Recensione del testo "LIGHT ARCHITECTURE" di Gianni Ranaulo.

 

di Sebastiàn Zarazaga

<<"Mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra >>: in questa lenta pietrificazione di cui parla Italo Calvino nelle sue celebri riflessioni sulla scrittura, possiamo riconoscere i segni della crisi che il mondo dell’architettura sta attraversando. Da un certo tempo assistiamo effettivamente a una lenta pietrificazione dell’architettura, che diventa sempre più pesante, sempre più statica, sempre più vecchia; sembra quasi che non riusciamo a distaccarci da quell’idea originaria di immortalità che da sempre ci ossessiona, come una voglia di rendersi immortali attraverso la pietra [...] La verità è che il mondo  è cambiato e con esso le nostre società , le strutture e le città in qui viviamo; l’architettura deve muoversi in direzione del mondo e porsi al servizio del uomo. L’immortalità dell’architettura, la sacralità del luogo architettonico non hanno più ragione di esistere; è una concezione superata, l’architettura deve essere rapida come il mondo in qui viviamo e deve dare emozioni altrettanto  rapide, perché il nostro passaggio nel mondo è veloce.">>(Ranaulo 01)

Gianni Ranaulo ci fa riflettere su questo mondo che senza dubbio è pesante, non al servizio dell'uomo e molto lento, ma non solo, ci porta una delle possibili soluzione per il cambiamento di questo panorama,“Light Architecture”. 

La sintesi e proposta di Light Architecture e quella di unire due realtà, quella virtuale e quella reale. O vero lo spazio virtuale (media elettronici, TV,radio, computer e internet) e lo spazio concreto della realtà in cui viviamo, avendo come risultato una nuova realtà, chiamata da lui "stereorealtà". Come conseguenza ci troviamo davanti proprio a una rivoluzione informatica, gia che l'architettura si vede direttamente affettata da questa e che grazie ad internet si scopre che diventa un canale prezioso per l'informazione.

Facendo una interpretazione del contenuto del libro, vediamo concretamente l'utilizzo di tre pilastri che fanno si che “Light Architecture” sia possibile: la rete internet, il supporto informatico, i palazzi (Media Building) o buchi neri della città.

* La rete Internet: luogo è strumento di comunicazione. Proprio come la rete telefonica, Internet nasce per permettere la comunicazione e lo scambio di informazioni. Le informazioni scambiate su Internet tuttavia non sono suoni - o meglio, non sono solo suoni. Sono informazioni dello stesso tipo di quelle che un qualunque personal computer è in grado di utilizzare e manipolare: testi scritti, ma anche immagini e suoni digitalizzati. E naturalmente programmi, cioè insiemi di istruzioni che il nostro computer potrà, a richiesta, eseguire. Internet è dunque simile a una rete telefonica, una rete telefonica nata per far comunicare fra loro dei computer.  Ma dietro gli schermi e le tastiere dei computer collegati ad Internet ci sono delle persone, ed è questo che rende il tutto più interessante, la scoperta degli altri non più a scala locale, ma a quella urbana, dalla sfera individuale dello schermo privato alla sfera collettiva della scena urbana.

Un aspetto centrale e con un potenziale molto grande per questa idea di nuova architettura intesa come rivoluzione, risiede nel utilizzo di internet che è una vera e propria maglia infinita di interconnessioni che possono essere stabilite fra i materiali diffusi attraverso la rete. Internet, e in particolare World Wide Web, non sono semplicemente organizzati secondo la metafora dell'ipertesto: sono un ipertesto.  Allora il programma diventa molto ricco, gia che dietro all'informazione che circola su Internet ci sono persone con le quali si stabiliscono dei rapporti. Ogni scambio informativo è una forma di interazione sociale, e la rete è dunque luogo di innumerevoli interazioni.

