ringrazio.

 

CONS. GRASSETTI ANTONIO (AN)

Preliminarmente devo fare una critica al Presidente del Consiglio comunale, non me ne voglia, è molto pacata, spero anche molto civile. Contesto il modo in cui è stata gestita la seduta di questa sera, indipendentemente dal merito delle questioni e da come la pensino coloro che si trovano qui fuori; lo ripeto, quello che sto dicendo non è riferito certamente alle persone che si sono qui fuori, ma è riferito al Presidente che avrebbe dovuto curare il rispetto dell’art. 42 del regolamento. Infatti lo stesso afferma che il pubblico deve stare dalla parte dell’aula ad esso riservata, tra l’altro deve evitare atti di assenso o di dissenso, invece mi sembra di aver capito che ce ne sono stati a iosa, in più nessuno può entrare nell’aula riservata al Consiglio senza espresso consenso del Consiglio stesso, non del Presidente o del Sindaco, ma del Consiglio. Allora, ripeto, non ho niente anche contro chi è entrato e contro chi ha espresso molto civilmente e garbatamente la propria opinione, però contesto il modo di portare avanti la presidenza, consentimelo. E’ facile poter discutere sul fatto che i DS che sono in difficoltà sulla questione vogliano in qualche modo riaccattivarsi il consenso delle persone andando anche oltre la regola per demagogia, ma non lo dico. Non lo dico. Dico solo che secondo me la soluzione di questa situazione e il verificarsi della stessa determina, consentimelo, una certa caduta di stile.

Entro un attimo nel merito della dichiarazione di voto. Devo ribadire il concetto, e una volta tanto mi sento concorde con il Consigliere Tonelli e con quanto ha detto anche la Consigliera Cesini; sottolineo e ribadisco che il voto di questa sera non è diretto ad accettare la realizzazione della Turbogas a Jesi, è un voto a varare la convenzione, quindi non c’è discussione. Non è che se noi questa sera non variamo la convenzione la Turbogas non si farà, questo è il concetto.

Ho già detto che è già stato tutto deciso, ho anche contestato - per quanto mi riguarda - il modo con cui è stato deciso, ma quello è stato deciso. L’argomento di questa sera è: approvare oppure no la convenzione. Su questo noi dobbiamo dire che la convenzione, usando un termine sportivo e calcistico, gioca a difesa rispetto a quelli che potrebbero essere i gravi impatti sull’ambiente determinati da una costruzione e ad una realizzazione dell’impianto senza nessun tipo di altre regole. La convenzione gioca a difesa, quindi la convenzione difende la nostra salute. Le altre sono valutazioni politiche, che mi trovano pienamente d’accordo e in questo ritengo di essere coerente, però devo spiegare per quale motivo Alleanza Nazionale ha deciso ed ha scelto, su questa convenzione, di votare l’astensione.

L’astensione di Alleanza Nazionale è un voto politico sulla convenzione che ci difende, dicevo, dalla Turbogas. La convenzione è stata varata soltanto dal Sindaco e dalle persone che lui ha delegato per varare la convenzione. Questa decisione non ci piace, il voto deve avere una natura politica. Secondo noi andava rispettato di più il contraddittorio, andava concessa al Consiglio comunale maggiore partecipazione piuttosto che concedere qualche poco tempo per proporre emendamenti.

Per questo motivo noi riteniamo che pur essendo positiva la convenzione che ci difende è negativo questo fatto. Per questo motivo non ci sentiamo di approvarla pienamente... (Interruzione) No, non mi sto arrampicando sugli specchi. Voglio anche approfittare per difendere la posizione - loro si chiamano compagni, noi come ci dobbiamo chiamare? Camerati - del camerata Mastri. Ritengo che Mastri non debba essere attaccato dal Sindaco perché secondo me Mastri è completamente coerente nel momento in cui ci viene a dire che se questa convenzione che io da tempo, Sindaco, ti dicevo che andava fatta, fosse stata fatta allora, probabilmente oggi avremmo le stesse garanzie e contemporaneamente avremmo la centrale. Con le stesse garanzie. Che poi il discorso sia giusto o sia sbagliato di questo possiamo discuterne, ma che lui non sia coerente non credo proprio. Questo, non per fare l’avvocato di ufficio di Mastri ma perché siccome la parola per forza la deve prendere uno solo, approfitto per dire quello che avrebbe detto probabilmente lui. Quindi confermo l’astensione. Grazie.

 

PRESIDENTE

Io raccolgo garbatamente, perché è lo stile della persona che sempre pone le questioni come fa Grassetti, la critica che è pertinente nel merito. Lo riconosco. Il regolamento del Consiglio comunale, almeno quel comma, è come lo ha letto Grassetti, però ci sono delle situazioni in cui - e tale era quella attorno alle 15,30 e le 16 di oggi pomeriggio - più che i regolamenti io ritengo che debba contare il buon senso; rispetto a chi è parte molto lontana da me, perché vedi quando siedo qui non difendo né i DS, né i limiti dei DS, assolutamente, sarebbe disonesto sul piano politico, però che fosse opportuno che questo Consiglio comunale si svolgesse senza incidenti, senza ricorrere a gesti di ordine che possiamo più o meno condividere e quindi credo che sia stato giusto far prevalere il buon senso anche se questo ha colliso con il regolamento, tanto più che chi è intervenuto - questo sul piano personale - lo considero quasi un avversario politico su questa questione, con tutto il disinteresse di arrivare a quella scelta. Potevamo fare altro, ma credo non sarebbe stato un bel servizio alle istituzioni di questa città.

