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LA RESA DEI CONTI

 

BASATO SU UNA STORIA VERA

 

ORE 23.30

Loc. Chiassi di Santa Fiora

Grosseto – Italy

In un’Opel Corsa nera ci sono Luca Ameri alla guida e Manolo Bivacchi sul lato passeggero. Stanno tornando dalle macchine a scontro di C.Piano e si dirigono verso la Selva. La strada è come al solito deserta, ma non molto lontano su una collina alla loro sinistra sta succedendo un fenomeno strano classificabile come un x-files.

 

Luca: Manolo, però, Dio mio, se non ti svegli e non ci provi, ma quando la rimorchi Tettine!

Manolo: maremma verre, mi vergogno come un cane a farmi avanti.

Luca: dai, ma non lo vedi che ti guarda e ti saluta, che aspetti la pensione?

Manolo: ma perché non mi fai un favore te e me la chiami?

Luca: vabbè, via domani sera si vedrà.

Manolo: cambia stazione, non lo senti che qui non si sente niente?

Luca (secco): ci s’è sempre sentita Radio 105. Dagli tempo, ora lo recupera il segnale.

Manolo: ehi, guarda là! Muoviti sennò ci chiappa un temporale.

Luca: ma che dici, brodo, vedi qualche nuvola in giro?

Manolo: guarda là. C’è quella nuvola da dove partono i fulmini.

Luca: ma che razza di fulmini sono?

Manolo: hai ragione, toni non si sentono, e si direbbe che i fulmini invece di cadere in terra si spostino verso l’alto.

Luca: oh, cavolo. Vedi anche tu quello che vedo io?

Manolo: c’è un affare che gli ronza intorno, alla nuvola. Che apri il finestrino, entrano tutti gli insetti!

Luca (ferma la macchina): zitto, senti questo rumore?

Manolo: sembra un aereo militare.

Luca: si, ma che gira a quest’ora?

Manolo: non l…(l’aereo esplode in mille pezzi).

Luca: incredibile!

Mentre dice così un fascio di luce inquadra la macchina e la illumina come se fosse giorno.

 

Manolo: merda, ci hanno scoperto. Muoviti, andiamo via.

Luca: Cristo, non parte.

Manolo: come non parte?

Luca: è come se fosse bloccata.

Manolo: muoviti, Luca, falla partire, stanno venendo verso di noi.

 

L’astronave è sempre più vicina, ma proprio quando sembravano spacciati la macchina parte. L’inseguimento è spettacolare, gli sparano dietro apparenti scintille che squagliano l’asfalto.

Luca: Manolo, apri il finestrino e dimmi dove sono.

Manolo: ce li abbiamo sopra di noi, ecco un altro colpo! Spostati a sinistra. Più veloce, più veloce…

Luca: più veloce di così non va.

 

I due ragazzi provano a scappare verso il convento della SS. Trinità, ma un colpo sparato sull’incrocio li costringe a proseguire dritti. Poi tentano di risvoltare a sinistra verso via Corsica, ma ancora una volta la strada viene sbarrata con un colpo che li costringe a proseguire dritti. Fortunosamente riescono a giungere alla Selva e improvvisamente l’astronave non li segue più. I ragazzi arrivano a casa di Manolo e chiedono aiuto al ragazzo della sorella, Carmine Cabbuscia (anni 25).

Manolo: Cabbuscia, ci stanno seguendo gli alieni!

Cabbuscia: ma che dici, hai bevuto?

Luca: no, no, c’ero anch’io, è successo per davvero, ci hanno seguito da sotto Santa Fiora, fino al cartello Selva. Credici.

Cabbuscia: e perché avrebbero dovuto seguirvi?

Manolo: li abbiamo sorpresi mentre abbattevano un aereo mentre rifornivano con qualche specie di fulmini un’altra astronave più piccola che gli girava intorno.

Cabbuscia: via, avrete visto un temporale.

Luca: per niente. Senti qualche tono per caso? E poi è tutto sereno!

Cabbuscia: si sarà allontanato. Altro che alieni.

Manolo: vieni con noi allora se non ci credi.

Cabbuscia: va bene, basta che per i prossimi 10 anni non mi rompete.

Luca: ok, sali, presto.

