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IL VELOCY-RAPTOR

 

SALT LAKE CITY

DOMENICA 3-4-01

Ore 10:50

Partita di calcio, il giocatore Wilson va via tre volte al più grande dei fratelli Smaster, Simon, che gioca in difesa. Fine primo tempo, tornano negli spogliatoi con il ragazzo che guarda in tribuna la ragazza. Il mister, Graham Setter,  se ne accorge e capisce tutto.

 

Setter: femminucce! 7 passaggi di fila, nessuno capace di levargli quel fottuttissimo pallone! Poi in allenamento si vedono i fenomeni. Qui non si riesce nemmeno a buttare giù un nanerottolo in mezzo al campo! Hai paura anche di lui, Jack? Non ti basta che a scuola te le danno tutti? Eh? Che altro ridete voi, eh? 3 passaggi di fila chiedo! 3, non di più! Poi, io voglio fare un provino in Italia, io in Spagna, io a Centeno! Tutti fenomeni! Poi, certo, la domenica 0-0 in casa con la quintultima in classifica! È normale! Te, poi, Simon, un fenomeno, sei un campione, mai visto un giocatore così! Uno stopper che si fa saltare in velocità da un negretto che ha visto ieri il pallone per la prima volta! Credi che non ci veda? Te l'ho già detto, levati dalla testa quella troietta!

Smaster: Mister, non mi puoi umiliare così davanti a tutti!

Setter: loro puntano tutto su di te! Cosa credi, dovrei cazziare O'Neill perché non la vede mai? Se lui va a farsi succhiare gli alluci da una di quelle troie tipo la tua Sonia non me ne frega niente.

Smaster: io faccio quello che mi pare. Anzi, sai che ti dico? Mi sono rotto di questo stupido gioco. Questa è l'ultima partita che faccio.

Setter: tu oltrepassa quella porta e finirai di vivere, ragazzo mio. Tornerai a rubare stereo proprio come facevi una volta. È questo che conta nella tua misera vita, fregare gli stereo! Tornerai ad acciuffarti per un pezzo di pane, morto di fame. Già, un topo non sa vivere nel Grand Hotel.

Smaster (con le lacrime agli occhi): questa è l'ultima partita che faccio in questa (pfui) squadra. E non ci ripenserò come ho fatto l'altra volta. Potrete offrirmi anche la luna, tanto io non firmo più per voi e mi libero a parametro zero.

 

Un accompagnatore gli dà una borraccia, lui beve e torna in campo, fa uno scatto e gli prende fuoco lo stomaco.

 

Lunedì, 4-4-01

Ore 3:00 p.m.

 

Mulder: il signor Setter?

Setter: oh, siete arrivati, pensavo che l'aveste dimenticato!

Mulder: agente Mulder e Scully. Potremmo parlarle in privato?

Setter: continua tu, Sam!

Mulder: dunque lei era l'allenatore di Simon Smaster.

Setter: già e sono fiero di esserlo stato. Mai visto uno stopper come lui ad appena 18 anni.

Scully: sa per caso se era allergico a qualcosa?

Setter: non so, nella sua cartella clinica che c'era scritto?

Scully: Smaster non era allergico a niente da quanto risulti, ma probabilmente gli è stato dato qualcosa che non gli era mai sta fatta ingerire prima.

Setter: ehi, un momento, parla forse di doping? Nossignore, non è nella nostra filosofia dopare gli atleti, tantomeno i ragazzi.

Scully: e allora le sue prestazioni a cosa sono dovute, a grazia divina?

Setter: chi è lei per rivolgersi così a me?

Mulder: sta parlando con l'agente Dana Scully, laureata in chimica e medicina, forse è meglio se si dà una calmata e risponde alla domanda.

Setter: senta, agente. Io non so se le hanno dato il posto grazie ai suoi sorrisi o perché s'intende di scienza o quant'altro, o perché aveva una famiglia a carico da sfamare, ma anche i ragazzini sanno che c'è chi ha più fibre rapide di altri, e che questo non significa essere grandi calciatori automaticamente, è vero, ma un bel po’ in là, sì!

Mulder: dicono che durante l'intervallo, lei lo ha umiliato davanti a tutti e lui aveva deciso di smettere di giocare.

Setter: e se anche fosse?