 

CONS. MARCOZZI PAOLO (PER JESI)

Do atto al Presidente di aver condotto contro il regolamento, ma secondo buon senso, questo Consiglio quindi devo effettivamente fare i complimenti al Presidente. Forse qualche pressione psicologica il Consigliere l’ha sentita per questo atteggiamento degli esterni, ma ritengo che sia stato comunque il male minore.

Il gruppo Per Jesi è sempre stato favorevole alla costruzione della centrale e lo è tuttora. Oggi però, qui, noi, non votiamo pro o contro la centrale - e questo mi sembra che già sia stato detto - noi votiamo pro o contro una convenzione. Si è arrivati a questa convenzione dopo cinque anni di discussioni.

Si è detto che il Sindaco ha fatto molto. Secondo me il Sindaco ha fatto troppo, perché il Sindaco poteva - cinque anni fa - raggiungere lo stesso risultato che ha raggiunto oggi, bastava che dicesse che i NOX non possono essere superiori a 36 milligrammi invece che a 150 e avrebbe raggiunto lo stesso risultato perché ad adeguare il progetto ai "nanox" sarebbe stato il consorzio Jesi Energia e quindi questo risultato lo avremmo potuto raggiungere con molta meno fatica cinque anni fa. D’altro canto la convenzione non è soddisfacente perché ci sono delle cose che non vanno bene. Anzitutto se fosse stata approvata cinque anni fa, sia più con quel numero di "nanox", avremmo potuto ottenere dal consorzio costruttore molti più vantaggi di quelli ben limitati che otteniamo adesso, non dico che avremmo potuto far lastricare di oro la strada da Jesi alla strada, però poco ci mancava, senz’altro avremmo ottenuto in cambio qualcuno di quei miliardi che il consorzio Jesi Energia avrebbe guadagnato in questi cinque anni, invece di perderli; come si dice a casa mia: averli o non averli significa lavorare il doppio... (fine cassetta)...

Un altro discorso è il controllo. Le spese del controllo sono a carico del consorzio Jesi Energia e a me questo non va bene, perché le spese del controllo dovevano essere a carico del Comune. Anche i palliativo che si vuole scegliere e cioè che i tecnici e i controllori li paghiamo noi e invece il consorzio Jesi Energia ce li rimborsa è un palliativo perché se non è zuppa è pan bagnato, alla fine chi paga i controllori è sempre il consorzio Energia e questo non mi va bene.

Con tutti questi difetti la convenzione non mi piace e inizialmente ero deciso ad astenermi, poi, scusate il termine - e non me ne vogliano i miei elettori - Balestra mi ha convinto una volta tanto, non possiamo fare il Ponzio Pilato e noi qui, questa sera, una decisione pro o contro la dobbiamo prendere e - scusate di nuovo il termine - mi ha convinto anche Tonelli perché la convenzione questa sera è il male minore. Non possiamo lasciare che la centrale venga costruita e gestita senza nessun controllo. E, scusate ancora il termine, mi ha convinto anche il Sindaco perché finalmente ho visto il Sindaco deciso a difendere le proprie posizioni e le ha difese, direi, con proprietà di linguaggio e di termini, magari con cinque anni di ritardo, ma le ha difese bene.

E allora, anche se questa convenzione non mi piace, il gruppo Per Jesi voterà favorevolmente perché allo stato non c’è niente di meglio da fare.

 

CONS. BALESTRA ANTONIO (DS)

Quando ascolto queste dichiarazioni soprattutto da parte dell’opposizione, scusate il termine, mi viene un po’ da ridere. Se c’è una cosa che in questa città tutti hanno detto di tutto è sulla centrale Turbogas. Un giorno li ho contati, ci sono stati dal 1992 ad oggi, 2.750 articoli e mi ricordo un articolo sul progetto di Jesi 2, sul secondo progetto della Turbogas in cui un autorevole esponente della Edison diceva: il Sindaco non si preoccupi, ha più inquinamento nella sua cucina di casa che in quel progetto. E tutti: bravo, bravo, bravo, questo è il progetto illuminante e noi abbiamo avuto la Turbogas 3, perché signori miei c’è una cosa che bisogna dire, il Comune di Jesi per la prima volta è riuscito a cambiare un progetto. Il progetto di una multinazionale e in questo, posso dirlo candidamente, in tutta Italia non c’è riuscito nessuno. A Celano, dove sono andati autorevoli esponenti, si sono accontentati del mitico atto di indirizzo dell’altro consorzio con la Sondel, perché là non c’era la Edison ma la Sondel, altro colosso dell’energia. Queste sono mere falsità, perché questo processo che si sta concludendo oggi si è ottenuto grazie a battaglie politiche che se si fossero concluse nel 1994 non si sarebbero ottenuti questi risultati ed è falso sostenere il contrario anche perché è facilmente smentibile e dimostrabile il contrario: 2.700 articoli, ce n’è per tutti.

