Storicismo Corrente di pensiero diffusasi verso la metà del XIX secolo, soprattutto in Germania, che si fonda sul cosiddetto senso storico, ovvero sul riconoscimento della radicale alterità del passato rispetto al presente, e sulla possibilità di comprenderlo e di interpretarlo unicamente ricostruendone l'originario contesto, culturale, sociale e, soprattutto, economico. Il termine venne usato per la prima volta largamente nei dibattiti metodologici fra gli studiosi tedeschi di economia politica. Gustav Schmoller e la sua scuola concepirono una teoria economica fortemente condizionata dai dati relativi al contesto storico; la loro posizione fu denominata con connotazione spregiativa Historismus, termine riferito anche al tentativo di estendere la denominazione di "storia" a discipline su cui essa non aveva alcuna legittima autorità. Il filosofo Friedrich Nietzsche considerò lo storicismo come un antiquato e acritico approccio alla storia, che si esauriva nella pura accumulazione di dati storici.

Ernst Troeltsch fu il primo che cercò di caratterizzare lo storicismo in modo più oggettivo, definendolo come la tendenza a considerare la conoscenza e l’esperienza soggette al cambiamento storico. A suo parere lo storicismo fu lo stile di pensiero dominante del XIX secolo, che egli contrappose all’analisi generalizzante e quantitativa della natura detta "naturalismo". Lo storicismo elaborò una Weltanschauung, o visione del mondo, fondamentalmente diversa dalla concezione "naturalistica" o "positivistica" della realtà fondata sull’idea di una legge di natura immutabile e universale. Secondo un’altra interpretazione dello storicismo, centro dell’interesse fu ciò che è concreto, unico, e individuale (Friedrich Meinecke).

Il termine "storicismo" subì una variazione nel significato quando venne importato nell’ambito culturale anglosassone verso la fine degli anni Trenta; un tempo associato a questioni riguardanti principi di spiegazione e valutazione, il termine assunse una dimensione metodologica. Lo storicismo contro cui si schierarono F.A. Hayek e soprattutto Karl Popper fu la dottrina del XIX secolo secondo la quale esistono leggi dell’evoluzione storica su cui è possibile fondare previsioni scientifiche sul futuro. Questa definizione riflette un tentativo di fare storia "scientificamente", adottando i criteri delle scienze della natura. La dimensione ideologica e metodologica del termine "storicismo" risulta più evidente nella lingua tedesca, che distingue rispettivamente fra Historismus e Historizismus.

Dall’inizio degli anni Ottanta, è sorto in letteratura un "nuovo storicismo", come genere di critica basato sulla storia. L’opera di Michel Foucault esercitò grande influenza sui "nuovi storicisti", che cercarono di annullare ogni distinzione fra letteratura e storia.