Mulder: beh, Smaster a quel punto sapeva troppe cose per andarsene con la coda tra le gambe…

Setter: forse non mi sono spiegato bene. Non sopporto questi toni anche perché non avete uno straccio di prova.

Scully: noi sappiamo che prima di scendere di nuovo in campo ha bevuto qualcosa da una borraccia e l'effetto è stato pressoché immediato, ma nessuna sostanza dopante agisce così.

Setter: io credo che voi abbiate sbagliato persona per fare le vostre domande. Io sono un tecnico, un allenatore, io posso fare un po’ d'urlacci quando qualche ragazzo non mi ascolta o vuol fare tutto da solo, oppure se c'è bisogno di fare catenaccio si fa, o se c'è da attaccare metto una punta, ma non so un'acca di medicina, non so come ci si dopa, non so se i giocatori fanno uso di qualche integratore di troppo a mia insaputa, e a parte questo le borracce non le passo io ma gli accompagnatori. Ma a parte l'acqua non so che altro ci possano mettere dentro la borraccia, anche perché ai giocatori stanchi tutto ciò che non è acqua o al massimo tè fa male allo stomaco. Comunque, se non credete, l'accompagnatore è Tomas Gennal. Vado a chiamarvelo. Voi aspettate qui, torno subito.

 

Mulder: sai, Scully, io non credo che l'allenatore ci nasconda qualcosa.

Scully: ma non vedi che cerca di scaricare la colpa sull'accompagnatore?
Mulder (quasi ride): ho giocato anch'io a pallone e ti assicuro che l'allenatore non ha competenze per quanto riguarda le borracce, ma il tè e l'acqua le riempie l'accompagnatore; solo che però hai ragione tu se ritieni che Setter sia un santone in questa società. Sai che significa santone, sì?

Scully: me ne sono accorta subito che qui comanda tutto lui, non dubitare.

Mulder: io credo che lui veda i ragazzi come fonte di guadagno, non l'avrebbe mai fatto, anche perché credo che nelle borracce non ci sia niente di illecito tranne che in quella data a Smaster. Dunque è omicidio volontario, probabilmente commissionato. Ma poiché siamo solo nel campo delle ipotesi non arriviamo a conclusioni affrettate prima dell'autopsia. Psss…

 

Arriva Gennal tutto schivo

Gennal (vuole defilarsi): ah, io non ho niente da dichiarare!

Mulder: non la stiamo accusando. Volevamo solo sapere…

Gennal: io ho fatto solo quello che mi hanno detto. Ho preparato il tè e l'acqua da solo e vi assicuro che non ci ho messo niente. E poi perché prima di accusarmi non esaminate quella borraccia?

Scully: perché è sparita. Ed è sicuro che non le ha mai perse di vista?

Gennal: si, sicurissimo. Ho preso l'acqua di quella fontana e l'ho riempita. Forse ne ha bevuta troppo, magari era troppo ghiaccia e unita allo stress gli ha provocato il malore. E poi prima di servirla, l'hanno analizzata quelli del laboratorio antidoping, e hanno detto che non c'era tracce di sostanze sospette, quindi la mia coscienza è apposto.

Mulder: laboratorio antidoping?

Gennal (stizzito): e- hanno tirato fuori la nuova legge, la federazione, che vuole dei test a campione sugli integratori dati ai giocatori durante l'intervallo da fare prima della partita.

Mulder: ma non esiste questa regola.

Gennal: eh certo, e io mi prosto a quello che vuole la gente senza chiedere il tesserino della federazione! Se me lo hanno chiesto vuol dire che è vero altrimenti gli sputo nel muso! Mettete in dubbio che sappia distinguere un cartellino vero da uno contraffatto, dopo aver lavorato 30 nel calcio?

Scully: si calmi, si calmi, non la stiamo accusando…

Gennal: volete sapere quanti cartellini ho consegnato agli arbitri, quante volte ho protestato in federazione, (comincia a piangere), perché molti ragazzi erano già tesserati con altre squadre?

Scully, Mulder: si calmi, si calmi.

Setter (di corsa arriva e abbraccia Gennal): ma cosa diavolo state facendo, state massacrando un povero anziano, vi credete onnipotenti?

Gennal (piange): io non ho ucciso nessuno, credimi Graham.

Setter (lo consola con pacche sulla schiena): lo so, lo so, che sei un brav'uomo Tomas.