Voglio partire da un’altra cosa. Noi dobbiamo considerare che questo non è un punto di arrivo ma deve essere un punto di inizio in primo luogo perché noi dobbiamo riuscire a trasformare determinate garanzie politiche in garanzie effettive e questo lavoro, tutto politico, che deve essere fatto da questa città perché la salute è di tutti e deve essere una consapevolezza di tutti i cittadini della nostra città. C’è un rischio? Noi tutti dobbiamo correre e affrontare questo rischio per vincerlo, perché questa è una battaglia che non comincia da oggi, non è finita oggi, comincia da domani mattina. E’ questo il problema più grande. Noi, come Comune, iniziamo da domani mattina e soprattutto credo come maggioranza politica, a cominciare a pensare che la politica ambientale è una priorità in questa città. Una priorità, in un certo senso portando avanti anche le stesse lotte, gli stessi percorsi che sono stati svolti con la Turbogas e che non possono essere solamente usati sulla Turbogas o solo sulla Turbogas. Ci sono tante cose. Domanda: noi dobbiamo porre e cominciare ad approvare, tra pochi mesi, un Piano Urbano del Traffico che è importante perché l’inquinamento da automobili, secondo un sondaggio della DOXA è il punto principale di preoccupazione dei cittadini in tutta Italia. Cominciamo a ragionare seriamente per fare una politica programmatoria su questo punto, considerando che al viale della Vittoria non so quanto minore inquinamento ci possa essere rispetto alla centrale Turbogas, perché l’inquinamento NOX è dato anche dai tubi di scappamento delle automobili. Cominciamo a programmare su un potenziamento del servizio pubblico, cominciamo a programmare una politica seria sul riciclo, sul recupero. Queste sono tutte politiche che noi dobbiamo cominciare a programmare da questa maggioranza - ecco perché si fa una verifica programmatica - da domani e non considerare l’operazione Turbogas un’operazione chiusa, fine a se stessa. Io non considero questa una sconfitta. Certamente per noi che siamo qui e che ci assumiamo le nostre responsabilità, perché infondo io non mi assumo le responsabilità di altri, io vivo in un territorio e metto in essere tutto ciò che posso fare; sono consapevole che ho potuto fare questo e a più di questo non posso arrivare, ma per me non è una sconfitta, forse lo è per altri. E’ una sconfitta che ha messo in essere determinate leggi e poi non le ha applicate; questa è una sconfitta di tutti i partiti rappresentati qui dentro, non ci sono anime candide perché quella legge l’hanno votata tutti i partiti dell’arco costituzionale, è stata approvata all’unanimità. Quando si approva una legge si sa anche se una legge è fatta bene o male, questo è il problema. Io sono consapevole, qui dentro, che il Comune di Jesi e questa maggioranza ha potuto fare tutto ciò che era nelle sue possibilità per cercare di condizionare un progetto. Se ci sono altre deficienze non sono nostre, sono di altri e questo bisogna dirlo, però io, Balestra Antonio e il gruppo che rappresento siamo certi di aver fatto tutto ciò che era possibile per cercare di ottenere il più possibile e non è vero che quattro anni fa si sarebbero ottenuti gli stessi risultati, è un’emerita falsità. E’ una falsità e bisogna dirlo, perché qui c’è qualcuno che si accampa diritti che non sono suoi.

Concludendo, credo che noi non dobbiamo - e mi ripeto - abbassare la guardia. E’ una cosa importante, da ripetere perché deve entrare nella consapevolezza di ognuno di noi che cerchiamo di fare politica con tutti i mezzi possibili, cercando di rappresentare un territorio e una città che ci ha votato e che ci rende partecipi e sa che noi dobbiamo risolvere i loro problemi. Il problema della salute, il problema della compatibilità ambientale e dell’ambiente sono problemi per i quali la gente fa affidamento su di noi e noi dobbiamo risolverli i problemi perché ci hanno delegato a risolverli. Chiedo quindi a tutta questa maggioranza, perché questa maggioranza è stata legittimata dagli elettori quindi è la maggioranza che si è presentata dagli elettori, a cominciare a pensare in progres, in avanti, consapevoli di aver ottenuto un risultato, consapevoli che non è finita qui, consapevoli che dobbiamo incominciare per ottenere risultati ancora più grandi e più importanti. Comunque, ripeto, l’ho detto nel primo intervento, a maggioranza il gruppo dei Democratici di Sinistra voterà a favore di questa convenzione.

 

CONS. CESINI ROSALBA (C.I.)

Voglio partire con un’affermazione fatta dalla collega Montecchiani con la quale rivolgevo un accorato appello a questo Consiglio, quell’affermazione diceva: "che decida la politica - io aggiungo tra parentesi "tra quattro mesi" - e non i tribunali, aggiungo tra parentesi "tra cinque giorni".