 

I tre ritornano sul luogo dell’avvistamento. La collinetta è piena di rottami sparsi lungo una vasta area.

Cabbuscia: che diavolo sono questi, pezzi d'auto?

Manolo: no, dell’aereo che hanno fatto saltare in aria!

Luca: oh, cavolo, eccoli che ritornano.

Cabbuscia: ma dove?

Luca: là!

Cabbuscia: ma quello è un temporale! Vedi i fulmini?

Manolo: si, perché i fulmini vanno verso l’alto? E dove sono i tuoni?

 

Un raggio colpisce Cabbuscia che rimane paralizzato e viene succhiato nell’astronave. Manolo e Luca scappano per miracolo, ma stavolta non vengono inseguiti. Vanno a denunciare il fatto ma non vengono creduti, anche se la denuncia viene inoltrata.

 

IL GIORNO DOPO

Ore 9.00 A.M.

FBI Headquarter.

Ufficio di Walter Skinner.

C’è Skinner, Mulder e Scully.

Skinner: cos’è questa cosa che avete lasciato sul mio tavolo, agenti, un’altra vostra trovata?

Scully: un rapporto su quanto accaduto ieri in Italia.

Skinner (legge): avvistamento di un oggetto volante non identificato. Ci siamo ridati alla caccia, a quanto pare, e da me cosa volete?

Scully: deve autorizzarci ad andare a verificare.

Skinner: a parte il fatto che non avete capito bene da dove proviene la denuncia, ma a parte questo dovrei finanziarvi una vacanza oltre oceano per andare ad ascoltare due ragazzi che probabilmente avranno visto un temporale, o che magari hanno bevuto?

Mulder: è nostro mestiere scoprirlo.

Skinner: il vostro mestiere riguarda eventi misteriosi catalogabili come X-files, ma che comunque sia abbiano almeno qualche straccio di prova!

Scully: le prove ci sono. I ragazzi non mentono su quanto hanno visto. Un aereo da combattimento distrutto, e i resti sono stati ritrovati a migliaia, e la misteriosa sparizione del ragazzo della sorella di uno degli avvistatori.

Skinner: e secondo voi sono elementi sufficienti per aprire un x-file? Non pensate che magari lo hanno fatto fuori per qualche motivo e l’aereo a causa del maltempo si sia schiantato su una collina? Se non succedono così gli incidenti aerei, come succederebbero?

Mulder: il bollettino meteorologico parla di tempo ottimo, temperatura stazionaria sui 21 gradi, e quello che è più importante, è stato confermato che non ci sono stati né lampi né fulmini per tutta la notte oltre a quegli eventi. Allora come la mettiamo?

Skinner: ditelo voi come la devo mettere io con i miei superiori. Andate a farvi una gita a… com’è che si chiama?, Selva, così, senza un motivo.

Mulder: è il secondo avvistamento che è avvenuto in Italia negli ultimi due mesi, l’ultimo caso prima di questi si riferisce al ’93, poi più nulla fino all’avvistamento di due mesi fa a Roma. Se li confrontiamo con gli avvistamenti in altri paesi del mondo, talmente inesistenti da costringere alla chiusura il centro avvistamento UFO di Londra, si arriva alla conclusione che il territorio italiano è un punto chiave nella strategia di preparazione all’invasione.

Scully: l’agente Mulder voleva dire che gli alieni sono interessati per qualche ragione all’Italia e noi intendiamo scoprirlo.

Skinner: sarà la debolezza del governo.

Scully: c’è poco da scherzare, Skinner.

Skinner: e va bene, mi avete convinto. Andrete in Italia, ma non illudetevi di scoprire granché, là non avete nessuna autorizzazione a indagare, perciò potrebbero anche decidere di non collaborare con voi.

Mulder: si sbaglia, noi potremmo essere gli unici che non li prendano per pazzi in questo momento nell’arco di 200 Km.

Skinner: state a sentire. Per quanto non approvi la vicenda, le conclusioni, in più tutti i calcoli, non posso far altro che consentirvi il viaggio. Non posso però ancora dirvi quando partirete e come sarà organizzato il tutto, perciò dovrete aspettare perché quello che mi chiedete non rientra né nelle norme, né nei parametri d'indagine.

Mulder: quando ha intenzione di farcelo sapere?