Gennal (piange ancora): io volevo bene a Simon, era come un figlio per me, lo conosco da quando aveva 6 anni. Mi ricordo ancora quando venne qui che non aveva nemmeno gli scarpini ma aveva una voglia matta di correre, correre, correre. Quando alle feste della squadra tutti erano con le famiglie e lui da solo non voleva venire e lo accompagnavo io. Quando alla prima comunione gli ho organizzato la festa perché non aveva nessuno che pensasse a lui.

Setter: sapete, Smaster ha perso sia il padre che la madre, e viveva con il fratellino dalla nonna, una pensionata che non può permettersi niente per loro.

Mulder: ci scusi tanto il disturbo. Torneremo dopo l'autopsia

Gennal intanto si riprende

 

Ore 4.00

Laboratorio Analisi Autopsia      

Scully esamina il cadavere di Smaster.

Scully: divisione interna dello stomaco, bruciati anche gli altri organi vicini. Nessuna traccia di particolari sostanze dopanti, quindi ignota la causa della reazione Da sottolineare la strana composizione del tessuto muscolare dei polpacci che presenta fibre di strana collocazione; si direbbe addirittura verde e arancione, fibre intermedie tra rosse e blu, dalla consistenza simile al refe nero, sconosciuta negli esseri umani. Nascosto sotto il piede sinistro un piccolo marchio con la sigla H329.

Scully (telefona a Mulder): Mulder, sono io.

Mulder: hai terminato l'autopsia? Che hai scoperto?

Scully: sicuramente è stato qualcosa ingerita da Smaster a provocargli il malore, ma non ce n'è traccia.

Mulder: un bel mistero. Così non possiamo accusare nessuno.

Scully: già, ma c'è dell'altro. Il ragazzo ha delle fibre muscolari mai viste in un uomo, sia per la consistenza che per il colore, che gli permetterebbero una velocità spaventosa, direi addirittura non del tutto umana.

Mulder: e di cosa si tratterebbe allora, di un alieno?

Scully: non ho detto questo, ho detto non totalmente umana, un misto insomma.

Mulder: fammi capire, vuoi dire che il ragazzo era un intreccio, insomma, un esperimento scientifico?

Scully: sembra assurdo, ma non si tratta di una mutazione genetica semplice su cellule staminali umane, è come se gli fossero stati impiantati alcuni geni particolari, e in modo tale che le fibre si sviluppassero sono negli arti inferiori. Mulder, se quello che è successo a Simon Smaster era un tentativo grezzo di levarlo di torno, potrebbe capitare la stessa cosa al fratello minore di Simon, Bruce, ora che pensano che noi sappiamo. Sai, ho trovato una sigla sotto il piede sinistro che avvalora la mia tesi. H329. Solo che non so ancora cosa significa. Si potrebbe sapere di più andando a interrogare la nonna dei ragazzi.

Mulder: beh, ma se i genitori non erano i veri genitori è facile dedurre che non si tratta della vera nonna.

Scully: no, certo, me lo ero immaginato anch'io. Il fatto è che se riusciamo a metterla in crisi, possiamo costringerla a confessare. Se ha accettato di allevarli, sa sicuramente quello che possono prendere e quello che gli è vietato, a cosa sono suscettibili, a cosa allergici e quant'altro. E ti dirò io ho un piano.

Mulder: sarebbe?

Scully: tanto per cominciare è importante che tu scopra quanto più possibile su Smaster e famiglia, io ho intenzione di occuparmi della sigla.

Mulder: hai almeno una vaga idea in quello che vai cercando? Potrebbe avere milioni di significati, dove lo cercherai? 

Scully: non lo so, ma spero ci sia qualcuno che non sia interessato a questi ragazzi solo da un punto di vista economico.

Mulder: se cerchi la carità, Scully, sappi che hai sbagliato di gran lunga mestiere, anche perché faranno tutto per ostacolarti. Per loro sei una mina, adesso.

Scully: invece spero proprio che mi considerino questo, solo così potremmo sapere qualcosa in più.

Mulder: Scully, non fare idiozie! Cosa credi che ti faranno quando scopriranno che non sai niente. Se ti accorgi di qualcosa di sospetto non esitare a chiamarmi in tempo. Non vorrei rivederti dove non oso nemmeno dirti.