C’è un vuoto temporale che rende impraticabile questa scelta perché tra cinque giorni decide comunque un Tribunale e non tra quattro mesi la politica. Qui allora ci si chiede, in realtà, di giocare una partita a poker. Io credo che le forze politiche che abbiano e decidano di assumersi delle responsabilità, non semplicemente nei confronti del partito che rappresentano ma nei confronti della città intera, non possano giocare alcuna partita a poker su queste questioni tanto più se, come dicevo prima, abbiamo una storia pregressa di decisioni assunte dal TAR e dal Consiglio di Stato che danno altamente probabile l’esito. Credo che neanche un giocatore di poker di fronte a questa realtà, cioè all’altissima probabilità di soccombere, penso che bisognerebbe essere degli ottimi bluffatori, ma in politica non c’è bluff che tenga, bisogna tenere in conto che ci sono persone in carne ed ossa e non fiches di gioco.

Si diceva, poi è stato detto, che qua si sta perseguendo la logica del minor danno. Io non chiedo ma affermo che dire una cosa di questo genere è una contraddizione in termini perché significherebbe che il minor danno viene considerato peggiore del peggio. Il minor danno non è mai peggiore del peggio, e poi il minor danno si gioca su due ambiti, si può giocare in difesa o in attacco e in questo caso il minor danno ha tutte e due queste qualità. E’ giocato sia in difesa per la questione dei tempi nel senso che decidiamo per il minor danno perché tra cinque giorni comunque ci sarà una decisione, ma è giocato anche in attacco perché questa convenzione non è in difensiva. Questa convenzione è all’attacco ed è portatrice di benefici per la popolazione e non solo di questa città. Quindi, il minor danno, come vediamo, può essere anche giocato all’attacco.

Noi abbiamo partecipato, lo diceva prima Tonelli, molto attivamente alla formulazione di questa convenzione proprio perché sappiamo che era l’unica possibilità che era data a questo Consiglio comunale di intervenire nel merito, quindi nel mettere i paletti ad una cosa che comunque non ci piace. Ebbene, ci vogliamo assumere anche i meriti che io credo non sarà difficile che ci vengano riconosciuti, in ciò che abbiamo proposto e li voglio elencare questi meriti perché ben prima che ci fosse la riunione tra i Capigruppo, nostra fu la proposta di inserire nella bozza di convenzione un ricorso e un finanziamento da parte del consorzio per il fotovoltaico e per i pannelli solari; è nostra, ce l’assumiamo, la richiesta di una compartecipazione del consorzio ai corsi di formazione per i controllori ambientali; nostro è anche il merito che da domani, con questa convenzione, sorga un vero osservatorio permanente sull’ambiente; nostro il merito che attraverso questa convenzione la controparte accetta, e accetterà, anche l’ordinanza sindacale quale strumento atto a richiedere persino il blocco o l’interruzione totale della centrale; nostro il merito di aver collegato strettamente questa convenzione all’atto di volturazione e aver voluto che nella convenzione ci fosse così questa norma che andasse ad intrecciarsi con il decreto di volturazione per cui i limiti qui presenti venissero considerati come assolutamente vincolanti e quindi diventassero norma di legge.

Ora c’è il dopo e io concordo con quanto diceva, con tanto fervore e con tanta convinzione, il collega Balestra; concordo pienamente, con lui quando diceva "da domani si parte per il controllo" perché qui riusciamo ad ottenere il controllo, ma da domani si parte.

Un’ultima cosa. Rispetto a chi pensa che questa convenzione non valga la pena di essere fatta ma che è meglio affidarsi ai tribunali, rispondo che 10 miliardi sono pochi - perché a tanto ammonta quello che il Comune tira fuori con questa convenzione, negli anni, lo posso dimostrare - rispetto ai ben più lauti guadagni che questo consorzio avrà cedendo l’energia in eccesso all’Enel, però 10 miliardi sono molto più che zero. Zero sarebbe quello che si otterrebbe senza questa convenzione e 10 miliardi significano non - come diceva il Sindaco - distrarli per costruire strade, 10 miliardi significano andare ad influire sulla qualità dell’aria, sulla qualità dell’acqua e quindi sulla qualità della vita delle persone.

Voglio solo ricordare che se solo indicizzassimo i 200 milioni l’anno per l’osservatorio, al 3%, in vent’anni, solo questo porta 5 miliardi e mezzo che si riversano totalmente sull’ambiente.

Qui nessuno ha parlato degli emendamenti che ci sono all’ordine del giorno che è stato presentato, non so se poi qualcuno ne parlerà. Detto questo, l’impegno importante che deve avere questo Consiglio comunale, tutto insieme nei confronti della Regione, perché se è vero che questo è un territorio molto sfruttato dal punto di vista ambientale, è giusto che la Regione riversi in questo territorio - che ha una vocazione industriale - una parte dei suoi finanziamenti per andare, anche qui, a migliorare le condizioni ambientali.

Ci asterremo sulla convenzione.

