L'igresso è alla fine di Via Falzarego, dove è necessario parecheggiare per poi proseguire a piedi, e dal Viale Sant'Avendrace. Si consiglia un abbigliamento sportivo

Necropoli di Tuvixeddu

Scavata nella "pietra forte", ella di Tuvixeddu è ritenuta la più estesa e suggestiva necropoli del Mediterraneo. Per Cagliari rappresenta anche uno degli elementi che caratterizzano l'insediamento punico in città; infatti, secondo recenti studi, è a partire da seicento anni prima di Cristo che Cagliari, costituita da una serie di nuclei abitativi siti sui colli e nelle lagune, si avvia ad acquisire la sua "forma" urbana e il colle di Tuvixeddu era certamente l'area funeraria di un vasto insediamento punico compreso tra Campo Scipione (la zona dove oggi sorge la Città Mercato di Santa Gilla) e l'attuale viale Merello. Conosciuta probabilmente fin dal 1600, la necropoli (letteralmente "città dei morti") fu oggetto di scavi archeologici già nel secolo scorso e all'inizio del '900, allorquando, Antonio Taramelli, prima direttore del Museo Archeologico di Cagliari, successivamente, soprintendente alle Antichità ed arti della Sardegna, avviò una campagna di scavi che portò alla luce 180 ipogei. Alle sepolture, scavate nella roccia, si accede attraverso pozzi di diversa profondità i quali, dopo la deposizione dei defunti, venivano riempiti e chiusi da lastroni di breccia conchiglifera. Le celle funerarie contenevano, accanto ai defunti, una serie di oggetti, alcuni dei quali anche preziosi (ceramiche, scarabei, oreficeria, rasoi di bronzo, ecc.) che ne costituivano il corredo. Alcune di esse presentano interessanti affreschi, come quelle dell'Ureo e del Sid; altre recano, scolpiti nelle pareti, simboli divini figurativi o geometrici, tra cui quello di Tanit, divinità femminile della religione punica. Lo stesso Tamarelli individuò nell'area di Tuvixeddu sepolture di epoca più recente, probabilmente di epoca paleocristiana. E' attualmente dibattuta la datazione di queste sepolture me è importante registrarne la presenza poiché esse permettono di verificare la continuità della presenza dell'uomo nell'area di Tuvixeddu che da età punica giunge all'epoca romana imperiale illustrata dalle vestigia della "Grotta della Vipera", fino alle meno note sepolture di età tardo antica medioevale. In epoca romana e medioevale, l'area funeraria subì tra l'altro delle modifiche; ad esempio, per la vicinanza del nucleo urbano, parte della necropoli punica fu attraversata da una sezione dell'acquedotto romano che giunse a tagliare tre sepolture di età punica.