Influenza di Gino Malvestio

Stufo di restare a letto ammalato sotto pesanti coperte e guardare impassibile fuori dalla finestra piccoli stormi di uccelli navigare alti e tranquilli da sud verso nord nonché fissare vegetalmente il soffitto bianco senza lampadario nonché l’unica stampa di Van Gogh che da questa pietosa posizione riesco ad ammirare seppure malamente.

Piovra con i tentacoli mozzati. Così sento di essere.

Accesa la radio per disperazione e sintonizzato sua RadioDue alla ricerca di programma con poca musica con tante parole pazienza se stupide. Beccato Alcatraz così tocca ascoltare il dee-jay Jack prigioniero nel braccio della morte al quale tra poco più di cento giorni faranno tristemente la pelle bruciandolo grazie tante alla mai stanca sedia elettrica. Deciso di fissare per qualche minuto la manopola su queste frequenze nazionali e pubbliche e ben presto capito che i cento giorni che rimangono al nostro Dead Man Walking non sono poi così pochi visto che il poveraccio ha gran voglia di sputare gratuite sentenze sparare facili accuse notare solo il nero e il bianco raccontare noiose leggende metropolitane piangere rituali lacrime. Deciso comunque di continuare con la manopola bloccata su Alcatraz perché sinceramente il resto è niente. Poi anche Jack se ne va e tocca aspettare domani e la stessa ora per riascoltare il Profeta della radio.

Ora voglia di jazz quello classico appena letto dalle pagine ingiallite di Sulla Strada piene di vita e sudore e angoscia tanta ma la spensierata e giovane FM non ne vuole sapere a quest’ora pomeridiana solo posto per rock pop disco ed altre decine di sotto categorie che io ora come ora non saprei proprio elencare come si deve. Aspettare la notte e sperare in un colpo di culo cieco come chissà cosa aspettare con calma se non con saggezza il momento giusto ed aggrapparsi feroci sulla schiena pelosa della prima nota di un jazz sofferente di insonnia. Per cui la radio spenta ora.

Ragionato sul serio e con dovizia di particolari sul discorso del lavoro in generale e più propriamente sul mio di lavoro visto che sono dodici anni che vado su e giù in banca in cambio di ottimo stipendio e parecchie frustrazioni e giuste amate ferie in particolari periodi dell’anno. Detto tra me e me di avere senza ombra di dubbio due palle così di questo su e giù in banca ovunque essa sia in questo territorio così vasto e detto tra me e me che sarebbe bello e sana cosa mollare tutto e ripartire daccapo e buttarmi a fare qualcosa di nuovo e di veramente appassionante. Concludo che non saprei proprio trovare un che di appassionante in niente dato che le mie passioni passano alla stessa velocità dei giorni per cui non è possibile né credibile né saggio mollare tutto per niente per poi diventare un mitico disoccupato fiero di sé pieno di sogni e frustrazioni e senza il becco di un quattrino.

Spostato il pensiero sull’inconfutabile fatto che molti miei giovani amici vanno e vengono dal mondo con estrema non chalance lasciando dietro di sé deliziosi messaggi spediti da sconosciuti e invisibili computers situati in importanti città metropoli al mio computer che ora giace spento ed irraggiungibile nel freddo studio che sta proprio sotto alla mia camera da letto. Strana sensazione di essere diventato una sorta di porto di mare sempre fermo su se stesso che vede partire freschi e veloci velieri per tutte le sacre direzioni del mondo intero. Partono timorosi e dubbiosi poi gentili e dolci spediscono preziose e-mail da salvare in un buon floppy-disk quindi tornare in carne ed ossa a parte il cuore lasciato da dove vengono per una buona metà.

Viaggiare è tanta parte di quello che voglio fare ma non poi così tanta se penso che voglio tanto amare che voglio tanto scrivere altre ed altre puttanate come questa che voglio tanto pregare mio Dio che voglio tanto mangiare e bere che voglio tanto far casino e restare ragazzo che voglio tanto capire cosa veramente voglio dalla vita ammesso che esista questa cosa.

Capito in questo momento che con febbre a 38 e tonsille super dotate e purulente non è il caso di lasciare andare il cervello per conto suo anche perché so dove porterebbe e cioè a fnir male schiantandomi su per qualche odiosa e insulsa paranoia di turno. Pentito quindi di non aver seguito il mio istinto idiota di qualche giorno fa cioè quando avevo preso saggia decisione di comprare TV portatile più Playstation/Nintendo 64 con relativi e stupendi giochi lobotomizzanti ma tanto sani.

Misuro febbre nuovamente nonché prendo puzzolenti pastiglie antibiotiche.

Ora pensato di dormire.