 

CONS. MELONI ROSA (PPI)

Non so se le affermazioni che ho ascoltato in alcuni interventi riguardo al fatto che ci sono state alcune abdicazioni in questo primo percorso, tra tutte la prima è stata quella del sindacato che ha abdicato "scientemente", così è stato detto, alla sua funzione, così come il Consiglio comunale questa sera abdica alla sua funzione politica. Naturalmente credo siano affermazioni che non possono trovarci d’accordo e soprattutto sono di un non senso e forse solo i fatti successivi potranno rendere merito alla verità.

Una cosa che desidero sottolineare per quelli che ancora evidenziano ed hanno evidenziato come la convenzione sia, anche questa, una sorta di svendita da parte del Consiglio comunale al consorzio Jesi Energia, una svendita di una situazione di ulteriori elementi che avremmo potuto ottenere. Voglio sottolineare l’ultimo comma della premessa in cui il Comune lega l’effettività di questa convenzione alla concessione edilizia ritenuta necessaria dal Comune ma non dalle sottoscritte società. Credo che anche questo sia un ulteriore elemento per far vedere come la posizione attiva della Giunta e dell’amministrazione, nonostante la contrarietà dell’altra parte, abbia invece inserito e sia riuscita ad inserire. Lo voglio soltanto dire, per sottolinearlo un’altra volta, che non c’è stato né atteggiamento rinunciatario, né una sorta di abdicazione.

Una sollecitazione agli Assessori Fiordelmondo e Tonini riguardo alla appetibilità del teleriscaldamento in merito alle industrie che potranno collegarsi a questo impianto. Propongo di renderlo appetibile, in quali forme lo si vedrà nel tempo che ci siamo presi, perché è un ulteriore elemento di tutela dell’ambiente rispetto ad altre forme di utilizzo di altre energie, quindi, forme di incentivi e forme di concertazione riguardo alle ditte che vorranno, potranno e dovranno - secondo me - utilizzare questa forma energetica innovativa.

Le ultime due considerazioni riguardo alle mozioni collegate del gruppo del Comunisti Italiani che ci trovano perfettamente d’accordo, anche su quella sinergia che da domani dovremo riuscire tutti insieme ad avere nei confronti della Regione.

Una diversa considerazione riguarda invece l’emendamento aggiuntivo del gruppo dei DS. Ritengo che non appartenga alla logica e al contenuto della mozione dei Comunisti Italiani, inoltre, collegando anche al documento programmatico della maggioranza e soprattutto al fatto che questi due commi aggiuntivi esigano da parte di tutto il Consiglio una considerazione più attenta e approfondita, che non sia solo una stampella posta in questa fase; non appartiene alla discussione e al merito, quindi sollecito il ritiro per una ripresentazione e una riconsiderazione di tutta questa questione in una fase apposita, in una mozione o in un ordine del giorno, un documento collegato a quello programmatico con cui ci siamo presentati.

Chiedo questo stralcio, in caso contrario chiedo la votazione per commi.

 

CONS. ROMAGNOLI FABRIZIO (VERDI)

Faccio un breve intervento iniziale perché propongo un emendamento sull’ordine del giorno dei Comunisti Italiani, l’ordine del giorno sull’integrazione degli strumenti regionali e di governo, poi farò pervenire il mio emendamento alla presidenza del Consiglio.

Chiedo di aggiungere all’ultimo punto dell’"impegna la Regione" oltre che un impegno a rendere questi piani interconnessi tra di loro, io dico: "A rendere concretamente attuativa l’integrazione tra le pianificazioni regionali di settore, al fine di progettare una più corretta gestione del territorio evitando in futuro il ripetersi di quanto è avvenuto e sta avvenendo nella Vallesina", per evitare che in altre realtà e nella realtà stessa vengano accentuate o si ripeta quello che già è accaduto.

Per quanto riguarda invece la convenzione per la centrale. Osservo che il consorzio, la Sadam e l’Edison non avrebbero sottoscritto una convenzione se veramente il Comune avesse fatto un’ordinanza di chiusura illegittima e quindi se di fronte al TAR il 10 marzo il Comune sarà perdente di partenza. Di andare avanti al TAR si aveva paura anche quando si era fatta l’ordinanza di chiusura nel maggio 1997. Tante forze politiche qui dentro, tutte, non volevano che si andasse verso quella direzione eppure lo abbiamo fatto e abbiamo ottenuto i risultati mentre oggi non capisco perché, sempre nell’ottica del rispetto di quelli che erano gli accordi, non si continui in questa direzione. Capisco, so che oggi qui ci sono molte forze opposte, lo erano anche quattro anni fa quando si dava il via ad una centrale ed erano favorevoli ad una centrale che era devastante per il contesto della Vallesina.

Sulla convenzione avevo già avuto modo di dire che è una convenzione blindata, anche il Sindaco ha detto che sono stati recepiti gli emendamenti dei gruppi, sì, solo quelli che il consorzio era pronto a sottoscrivere. Quindi, una convenzione nelle mani del consorzio, una convenzione in cui il Comune - secondo me - non ha saputo contrattare come avrebbe dovuto, soprattutto partendo già da una situazione di timore nei confronti di questa sentenza, una posizione di timore che non condivido affatto e proprio per questo, nel votare contro la convenzione, formalmente mi assumo la responsabilità - e chiedo che lo facciano anche gli altri votando contro - di andare a discutere di fronte al TAR, perché degli appigli legali ci sono come c’erano allora.