Skinner: domani ne saprete di più. Altro non posso anticiparvi.

 

Mulder e Scully escono e Skinner telefona all'Uomo con la sigaretta in bocca.

Skinner: si, sono io, Skinner. No, non ce l'ho fatta a convincerli. Hanno detto che si sarebbero rivolti ai superiori, perciò ho preferito non fare altre storie. Tanto non sembra che sia un grosso problema per voi?

Uomo: non sarà un problema, ma di sicuro è un intralcio. Chi altro ne è al corrente?

Skinner: beh, i ragazzi lo hanno raccontato sia in giro che ai carabinieri, ma nessuno li crede finora.

Uomo: finora. Ha qualche informazione circa i ragazzi?

Skinner: ho fatto un indagine personale, ma non è saltato fuori niente. Due comunissimi ragazzi.

Uomo (legge il fax che gli manda Skinner): vedo. Saranno lieti di collaborare con Mulder. Dovrò batterli sul tempo.

Skinner: e allora cosa devo fare? Se rimando eccessivamente se lo "ammoscheranno".

Uomo: partiranno domani. Non è un problema per me. La loro concorrenza può essermi utile.

 

Ore 4:00 P.m.

Selva, Italia.

Manolo sta facendo il dito sulla strada provinciale direzione S. Fiora. Si ferma una cadillac nera con a bordo due uomini davanti e dietro il famoso Uomo con la sigaretta. Manolo capisce che la situazione sta volgendo a suo sfavore.

Manolo: va a Arcidosso?

Uomo: sali. Vuoi fumare?

Manolo: no, grazie, io non fumo.

Uomo: bravo, fumare fa male.

Manolo: voi non andate a Arcidosso di spontanea volontà. E non è un giornalista.

Uomo: ci mancherebbe. Io odio i giornalisti. La loro vita è fatta di chiacchiere, io odio le chiacchiere. E anche tu non mi sembri uno di tante parole.

Manolo: non lo so, non me lo sono mai chiesto.

Uomo: beh, io credo che sia importante l'autocritica.

Manolo: chiacchierare fa bene. E anche non chiacchierare fa bene.

Uomo: tu sai scegliere la situazione ideale per parlare o meno. E questo che apprezzo di te. È per questo che non ti vedo come giornalista.

Manolo: sbaglia. Voglio fare il giornalismo all'università.

Uomo: ti manca sempre qualche anno. Ancora hai tempo per decidere. Non essere precipitoso!

Manolo: ma lei chi è per decidere quello che devo fare?

Uomo (ride): nessuno. (aspira) Sono solo uno che ti sta portando dove mi hai chiesto. Non è un male fare due chiacchiere, non trovi?

Manolo: per come ha parlato fino a ora, si direbbe di no.

Uomo: io non ti ho detto andiamo al bar. Io ti ho invitato a una conversazione qui dentro.

Manolo: senta, la smetta con quest'aria da pretino.

Uomo: oh, no, no, il rispetto prima di tutto a una persona più grande. E poi se ti dimostri maleducato la prossima volta che ti vedo fare il dito potrei non fermarmi. (ride) dovresti saperlo l'ABC dell'autostoppista. Soprattutto quando il tuo amico ti lascia a piedi.

Manolo (secco): come sa tutte queste cose?

Uomo: è raro trovare uno nella tua posizione che sia così impassibile. È un bene. Mi hai stupito in positivo. Spero non si tratti solo di incoscienza.

Manolo: non creda, ho capito a cosa si riferisce tutta la sua premura. Se tenta di strapparmi qualche confessione, ha sbagliato persona.

Uomo (aspira): sei fuori luogo.

Manolo: non sono fuori luogo. O vuole che le spifferi tutto, o vuole che taccia su tutto.

Uomo: ma tu non lo farai, ti vedo. E io non ti sto impaurendo per niente. Bene.

Manolo: mi faccia scendere qui.

Uomo: tu lavorerai per me. Mi serve la gente come te. Patriota, filo- americano, odioso verso gli alieni e i soloni che li reclamizzano e ne sentono il bisogno. Vedi, Manolo, io ho capito che per te la Selva è tutto, anche se non ci abiti. Mi dispiace dirtelo ma la Selva è condannata.

Manolo: chi lo dice?

