Chi è per me

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Questa pagina è dedicata al mio Maestro

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Dopo qualche traversia scolastica (un anno di Politecnico) mi sono iscritto alla Cattolica di Milano, a Pedagogia. Avrei preferito Psicologia, ma non c'era ancora (a quei tempi era una specializzazione post-laurea) perché i miei interessi si concentravano sul rapporto tra religione e psicoanalisi. Il titolare della cattedra di psicologia era il Prof. don Zunini: sono andato ad ascoltarlo, ma rifiutava categoricamente la psicanalisi, e in istituto nessuno era di parer contrario. Sull'altro versante, psicanalitico, c'era il prof. Quadrio, che non aveva interessi sulla religione.

Io avevo scelto psicologia non per lavorare da psicologo, ma per imparare a vivere: frequentando l'università ho visto molti psicologi, docenti ed assistenti, che non avevano imparato a vivere, avevano solo imparato a far vedere che sapevano vivere. Non è un giudizio, questo: per me imparare a vivere era un'esigenza e loro, come dichiarati maestri in questo settore, erano soltanto deludenti. Tutto quello che sapevano fare era una bella psicodiagnosi per spiegarti come mai sarebbe meglio che ti nascondessi, ma nessuno che ti spiegasse come superare i problemi.

Finalmente ho trovato un dépliant a proposito di una scuola estiva per Orientatori Scolastici, diretta dal Prof. don Costante Scarpellini, con lezioni ad orientamento psicanalitico tenute proprio da questo sacerdote. Mi sono iscritto, ho frequentato, e lì gli ho chiesto se poteva prendermi in psicanalisi, ma lui ha cortesemente rifiutato, essendo io un suo studente. Più timidamente, gli ho chiesto allora di confessarmi, almeno, ma il rifiuto è stato altrettanto cortese e deciso, per il medesimo motivo.

Ho così capito che se volevo imparare da lui dovevo fare come si faceva una volta con i maghi e gli stregoni: farmi assumere, e studiare ogni sua mossa. Per questo mi sono dato da fare e sono riuscito a farmi ammettere come tirocinante presso il suo Centro di Orientamento Professionale di Bergamo, nonostante io allora vivessi a Milano. Non mi interessava tanto la sua cultura, per altro vastissima: quello che mi premeva era come si potesse essere religiosi e contemporaneamente psicanalisti, come si riuscisse a vivere secondo ideale e secondo scienza.

Il mio Maestro teneva lezioni entusiasmanti e molto concrete, ma io mi chiedevo che distanza ci fosse tra ciò che diceva ed il suo modo di vivere, mi chiedevo se fosse possibile vivere mettendo in pratica teorie così belle ma così lontane da quello che avevo imparato. Per questo ho cercato di stargli vicino, di prendere nota di tutto, con molta discrezione ma senza perdere una sillaba o un gesto, anche se devo ammettere che non riuscivo a capire molto.

Poi, finalmente, tutto è diventato chiaro. Un po' come quando si hanno davanti i frammenti di un puzzle e non si riesce a comporlo e poi, improvvisamente, si intuisce una soluzione e si organizza tutto. Tra i frammenti, quello che è diventato più luminoso ed ha organizzato il senso di molti altri è stata una sua frase: "la scienza è dei virtuosi - mi aveva detto - perché chi non è virtuoso, per non darsi torto, invece di cercare la verità cerca quello che gli dà ragione". (se questa frase non ti è chiara, ricopiala e pensaci: è un po' come le frasi dei maestri Zen, non da approvare o da criticare, ma soltanto da capire per diventarne padroni)

Io sono molto lento a capire (lo diceva anche Einstein di se stesso, ma era più modesto), ed ho impiegato anni per capire l'insegnamento del Prof. don Costante Scarpellini. E non so nemmeno se l'ho capito come lui lo vive. Però ho imparato a mettere in pratica la teoria che conosco, e se non riesco a metterla in pratica, allora dubito della teoria. Invece di dire come devo fare, ho imparato a dire come faccio, e a capire perché non riesco a fare diversamente. Poi ho capito che lo stesso vale sugli altri: invece di dire come devono fare, cercare di capire perché fanno così. In questo modo mi sono trovato davanti una biblioteca di sei miliardi di volumi viventi, se contiamo solo i presenti sulla Terra: di fatto si può imparare anche dalla Storia, ed allora i volumi diventano molti, ma molti di più, e non sono così difficili da leggere, perché sono concreti ed entusiasmanti.

Il Prof. don Costante Scarpellini mi ha acceso la luce: non mi ha detto come devo fare a vivere, né ha mai cercato di vivere al mio posto, ma ha acconsentito che io potessi vedere ed imparare. Questo per me è il significato del concetto di "dare l'esempio" in educazione: non aver niente da nascondere.

Per questo pubblico il mio ringraziamento al mio grande Maestro!

 
Nato nel 1920 a Bergamo
Laureato in Teologia (1949) e Filosofia (1954)
Specializzato con P. Gemelli in Psicologia Sperimentale
Ha ottenuto la libera docenza in Psicologia dell'Età Evolutiva nel 1962, di ritorno dal Canada (università di Montréal) dove era Attaché de Recherche
Docente dal 1959 al 1991 dapprima alla Scuola di Specialità, in seguito nella Cattedra di Psicologia dell'Età Evolutiva dell'Università Cattolica, nella facoltà di Magistero (a Castelnuovo Fogliani, quindi a Brescia)
Direttore del Centro di Psicologia applicata all'Orientamento, di Bergamo, fino alla chiusura (1972) di queste istituzioni in tutta Italia
Ha al suo attivo un centinaio di pubblicazioni scientifiche
Vive a Bergamo, portando il suo contributo di Psicologo alla ricerca psicosomatica