Concludo affermando che per il gruppo dei Verdi, con questo gesto e cioè con la votazione della convenzione, il programma elettorale si è sfilacciato totalmente; il programma elettorale è andato a pezzi soprattutto quando oggi stesso si è votata una ratifica di Giunta in cui si sottoscrive l’aumento di capitale per la società Interporto Marche fino a 151 milioni - è il totale - e ci sono delle dichiarazioni che mentre era previsto di procedere a stralci adesso si sta già pensando di acquisire le aree tutte in una volta. Queste sono le dichiarazioni che il Sindaco ha fatto recentemente in Consiglio comunale.

 

SINDACO

Scusa, io non ho mai detto che si devono acquisire tutte le aree, ho detto che si procede a stralci con grande cautela. Non è vero quello che hai detto.

 

CONS. ROMAGNOLI FABRIZIO (VERDI)

Allora mi riservo di rivedere, di riprendere e di mandarti la copia dei verbali. Quando si parla di ampliamento delle aree industriali al di là di quello che era previsto nel programma elettorale e l’emendamento proposto dai DS, seppure cerca di evitare questo non lo esclude, perché rimanda alla Provincia che non è l’organo competente, è il Comune che fa le varianti al PRG e da questo Comune questo tipo di varianti non devono partire, com’erano sul programma elettorale.

Con la votazione di questa convenzione, secondo noi il programma non è più rispettato, soprattutto perché non è rispettato su un punto che era cardine per la formazione di questa coalizione stessa.

CONS. MONTECCHIANI ROSSANA (RIF. COMUNISTA)

Nel momento in cui mi approccio a questa dichiarazione di voto e naturalmente dichiaro già da subito il mio voto contrario, ma non nel merito della convenzione perché ho dichiarato già che l’ultimo atto è un atto che sancisce la nascita della centrale quindi io a questo voto contro, però, nello stesso momento in cui mi accingo a questa dichiarazione questa sera ringrazio il Sindaco perché nei suoi interventi non ha messo di mezzo il Tribunale, ha messo di mezzo le sue convinzioni, la battaglia politica che ha fatto in questi anni rispetto al resistere contro il potere di un consorzio e di una multinazionale potente dell’energia qual è il gruppo Edison e che ha cercato, in questi anni, di opporsi. Questa sera non nascondiamoci che si è consumato un rapporto di fiducia di Rifondazione con questa maggioranza, lo si è consumato perché non si è rispettato l’accordo elettorale che prevedeva l’esistenza di due centrali, non si è rispettato non solo l’accordo ma le novità che sono sopraggiunte e appunto i 120 giorni che da più parti sono stati richiesti.

Non si è rispettato l’accordo quando questa sera si è portato in ratifica l’aumento del capitale rispetto alla partecipazione alla società Interporto Marche e nessuno questa sera mi venga a dire che c’è l’impegno formale delle Ferrovie, l’unico impegno che le Ferrovie hanno firmato è un accordo preliminare che va dal 1996 al 2001, l’accordo quadro tra Ministero, Regione Marche e Ferrovie S.p.A. in cui le Ferrovie SpA si impegnano soltanto eventualmente di effettuare una partecipazione diretta. Questa ancora noi non l’abbiamo eppure si affastellano nella Vallesina macrostrutture di forte impatto ambientale.

Non c’è nessuna dichiarazione, a proposito di questo esecutivo, sull’ampliamento di Zipa 4 che è un ulteriore aggravamento di impatto ambientale su questa valle.

Questa sera Rifondazione rompe con questa maggioranza mantenendo il rispetto e la stima per il Sindaco, convinta che i rapporti politici e le relazioni politiche si intessono laddove ci sono convincimenti comuni e progetti comuni da portare avanti, siano essi collocati all’interno dell’istituzione.

Concludo qui la mia dichiarazione di voto che interrompe sicuramente un rapporto anche importante, ma credo che tutto vada verificato; questa maggioranza e questo esecutivo avranno di fronte, da domani, una battaglia politica forte - anche al suo interno - rispetto a questo modello di sviluppo che non è più rinviabile. Un inizio di movimento c’è stato. Mi dispiace per quelle forze politiche che in questi ultimi mesi hanno rinunciato a partecipare alle assemblee popolari che sono state indette. Si sono perse una parte della rinascita della partecipazione. Io credo che da lì bisogna ricominciare a ricostruire la politica. Grazie.

 

CONS. BALESTRA ANTONIO (DS)

Come già dichiarato dal Sindaco nel suo intervento, lui ha presentato un emendamento sul nostro emendamento e a nome del gruppo condividiamo l’impostazione data dagli emendamenti del Sindaco quindi pensiamo di ritirare i nostri per adottare quelli del Sindaco.

 

CONS. CESINI ROSALBA (C.I.)