Uomo: sono patti. E i patti vanno mantenuti. La Selva è stata scelta per la posizione geografica, per l'isolamento che l'avvolge…

Manolo: la Selva non è isolata.

Uomo: vedi? Che ti avevo detto, sei troppo orgoglioso. Rinuncia, chi te lo fa fare?

Manolo: quegli esseri mollicci non metteranno un pollice sul suolo selvaiolo.

Uomo: saresti tu a impedirglielo?

Manolo: lei per chi parteggia?

Uomo: che te ne importa?

Manolo: me ne importa perché capisco che lei sa tutto e se è in grado di aiutarmi, le prometto che non si azzarderanno minimamente. O magari è contento che abbiano buttato giù  il vostro aereo.

Uomo (serissimo): c'erano due piloti a bordo, due americani in servizio, che hanno dato la vita per la nostra causa. Cosa credi? Secondo te perché tratto con quelli là? Perché nessuno al mondo, nemmeno gli Stati Uniti sono in grado di batterli. L'unico modo è patteggiare.

Manolo: lei patteggerebbe Washington? Come si è permesso di vendere la Selva.

Uomo (aspira e ride): oh, povero Manolo, se la sono venduta fino ad ora e tu adesso fai storie. Chi mai l'ha considerata? Perfino gli stessi abitanti si combattono l'uno contro l'altro. I tuoi compaesani saluteranno con gioia i nuovi "sindaci", sta sicuro. E l'umanità eviterà una catastrofe.

Manolo: si fidi di noi, piuttosto.

Uomo (duro): l'aereo abbattuto era uno dei nuovi modelli, supersonico, invisibile ai radar. In una parola un Titanic.

Manolo: è la vostra strategia che è errata.

Uomo: grazie tante, ci sei tu adesso, tu sì che la strighi, come dicono da queste parti.

Manolo: non avete mai provato a tendergli delle trappole, dica la verità.

Uomo: ovvio, sai che succederebbe sennò? Ci trancerebbero, ci ridurrebbero in briciole, ci farebbero schiavi, ci…

Manolo: lei mi faccia provare a me. Io non sono americano, lei non dovrà giustificarsi, non ci saranno ripercussioni verso di voi.

Uomo: ma come ragioni? Sarei io l'untore, quello che gli ha fatto il pacchetto.

Manolo: non può tirarsi indietro ora. Chissà quanti anni di congiure ha alle spalle! E stavolta che ha la possibilità di fare una congiura per una giusta causa, si tira indietro?

Uomo: ehi, un momento. Tu fai orecchie da mercante, ragazzino. Qui non si tratta d'infiltrare un agente federale in qualche dannata organizzazione terroristica o in una banda di narcotrafficanti. Qui si tratta di tradire qualcuno che ha a disposizione attrezzi che galleggiano nell'aria e sparano raggi che squagliano l'asfalto all'impatto! 

Manolo: la metta così. Io sono il cognato di quello che hanno rapito, la può buttare sulla vendetta personale e lavarsene le mani alla Ponzio Pilato.

Uomo: e ci crederanno? (aspira) d'accordo. Tu non parlare con nessuno di questa conversazione. Intesi? Neanche con Luca.

Manolo: che ne farete di lui?

Uomo: dipende da te. Per quanto mi riguarda, mi trovi indifferente. So solo che domani due agenti FBI busseranno alla sua porta e gli faranno delle domande. Lui non sa e non deve sapere di quanto ti ho detto prima, nemmeno se ti servisse per farlo realizzare. Capisco che è tuo amico e tutto quanto, ma se non lo convinci a collaborare alla cieca e a stare zitto, lui è morto e tu non avrai il tempo di portare dei fiori alla sua lapide.

Manolo: comunque vada, camperemo solo fino a quando si sarà risolta la faccenda.

Uomo: non lamentarti. La faccenda non si risolverà mai definitivamente. Anche se tu riuscirai ad ingannarli, e non vedo come. Perciò, vivrete fino a quando starete nel giro, fino a quando sarò in grado di darvi una mano.

Manolo: lei che aiuto ci garantisce?

Uomo: sfortunatamente non posso darvi nessun aiuto, solo una serie di consigli disinteressati. (aspira) Ma per te ho anche questa. (gli dà una pistola) Ne avrai bisogno se lui non accetta.

