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*** Il problema dell'Amianto***


 

Un minerale troppo bello per essere vero, questo si diceva dell’amianto nell’ambito degli addetti ai lavori in riferimento alle sue eccezionali proprietà fisiche che lo hanno reso adatto per molteplici utilizzi tra i quali la creazione di  materiali da costruzione (l’eternit principalmente, un materiale formato da cemento e da amianto nella misura del 20 % ), le coibentazioni e le strutture realizzate sulle navi e negli aerei data la sua nota proprietà ignifuga fino ad arrivare alla creazione di tessuti particolarmente utili per produzione delle tute protettive usate dai vigili del fuoco.

Si tratta di un gruppo di minerali costituiti principalmente da silicati di magnesio dalla struttura filamentosa suddivisi in due classi principali: Il Serpentino caratterizzato da una fibra più lunga e conosciuto anche come Asbesto, che ha avuto numerosi impieghi a livello industriale e risulta ampiamente diffuso su tutto il territorio nazionale, e gli Anfiboli che sono invece caratterizzati da una fibra più corta e diversamente strutturata.

 In Italia costituisce un problema estremamente complesso che coinvolge aspetti economici, previdenziali, sanitari ed ambientali e si stima siano ancora presenti sul territorio nazionale, diversi milioni di tonnellate di materiali compatti contenenti amianto e molte tonnellate di amianto friabile.

Ancor oggi vi sono in Italia numerosi siti pubblici e privati, sia di tipo industriale che civile, contaminati da amianto.

L’aspetto gravissimo del largo uso che si è fatto del minerale d’amianto è che purtroppo l’inalazione delle fibre di cui è composto, nel momento in cui raggiungono gli alveoli polmonari, provocano dopo periodi lunghissimi che possono essere superiori ai 25 anni, malattie praticamente incurabili che portano inevitabilmente alla morte come l’asbestosi e il mesotelioma pleurico, che consiste in un micidiale tumore alla pleura.

E’ chiaro, pertanto, che per essere inalato l’amianto deve essere disperso nella sua forma fibrosa nell’ambiente, per cui riveste particolare interesse a livello di pericolosità l’amianto cosiddetto “Flocculato” o friabile e cioè non in forma compatta , il quale veniva frequentemente spruzzato ai fini coibentanti in moltissime produzioni come le carrozze e i locomotori ferroviari, le navi e anche in tante autovetture dove il minerale è stato largamente usato anche per la realizzazione delle pastiglie dei freni.

Ma anche l’amianto compatto, rappresentato come già citato principalmente dall’Eternit, risulta lo stesso pericolosissimo in quanto spesso lo troviamo messo in opera in luoghi esterni dove è soggetto a fenomeni di usura ad opera degli agenti atmosferici o altro tipo di azione meccanica, per cui assistiamo ad un suo graduale deterioramento e frantumazione con conseguente rilascio di fibre nell’ambiente che possono essere inalate con gravissime conseguenze.

E’ importante mettere in risalto come sia dimostrato che anche piccole quantità di fibre di amianto inalate posano dar luogo all’insorgere del Mesotelioma Pleurico, per cui anche delle basse esposizioni al pericoloso minerale devono essere considerate con estrema preoccupazione.

A riguardo di ciò, i materiali contenenti amianto che troppo spesso vengono dispersi nell’ambiente gettandoli nelle discariche non autorizzate o abbandonandoli per strada o in qualsiasi luogo diverso dai siti autorizzati e progettati per contenere un materiale cosi pericoloso, per il quale sono previste anche procedure di inertizzazione al fine di renderlo innocuo per il conferimento in discarica, costituisce un problema non da poco probabilmente causato da una non esaustiva informazione circa la pericolosità dei m.c.a. e  forse anche dovuto ai costi elevati necessari per la corretta rimozione dell’amianto, che è utile ricordare deve essere fatto da personale altamente specializzato appartenente ad imprese iscritte a particolari registri.

Sicuramente, ai fini della tutela di se stessi e tutti noi, è fondamentale prendere coscienza del problema e del pericolo a cui tutti siamo sottoposti evitando comportamenti altamente dannosi come quelli citati, mentre è opportuno e salutare che quando si rilevano dei materiali contenenti amianto abbandonati, ci si rechi immediatamente presso l’autorità comunale del luogo in cui si è riscontrato il pericoloso abbandono e si produca un esposto scritto impegnando l’Ente ad intervenire per rimuovere il relativo materiale. 

            I diversi provvedimenti normativi, tra cui in particolare la L. 257/92, il D.P.R. 8/8/94 ed il D.M. 101/03, prevedevano il censimento e la mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto. A seguito dell’attuazione delle predette disposizioni legislative è emerso un significativo numero di situazioni in cui necessitano interventi urgenti e che non sempre vi è una adeguata integrazione tra i vari soggetti coinvolti né sufficiente preparazione sul delicato e complesso tema. Ciò alimenta la sensazione che non risultino ancora recepite nelle strategie di governo locale le corrette tecniche di lotta all’amianto, la cui eliminazione definitiva  non può limitarsi alla perimetrazione delle aree e alla loro messa in sicurezza, dovendo piuttosto necessariamente spingersi alla effettiva e definitiva decontaminazione dei siti che ne consenta la restituzione all’ambiente e la contestuale valorizzazione economica e sociale.

Un argomento di notevole delicatezza a riguardo dei problemi legati all’amianto, sono le malattie asbestocorrelate contratte per cause professionali da lavoratori che purtroppo nella loro attività sono stati costretti a stare a stretto contatto con il minerale, inalando le sue pericolosissime fibre per periodi abbastanza lunghi, come i lavoratori del settore navale, i cavatori nelle attività di estrazione dell’amianto e via dicendo.

Troppo spesso queste persone hanno molta difficoltà nel farsi riconoscere la causa professionale della loro gravissima malattia dovuta all’inalazione delle fibre d’amianto,  per il motivo che, come gia detto, malattie come l’asbestosi o il mesotelioma compaiono dopo periodi lunghissimi dall’avvenuta inalazione, per cui quando la vittima inizia a subirne gli effetti magari ha già da tempo smesso di lavorare o, come a volte succede, ha cambiato lavoro, per cui diventa difficile in sede giudiziaria dimostrare, secondo quanto richiede il nostro sistema normativo, la cosiddetta prova della causa – effetto.

A sostegno di queste persone, fortunatamente, ci sono associazioni che si occupano di dare in maniera del tutto gratuita, tutto il supporto possibile immaginabile affinché questi sfortunati lavoratori possano avere soddisfazione a livello risarcitorio, proponendosi anche come promotori di denuncie e atti di pubblica informazione a riguardo di situazioni pericolose dovute all’amianto.

 


 

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