* Supporto informatico: necessario all’architettura per creare quelle superfici architettoniche leggere e persuasive, trasformate in supporti comunicativi che vanno oltre i tradizionali canoni dell’architettura, quasi a permettere all’immagini di diventare materiali costruttivi di vera luce. Materiali leggeri che prendono vita da e nel computer, fonte di nuova creatività, di nuovi modelli attraverso cui creare simulazioni costruttive visibili e vivibili per tutta la comunità.

* I palazzi e buchi neri della città: La completa e concreta attuazione di questi schemi si verifica nel "Media Building", in cui la Light Architecture, applicata al singolo edificio, porta a creare una vera immagine di fusione tra i due mondi, in cui la spettacolarizzazione dei flussi fisici si confonde con la spettacolarizzazione dei flussi virtuali in unico supporto vitreo. Allora il palazzo tradizionale passa ad essere il foglio sul quale scrivere la nuova storia, lasciando di essere pesante e lento, per tramutarsi a se stesso in informazione e passare a formare parte e supporto del cyberspazio. Diventa l'interfaccia con il cittadino, dandone la possibilità di interagire con il contesto urbano ed il mondo. Nei buchi neri della città l'approccio è analogo, con interventi che contengono le stesse premesse costruttive e supporti tecnici, però diventa tanto importante anche l'utilizzo della luce e del acqua, materiali che mai si pensavano come adatti per risolvere situazioni veramente complesse e che adesso diventano i canali adatti per una nuova immagine urbana.

 

Gianni Ranaulo, Media Building Piazza Garibaldi, Napoli, 2000

  

 

Gianni Ranaulo, Galleria del Tritone, Roma, 1995

  

Non solo questo ci propone la tesi di Ranaulo, che rimarrebbe senza una logica se non ne trovasse il giusto linguaggio per tradurla in qualcosa di compatibile con la sua ricerca. Anche cerca degli elementi e caratteristiche che contraddistinguano “Light Architecture” per trovare piena realizzazione nei progetti. Allora pensa che questi devono essere  vettori diretti di leggerezza, movimento ed informazione, concetti sui quali fa una vera riflessione e formando parte della dialettica architettonica proposta.

* Porta degli esempi contemporanei per capire che questa idea di leggerezza è concettuale, di immagine, come perdita di gravità e che arriva ad essere trasparente, inoltre che non solo cambia l'idea concettuale della costruzione, anche cambia quella del tempo, perché vengono concepita come reversibili e provvisorie annullando completamente l'immagine d'immortalità. 

* Non è meno chiaro quando cerca di pensare al movimento come capace di trasfigurare uno spazio e renderlo dinamico, ma questa volta a livello abitativo. In una società in cui i flussi fisici e meccanici assumono sempre più importanza, propone un’architettura metamorfica, fatta di spazi dinamici che gestiscano i flussi e circolazioni, spazi in movimento che si evolvano nel arco della giornata, asseconda i diversi momenti che la vita stessa propone dal giorno alla notte.

* Come terzo vettore sceglie quello dell'informazione, capendo che questa ha fatto l'ingresso nella storia e che la sta modificando tanto come energia artificiale modifico la produzione o la prospettiva cambio la visione dello spazio rinascimentale. Vettore del quale non poteva far a meno, perché ha capito che la mondializzazione geopolitica sarà inseparabile dall'unificazione tra questa e il nuovo spaziotempo sorto dall'irraggiamento elettronico delle telecomunicazioni.

Siamo partiti pensando al pesante mondo che ci circonda. Finiamo dopo di leggere questo testo, pensando che la speranza per cambiarlo non sono morte. E' una vera autocritica (intesa come crisi) sulla architettura affrontata sulla scia del futuro immediato, credendo che questo ci propone nuove frontiere migliore non solo architettoniche ma anche di convivenza sociale. Pero lo più importante che propone questa tesi è che  cerca di superare la crisi rendendo protagonista al cittadino, adesso capace d'interagire con il mondo che lo circonda non più fatto di confini immortali.

Rifferimenti:

Ranaulo 01 -  Gianni Ranaulo, Light architetture, testo&immagine, Torino 2001.

 

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