Manolo: me la dà per difendermi dagli agenti?

Uomo: no, te la do per ammazzare lui. O toccherebbe farlo a noi, a quel punto cosa ci costa far fuori anche te? Fallo scendere qui. Stasera alle nove, a casa sua.

Manolo guarda la pistola, se la nasconde addosso e scende.    

   

ORE 9:00 P.M.

Via del Passerino, 16

Selva

Manolo scende dalla macchina dell'Uomo con la sigaretta

Uomo: 4 minuti da ora. (aziona il cronometro) poi si sentirà comunque uno sparo. Premi questo pulsante quando ha accettato. Ehi, occhio a quello che gli dici, noi siamo in ascolto.

 

Manolo bussa alla porta e Luca apre. Intanto un cecchino li punta con un mirino laser e una visiera che permette di vedere all'interno dei muri della casa. Il cecchino punta la porta della camera di sopra e li rimane in attesa che qualcuno esca.

Manolo: pellaio!

Luca: cane! Che sei venuto a fare a quest'ora! Sei in anticipo.

Manolo: ti devo parlare. E' urgente.

Luca: vieni su, ci ho un gioco nuovo alla Play!

Manolo: Luca, stanno arrivando due agenti FBI da te, vogliono sapere quello che hai visto. Tu non aprir bocca.

Luca: e perché?

Manolo: ma hai capito quello che ti sto dicendo? 2 agenti FBI.

Luca: mi sembra normale, faranno un'indagine per capire che fine ha fatto l'aereo americano.

Manolo: e come ti spieghi che sappiano di noi come testimoni?

Luca: avranno letto la nostra deposizione, hanno tirato le somme e ci chiedono di dargli una mano. Chi ti ha dato questa notizia? Il Puzzetta?

Manolo: non c'entra il Puzzetta. Chi me lo ha detto non lo conosco nemmeno e non vuole che ti dica altro se non di stare attento a raccontare qualcosa a quei due.

Luca: ah, io non ti prometto niente. Se mi chiedono qualcosa, io gli racconto tutto. D'altronde non aspettavamo altro!

Manolo: io volevo dire di stare attento a quello che gli dici.

Luca: che possono fare? Arrestarmi?

Manolo: gli agenti FBI niente. Loro vogliono la verità. Questo qui invece odia gli sbandieratori. Sai che voglio dire?

Luca: e chi è questo per sapere già che abbiamo visto tutto? Ti sei messo a raccontarlo per le piazze?

Manolo: lo sai che non lo farei mai. Pensi che mi piaccia farmi prendere per il culo?

Luca: non ti credo.

Manolo: quello che mi ha parlato degli agenti sapeva già tutto prima di me. Pareva che ci fosse stato anche lui.

Luca: e allora perché non si fa avanti questo qui? Ora vedrai diventa famoso!

Manolo: non può uscire allo scoperto. È un americano in borghese, nessuno sa che sta qui, tanto meno che abbia parlato con me e che tutto ciò rimanga un segreto.

Luca: tu lo stai raccontando a me!

Manolo: teme che tu spifferi qualcosa all'FBI. Dammi retta, è uno che comanda questo.

Luca: Manolo, hai cominciato a cannarti? Tu fammelo venire sotto questo, poi vediamo se mi dice quello che devo fare. Muoviti, dai, si va alle macchinine.

Manolo: sono serio, Luca!

Luca: ehi, ma che ti prende? Ti rode, per caso?

Manolo: gli avevo garantito che non ti saresti opposto, che avresti fatto quello che chiedeva, cioè al massimo avresti risposto qualche sì-sì stile "chittese fila"!

Luca: a te che te ne frega? Perché ti sei immischiato?

Manolo: non ha bisogno di due pappagalli. Avendo avvisato me, non era indispensabile che tu interagissi.

Luca: lui non ti ha semplicemente avvisato, tu ti sei fatto comprare, sei un venduto, sei diventato… un cospiratore!

Manolo: non avevo altra scelta. Se collabori, possiamo salvarci.

Luca: ah, sì, e che vita faremo? Mica penserai che dopo quello che sappiamo ci lasceranno andare a divertirci!

Manolo: no, ma possiamo essere utili alla causa comune.

