LA PSICOLOGA RISPONDE AI GENITORI
Dott.ssa
Silvia Mignani Ospedale Bambin Gesù
Come viene turbata la psiche di mio figlio dopo una
operazione e che cosa si puó fare per ridurre tali danni?
Questa è una domanda apparentemente semplice che richiede
una risposta molto complessa. Sarebbe infatti molto rassicurante sia per i
genitori che per noi psicologi poter rispondere con precisione e semplicità
che l'intervento chirurgico causa nel bambino/ragazzo il turbamento X e
che adottando l'atteggiamento Y si riduce il trauma psichico. Sarebbe
rassicurante certo, ma non renderebbe ragione della complessità e
specificità
del mondo intrapsichico di ognuno e dei significati che ognuno dà alle
relazioni interpersonali ed agli eventi esterni. Proviamo comunque a
mettere da parte le tante variabili che fanno di una situazione generica
la condizione di quel bambino specifico. Mi riferisco a quanto già
affrontato negli spazi dei numeri precedenti cioè: alla fase evolutiva
dell'affettività e dell'intelligenza che il bambino/ragazzo sta
vivendo al momento dell'intervento chirurgico, al tipo di
relazioni/interazioni presenti nella sua famiglia, al suo tipo di
personalità di base, al tipo di intervento chirurgico da affrontare ed
altro ancora. Rimane una persona, sia essa neonato o adolescente, una unità
formata da un corpo, dalle emozioni e da una mente raziocinante. Queste
tre parti sono una cosa sola che viene scomposta per capirci meglio
quando parliamo. Il dott. Luis A. Chiozza, che ha studiato a fondo il
significato inconscio della malattia, per spiegare questo, portava
l'esempio di quando invitiamo a cena un amico: invitiamo solamente il suo
corpo per nutrirsi facendogli lasciare fuori dalla casa le sue emozioni ed
i suoi pensieri? Oppure vogliamo che assapori i cibi con la sua emotività
lasciando fuori dalla porta il corpo? Oppure .... 1 pensieri della mente
raziocinante sono quelli che possono essere comunicate con le parole o comunque intenzionalmente. Questi
possono rappresentare a sé e agli altri anche i bisogni del corpo e a
volte anche le emozioni. Queste ultime però si legano in maniera
naturale e non cosciente sia al corpo (il Sé corporeo) sia ai tanti
messaggi ed interazione che provengono dall'ambiente esterno (madre,
padre, fratelli, nonni, amici, insegnanti). Il corpo deve essere investito
da una affettività positiva e vitale per garantire una crescita armonica
della persona: un intervento chirurgico quindi oltre a procurare una
ferita nel corpo fisico la procura anche nella selva di emozioni ed
affettività che sono legate, che fanno parte in maniera imprescindibile
del corpo stesso. La ferita psicologica, come quella del corpo, può
rimarginarsi in fretta lasciando una linea invisibile cicatriziale e
questo
vorrà significare la persona al momento dell'intervento chirurgico era
forte e la sua psiche ha attutito il "colpo" perfettamente. Ha
potuto quindi tollerare ed elaborare in maniera adattiva l'esperienza
integrandola al vissuto del suo corpo, alla stima di sè, all'idea del
mondo esterno. Quando si programma un intervento chirurgico si fanno molte
analisi preoperatorie per accertarsi che il corpo della persona possa
tollerare bene l'atto chirurgico, se esistono dei disordini ematici o
metabolici si cura il paziente prima o si procede in maniera specifica per
limitare le conseguenze negative di tali disordini, il personale che
opera è altamente specializzato e l'ambiente operatorio è preparato
per ridurre al minimo i rischi di infezioni. Generalmente non si dà
altrettanta importanza alla preparazione psicologica all'intervento
chirurgico come se al tavolo operatorio fosse "invitato"
solamente
un corpo. Se si procedesse così superficialmente con gli atti chirurgici
le complicazioni infra e post operatorie sarebbero tantissime ed i
rischi di morte più alti rispetto
a quanto avviene attualmente. Tradotto in termini
psicologici la persona può manifestare disturbi transitori della
personalità (reazioni catastrofiche alle difficoltà, disturbi del sonno,
disturbi dell'alimentazione ecc.) che si attutiscono fino a scomparire
in tempi brevi dopo l'intervento chirurgico; si può pensare ad una ferita
che stenta a rimarginarsi, che fa infezione in alcuni punti e che
richiede quindi cure specifiche e tempi maggiori di guarigione. Oppure
possono emergere disturbi nevrotici prima latenti nella personalità.
Questi possono ridursi con il tempo, ma non scomparire (disturbo
dell'attaccamento
alla madre, paure paralizzanti, e ancora disturbi dell'alimentazione, del
sonno, reazioni di fuga di fronte alle difficoltà, disturbi nelle
capacità di socializzare, difficoltà di apprendimento, alterazioni
della percezione e della coscienza del Sé corporeo ecc.). Tornando al
parallelismo con l'intervento chirurgico è come se l'atto operatorio
mettesse in luce una patologia sottostante che precedentemente era stata
ignorata: la ferita non si chiude perché l'organismo "rigetta' i
presidi utilizzati ad esempio per la sutura. Infine, ed è fortunatamente
l'evenienza meno frequente, può verificarsi l'insorgenza di psicosi:
disturbi del pensiero con massicce chiusure verso il sociale ed il mondo
esterno. La persona non sembra più disposta ad investire effettivamente
fuori da sé e, a vari gradi, può perdere la capacità di giudizio ed
essere disorientata nel tempo e nello spazio vivendo delle proprie
fantasie, idee come fossero vere e concrete. Con caratteristiche diverse
tutto questo può accadere sia al neonato come all'adolescente. Quello
che i genitori possono fare per aiutare il figlio ad elaborare
adeguatamente
l'esperienza "operazione" varia con il variare dell'età del
bambino ed è buona parte scritto negli spazi dei numeri precedenti. E'
necessario però che i genitori si rivolgano ad uno psicologo che
aiuti loro a mettere in atto tutte le risorse positive che possiedono per
dare al figlio serenità e forza. Inoltre lo specialista della psiche
potrà identificare lo stato di salute del figlio e conseguentemente
aiutarlo e farlo nella maniera più adeguata dai genitori stessi. Molto
spesso, quando si parla di emozioni, di affettività di relazioni, ci si
sente tutti specialisti, mala cosa più importante da fare per la psiche
di un figlio che deve affrontare un intervento chirurgico è
quella di cominciare a pensarla come un qualche cosa le cui leggi sono
invisibili agli occhi anche a quelli tanto attenti ed amorevoli dei
genitori, mala cui complessità può essere conosciuta e affrontata
insieme ad uno psicoterapeuta nell'intento comune di dare una migliore
qualità di vita alla persona.
Per concludere quindi, come vengono programmati tutti gli
accertamenti medico-clinici prima di un intervento chirurgico,
ugualmente è necessario programmare degli incontri con lo psicologo
affinché si possa conoscere la situazione specifica di quella persona ed
aiutarla ad integrare nel suo mondo affettivo interno e relazionale
l'esperienza
chirurgica.