Scully (ironica): come sei gentile, Mulder, ma io so badare a me stessa. Tu, piuttosto, ricordati quello che ti ho detto di fare.

Mulder: ci ho già pensato prima di te. Simon Smaster, anni 18. Denunciato nel '91 per furti di stereo e atti di teppismo, versata la cauzione da Tomas Gennal che lo porta ai Redivive Salt Lake City. Di qui la scalata: partecipa ai mondiali U15 e U17, campione del mondo U20 con la nazionale americana, il riconoscimento di miglior giocatore e difensore del torneo, valutazione, sta' a sentire, 70 miliardi, in scadenza di contratto. Viveva in un sobborgo di Salt Lake City, con la nonna materna Catherine Kermesse. Il resto lo sappiamo già.

Scully: ci manca solo di scoprire la cosa più importante: da dove viene?

 

ORE 5.00 P.M.

SALT LAKE CITY

64, Dedous Street

bussano alla porta.

Kermesse: si?

Mulder: agenti Mulder e Scully, vorremmo farle alcune domande.

Kermesse: prego.

Mulder: lei è la signora Catherine Kermesse, nonna di Simon Smaster?

Kermesse: si, sono io. Scusate la mia condizione attuale ma…

Scully: la capiamo perfettamente, non saremo molto insistenti. Dove è Bruce?

Kermesse: agli allenamenti, gli avevano concesso di restare a casa ma è voluto andarci uguale per non farsi prendere dallo sconforto.

Mulder: sono sempre così tirannici da permettersi di concedere un giorno di riposo a un ragazzo di 15 anni?

Kermesse: già, l'arroganza di quei bastardi è impressionante. Credono di poter gestire tutto e tutti in qualsiasi cosa facciano. Io me l'aspettavo quello che è successo a Simon, era già un bel pezzo che mi parlava di andarsene dalla squadra e anche dalla città, ma la crudeltà, la brutalità di quello che hanno fatto, non la potrò mai perdonare. A proposito, avete scoperto quello che gli hanno dato per ridurlo così?

Scully: purtroppo no.

Kermesse: ne ero sicura. Magari anche voi lavorate per quei sanguisuga!

Scully: perché crede che noi non vogliamo aiutarla?

Kermesse: lo diceva anche Setter.

Mulder: pensa sia colpa di Setter?

Kermesse: e di chi sennò?

Scully: beh, lei è colpevole quanto lui. Lei non è la nonna naturale di Simon Smaster. Simon Smaster è un esperimento scientifico, fatto chissà dove e a questo punto chissà quando, lei serviva solo come copertura per quando avesse avuto voglia di scoprire le sue origini e i suoi veri parenti. Lui non ha né genitori, né nonni, e forse neanche fratelli.

Kermesse: siete ripugnanti, andate via. Non sapete nemmeno quello che provo in questo momento.

Mulder: mi dispiace ma la parte non tiene, anche se devo ammettere che è molto brava.

Scully: ci dica di H329.

Kermesse (con aria rilassata si mette a sedere su una poltrona): H329 è un codice. H indica il laboratorio, i numeri indicano il programma di esperimento.

Scully: ce ne sono così tanti?

Kermesse: un intero stabile.

Mulder: un palazzo?

Kermesse: si, un palazzo. Sa che succederebbe se qualcuno lo scoprisse? Niente, perché tanto è impossibile  appena capire quello che fanno pure per uno scienziato. Per esempio, a Simon avevano trapiantato negli arti inferiori fibre tipiche del velocy-raptor, ma il cervello non sapevano come predisporlo per dargli la capacità di rispondere alle sollecitazioni e allora gli hanno modificato il tessuto muscolare delle gambe, trasformandolo in striato, cioè involontario. Ciò significa che quando il cervello dava gli impulsi, li mandava solamente a dei muscoli, gli altri si muovevano da soli contemporaneamente. Tutto questo agendo solo su delle cellule. E vi parlo di 18 anni fa.

Mulder: lei come fa a sapere queste cose allora?

Scully: è evidente, lei lavorava per loro. Voglio dire, lei è una scienziata.