Luca: senti, ora mi hai rotto. Se mi vogliono, sanno dove trovarmi.

Manolo: Fermo! (gli punta la pistola) Fuori da quella porta c'è un fucile automatico dritto alla tua testa e poi alla mia, se non collabori. (controlla i secondi rimasti) Tu non servi a niente e a nessuno. Non volevo che ti ammazzassero, perché sei stato un grande amico, ecco perché gli ho garantito la tua disponibilità. Ma se non ti ammazzo adesso io, sarò testimone di un omicidio, in pratica un pericolo, in parole povere carniccio "so do I", come dicono loro!

 

Manolo preme un pulsante e i due scendono in macchina dell'Uomo senza nome. 

Uomo: bene, bene, bene. Non avrei mai creduto che l'avresti convinto, comunque eccoci qua. Niente presentazioni, avrete solo il mio numero di cellulare.

Manolo: vestiremo come lei?
Uomo: all'inizio pensavo di sì, ma ora mi avete fatto venire un'idea migliore. Lavorerete in incognito. Così come siete vestiti adesso, è inutile che sprechiate panni buoni!

Luca: perché?

Uomo: già, tu non sai niente. (aspira) Sappi che il tuo amico Manolo si è messo in testa di poter fronteggiare gli alieni. Tu li hai visti di che pasta sono fatti.

Luca: perché è necessario fronteggiarli?

Uomo: questo presuppone che sei già caricato emotivamente. Bene. Quegli esseri vogliono invadere la Selva, perché…perché ci si trovano bene, e il governo federale è d'accordo purché non chiedano altro.

Luca: che autorizzazione ha il governo federale sulla Selva?

Uomo (aspira): quella del mondo intero. Ti basta?

Luca: non ci vorrà molto a scacciarli, sono sicuro.

Uomo: cosa ti dà questa sicurezza, la tua Opel Corsa? Credi di poter scappare anche stavolta?

Manolo: lei sottovaluta la forza dei selvaioli, e soprattutto la nostra esperienza.

Uomo: errato! Io non sono mai stato tanto fiducioso su dei comuni civili. Il problema è che voi volete strafare. E la ripercussione a questo errore sarà peggio delle piaghe d'Egitto.

Manolo: lei non sa ancora quello che vogliamo fare, come fa a sapere quello che si ritorcerà contro? 

Uomo: ti si legge chiaro in faccia quello che vuoi fare. Li farai scendere a terra su in cima al ripetitore, farai finta di barattare Cabbuscia e poi ammazzerai quello che hai di fronte. Non è così?

Manolo: più o meno. Perché che c'è che non va?

Uomo: tu presumi ancora che ti troverai di fronte un mollusco verde, o qualcosa di simile.

Luca: perché no?

Uomo: vi manderanno sotto uno grande e grosso che vi massacrerà a mani nude. Non gli farete un graffio nemmeno in due.

Luca: ma che è immortale?

Uomo: nessuno è immortale, amico mio. Solo che avrete bisogno di qualcuno che meni per davvero, non damerini come voi. Non potrete portare armi appresso. Vi passeranno al metal detector nel raggio di 100 metri. Avete intenzione di avvinghiargli addosso l'intera popolazione?

Luca: potrebbe essere un'idea.

Uomo: eh, certo, come no. (scuote la testa) dio mio, chi ho scelto. Ma mi siete simpatici e soprattutto mi costate meno di niente. Perciò vi permetterò di lavorarvi l'agente Mulder.

Manolo: e chi è?

Uomo: uno dei due agenti che verranno da voi domani. Lo conosco da una vita, impazzirà per queste storielle, abboccherà. Ma non dovrà sapere del mio coinvolgimento, o finirete male tutti e quattro, compresa la sua bella assistente.

Manolo: la sua generosità non mi convince. Lei ci spedirà al massacro nascondendosi, se vede che le cose si mettono bene, lei interviene ad aiutarci solo per sedersi al tavolo dei vincitori e avere dei vantaggi.

Uomo: ovvio che sia così. Ma non potete lamentarvi, senza di me accettereste la resa passivamente.

Avrete la vostra occasione domani alle 10.30 p.m. Ora sparite.

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LA STORIA PROSEGUE SUL MIO LIBRO "TRA FANTASIA E REALTA'"