Velocemente. Sì all’emendamento dei Verdi. Credo, se il Sindaco lo accetta, nel secondo emendamento anziché riprendere una parte del punto 4 che diventa un doppione, chiedo se è accettabile questa dizione: di inserire "a far sì che tale area muti di destinazione d’uso" inserendovi "prevedendovi l’insediamento di piccole e medie imprese", prosegue poi la frase "...in modo che non vengano create ulteriori sorgenti inquinanti nel bacino della media e bassa Vallesina", cioè prevedendo la dizione di "insediamento di piccole e medie imprese", questo per non ripetere.

Chiedo al Sindaco di voler ritirare il primo emendamento, quello relativo a Zipa 2 e Zipa 3, PIP Cartiere Vecchie, perché in qualche modo esula dal contesto. Invito i Democratici di Sinistra che per primi avevano presentato questo emendamento, a presentare in tal senso un apposito ordine del giorno in un prossimo Consiglio comunale.

 

CONS. MASTRI ANNIBALE (AN)

Alleanza Nazionale voterà questo documento solo se non sarà emendato, anche perché nonostante la correzione ultima della Cesini, trovo che sia una contraddizione. Qui si parla di "...iniziative idonee a far sì che tale area muti destinazione d’uso in modo che non vengano create ulteriori sorgenti inquinanti" e poi ci andiamo a mettere, praticamente, la Zipa 4. Se il Sindaco ritira i suoi emendamenti noi il documento dei Comunisti Italiani non abbiamo nessun problema a votarlo altrimenti voteremo contro.

 

SINDACO

Aderisco alla proposta della Consigliera Cesini.

 

CONS. BALESTRA ANTONIO (DS)

Mi impegno a presentare per il prossimo Consiglio comunale un ordine del giorno, anzi, una mozione che ricalchi in toto gli emendamenti - espandendoli e sviluppandoli - che riguardano la questione in quanto riteniamo la questione stessa importante e dirimente. Ritengo quindi che se in questo momento sospendiamo gli emendamenti, dichiaro già da questo Consiglio comunale che nel prossimo presenteremo un’analoga mozione ripresentando nella forma e nella sostanza l’impostazione data su questi.

 

PRESIDENTE

Nel frattempo c’è il gruppo di Forza Italia che fa proprio il primo emendamento presentato dal Sindaco modificandolo alla seconda riga, dopo "anziché il dopo" "contemporaneamente". A questo punto va votato perché l’emendamento del Sindaco viene fatto proprio da un altro gruppo e viene ripresentato.

L’emendamento che a questo punto presenta Forza Italia è il seguente: alla fine, "Invita la Provincia a programmare la pianificazione del territorio in modo che nel Comune di Jesi, contemporaneamente agli insediamenti industriali di Zipa 2 e Zipa 3 si dia attuazione del PIP Cartiere Vecchie e dopo la ultimazione di tali insediamenti verranno valutate ulteriori ipotesi di integrazione dei siti industriali". Questo è l’emendamento che presenta Forza Italia.

Metto in votazione l’emendamento proposto dal gruppo dei Verdi all’ordine del giorno al punto 11. Lo rileggo: aggiungere come quinto punto dell’"Invita la Regione Marche" il seguente: "A rendere concretamente attuativa l’integrazione tra le pianificazioni regionali e di settore, al fine di progettare una più corretta gestione del territorio evitando in futuro il ripetersi di quanto avvenuto e sta avvenendo in Vallesina".

Metto in votazione l’emendamento dei Verdi.

 

VOTAZIONE:

E’ approvato a maggioranza con i voti contrari di Per Jesi, Alleanza Nazionale, Belluzzi, Forza Italia e UDR e l’astensione di Gambini Rossano, Spadari, il Partito Popolare e Socialisti Democratici.

 

PRESIDENTE

Metto in votazione l’emendamento proposto da Forza Italia, che ho letto prima.

 

VOTAZIONE:

E’ respinto a maggioranza con i voti favorevoli di Forza Italia, UDR e le astensioni di Anconetani e Belluzzi.

 

CONS. BELLUZZI GIOACCHINO (CD)

Posso fare una proposta? Noi stiamo parlando di un problema fondamentale, importante, e va dato atto alla collega Cesini e al gruppo dei Comunisti Italiani che ha rappresentato; vi rendete conto che stiamo facendo gli emendamenti al cubo, cioè l’emendamento all’emendamento dell’emendamento. Stiamo parlando di un emendamento proposto dal gruppo del PDS che è stato fatto proprio dal Sindaco, è stato poi ritirato - non ricordo se è così la prassi - ed è stato fatto proprio da Forza Italia. Credo che un argomento del genere che forse ha più rilevanza dello stesso problema Turbogas meriti un’attenzione diversa. Io faccio questa proposta: rinviamo questo problema, portiamolo in Commissione, do atto alla collega Cesini - della quale condivido all’80% l’ordine del giorno presentato - rinviamolo al prossimo Consiglio comunale, credo che non sia rilevante la contestualità con il problema Turbogas; penso che su questo problema ci possa essere un’unanimità e una convergenza di tutto il Consiglio comunale. Discutere sugli emendamenti al cubo è una cosa non costruttiva.

