Teoresi
dei linguaggi concettuali (Franco
Angeli, Milano, 2000)–Presentazione Come pensa
un filosofo?Impegnarsi ad argomentare con coerenza leproprie idee
significa esprimersi con un linguaggio concettuale, in quanto l’uso
stesso delle parole comporta l’enunciazione di concetti. Ma la maniera
di organizzare parole e concetti muta a seconda degli obbiettivi che si
propone il discorso e a seconda dell’orientamento mentale e delle
attitudini ideologiche di chi argomenta. Ciò comporta l’esistenza di
diversi tipi dilinguaggio. Il libro prende in esame i linguaggi
concettuali in senso stretto, che escludono, cioè, quelli
esclusivamente creativi, che, come avviene nell’ambito
estetico-letterario, non sono formalizzabili, e quelli specialistici,
che sono invece formalizzati, come ad esempio i linguaggi matematici. I
linguaggi concettuali trattati sono perciò gli usuali che prendono
forma sia nei più abituali procedimenti di pensiero, sia soprattutto
nell’argomentazione filosofica. Il
libro si divide in quattro sezioni. Nella prima sono affrontati gli
aspetti più immediati della corrispondenza tra parole e concetti e gli
effetti argomentativi che ne derivano. Questi mettono in luce i quattro
modi fondamentali di impostare il pensiero (positivo, ideologico,
dialettico e mistico), le compatibilità ed incompatibilità
che intercorrono tra essi, nonché le idee-guida o fondative che ne sono
il presupposto. La seconda sezione tratta in particolare il problema
della tipologia dei discorsi coerenti, ricostruendo in una sintesi
articolata il quadro complessivo delle forme di pensiero dotate di
coerenza, che prevedono ognuna un proprio criterio di organizzazione dei
concetti. Si delineano, così, i cinque caratteristici universi o
modelli di argomentazione, ossia quelli dei linguaggi della teoria,
della tecnica, dell’ideologia, della retorica,
della dottrina. La terza sezione si occupa delle premesse, o se
si preferisce delle condizioni protologiche, che sottostanno alle
costruzioni razionali. I riferimenti culturali sono volutamente sobri ed
assolutamente essenziali; si limitano, in sostanza, a richiamare gli
esempi basilari che storicamente partono dalla speculazione teologica,
per mettere in evidenza i rapporti tra conoscibile e inconoscibile, tra
procedimenti logici e procedimenti analogici, tra ragione positiva e
ragione dialettica. La quarta sezione introduce il punto di vista del pensiero
regolativo, quale criterio orientativo che meglio di altri soddisfa
le esigenze di rigore metodologico e al tempo stesso di adeguazione alla
realtà, una volta constatato che l’uso della ragione comporta che non
si possa mai pretendere a priori di essere dalla parte della
ragione. Il libro è
rivolto a tutti coloro che sono interessati alla comprensione delle
maniere di impostare discorsi ragionati e ragionevoli, indipendentemente
dal ricorso a specifiche competenze, e alla natura delle costruzioni
teoretiche, ma in specie a chi cerchi una propedeutica alla riflessione
e all’interpretazionedel pensiero filosofico. G.
Maria Chiodi |