Aimar associazione                                1/1998

LA PSICOLOGA RISPONDE AI GENITORI

 Dott.ssa Silvia Mignani Ospedale Bambin Gesù

 

 Come viene turbata la psiche di mio figlio dopo una operazione e che cosa si puó fare per ridurre tali danni?

Questa è una domanda apparentemente semplice che richiede una risposta molto complessa. Sarebbe infatti molto rassicurante sia per i genitori che per noi psicologi poter rispondere con precisione e semplicità che l'intervento chirurgico causa nel bambino/ragazzo il turbamento X e che adottando l'atteggiamento Y si riduce il trauma psichico. Sarebbe rassicurante certo, ma non renderebbe ragione della complessità e specificità del mondo intrapsichico di ognuno e dei significati che ognuno dà alle relazioni interpersonali ed agli eventi esterni. Proviamo comunque a mettere da parte le tante variabili che fanno di una situazione generica la condizione di quel bambino specifico. Mi riferisco a quanto già affrontato negli spazi dei numeri precedenti cioè: alla fase evolutiva dell'affettività e dell'intelligenza che il bambino/ragazzo sta vivendo al momento dell'intervento chirurgico, al tipo di relazioni/interazioni presenti nella sua famiglia, al suo tipo di personalità di base, al tipo di intervento chirurgico da affrontare ed altro ancora. Rimane una persona, sia essa neonato o adolescente, una unità formata da un corpo, dalle emozioni e da una mente raziocinante. Queste tre parti sono una cosa sola che viene scomposta per capirci meglio quando parliamo. Il dott. Luis A. Chiozza, che ha studiato a fondo il significato inconscio della malattia, per spiegare questo, portava l'esempio di quando invitiamo a cena un amico: invitiamo solamente il suo corpo per nutrirsi facendogli lasciare fuori dalla casa le sue emozioni ed i suoi pensieri? Oppure vogliamo che assapori i cibi con la sua emotività lasciando fuori dalla porta il corpo? Oppure .... 1 pensieri della mente raziocinante sono quelli che possono essere comunicate con le parole o comunque intenzionalmente. Questi possono rappresentare a sé e agli altri anche i bisogni del corpo e a volte anche le emozioni. Queste ultime però si legano in maniera naturale e non cosciente sia al corpo (il Sé corporeo) sia ai tanti messaggi ed interazione che provengono dall'ambiente esterno (madre, padre, fratelli, nonni, amici, insegnanti). Il corpo deve essere investito da una affettività positiva e vitale per garantire una crescita armonica della persona: un intervento chirurgico quindi oltre a procurare una ferita nel corpo fisico la procura anche nella selva di emozioni ed affettività che sono legate, che fanno parte in maniera imprescindibile del corpo stesso. La ferita psicologica, come quella del corpo, può rimarginarsi in fretta lasciando una linea invisibile cicatriziale e questo vorrà significare la persona al momento dell'intervento chirurgico era forte e la sua psiche ha attutito il "colpo" perfettamente. Ha potuto quindi tollerare ed elaborare in maniera adattiva l'esperienza integrandola al vissuto del suo corpo, alla stima di sè, all'idea del mondo esterno. Quando si programma un intervento chirurgico si fanno molte analisi preoperatorie per accertarsi che il corpo della persona possa tollerare bene l'atto chirurgico, se esistono dei disordini ematici o metabolici si cura il paziente prima o si procede in maniera specifica per limitare le conseguenze negative di tali disordini, il personale che opera è altamente specializzato e l'ambiente operatorio è preparato per ridurre al minimo i rischi di infezioni. Generalmente non si dà altrettanta importanza alla preparazione psicologica all'intervento chirurgico come se al tavolo operatorio fosse "invitato" solamente un corpo. Se si procedesse così superficialmente con gli atti chirurgici le complicazioni infra e post operatorie sarebbero tantissime ed i rischi di morte più alti rispetto

a quanto avviene attualmente. Tradotto in termini psicologici la persona può manifestare disturbi transitori della personalità (reazioni catastrofiche alle difficoltà, disturbi del sonno, disturbi dell'alimentazione ecc.) che si attutiscono fino a scomparire in tempi brevi dopo l'intervento chirurgico; si può pensare ad una ferita che stenta a rimarginarsi, che fa infezione in alcuni punti e che richiede quindi cure specifiche e tempi maggiori di guarigione. Oppure possono emergere disturbi nevrotici prima latenti nella personalità. Questi possono ridursi con il tempo, ma non scomparire (disturbo dell'attaccamento alla madre, paure paralizzanti, e ancora disturbi dell'alimentazione, del sonno, reazioni di fuga di fronte alle difficoltà, disturbi nelle capacità di socializzare, difficoltà di apprendimento, alterazioni della percezione e della coscienza del Sé corporeo ecc.). Tornando al parallelismo con l'intervento chirurgico è come se l'atto operatorio mettesse in luce una patologia sottostante che precedentemente era stata ignorata: la ferita non si chiude perché l'organismo "rigetta' i presidi utilizzati ad esempio per la sutura. Infine, ed è fortunatamente l'evenienza meno frequente, può verificarsi l'insorgenza di psicosi: disturbi del pensiero con massicce chiusure verso il sociale ed il mondo esterno. La persona non sembra più disposta ad investire effettivamente fuori da sé e, a vari gradi, può perdere la capacità di giudizio ed essere disorientata nel tempo e nello spazio vivendo delle proprie fantasie, idee come fossero vere e concrete. Con caratteristiche diverse tutto questo può accadere sia al neonato come all'adolescente. Quello che i genitori possono fare per aiutare il figlio ad elaborare adeguatamente l'esperienza "operazione" varia con il variare dell'età del bambino ed è buona parte scritto negli spazi dei numeri precedenti. E' necessario però che i genitori si rivolgano ad uno psicologo che aiuti loro a mettere in atto tutte le risorse positive che possiedono per dare al figlio serenità e forza. Inoltre lo specialista della psiche potrà identificare lo stato di salute del figlio e conseguentemente aiutarlo e farlo nella maniera più adeguata dai genitori stessi. Molto spesso, quando si parla di emozioni, di affettività di relazioni, ci si sente tutti specialisti, mala cosa più importante da fare per la psiche di un figlio che deve affrontare un intervento chirurgico è quella di cominciare a pensarla come un qualche cosa le cui leggi sono invisibili agli occhi anche a quelli tanto attenti ed amorevoli dei genitori, mala cui complessità può essere conosciuta e affrontata insieme ad uno psicoterapeuta nell'intento comune di dare una migliore qualità di vita alla persona.

Per concludere quindi, come vengono programmati tutti gli accertamenti medico-clinici prima di un intervento chirurgico, ugualmente è necessario programmare degli incontri con lo psicologo affinché si possa conoscere la situazione specifica di quella persona ed aiutarla ad integrare nel suo mondo affettivo interno e relazionale l'esperienza chirurgica.

 
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