 

PRESIDENTE

Belluzzi presenta una mozione d’ordine?

Metto in votazione la proposta di mozione d’ordine del Consigliere Belluzzi circa il rinvio dell’ordine del giorno dei Comunisti Italiani per ripresentarlo in Commissione e di seguito in Consiglio comunale.

Ripeto. Belluzzi ha presentato una mozione d’ordine in cui si chiede il rinvio dell’ordine del giorno proposto dai Comunisti Italiani in Commissione.

 

CONS. CESINI ROSALBA (C.I.)

Scusate, è stato già portato in Commissione... (interruzione) No. Non ci sono dieci emendamenti, ce n’è uno, quello dei Verdi. Ad un emendamento è stato votato contro, c’è quello del Sindaco che è diventato un inciso, l’ho fatto mio quindi non è da votare, c’è solo l’emendamento dei Verdi, perché a quello di Forza Italia è stato votato contro. Allora, qui, io comprendo le motivazioni e le apprezzo anche, voglio solo precisare che in questi giorni molto probabilmente verrà discusso in Giunta regionale il piano energetico... (fine cassetta)... Chiedo e pretendo che questo ordine del giorno vada alla Giunta regionale in tempo utile perché venga discusso insieme ai criteri che deciderà la Giunta regionale, per questo non può essere rinviato.

 

 

 

 

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione d’ordine del Consigliere Belluzzi, che è pertinente e chiede il rinvio di quest’ordine del giorno in Commissione.

 

VOTAZIONE:

FAVOREVOLI: 09 (CD,AN, Per Jesi, Di Lucchio, UDR, F.I., Sbarbati)

CONTRARI : tutti gli altri

ASTENUTI : 04 (Gambini Rossano, Uncini, Romagnoli, S. Bornigia)

 

PRESIDENTE

E’ respinta a maggioranza.

Metto in votazione l’ordine del giorno così come emendato, comprensivo dell’emendamento dei Verdi.

 

VOTAZIONE:
E’ approvato a maggioranza con i voti contrari di Sbarbati, Belluzzi e l’astensione di Di Lucchio, Uncini, AN, Socialisti Democratici e Forza Italia.

 

Durante la trattazione dei precedenti argomenti sono entrati Belluzzi, Rocchetti, Cingolani, Paoletti, Tonelli, Gambini Rossano, Di Lucchio, Brazzini.

Sono presenti in aula n. 29 Consiglieri e il Sindaco.

 

PRESIDENTE

Metto in votazione la convenzione al punto 37. Chiedo al Sindaco se intende fare proprie le correzioni linguistiche apportate da Gambini a quel comma della convenzione. Ne prendiamo atto.

Metto in votazione il punto 37 all’ordine del giorno, lo schema di convenzione da stipularsi ai sensi dell’art. 11, 241/90, tra Comune di Jesi, consorzio Jesi Energia, Edison Termoelettrica, Sadam Zuccherifici.

VOTAZIONE:

PRESENTI : 30

VOTANTI : 26

FAVOREVOLI: 23

CONTRARI : 03 (Rif. Comunista, Verdi, Cantarini)

ASTENUTI : 04 (C.I., AN)

 

IMMEDIATA ESECUTIVITA’:

PRESENTI : 30

VOTANTI : 26

FAVOREVOLI: 23

CONTRARI : 03 (Rif. Comunista, Verdi, Cantarini)

ASTENUTI : 04 (C.I., AN)

 

PRESIDENTE

Comunico al Consiglio comunale, visto che abbiamo votato - al di là delle parti - un atto del Consiglio, che qualora soggetti politici o sociali interloquissero al TAR questo atto, ritengo opportuno che il Consiglio lo difenda visto che è un atto che ha votato.

Parliamoci chiaro. E’ stata fatta l’ipotesi che dal punto di vista della validità giuridica della convenzione che abbiamo approvato da alcune associazioni, forze politiche contrarie alla convenzione venga interloquita, io ritengo che siccome è un atto che il Consiglio ha votato lo debba difendere nell’interesse del Consiglio stesso; qualora venga interloquito credo sia giusto difenderlo.

 

CONS. BALESTRA ANTONIO (DS)

Presidente, propongo, ove fosse possibile, che le altre pratiche inserite all’ordine del giorno, quelle che erano state inserite con dibattito, siano rinviate al prossimo Consiglio comunale.

 

PRESIDENTE

Balestra fa una mozione, che vengano rinviati i punti nn. 20, 21, 22 e il punto 34. L’Assessore Fiordelmondo fa presente che il punto 34 è urgente, quello sulla servitù a Palazzo Bettini.

Possiamo procedere al rinvio dei punti 20, 21 e 22 e passare, se non ci sono interventi, alla votazione del punto 34.

Chi è d’accordo con questo tipo di ordine dei lavori?

Io propongo una mozione d’ordine che prevede il rinvio dei punti 20, 21 e 22 che sono le convenzioni con le società con i campi sportivi e l’eventuale discussione e voto del punto 34. Chi è d’accordo con questa mozione d’ordine?

 

VOTAZIONE:

UNANIMITA’