SINTESI DELLA TEORIA

Ridotta all'osso, la teoria di Butler sostiene che l'Odissea sarebbe un poema scritto come risposta polemica all'Iliade; ne sarebbe autrice una giovane donna che si sarebbe raffigurata sotto le sembianze di Nausicaa. La topografia dei luoghi descritti sarebbe rintracciabile in Trapani e nei suoi dintorni, cosicché si deve dedurre che il poema sia stato scritto proprio nella Sicilia occidentale e che i viaggi di Ulisse consistono sostanzialmente in un periplo intorno alla Sicilia.

SENSO DELLE TEORIE BUTLERIANE

Butler era un dilettante nel senso vero del termine: egli provava diletto ad occuparsi di arte, musica, letteratura, pittura, ma soprattutto provava diletto nello sfatare le certezze tradizionali in base ad osservazioni e riflessioni fondate sul più stretto senso comune. Tutta la sua opera sta a dimostrarlo: la resurrezione di Gesù forse non era altro che una morte incompleta; i sonetti di Shakespeare debbono essere letti in un ordine diverso da quello tradizionale, e così facendo apparirà chiara la storia d’amore omosessuale che sta alla base di alcuni di essi; la teoria evolutiva di Darwin, basata sul caso, non tiene conto di quelli che oggi chiameremmo ‘fattori ecoambientali’; le pitture del Sacro Monte a Varallo Sesia vanno attribuite ad un pittore diverso da quello a cui invece sono ascritte e via di seguito.

La sua soluzione della questione omerica muove dal desiderio di combattere la teoria del Wolf, la quale distruggeva la personalità poetica di Omero: e per Butler "l’ arte è interessante solo in quanto rivela l’artista". In fondo tutte le sue argomentazioni si basano su premesse assolutamente sensate: se l’Odissea non è stata scritta dallo stesso autore dell’ Iliade, allora si tratta di un poema anonimo e dovere di ogni buon critico è quello di cercare di individuarne l’autore, proprio come si fa per le altre opere adespote; se oltre alle invenzioni poetiche vi sono descrizioni di luoghi reali, è verisimile che queste siano tratte da luoghi vicini alla quotidianità dell’ autore; se questi luoghi hanno delle caratteristiche peculiari, è allora anche possibile rintracciarli; se la descrizione delle isole Ionie contenuta in diversi passi del poema non si attaglia alle reali isole Ionie, non è poi assurdo credere che il poeta non le conoscesse di persona. Queste ed altre riflessioni vengono sviluppate da Butler nel modo che conosciamo e che a molti sembra assurdo, ma va onestamente detto che non sono meno assurde certe conclusioni di critici che pure hanno goduto di ben altra notorietà; certe osservazioni, poi, sono in linea con quelle di solidissimi studiosi: tanto per fare un esempio, quando Butler dice che l’ Odissea consta di due nuclei tematici (‘Ulisse fra i Feaci’ e ‘Penelope e i Proci’) egli si accosta alla teoria della compilazione di Kirkhhoff (da lui conosciuta per il tramite di Jebb), la quale teoria sostiene che l’ Odissea sarebbe la combinazione di alcuni poemi diversi. Quando poi Butler nota che una notevole parte del testo dell’ Odissea trova delle corrispondenze letterali in quello dell’ Iliade, tanto che egli stesso le evidenziò in una copia del poema poi donata al British Museum, addirittura egli precorre in un certo qual modo la scoperta dello ‘stile formulare dei poemi epici’, scoperta che comincerà a circolare tra gli studiosi soltanto a partire dai lavori dello studioso americano Milman Parry, pubblicati nel 1928.