Kermesse: già, ma non mi vanto di quello che ho fatto. Ho fatto finta di non sapere. Mi illudevo che volessero solo dimostrare cosa potesse essere fatto, e che non avrebbero portato avanti la crescita. Ma sapevo che non sarebbe andata in questo modo. Così chiesi di poterlo allevare io, insieme al fratellino perché li sentivo come mie creature. Tanto qualcuno avrebbe dovuto fargli da genitore.

Ora…(sospira) Potete arrestarmi, se volete, per violazione dei trattati internazionali, ma firmereste la vostra condanna a morte prima di portarmi in centrale, oltre che la mia.

Scully: lei deve fare uno sforzo. Si deve fidare di noi. Deve dirci come arrivare al laboratorio.

Kermesse (dura): no! io ci tengo alla vita. Scoprirebbero che ve l'ho detto io. E che fine farebbe Bruce, lui non deve sapere niente. Pensate che siano stupidi? non credete invece che vi hanno permesso di muovervi anche troppo? Non hanno alcun interesse, sanno di essere al sicuro, tanto a controllarvi c'è una bestia di niente! Lei, Mulder, lo conosce bene.

Mulder: è l'uomo con la sigaretta in bocca?

Kermesse: mi ha chiamato subito dopo la tragedia, ha detto che non dovevo temere te ma Scully. Ha avuto ragione, ma stavolta ha commesso un errore: ha sottovalutato la tua collega. Non pensava che avresti scoperto tutto.

Scully: cosa gli è stato somministrato allora? Dall'autopsia non risulta niente.

Kermesse: dall'autopsia non risulta niente di sospetto. È diverso. Lo hanno ucciso con, non ridete, con un semplice dolcificante. La vita è questa. I meccanismi perfetti soffrono la polvere. Ovviamente è successo a lui perché anche il suo stomaco è stato modificato geneticamente. Lui era uno dei primissimi esperimenti per cui c'era per forza di cose il rischio di qualche errore.

Questo è tutto quanto so e/o posso dirvi, il resto dovrete scoprirlo da soli. E ora scusatemi, ma ho da fare…

 

In macchina

Mulder: un bel problema.

Scully: difficile trovare qualcosa di utile. Se quello che dice Kermesse è vero, nessuno si è mai posto la domanda su che cosa facessero dentro quel palazzo, quindi niente indizi.

Mulder: gli indizi ce li avremmo pure, 18 anni fa, un palazzo nuovo, nuovi impianti tecnologici trasportati, un'area che comunque sarà controllata.

Scully: chi ti ha detto che il palazzo è nuovo! Potrebbe essere anche un vecchio stabile con qualche piano segreto o sconosciuto ai più, destinato a tali esperimenti.

Mulder: non ha importanza, qualcuno avrà pure avuto dei sospetti, qualche cameriere, magari gli stessi spazzini, o penserai che fanno pulire per terra agli scienziati. Qualche persona non autorizzata ci è entrata lì dentro, sta sicura. E che avrebbero potuto fare, ucciderli tutti?

Scully: no. Perciò a questo punto basterebbe sapere le città dove avvengono questi esperimenti. La verità è più vicina di quanto pensi.

Mulder: dove avvengono in genere le ricerche? Nello Utah?

Scully: no, non credo nello Utah… ma certo! Utah- università, università- California. L'università della California. È da lì che vengono tutti i sensazionali risultati degli esperimenti.

Mulder: e la stessa Kermesse si è laureata alla California University. Si riconosce anche dall'accento tipico californiano!             

Scully: perciò cercheremo d'intrufolarci all'interno e…

Mulder: non possiamo, perché non ce lo permetteranno mai. Non dargli retta a Kermesse, loro sanno che avremmo scoperto il fattaccio e quanto gli gira intorno. Anzi, per ora siamo stati fin troppo prevedibili. La visita alla nonna, le domande, la confessione, niente di tutto questo lo considerano importante. Il problema è trovare un hacker in grado di violare il sito dell'università e trovare gli archivi segreti. Solo allora potremmo dire di lottarcela alla pari con le prove in mano. In tutti gli altri modi siamo innocui.

Scully: va bene, ma dove lo troviamo un hacker di fiducia?

Mulder: ne conosco uno io.

Scully: ed è fidato?
Mulder: puoi fidarti di qualcuno nel tuo lavoro? Puoi solo sperare bene.

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LA STORIA PROSEGUE SUL MIO LIBRO "TRA FANTASIA E REALTA'"